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Attualità

Corigliano: le confessioni della sindaca Dina Manti

Abbiamo ospitato in redazione la sindaca di Corigliano d’Otranto, Dina Manti, alla quale abbiamo chiesto un bilancio dei tre anni del suo secondo mandato. Ad iniziare dall’attualità e dai finanziamenti raggiunti con il PNRR.

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di Giuseppe Cerfeda


Abbiamo ospitato in redazione la sindaca di Corigliano d’Otranto, Dina Manti, alla quale abbiamo chiesto un bilancio dei tre anni del suo secondo mandato. Ad iniziare dall’attualità e dai finanziamenti raggiunti con il PNRR.


«Grazie alla solerzia degli Uffici ed alla professionalità di chi ci lavora siamo riusciti ad accedere a quei finanziamenti che abbiamo ritenuto consoni alle nostre necessità.


Abbiamo potuto contare anche sul personale (due unità, un’ingegnera e un’architetta) dedicato proprio a rendicontazione e progettazione, di cui ci siamo potuti dotare mediante l’Agenzia di Coesione.


Siamo riusciti ad intercettare tutti i finanziamenti per la PA digitale, quasi 400mila euro, che stiamo già utilizzando per la realizzazione di servizi al cittadino, il passaggio in cloud di tutto l’archivio comunale, le notifiche, ecc..


Nei prossimi giorni inizieranno i lavori per la mensa, un refettorio per l’Istituto comprensivo.


Già espletata la gara: il finanziamento ammonta a quasi 400mila euro.


Ottenuto anche un finanziamento di 302mila euro per l’accessibilità del Castello e della attività che ospita: puntiamo a migliorare la fruizione per tutti e aprire al linguaggio dei segni (Lys) per sordomuti e a soluzioni sonore per gli ipovedenti. Altri 35mila euro ci sono stati assegnati per la realizzazione di aree da attrezzare per lo stretching, dedicate a tutte quelle persone che, per tenersi in forma, vanno a correre o a passeggiare tra i sentieri di campagna».



Parlava di corsa ragionata ai finanziamenti…


«Voglio sottolineare che l’amministrazione non ha fatto una corsa ai finanziamenti del PNRR, cercando di accaparrarsi il possibile senza una strategia e togliendo magari soldi pubblici a chi ne ha più bisogno.


Abbiamo puntato su quello che poteva servirci ad integrazione dei discorsi già aperti con Stato e Regione.

Ad esempio: il Ministero dell’Ambiente ci ha finanziato 700mila euro per l’efficientamento energetico di scuola materna, Istituto comprensivo e della sede comunale».


Qualche polemica sull’affidamento dei lavori a ditte non del posto…


«L’avviso prevedeva che fossero ditte non solo iscritte al MePA ma anche abilitate e, a Corigliano, non ve ne erano».


Un altro milione in arrivo dal Bando dei Borghi del Ministero dei Beni Culturali.


«Nel Salento ci siamo riusciti solo noi, Gagliano del Capo, Corsano e Tiggiano (quest’ultimo tra i piccoli comuni, NdA).


I fondi saranno impegnati per ulteriori ristrutturazioni del Castello e la fruibilità dei suoi spazi, per la realizzazione del progetto il “Borgo Volante”, una serie di attività da svolgere sia nel Castello che per animare il borgo».



Lei è anche presidente dell’Aro 5 e, anche in questo caso, avete avuto accesso a finanziamenti, sempre con il Pnrr.

«Finanziati, per circa 300 mila euro l’uno, sia il completamento dell’ecocentro di Martano che di quello di Zollino.


Ottenuto anche un finanziamento di 960mila euro per la tariffazione puntuale a Corigliano, Galatina, Castrignano de’ Greci, Cursi.


Acquisteremo il necessario per adottare un sistema per la gestione dei rifiuti che consentirà di introdurre una tariffa calcolata (in parte) in base alla reale produzione di rifiuto conferito dall’utente.


In questo modo sarà una tassa più giusta e tuteleremo le persone anziane che vivono sole e producono meno rifiuti».



L’ASILO NIDO


Uno dei suoi “fiori all’occhiello” resta l’Asilo Nido.


«In questi anni abbiamo investito molto sulle infrastrutture, sia per la scuola che per l’asilo nido. In particolare abbiamo ottenuto dalla Regione un finanziamento di 900mila euro per migliorare impiantistica ed l’arredo.


