Attualità
Scuola, le novità: il forum con i dirigenti scolastici/5
Antonella Augenti, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo di Salve, Morciano e Patù: «La sfida di oggi è l’Intelligenza Artificiale con cui ci stiamo già cimentando per renderla un’opportunità e non un ulteriore rischio di riduzione del pensiero critico degli studenti»
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Abiamo coinvolto i dirigenti scolastici di alcuni Istituti comprensivi del territorio su cellulari vietati in classe (clicca qui per leggere l’approfondimento del prof. Hervé Cavallera), grembiule unisex, popolazione scolastica e PNNR alle scuole.
Dopo gli interventi dei dirigenti scolastici dell’I.c. di Taviano, Ivano De Luca, del comprensivo di Calimera (con sedi anche a Martignano e Caprarica di Lecce), Piera Ligori, e del Comprensivo Polo 3 di Galatina e Noha, Rosanna Lagna, e dell’I.c. “Principe di Piemonte” di Maglie, Roberta Longo, quello della dirigente del comprensivo di Salve-Morciano-Patù, Antonella Augenti.
Seguirà quello della dirigente del comprensivo di Taurisano.
In vista del nuovo anno scolastico, la novità annunciata da Valditara è lo stop al cellulare in classe anche per scopi didattici dalle classi delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione (scuola media compresa). Qual è la sua opinione in merito?
«Le ultime indicazioni ministeriali sull’uso degli smartphone a scuola hanno riacceso il dibattito. Devo dire che il regolamento del mio Comprensivo già da tempo ne vieta l’uso, tranne che per tutte quelle attività che sino ad oggi prevedevano la metodologia del BYOD che è espressamente prevista, attraverso una specifica azione, dal Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD). Gli orientamenti del Ministero sull’argomento rappresentano una risposta alle ricadute negative di un utilizzo inappropriato dei cellulari segnalate dal Report dell’Unesco e soprattutto alla consapevolezza della fragilità degli adulti che non riescono a contenere “l’ansia della noia” dei propri figli. Le scuole, nel tempo e, soprattutto ora con il PNRR, si sono dotate di tecnologie innovative che rendono gli apprendimenti interattivi e accattivanti, tanto da fare a meno degli smartphone. La sfida di oggi è l’Intelligenza Artificiale con cui ci stiamo già cimentando per renderla un’opportunità e non un ulteriore rischio di riduzione del pensiero critico degli studenti».
La consigliera provinciale di pari opportunità, dopo l’adozione del grembiule neutro da parte dell’istituto comprensivo di Salice Salentino-Guagnano, ha dichiarato che chiederà a tutte le altre scuole di fare lo stesso. Lei che ne pensa?
«Sul tema siamo assolutamente d’accordo! Mai avuto nella mia scuola grembiuli… “di genere”, l’identità è ben altra cosa. Penso che al di là delle scelte “di forma”, la questione riguardi una profonda riflessione sull’educazione alla parità di genere nei diritti e sul rispetto delle differenze di cui ognuno è testimone e che costituisce il mosaico dell’umanità. Il valore dell’altro, al di là di qualsiasi pregiudizio: questo è l’obiettivo prioritario da realizzare attraverso l’educazione all’affettività e alla relazione in collaborazione con le famiglie».
Popolazione scolastica: qual è il trend degli iscritti nella sua scuola? Nell’ultimo anno sono aumentati o diminuiti? E in che numero?
«La crisi della natalità si sente ormai in tutte le scuole e soprattutto in territori che non presentano un tessuto economico dinamico e produttivo tale da offrire particolari prospettive lavorative. La mia scuola insiste su un territorio a vocazione turistica e artigianale, dove molte famiglie hanno scelto di migrare. Anche se, ultimamente, l’attenzione a una qualità della vita migliore ha determinato una flebile inversione di tendenza. Dunque, la mia scuola risente sia della generale crisi delle nascite e sia delle scelte delle famiglie di vivere in territori che offrono opportunità migliori. Aumenta invece la presenza degli stranieri nelle classi che contribuisce a ripopolarle».
Il PNRR sta offrendo nuove opportunità ma anche una mole di lavoro esagerata che rende difficile alle scuole, come già accaduto per i comuni, la programmazione. A quanto ammontano i finanziamenti a cui il suo Istituto è riuscito ad accedere? E cosa, fino ad oggi, siete riusciti a fare con quei soldi?
