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Casarano, si è insediato il tavolo della “Rete Antiviolenza”

I primi obiettivi di cui, il neo-costituito Tavolo ha deciso di dotarsi sono stati: accrescere la percezione e la capacità di lettura del fenomeno e degli effetti da parte dei soggetti della Rete Antiviolenza; migliorare le conoscenze e le competenze del personale dei servizi di primo livello che opera a stretto contatto con la potenziale utenza del tavolo; consolidare la strategia di lavoro di rete, condividere e ri-definire interventi e procedure;

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“Ambito Territoriale Sociale di Casarano: al via la costituzione del Tavolo Tecnico per il Coordinamento della Rete Antiviolenza quale risultato dell’operatività della Rete informale presente sul territorio dal 2012” 


Si è insediato giovedì scorso il Tavolo Tecnico per il Coordinamento della Rete Antiviolenza Territoriale, coordinato dalla Responsabile dell’Ufficio di Piano dell’Ambito di Casarano Gigliola Totisco. All’incontro hanno preso parte il Centro Antiviolenza “Il Melograno” ed il Centro Uomini Autori di Violenza, entrambi affidati alla gestione della Cooperativa Sociale Medihospes, la Casa Rifugio Nazareth, l’Equipe Multidisciplinare Integrata Violenza di Genere, la Commissione Pari Opportunità e il Comune di Casarano, il Distretto Socio Sanitario, i Medici di Medicina Generale, il 118, il Presidio Ospedaliero F.Ferrari di Casarano, il Comando della Compagnia dei Carabinieri di Casarano, la Polizia Locale, il SERD, il CSM, l’UDEPE, l’Ufficio Scolastico Provinciale ed ARPAL.


I primi obiettivi di cui, il neo-costituito Tavolo ha deciso di dotarsi sono stati: accrescere la percezione e la capacità di lettura del fenomeno e degli effetti da parte dei soggetti della Rete Antiviolenza; migliorare le conoscenze e le competenze del personale dei servizi di primo livello che opera a stretto contatto con la potenziale utenza del tavolo; consolidare la strategia di lavoro di rete, condividere e ri-definire interventi e procedure; promuovere l’attività del CUAV, di recente istituzionalizzazione per agire anche sul complesso nodo degli autori di reato;  e approfondire le tematiche legate alle forme di violenza meno visibili: violenza domestica, violenza diretta e assistita nei confronti delle persone minori per età, violenza in rete, violenza nei confronti delle donne migranti, delle donne anziane e delle donne con disabilità fisiche, patologie psichiatriche e dipendenze.  


Tra gli accordi presi emergono: la pianificazione e la realizzazione di incontri formativi e informativi sull’ascolto e l’accoglienza di donne e minori vittime di violenza cura del CAV e dell’EMI Violenza di genere e la volontà di rafforzare l’impegno assunto attraverso la firma di un protocollo antiviolenza, la cui prima bozza è stata sottoposta all’attenzione di tutti i e le presenti. 


Parlare di violenza di genere implica, oggi più che mai, la capacità di convogliare e integrare multidisciplinarietà e competenze in rete, che muovendo da una lettura condivisa del fenomeno assicurino azioni sollecite e urgenti” – ribadisce la Responsabile dell’UdP Totisco – “attraverso la costituzione del tavolo, ratifichiamo e ufficializziamo l’impegno della Rete Antiviolenza informale che da anni ci vede lavorare tutti e tutte assieme nella lotta al contrasto alla violenza su donne e minori”.


In qualità di Comune capofila dell’Ambito, ci impegneremo a sostenere e supportare gli obiettivi e le azioni messe in atto dai componenti del Tavolo e ci faremo portavoce con gli altri sei Comuni dell’ambito affinché siano informati e prendano parte attivamente agli accordi raggiunti” – commenta l’Assessore Emanuele Legittimo, delegato dal Sindaco di Casarano a rappresentare il Comune e la Commissione Pari Opportunità.

Oggi è stato fatto un importante passo in avanti per rafforzare le azioni di contrasto al fenomeno e il sostegno nei confronti di donne e minori vittime di violenza” – afferma la Responsabile Antiviolenza del CAV “Il Melograno” Nadia Cairo. –


Una partecipazione così numerosa ed attiva è stata possibile solo grazie ad una forte sinergia e ad un lavoro corale da parte di coloro che operano direttamente sul campo. Il Tavolo che oggi si è costituito, in applicazione delle Linee Guida Regionali e del Piano di Intervento Locale, si propone di definire un sistema omogeneo e coordinato di interventi di tutela e di accompagnamento delle donne e dei loro figli nei percorsi di uscita dalla violenza.


Per un servizio di recente istituzionalizzazione come il nostro, trovare una comunanza di intenti e di prospettive come quella degli attori presenti a questo tavolo è fondamentale per strutturare e meglio definire il lavoro con gli autori di violenza, che ci tengo a ricordare, mira a rafforzare la tutela delle vittime prevenendo il rischio di recidiva e intervenendo sulla consapevolezza degli agiti violenti del maltrattante” – conclude Fulvia Paglialunga Responsabile del CUAV Medihospes attivo nella provincia di Lecce.