Oggi con l’adeguamento antincendio può ospitare fino a 50 bambini. Abbiamo puntato sull’Asilo Nido perché siamo molto vicini alle famiglie, alle donne che lavorano. Per venire incontro alle esigenze delle mamme, abbiamo esternalizzato il lavoro, offrendo un servizio professionale ed esteso a tutta la giornata, dal mattino fino alla sera».


Detto della dotazione di due unità per IL PNRR, qual è la situazione all’interno degli altri uffici? Molti comuni lamentano di essere sottodimensionati. E voi?


«Fortunatamente abbiamo la possibilità di investire sul personale. Con la famosa “quota 100” abbiamo salutato delle figure storiche che lavoravano in Comune.


Siamo stati, però, previdenti, assumendo attraverso la mobilità o mediante graduatorie di altri Comuni. E lo abbiamo fatto sempre per tempo prima che il vecchio titolare lasciasse per limiti di età, in modo che i nuovi arrivati avessero il tempo di capire in cosa consiste il loro lavoro.

Stiamo anche rafforzando il corpo della Polizia Municipale per il quale abbiamo da poco assunto un agente; un altro lo assumeremo entro la prossima estate».

MAI SOLI


Ci sono delle emergenze alle quali dovete mettere mano con una certa urgenza?                                                  

«Dal punto di vista sociale, alcune famiglie sono in difficoltà… Devo dire, però, che per i coriglianesi è quasi spontanea una sorta di mutua assistenza. Nel periodo del covid, ad esempio, siamo sempre stati disponibili ad ascoltare al telefono, affrontare e se possibile risolvere ogni tipo di problema.


Una nostra dipendente portava i medicinali o faceva la spesa per quelle persone anziane che hanno i figli lontani. Usufruiamo anche dell’operato di un’associazione di volontariato (“Mai Soli”) che si occupa del trasporto delle persone che devono effettuare delle visite mediche fuori paese e non hanno nessuno che li possa accompagnare. Pagano un minimo rimborso per la benzina e godono del servizio senza altre spese o preoccupazioni.


La stessa associazione, con il coordinamento e la supervisione del Comune, d’estate si occupa di accompagnare bambini ed anziani al mare o alle Terme per i soggiorni climatici».


DINAMISMO CULTURALE ED ECONOMICO          


Nei prossimi due anni di mandato cosa dovremo aspettarci?


«Continueremo a contare sulle risorse umane. Abbiamo investito molto sul Castello, puntando sul partenariato pubblico – privato per la gestione.  È stata una sfida alla lunga vinta, almeno a giudicare dai risultati.


Anche Luigi De Luca, nella presentazione del suo libro “La Cultura Non Basta”, ha preso esempio da noi e raccontato la nostra come una esperienza virtuosa. Investiremo ancora sulla sostenibilità ambientale: con la Grecìa Salentina abbiamo redatto il PAES (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile) e ci siamo posti degli obiettivi, entro il 2030, per quanto riguarda l’emissione di Co2, così come chiesto dalla comunità europea.


Per questo abbiamo optato per la chiusura del traffico in centro, scegliendo insieme alla collettività, periodi ed orari. L’obiettivo resta quello si tutelare i basolati e rendere i nostri centri storici luoghi più appetibili per noi e per il turista. D’estate, quando non transitano auto, il centro di Corigliano diventa una grande piazza affollata di persone a beneficio di bar, ristoranti, pasticcerie e di tutti quei negozietti di abbigliamento, accessori, oggettistica, profumerie, artigianato… è recente anche la scelta di commercianti che provengono da altri paesi di aprire qui le loro attività commerciali, come l’orafo, il gioielliere, il laboratorio per la realizzazione di cappelli di un giovane che lavora per Cinecittà, la cake designer che ha recuperato un bellissimo immobile del centro storico. Giovani del luogo che hanno investito su sé stessi e su Corigliano».


In tanti vi chiedono anche di poter acquistare immobili in paese.


«Sono tante le richieste. Comprano e ristrutturano per viverci o metterci su delle case vacanza. Hanno già acquistato due palazzi in una via principale e non è raro incontrare inglesi, americani o anche turchi che si aggirano per il paese, se ne innamorano e decidono a loro volta di investire da noi».


