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Cronaca

Specchia: si dipinge da solo le strisce per il posteggio davanti casa, multato!

Aveva tracciato i contorni del parcheggio sul cemento, utilizzando vernice gialla. Una mossa apparentemente ingegnosa che ha attirato l’attenzione delle autorità locali

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Nel centro storico di Specchia, un cittadino ha trovato una soluzione insolita al sempre presente problema del parcheggio: disegnare da solo il suo posteggio davanti a casa.


La sua creatività è stata, però, inibita dalla Polizia Locale, che è intervenuta, multandolo e ordinandogli di rimuovere le strisce che aveva dipinto.


Il cittadino in questione aveva tracciato i contorni del parcheggio sul cemento, utilizzando vernice gialla.


Una mossa apparentemente ingegnosa che ha attirato l’attenzione delle autorità locali.


Dopo un’indagine rapida, la Polizia Locale ha individuato l’uomo e lo ha multato in base all’articolo 15 del Codice della Strada.


Questo articolo riguarda il “danneggiamento e l’alterazione del manto stradale“, e violarlo comporta sanzioni pecuniarie che vanno fino a 173 euro.


Gli agenti hanno spiegato all’uomo che creare autonomamente un parcheggio costituisce una violazione del codice stradale, poiché il manto stradale è di proprietà pubblica e deve essere mantenuto secondo le norme stabilite.

Pertanto, il suo atto di “danneggiamento” è stato considerato illegale.


In risposta a questa situazione, il comandante della Polizia Locale Andrea Zacà ha invitato tutti i cittadini a rispettare le norme del codice della strada e ad evitare soluzioni autonome che potrebbero danneggiare l’ambiente urbano.


«La sicurezza stradale e il rispetto delle norme sono fondamentali per garantire un ambiente urbano vivibile e sicuro per tutti i cittadini», ha dichiarato il comandante Zacà, «invitiamo tutti i cittadini a utilizzare i parcheggi designati e a rispettare le regole del codice della strada. Le iniziative autonome, sebbene creative, possono avere conseguenze negative sull’ambiente urbano e comportare sanzioni».


La soluzione proposta dalla Polizia Locale è stata chiara: l’uomo doveva rimuovere il parcheggio improvvisato a sue spese. Questo “ripristino fai da te” non solo ha fatto rispettare la legge, ma ha anche ripristinato l’aspetto originario della strada, assicurando che tutti i cittadini possano usufruire degli spazi urbani in modo equo e sicuro.


In conclusione, mentre l’ingegnosità può essere apprezzata, è essenziale che venga esercitata nel rispetto delle leggi e delle normative locali.


In un ambiente urbano, il rispetto delle regole del codice della strada è fondamentale per garantire la sicurezza e il benessere di tutti i cittadini.


 


Copertino

Resti umani lungo i binari

Nei pressi della stazione ferroviaria di Trepuzzi rinvenuti pezzi del cadavere smembrato di un uomo. Si tratta di un 56enne di Copertino

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È di un 56enne di Copertino il corpo smembrato ritrovato lungo i binari a Trepuzzi

La macabra scoperta nei pressi della stazione ferroviaria dove, ieri sera intorno alle 21,30, un giovane, allarmato dal cattivo odore, ha verificato la presenza di frammenti umani e ha dato l’allarme.

Sul posto, oltre a un’auto medica, sono giunti quasi subito i carabinieri della locale Stazione e quelli della vicina Compagnia di Campi Salentina che, insieme alla Polfer, si sono occupati dei rilievi del caso e hanno avviato le indagini a cominciare dalle immagini delle videocamere di sorveglianza presenti in zona.

Anche se non si esclude nessuna pista, gli inquirenti sono propensi a pensare a un suicidio anche perchè la vittima, che lavorava all’ospedale di Copertino, soffriva di depressione : l’uomo si sarebbe gettato volontariamente sotto un treno in transito.

Il corpo smembrato e l’assenza di documenti hanno reso difficile il riconoscimento.

Va detto che non vi era neanche stata alcuna segnalazione dell’impatto di un treno né risultavano denunce di scomparsa compatibili nella zona.

Durante il corso delle operazioni la circolazione ferroviaria da Lecce a Bari è rimasta bloccata.

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Cronaca

Galatone e Seclì: “No” del Tar all’aumento del Canone rifiuti

Il Tribunale amministrativo di Lecce conferma la legittimità dei provvedimenti adottati da Ager e dai Comuni

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Il TAR Lecce boccia la richiesta di incremento delle entrate tariffarie, relative al canone dei rifiuti, avanzata dalla Bianco Igiene Ambientale s.r.l. e dalla Cave Marra Ecologia s.r.l. e conferma la correttezza dell’operato dei Comuni di Galatone e di Seclì, difesi dall’Avv. Paolo Gaballo, e quello di AGER, difesa dagli Avv.ti Francesco Cantobelli, Marco Lancieri e Luca Vergine.

I FATTI

Il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani a Seclì viene svolto dall’impresa Bianco Igiene Ambientale: l’importo delle entrate tariffarie per il 2024 è stato pari ad € 417.793,00 e nel 2025 ad € 428.656,00.