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Bandiera Blu: a Patù al mare in sicurezza

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Il 25 luglio è la Giornata Mondiale della Prevenzione dell’Annegamento. 

Si tratta di un’iniziativa dell’OMS che segue la Risoluzione dell’ONU dell’aprile 2021 e che mira a evidenziare il tragico e profondo impatto dell’annegamento e a offrire strategie di prevenzione salvavita.

“Ogni annegamento è prevenibile. Esistono soluzioni”. 

Quest’anno in Italia tutte le località #BandieraBlu hanno dedicato la giornata alla sensibilizzazione e all’informazione sulla necessità di prevenire annegamenti, attraverso incontri con istituzioni e operatori, dimostrazioni sulla sicurezza in spiaggia e sul primo soccorso, laboratori per i bambini.

A Patù l’iniziativa è stata organizzata dall’Amministrazione Comunale e dalla società Salento Navigando, che gestisce le postazioni di salvamento per conto del Comune tramite bagnini abilitati.

L’iniziativa si è svolta presso il chiosco Blu Night, lungo la spiaggia di Felloniche, insignita quest’anno per la prima volta del prestigioso riconoscimento rilasciato dalla FEE. 

Gli operatori addetti al salvamento, coordinati dagli operatori della Protezione Civile di Matino, hanno simulato, alla presenza di numerosi bagnanti, due operazioni di salvataggio in mare. Nella prima, due bambine con salvagente portate al largo dalla corrente sono state soccorse con il pattino a remi. Nella seconda un sub in difficoltà è stato soccorso dalla moto d’acqua e, una volta portato a terra, dai sanitari con auto ambulanza nel frattempo allertati.

L’iniziativa ha visto l’intervento del comandante dell’Ufficio Locale di S.M. Leuca della Capitaneria di Porto, Vito Fersini, della Polizia Locale, guidata dal Comandante Giovanni Grecuccio, e dell’Amministrazione Comunale. 

Hanno partecipato il Gruppo Scout di Patù, gli ospiti della Comunità di Riabilitazione Psichiatrica Cento Pietre Unite, gli ospiti del progetto SAI MSNA gestito da Arci Lecce, le bambine e i bambini della Ludoteca “Il Tempo Ritrovato” di Patù. 

Dopo la dimostrazione pratica e la presentazione dell’iniziativa da parte del Sindaco e del Comandante della Capitaneria, i più piccoli si sono intrattenuti per un breve laboratorio sull’importanze delle regole di sicurezza in mare, ricevendo in cambio maglietta e cappellino a ricordo di questa giornata.

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Cosa sono quegli oggetti colorati? Chi è Maya?

Che mistero ad Ugento! Perchè quei colori sgargianti? Cosa c’entrano le vicende di una famiglia di emigrati salentini in Svizzera con la storia millenaria del nostro territorio?

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In tanti se lo saranno chiesto come noi: che saranno mai quegli oggetti colorati apparsi a luglio sulle spiagge ugentine, tra Torre San Giovanni e Torre Mozza?

Chi è Maia che dalla Svizzera ha deciso di venire ad Ugento per capire il mistero della sua famiglia?

Cosa c’entrano le vicende di una famiglia di emigrati salentini in Svizzera con la storia millenaria del territorio?

Quello che siamo riusciti a scoprire è che si tratta di un progetto del comune di Ugento e dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Per il momento gli ideatori preferiscono non svelare troppo ma hanno promesso che a breve giro di posta illustreranno pubblicamente tutti i particolari della loro iniziativa.

I colori pop di questi oggetti fuori scala fanno pensare alla Cracking Art.

L’operazione, che ai più raffinati e tradizionalisti potrebbe sembrare anche dissacrante rispetto ad una visione seriosa della cultura, parte in realtà da una riflessione più profonda. Il nostro mondo infatti sta diventando più artificiale, in continua trasformazione tra storia, natura e digitale.

Con i colori sgargianti delle opere esposte si vuole sollecitare una riflessione collettiva sui temi del disinnamoramento dell’uomo per la sua storia, della scissione tra noi, il nostro patrimonio e le nuove realtà artificiali e digitali; e lo si fa attraverso un’azione basata su meccanismi narrativi e ludici.

Per saperne di più e soddisfare ogni nostra curiosità non resta che attendere il lancio ufficiale dell’iniziativa.

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Casarano e il solito “circo” Ferrari

Incontro saltato ma la gente ha il diritto di sapere, conoscere le motivazioni e capire. Lo vuole adesso, che alle Regionali manca un anno e, forse, qualcosa si può ancora fare

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di Antonio Memmi

Dici Ferrari e subito pensi alla Formula 1, a Maranello ed alle auto sportive per milionari… ma se la parola Ferrari la dici a Casarano, il primo sentimento che appare è un impeto di rabbia che sale dal profondo per quello che, negli anni, ad opera di politici a dir poco stolti (se non addirittura in malafede) è stato fatto ad uno degli ospedali più efficienti e che del Senatore Ferrari porta, appunto, il nome.