E la Zona Artigianale?


«Negli anni erano stati assegnati dei lotti ma alcuni non hanno mai realizzato l’opificio. La norma prevede di dare uno sviluppo anche all’edilizia, oltre che all’economia: così, mediante un lungo procedimento giudiziario, abbiamo revocato quelle assegnazioni ed ora abbiamo dei lotti liberi a disposizione».


C’è richiesta?


«Ci sono pervenute delle nuove manifestazioni di interesse, oltre a quelle di chi già opera nella Zona Artigianale ed ha bisogno di ampliarsi. C’è anche una questione urbanistica, come previsto dal PUG (la cui progettazione è nata quando Dina Manti era ancora assessore e che ha completato da sindaco nel marzo 2020) che impone anche una delocalizzazione dal centro urbano per decongestionare il traffico. Dai nuovi insediamenti e ampliamenti, mi auguro, avremo nuovo slancio».


LA DISCARICA


Ogni qualvolta si verifica un’emergenza torna in ballo la discarica di Corigliano.


«La Regione sta sperimentando un trattamento dei rifiuti con l’utilizzo della calce che, a loro dire, renderebbe inoffensivo l’inerte. Un professore del Politecnico di Bari ha effettuato un esperimento prima in laboratorio e poi sul campo, alla discarica Burgesi ad Ugento. La domanda che poniamo è: quella calce dove andrebbe a finire?


Per tutelarci ci siamo affidati al migliore consulente possibile (Mauro Osanna, consulente della Procura di Lecce). Al momento non ci è stato ancora fornito l’esito delle sperimentazioni. Attendiamo, nella convinzione che nessuno voglia correre il rischio di un disastro ambientale vista la presenza della falda acquifera. Peraltro, non tutti i comuni hanno raggiunto buone percentuali di raccolta differenziata (a Corigliano siamo intorno al 76% con il compostaggio domestico) e questo è un altro fattore da considerare».


Qual è la vostra posizione in merito?

«La discarica non la vogliamo: abbiamo già dato! Non saremo certo noi a chiedere di riaprirla. Si assumerà tutta la responsabilità chi, eventualmente, prenderà siffatta decisione. Consapevoli che sono state investite delle risorse pubbliche e qualcosa andrà fatto, abbiamo proposto un riutilizzo per un tipo di rifiuto che non nuoccia alla falda.

Anche Acquedotto Pugliese continua a ritenere Corigliano strategica per l’approvvigionamento idrico  di tutta la Puglia… Sarebbe un grave rischio per tutti!».


PRIMAVERA CULTURALE


Dall’esterno abbiamo l’impressione che Corigliano stia vivendo una sorta di Primavera culturale.

«Impressione giusta. Grande merito va alle associazioni che operano sul territorio e con le quali lavoriamo in rete. Oltre, ovviamente, a tutta l’attività che ruota intorno al Castello, gestito da professionisti della cultura. Questo è il punto: la gestione culturale va affidata a persone competenti e del mestiere.


Nel nostro caso hanno elevato la qualità della proposta e dell’offerta, attirando a Corigliano turisti e appassionati con i festival del cinema, della musica, della comunicazione, dei libri. E anche le attività commerciali, di conseguenza, hanno elevato il target della loro offerta, adeguando anche la location che li ospita, dando lustro all’intero paese».


LA BIBLIOTECA


«Abbiamo messo a disposizione sulla piattaforma di Luoghi Comuni l’immobile della Biblioteca all’interno del Castello. Luoghi Comuni finanzia gli under 35 che vogliono partire con progetti di valorizzazione di beni pubblici sottoutilizzati. Ha risposto un’associazione di promozione sociale, Magma, che ci sta dando grandi soddisfazioni.


La Biblioteca offre servizi a tutti: dai laboratori per bambini, ai gruppi di lettura, a tante altre iniziative, tra cui la rassegna letteraria “Sfogliamenti. Letture di mezza stagione”, organizzata da Comune, Magma e Pro Loco, nata per dare spazio alle voci di scrittori e poeti pugliesi in luoghi “insoliti”, generalmente esclusi dai circuiti culturali e letterari».


LA POLITICA


Corigliano è storicamente di centrosinistra. Che negli ultimi anni però ha accusato delle spaccature.