A Galatone il servizio è svolto dalla Cave Marra Ecologia: l’importo delle entrate tariffarie per il 2024 è stato pari ad € 3.399.270,00.

Le società gestori del servizio hanno contestato sia i provvedimenti di AGER, che le delibere comunali di approvazione della TARI per l’anno 2024, lamentando, in sostanza, il mancato adeguamento delle entrate tariffarie.

In particolare, per il servizio svolto a Seclì, la Bianco Igiene Ambientale s.r.l. ha lamentato una presunta perdita di centomila euro nel 2024 e di 90mila euro per il 2025, mentre, per il servizio a Galatone, la Cave Marra Ecologia s.r.l. ha lamentato una presunta perdita di 248.704 euro nel 2024 e di 155.554 euro per il 2025.

Le ditte Bianco Igiene Ambientale e Cave Marra Ecologia hanno impugnato dinnanzi al TAR Lecce le determinazioni di AGER e dei Comuni di Galatone e Seclì.

I Comuni di Galatone e Seclì, tramite l’Avv. Gaballo, hanno contestato i ricorsi delle società, ritenendoli inammissibili e, comunque, destituiti di fondamento.

Il TAR Lecce, accogliendo le eccezioni svolte dai difensori delle parti resistenti, con due sentenze, ha giudicato inammissibili i ricorsi delle società.

Soddisfazione è stata espressa dall’Avv. Gaballo, il quale ha chiarito che i provvedimenti del Tribunale Amministrativo garantiscono un risparmio per i Comuni e, soprattutto, per l’utente finale e, quindi, per i cittadini, che non saranno ulteriormente gravati dal peso derivante dalla gestione del servizio.

Soddisfazione per l’esito dei giudizi è espressa anche dalle amministrazioni comunali.

Per Galatone «si tratta di una sentenza importante per l’amministrazione che dimostra, ancora una volta, di agire in maniera trasparente ed esclusivamente nell’interesse dei cittadini. L’amministrazione, quindi, non sarà costretta ad aumentare le tariffe per far fronte all’adeguamento richiesto dal gestore del servizio».

«Esprimiamo la massima soddisfazione per il lavoro svolto dall’Avv. Gaballo», ha commentato il sindaco di Seclì Andrea Finamore, «con questa pronuncia tiriamo un sospiro di sollievo, scongiurando un ulteriore aumento per le tasche dei nostri cittadini, già abbondantemente vessati dal costo di un servizio di per sé fin troppo gravoso. Il servizio di smaltimento dei rifiuti dovrebbe essere considerato un servizio essenziale per il cittadino, che dovrebbe sfuggire alle regole della normale tassazione ed alle continue pretese economiche degli stakeholders operanti in questo mercato».

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Cronaca

Sigilli alla cava

Operazione “Stone Waste”, forestali sequestrano 20 ettari di un’area estrattiva

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Sul prosieguo delle operazioni “Stone Waste 1 e 2”, rivolte ai contrasto agli abusi nelle attività estrattive, combinati con la gestione illecita dei rifiuti, i Carabinieri Forestali (Nucleo Investigativo-NIPAAF e Nucleo Forestale di Lecce) hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Lecce, apponendo i sigilli ad un’ area estrattiva di circa 20 ettari, in prosecuzione di quanto già effettuato, di iniziativa e nello stesso comprensorio, nel febbraio scorso.

Il sequestro ha interessato una cava posta nella contrada Santa Lucia, in agro di Lecce, al confine con i Comuni di Surbo e Trepuzzi.

Dagli accertamenti scaturiti nell’ informativa presentata dai Carabinieri Forestali è emerso che la ditta titolare aveva tuttora in corso l’esercizio di estrazione di materiale lapideo, sebbene l’ autorizzazione fosse stata revocata dalla Regione Puglia nel 2018, con contestuale provvedimento di sospensione dell’ attività.

Inoltre, i fronti di cava erano stati spinti ben oltre i 10 metri di “franco” di sicurezza dai confini delle particelle catastali, e su alcuni margini non era stata installata la prescritta recinzione; ancora, i Militari hanno stimato un volume di circa 50 metri cubi di deposito incontrollato di rifiuti, costituiti per lo più da scarti della lavorazione della pietra.

Nello scorso febbraio i Forestali avevano già denunciato il titolare della ditta alla Procura della Repubblica di Lecce per gestione di rifiuti non autorizzata ed esercizio abusivo di discarica di rifiuti speciali, sequestrando parte della cava.

Adesso è arrivato il provvedimento del giudice su questa ulteriore, vasta porzione del comprensorio estrattivo, motivato dalla contestazione dei reati, oltre che afferenti al Testo Unico Ambientale per l’aspetto dei rifiuti, al Testo Unico dell’Edilizia ed Urbanistica per interventi in assenza nel prescritto permesso, per le inadempienze in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, per il mancato rispetto delle prescrizioni per la stabilità dei fronti di cava e delle distanze minime.

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