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Cronaca

Mafia: sgominato network salentino, ecco gli arrestati

Associazione mafiosa, estorsioni, usura, rapine, droga, riciclaggio, truffe, prostituzione: manette e sequestri di beni per 10 milioni di euro

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Il Comando Provinciale di Lecce dei Carabinieri, impiegando oltre 100 uomini e 35 autovetture e con il, supportato di un velivolo del 6° Elinucleo Carabinieri di Bari e dal Nucleo Cinofili di Modugno (Ba) ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e al contestuale sequestro preventivo di beni nei confronti di 23 indagati (22 in carcere e 1 agli arresti domiciliari), ritenuti responsabili, a vario titolo, di “associazione di tipo mafioso”, concorso esterno in associazione di tipo mafioso finalizzata all’usura, all’estorsione, alle rapine, all’esercizio abusivo di attività finanziaria, al riciclaggio, alle truffe, allo sfruttamento della prostituzione, allo spaccio di sostanze stupefacenti ed altro.


Gli arresti traggono origine da un’altra importante analoga attività d’indagine, denominata Shylock, che ha accertato l’esistenza di un’associazione di tipo mafioso, operante nella provincia di Lecce, dedita all’usura, alle estorsioni e al riciclaggio. È proprio dalle denunce presentate da un imprenditore vittima di usura, e dalle dichiarazioni rese da Alfredo Scardicchio, indagato che decise di collaborare dopo il suo arresto, che nel 2011 prende corpo un altro filone d’indagine. L’attività sviluppatasi  ha permesso l’individuazione di tre distinte associazioni (che convivono nello stesso territorio provinciale in virtù di una pax mafiosa), alle quali si affiancano altrettante associazioni con ambiti di operatività ben distinti, sia quanto ad oggetto sociale che quanto a bacino territoriale di utenza, che, tuttavia, registrano un certo grado di osmosi tra gli appartenenti ai diversi sodalizi.


In particolare, le dichiarazioni di Scardicchio hanno fatto emergere le prime prove dell’esistenza di un gruppo mafioso, ricollegabile ai fratelli Persano e al loro cugino Oronzo Persano (già condannato per 416 bis), attivo, tra l’altro, in materia di usura ed abusivo esercizio di attività finanziaria.


Con le prime dichiarazioni del pentito, sono state accertate le identità delle vittime dell’usura che, con le loro dichiarazioni (i 20 denuncianti hanno contribuito a fotografare il panorama criminoso e le connivenze anche di  6 direttori di banca compiacenti), hanno agevolato l’individuazione di un’analoga consorteria mafiosa facente capo alla famiglia Caroppo, nome storico legato alla Scu e al clan denominato “Nisi – Caroppo”.


Gli arrestati sono: Giuseppe Bolognese, 44enne di Lecce; Pasquale Briganti, detto Maurizio, 47 anni, leccese; Livio Biagio Carafa, 53 anni, di Nardò; Antonio Caroppo, 59 anni, di Castrì; Damiano Caroppo, 51 anni, di Lecce; Massimo Caroppo, 48 anni, di Lecce; Sergio Caroppo, 50 anni, di Lecce; Alessandro Fago, 45enne di San Pietro Vernotico; Remigio Garrafa, 44 anni; Mario Lonigro, 60 anni, di Lecce; Antonio Alvaro Montinari, 45 anni, di Lecce; Massimo Paladini, 54 anni, di Lecce; Gianfranco Pati, 56 anni, di Monteroni; i leccesi Fabio Persano (49 anni),Giuliano Persano (57 anni), Maurizio Persano (55 anni), Oronzo Persano, (58 anni) e Stefano Persano (43 anni); Giacomo Mario Profilo, 67 anni, di Campi Salentina; Lucio Riotti, 51enne di Carmiano; Luigi Sparapane, 58enne di Galatina; Ivo Venturi, 53enne leccese. Per Paolo Tamborino, 50 anni di Maglie è invece scattata la misura degli arresti domiciliari.







Le dichiarazioni degli imprenditori hanno trovato conferma dalle attività tecniche e accertamenti patrimoniali presso le banche dati e gli istituti di credito, nonché dagli innumerevoli servizi di osservazione e pedinamento messi in atto dai carabinieri. Nell’indagine è emersa, inoltre, una frangia di tutto rilievo nel panorama leccese della SCU, e cioè quella legata a Pasquale Briganti, detto Maurizio (già condannato per 416 bis), e Luigi Sparapane (operante su Galatina), entrambi storici esponenti della SCU. In questa strutturazione orizzontale, che consente di definire la mafia salentina come un network di gruppi mafiosi, sono inseriti organicamente soggetti che nel corso del tempo non hanno mai perso aderenza con la Scu. A satellite delle organizzazioni descritte vi sono altrettante associazioni per delinquere le quali hanno concorso o comunque favorito gli affari illeciti delle organizzazioni di tipo mafioso.


Le operazioni hanno luogo nelle province di Lecce, Roma, Brindisi, Foggia e  Pavia, prevedono l’esecuzione congiunta dei 23 provvedimenti restrittivi, di cui 20 per 416 bis; successivamente saranno notificati ulteriori 82 avvisi di conclusione indagini.


Il Nucleo investigativo inoltre procederà all’esecuzione del sequestro di 36 immobili (appartamenti, villette residenziali e terreni); 4 attività commerciali; un’autovettura; due SrL; due imprese individuali; circa 30 rapporti bancari che permetteranno di aggredire il patrimonio accumulato illecitamente dalle famiglie mafiose dei  Persano e Caroppo per un valore, approssimato per difetto, di circa 10 milioni di euro.