«Premesso che il nostro gruppo è civico ed eterogeneo, posso rispondere per il Pd, all’interno del quale non vi è alcuna spaccatura. La segretaria cittadina , peraltro, è anche la nostra presidente del Consiglio».


Tra due anni, alla fine del secondo mandato, dovrà cedere la mano. Avete già individuato la persona giusta per il post?


«Stiamo cercando di capire se puntare su qualcuno già all’interno del gruppo di maggioranza o se guardare fuori, alla cosiddetta società civile. C’è ancora tempo: le elezioni si dovrebbero svolgere non prima della primavera del 2026».


Appuntamenti

#TAURISANOSVAPO, nuova apertura dopo Maglie e Tricase

“Abbiamo sempre lavorato per fornire il miglior servizio possibile, anche esponendoci di persona per cercare di diventare trend setter in questo settore”…

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Nuova apertura a Taurisano per Svapo già presente a Tricase e Maglie.

«Già presenti sul territorio leccese con due negozi», spiega Dario Surano, «abbiamo deciso di arricchire il sud Salento con un terzo punto vendita. Lo scopo cardine è di espandere la nostra rete di negozi per avvicinare sempre più persone alla nostra visione».

Infatti, prosegue, «operando nel settore svapo dal 2015, abbiamo affinato esperienza e coltivato la clientela con un rapporto che va oltre il mero aspetto lavorativo. Vogliamo mettere a disposizione, tutta l’esperienza maturata in questo tempo per creare luoghi dove passione e professionalità incontrano il meglio che il mercato della sigaretta elettronica possa offrire. Al centro dell’attenzione mettiamo sempre le esigenze e le richieste di tutti coloro che negli anni si sono approcciati o che si vogliono avvicinare alla sigaretta elettronica».

Come si è arrivati alla nuova apertura?

«Insieme a tutti i nostri collaboratori», premette Surano, «abbiamo sempre lavorato per fornire il miglior servizio possibile, anche esponendoci di persona per cercare di diventare trend setter in questo settore che amiamo e in cui mettiamo tutti noi stessi. Con l’apertura di #TAURISANOSVAPO ci rimettiamo in gioco ma siamo sicuri che riusciremo a vincere anche questa una sfida con l’aiuto e anche l’apprezzamento di tutti i consumatori che si affidano a noi con fiducia».

«Vogliamo che ogni cliente di senta parte del nostro progetto», insiste, «offrire il meglio nel mondo dello svapo, con prodotti di qualità e un servizio che faccia sentire ogni persona importante grazie alla professionalità dei nostri collaboratori.

Tutti insieme ci divertiamo, certamente, ma non dobbiamo mai dimenticare che lo svapo è prima di tutto salute, ovvero uno strumento per abbandonare il vizio del fumo. Se riusciremo a trasmettere questo messaggio in allegria e con il sorriso sulle labbra, secondo me, avremo ancora più successo».

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Attualità

Maria Antonietta I di Puglia

È in primo luogo necessario elaborare una strategia di massima che riguarda, per così dire, una più profonda capacità di comprendere, anticipare e soddisfare le attese e le potenzialità del territorio e un aumento del numero dei corsi di laurea e dei dipartimenti, ossia di quelle che una volta (sino al 2010) si chiamavano facoltà….

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Unisalento, ecco la prima rettrice

Maria Antonietta Aiello: «Per me motivo di orgoglio diventare la prima rettrice: non ho dubbi che altre ce ne saranno, perché non c’è alternativa a un futuro di reali pari opportunità»

La professoressa sarà rettrice per il sessennio 2025-2031.

Al primo turno il voto pesato per ciascuno dei tre candidati ammessi alla procedura elettorale era stato: Maria Antonietta Aiello, 338,269; Luigi Melica, 278,944; Salvatore Rizzello, 138,239.

Dopo il ritiro degli altri due candidati, ovvero il direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche Luigi Melica e il direttore della Scuola superiore ISUFI Salvatore Rizzello, i voti della comunità accademica si sono indirizzati in blocco, infatti, sull’attuale prorettrice vicaria e ordinaria di Tecnica delle Costruzioni al Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione. Di Marzi (Cosenza), sarà dal prossimo 1° novembre, a prendere il testimone dal rettore Fabio Pollice.