Ne abbiamo parlato tanto su questo giornale ed in tanti ne parlano da anni ma, sino ad ora, l’esito è stato un lento, inesorabile e costante processo di ridimensionamento del nosocomio che conduce lì dove quegli stessi boiardi di Stato (che vanno dai politici a chi dagli stessi politici viene nominato per imposizione sacra delle mani) hanno deciso che si debba andare: cioè chiudere Casarano, potenziare Gallipoli e costruire (spendendo milioni di euro) un nuovo colosso ospedaliero dalle parti di Maglie; basta riepilogarlo cosi sinteticamente per capirne al volo l’assurdità (senza voler a tutti i costi pensar male).

Dove collocare un ospedale pubblico, che abbia ovviamente lo scopo di servire il maggior numero di persone possibile, è una questione più che altro geografica e per capirlo basterebbe prendere una mappa della provincia di Lecce ed un compasso, anche semplice, da scuola elementare; basterebbe aprirlo a piacere e posizionarlo su Casarano disegnando un bel cerchio e vedendo quanti comuni, con i relativi abitanti, entrerebbero in quel cerchio; poi, senza cambiare l’apertura di quel compasso, si potrebbe puntare su Gallipoli, facendo la stessa operazione ed il relativo conteggio, al netto, però, dei cefali e delle spigole che entrerebbero nel computo nel semicerchio tracciato verso ovest.

I maligni dicono che la scelta della Regione di fregarsene del compasso e di preferire invece proprio Gallipoli, sia dovuta all’amicizia che da tempo unisce il sindaco (e presidente della Provincia Stefano Minerva) a Re Emiliano I di tutte le Puglie ma si sa che i maligni non ne capiscono di geometria per cui è giusto che l’ospedale di primo livello sia nella “città bella” piuttosto che a Casarano.

Questo il quadro sintetico di questo piano che viene ormai perpetrato da anni; tutto il resto sino ad ora sono state solo chiacchiere, dibattiti, tavoli tecnici ed un mucchio di scartoffie da far impallidire il catasto.

Ovviamente il tutto accompagnato dalle immancabili promesse all’albeggiare di ogni nuova campagna elettorale.

L’INCONTRO SALTATO

Ma la gente almeno vuole sperare sino all’ultimo e lo abbiamo visto con la Tenda dei Diritti che il buon Marco Mastroleo (consigliere di Minoranza di Casarano) ha ideato e stoicamente tenuto in vita finché ha fisicamente potuto; un’iniziativa certo simbolica ma che tante coscienze ha smosso.

La gente vuole sapere, ha il diritto di sapere, conoscere le motivazioni concrete, non fatte di paroloni ma semplici da capire e lo vuole adesso che alle elezioni regionali manca un anno e quindi (volendolo) qualcosa si potrebbe ancora fare.

Per questo desiderio di sapere, era stato organizzato, per giovedì della scorsa settimana, un incontro davvero unico soprattutto perché seduti a rispondere alle domande, ci sarebbero dovuti essere davvero tutti gli attori di questo thriller: politici (di destra e di sinistra, regionali e territoriali) ed anche i manager dell’ASL (quelli di nomina regale di Sua Maestà); l’incontro era stato organizzato per tempo e davvero bene, con ingresso solo su invito per non buttare tutto in caciara e per non farlo diventare una caccia alla streghe; sarebbe stato trasmesso in diretta affinché la gente avesse potuto comprendere le posizioni e le esigenze di tutti, facendo le domande giuste alle persone giuste.

Gli organizzatori hanno fatto di tutto per trovare una data ed un orario idoneo per tutti (anche se “stranamente” i problemi e gli impegni di lavoro pareva li avessero solo i manager dell’ASL o i politici regionali di maggioranza).

Quando, poi, finalmente la data era stata fissata… improvvisi impegni inderogabili (indovinate di chi?) ne hanno fatto saltare la possibilità di realizzazione.

Peccato, sarebbe stata un’occasione per spiegare la razionalità di un piano che nessuno ha ancora capito.

Perché una razionalità dietro questo piano sicuramente c’è!

Non sappiamo quanto, però, sia per loro conveniente spiegarla ai cittadini.

TRA UN ANNO LE ELEZIONI…

Ancora è presto ma tra un po’ ricomincerà la funzione cerimoniale della campagna elettorale per le regionali; Sua Maestà individuerà il suo Delfino e nuovi dibattiti, nuovi tavoli tecnici, speranze ed altrettante promesse investiranno il Ferrari (o quel che  ne resterà).

Alla fine il Partito annuncerebbe pure che 2 più 2 fa 5 e bisognerebbe crederci” (G. Orwell – “1984”).

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