Cronaca

Fiamme in campagna: tratti in salvo conigli, oche e galline

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Un incendio scoppiato in serata nel territorio di Galatone ha richiesto l’intervento urgente dei Vigili del Fuoco, che hanno evitato conseguenze ben più gravi.

Intorno alle 21:40, una squadra proveniente dalla sede distaccata di Gallipoli è stata chiamata ad operare nei pressi della Strada Provinciale 231, dove un rogo aveva interessato un cumulo di masserizie situato all’interno di un terreno in stato di abbandono, accanto a un’abitazione disabitata.

Il rapido intervento dei Vigili del Fuoco ha permesso di circoscrivere le fiamme, impedendo che si propagassero alla casa e ai terreni limitrofi.

Particolarmente delicata la situazione per la presenza, nello stesso terreno, di gabbie contenenti animali vivi – tra cui galline, oche e conigli – che sono stati messi in salvo senza riportare alcun danno.

Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri della stazione di Gallipoli, che hanno eseguito i rilievi necessari per chiarire le cause dell’incendio e accertare eventuali responsabilità.

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Copertino

Contro il lavoro nero: sequestri, sanzioni salate e chiusure

I Carabinieri, in collaborazione con i colleghi  del (N.A.S.) e dell’Ispettorato del Lavoro, hanno condotto un approfondito servizio di controllo finalizzato a contrastare il lavoro sommerso e le irregolarità nelle attività commerciali e garantire la tutela della salute pubblica.

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Quattro attività commerciali controllate e varie difformità: lavoratori irregolari, mancanza di documentazione di sicurezza e violazioni sanitarie.

Sanzionate e sospese due aziende; deferiti due uomini per guida in stato di ebbrezza e segnalato un giovane per possesso di droga.

I Carabinieri di Gallipoli, in collaborazione con i colleghi  del (N.A.S.) e dell’Ispettorato del Lavoro (N.I.L.), hanno condotto un approfondito servizio di controllo finalizzato a contrastare il lavoro sommerso e le irregolarità nelle attività commerciali e  garantire la tutela della salute pubblica.

A Copertino, presso un autolavaggio, sono state riscontrate gravi irregolarità quali il mancato aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi (D.V.R.), l’assenza di sorveglianza sanitaria e la presenza di lavoratori irregolari.

A Galatone, un’attività di somministrazione di alimenti e bevande è stata sottoposta a controlli che hanno evidenziato omissioni sulla sorveglianza sanitaria, mancata attuazione delle procedure di autocontrollo e la presenza di un lavoratore irregolare. Anche in questo caso, sono state applicate sanzioni per oltre diecimila euro e la sospensione dell’attività.

A Neviano, sono state controllate due attività di somministrazione di alimenti e bevande, riscontrate violazioni riguardanti la mancata prevenzione degli incendi e il mancato aggiornamento del D.V.R.

In questo caso le sanzioni comminate sono state di oltre tredicimila euro.

Nel complesso, le attività di controllo hanno coinvolto quattro aziende, verificato l’impiego di otto lavoratori, comminate sanzioni amministrative per quasi cinquantamila euro.

Sul fronte della sicurezza stradale, i militari dell’Arma hanno deferito in stato di libertà due uomini, rispettivamente di Nardò e Parabita, trovati alla guida di autovettura con tasso alcolemico superiore ai limiti consentiti.

Inoltre, un giovane gallipolino è stato segnalato alla Prefettura di Lecce per il possesso di circa 0,5 grammi di sostanza stupefacente, verosimilmente marijuana.

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Alliste

Un ettaro di discarica abusiva

Carabinieri forestali a tutela del vincolo paesaggistico. Ad Alliste sequestrata vasta area quadri utilizzata come discarica di rifiuti anche pericolosi. Denunciato il proprietario

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I Carabinieri Forestali del Nucleo di Gallipoli sono intervenuti ad accertare una situazione di gestione di rifiuti, su una vasta area in zona tutelata per il paesaggio, ai sensi del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (categoria “Immobili ed aree di notevole interesse pubblico” del cosiddetto “Codice Urbani”), risultata del tutto illecita.

L’ episodio riguarda un terreno in località Perni in agro di Alliste, della superficie di quasi un ettaro (9mila metri quadri), per due terzi ricoperto da rifiuti di ogni tipo, in parte livellati e spianati.

I materiali abbandonati al suolo erano composti prevalentemente da scarti di demolizioni edili, compresi infissi in legno, ferro e plastica, pannelli in cartongesso, nonché rifiuti pericolosi come contenitori con residui di vernici, solventi, silicone.

Al margine di questo piazzale di rifiuti erano stati realizzati un locale in lamiera della superficie di 30 metri quadri, ad uso deposito, e un altro in pietra a secco, con antistante pavimentazione in piastrelle e tufo granulare.

A parte la gestione illecita dei rifiuti, le suddette opere sono risultate abusive, mancando qualsiasi titolo autorizzativo.

Per di più, come detto, in area sottoposta a vincolo paesaggistico, e caratterizzata da vegetazione spontanea a macchia mediterranea.

Ad evitare il protrarsi degli abusi, i Carabinieri Forestali hanno sottoposto a sequestro preventivo l’ intera area, e denunciato alla Procura della Repubblica di Lecce il proprietario, un 70enne del posto.

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