La vera sfida del futuro

di Hervé Cavallera

di Hervé Cavallera

Il 2025 è un anno importante per l’Università del Salento. Da non molto sono trascorsi i festeggiamenti per il suo 70° anno di vita ed è stato appena eletto, nella persona della prof.ssa Maria Antonietta Aiello, il suo 11° rettore, anzi la prima Rettrice di Unisalento.

Il primo rettore, e inoltre fondatore dell’Università, fu Giuseppe-Codacci-Pisanelli (nel 1955 rettore del Consorzio Universitario Salentino, dal 1956 al 1976 rettore dell’Università di Lecce), quindi Saverio Mongelli (1976-1979), Mario Marti (1979-1981), Alberto Sobrero (1981-1983), Donato Valli (1983-1992), Angelo Rizzo (1992-2001), Oronzo Limone (2001-2007) che mutò (2007) il nome da Università di Lecce in Università del Salento, Domenico Laforgia (2007-2013), Vincenzo Zara (2013-2019), Fabio Pollice (2019-2025).

In 70 anni, ovviamente, non solo è cresciuta l’offerta formativa dell’Università salentina (sorta con la Facoltà di Magistero a cui seguì quella di Lettere e Filosofia), ma è cambiato l’intero panorama nazionale.

L’Università di Lecce fu la terza ad esistere, dopo Napoli e Bari, nell’Italia meridionale continentale.

Oggi numerose sono le università statali nelle diverse regioni del Sud, a cui devono aggiungersi quelle non statali legalmente riconosciute e quelle telematiche. Il che, si capisce, comporta una serie di problemi di natura economica, che crescono ulteriormente pensando al numero consistente di studenti del Sud che preferiscono recarsi in università del Centro-Nord e, non ultimo, alla denatalità che riduce il numero dei giovani.

Mantenere al meglio l’esistente è ciò che diventa immediatamente evidente per chi assurge alla carica rettorale.

Ma “mantenere”, in una realtà sempre più complessa, concorrenziale e globalizzata, non è invero sufficiente. Nel mondo della flessibilità, non si mantiene: si sviluppa. Occorre crescere ulteriormente e divenire sempre più concorrenziali.

Sotto tale profilo il compito che attende la Rettrice, non è affatto facile.

È in primo luogo necessario elaborare una strategia di massima che riguarda, per così dire, una più profonda capacità di comprendere, anticipare e soddisfare le attese e le potenzialità del territorio e un aumento del numero dei corsi di laurea e dei dipartimenti, ossia di quelle che una volta (sino al 2010) si chiamavano facoltà.

Al tempo stesso è opportuno migliorare la qualità dell’assistenza studentesca, dei servizi che si offrono.

Basti pensare agli alloggi, ai collegamenti, alla viabilità, alle mense universitarie.

Si tratta di una serie di obiettivi che – una volta raggiunti – farebbero risaltare l’immagine di una università dinamica, accorta ai bisogni del presente e del territorio, volta all’innovazione.

E’ opportuno che per raggiungere tutto questo la Rettrice sia coadiuvata da uno staff efficiente e coeso.

Certo, quello che si è indicato pare necessario e tuttavia non facile da conseguire in quanto comporta in primo luogo una serie di interazioni con il mondo politico ed economico abbastanza complesse. Soprattutto non sono trascurabili, ad avviso di chi scrive, i dati già rilevati connessi alla denatalità e alla volontà giovanile di spostarsi altrove, anche fuori d’Italia, in vista di una più proficua occupazione dopo aver conseguito la laurea.

Alla luce di quanto sopra il problema diventa allora quello di rendere appetibile – mi si passi il termine – Unisalento.

Affinché questo sia, bisogna tornare ad essere quello che l’università ha voluto essere nel suo significato pieno, come del resto è attestato dalla storia.

Certo, è il luogo ove studiare le discipline che consentono di acquisire le conoscenze e le competenze di base della propria professione per il bene personale e del prossimo, ma in primo luogo è un centro di ricerca di alta cultura.

Solo puntando alla realizzazione di uno stimolante centro di ricerca è possibile dare veramente vita ad una università.

Si tratta, insomma, di mettere totalmente da parte sia l’idea di un mero titolificio sia quella di un’azienda che offre pure velleitarie illusioni.

Un centro di ricerca, con docenti scientificamente qualificati, sarebbe certamente in grado di diventare punto di riferimento dell’utenza studentesca e quindi motore di crescita territoriale proprio perché in sé garante della serietà e della qualità degli studi.

In un momento storico in cui prevale l’innovazione è evidente che solo un serio approfondimento nei diversi campi dello scibile umano può diventare forza attrattiva e positivamente propulsiva.

Come scrive Dante nel Canto VI del Paradiso, grande merito dell’imperatore Giustiniano fu quello di aver tolto dalle leggi, nel suo Corpus iuris, «il troppo e ‘l vano».

Ecco: il compito della Rettrice Maria Antonietta Aiello (e ciò in realtà vale per ogni università) è di snellire le lungaggini burocratiche e di puntare sull’essenziale, ossia sull’apporto di docenti veramente all’altezza del presente, che siano in grado di contribuire, ognuno per il proprio settore scientifico-disciplinare, allo sviluppo della ricerca nazionale e internazionale. Infatti, solamente rendendo ancor di più l’Università del Salento un polo di eccellenza scientifica non soltanto i giovani sarebbero indotti ad iscriversi, ma essa diventerebbe un notevole centro di promozione dell’intero territorio.

Tutto questo, si comprende bene, non si realizza in un batter d’ali e richiede lungimiranza e capacità di costituire un corpo docente di rilievo. È ciò che si augura alla Rettrice neoeletta in un momento storico in cui l’Occidente sembra scivolare nei vaniloqui e nell’asservimento alla tecnologia.

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Attualità

Albaservice: Risanamento e tutela dell’occupazione le parole d’ordine

Il percorso di rilancio è stato reso possibile grazie all’impegno del Consiglio Provinciale e alla piena collaborazione dei dirigenti e funzionari dell’Ente….

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Dopo oltre un decennio segnato da difficoltà economiche, ammortizzatori sociali e incertezza occupazionale, Albaservice spa, società interamente partecipata dalla Provincia di Lecce, volta finalmente pagina.

Grazie a un lavoro sinergico e determinato, guidato dal presidente della Provincia Stefano Minerva e dall’amministratore unico Marco Miceli, è stato raggiunto un risultato straordinario: dal 2025 nessun lavoratore sarà lasciato indietro. Tutti i dipendenti torneranno all’orario pieno di 40 ore settimanali, senza più ricorso alla cassa integrazione o altri strumenti di sostegno al reddito.

Un traguardo impensabile fino a pochi mesi fa, ottenuto attraverso un’azione politica e amministrativa forte, che ha visto la rimodulazione delle convenzioni quadro tra Provincia e partecipata, relative alla gestione degli edifici scolastici e alla manutenzione della rete viaria, e l’affidamento di nuovi servizi strategici per garantire la sostenibilità dell’azienda.

Il percorso di rilancio è stato reso possibile grazie all’impegno del Consiglio Provinciale e alla piena collaborazione dei dirigenti e funzionari dell’EnteIn soli sei mesi, la nuova amministrazione ha saputo imprimere una svolta concreta, restituendo ad Albaservice un’identità operativa, una prospettiva industriale e una dignità occupazionale.

Non parliamo solo di un risultato economico, ma di un atto di responsabilità istituzionale e di giustizia sociale. Albaservice torna a essere una risorsa per il territorio, per le scuole, per le strade, per i cittadini, e questo è stato possibile anche grazie alla disponibilità dei lavoratori e al lavoro infaticabile dei sindacati, che ringrazio per il proficuo confronto e la piena convergenza per il raggiungimento di questo importante traguardo”, ha dichiarato il presidente Minerva.

Albaservice rappresenta oggi un modello di servizio pubblico efficiente e vicino alle comunità, con operatori che garantiscono quotidianamente la sicurezza e il decoro del patrimonio scolastico e stradale provinciale. Un ruolo che torna a essere valorizzato, anche grazie alla stabilità lavorativa finalmente restituita a tutte le maestranze.

Anche l’amministratore unico Marco Miceli ha espresso la propria soddisfazione: “Abbiamo lavorato con rigore, visione e rispetto per ogni lavoratore. Questo risultato è la dimostrazione che le partecipate pubbliche, se ben governate, possono essere centri di eccellenza e coesione sociale.”

Il futuro di Albaservice riparte dunque da basi solide: un piano industriale sostenibile, una squadra di lavoro motivata e un ente pubblico che ha saputo credere e investire nel cambiamento.

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