«La mia scuola è destinataria di finanziamenti PNRR, come tutte le scuole italiane. Abbiamo avuto fondi per promuovere la transizione digitale attraverso la realizzazione di Ambienti innovativi, “Piano scuola 4.0 – Nex generation classroom”, e la formazione dei docenti con il Decreto Ministeriale 66 in attuazione della linea di investimento 2.1; la promozione delle discipline STEM e del multilinguismo con una misura dedicata con il DM 65. Gli ultimi fondi PNRR ricevuti, riguardano un intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nel I ciclo e alla lotta alla dispersione scolastica. Siamo quindi impegnati nell’ottimizzazione delle risorse per non perdere questa straordinaria occasione di rinnovare la scuola e la professione docente attraverso la promozione delle competenze digitali, pur consapevoli dello sforzo che ci viene richiesto viste le tempistiche previste e, soprattutto, la mole di lavoro necessaria».
Attualità
Ruoli e persone
Pubblico Ministero e Governatore della Banca d’Italia ma educazione e rispetto vanno considerati «alla stregua di elementi che vengono prima di tutto e, quindi, irrinunciabili»
di Rocco Boccadamo
Accanto ai “primi”, anche se importanti e importantissimi, a mio avviso, devono coesistere in permanenza anche i “secondi”.
Invece, nella società attuale, succede sovente che i ruoli finiscono col cancellare e annullare le rispettive persone; su tale solco, io credo, sbagliato, nel nostro Paese si pone l’esempio rappresentativo, s’intende in negativo, di una precisa figura di primissimo piano, facilmente identificabile anche da sordi, muti e ciechi.
Recatomi, tempo fa, a un convegno nel Castello Carlo V della mia città, ho notato, tra gli ospiti e relatori, due illustri personaggi: uno, con incarico di prestigio nel settore giudiziario, l’altro addirittura al vertice della Banca d’Italia.
Ambedue, arrivati nel salone del convegno da soli, come il più comune degli intervenuti.
Il primo, andato a sedersi in terza fila, per ripassare una serie di
appunti annotati su fogli dattiloscritti, il secondo, con borsello, in tela plastificata di colore scuro, appeso a una spalla e poi poggiato a terra accanto alla sedia.
Mi sono avvicinato all’illustre pubblico ministero, presentandomi e salutandolo.
Nel ricevere la sua mano, gli ho fatto presente di aver avuto occasione di incontrarlo, diciotto anni prima, in un’aula del Tribunale di Milano, dove ero stato, proprio da lui, chiamato a comparire come persona informata dei fatti (in collegamento alla mia precedente attività lavorativa), nell’ambito di un famoso e a lungo discusso procedimento giudiziario all’epoca in corso.
Al mio accenno della particolare situazione, il magistrato ha soggiunto: «Anche se è passato tanto tempo, mi pare di ricordare…».
Al che, m’è venuto spontaneo di fargli presente di essere rimasto, in quella lontana occasione, assai colpito per via del modo garbato e gentile con cui, da pubblico ministero, mi si era rivolto nel pormi domande e chiedere precisazioni.
Risposta dell’interlocutore: «Guardi che io, fin da quando ho iniziato a fare questo mestiere, ho sempre considerato l’educazione e il tratto compito alla stregua di elementi che vengono prima di tutto e, quindi, irrinunciabili».
Infine, mi ha congedato con un “beato lei che vive a Lecce e non a Milano”.
Quanto al Governatore della Banca d’Italia, sono rimasto ammirato per l’estrema sobrietà del suo arrivo nel castello (pochi lustri addietro, un suo omologo sarebbe verosimilmente apparso con una scorta di commessi in divisa e attorniato da uno stuolo di assistenti e collaboratori), per il semplice borsello sulle spalle e quel gesto di poggiarlo a terra abbinabile a un cittadino qualunque.
Infine, l’illustre personaggio, all’atto dei suoi dotti e puntuali interventi durante il dibattito, ha dimostrato di non saper tenere in mano il microfono, al punto che, dall’auditorio, sono sgorgati, ripetutamente, «per cortesia, il sonoro».
Non c’è che dire, per quest’ultima chicca d’innocente imperizia, bravo Governatore, si vede che sei un uomo di fatti e di concretezza e non un macinatore di orazioni e parole.
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Attualità
Matino Città che Legge
La qualifica di “Città che Legge” consente a Matino di partecipare al bando annuale che prevede il finanziamento di progetti innovativi e meritevoli, destinati a favorire la diffusione della lettura in tutte le sue forme, coinvolgendo istituzioni, associazioni e realtà culturali
Matino ha ricevuto la qualifica di “Città che Legge” per le annualità 2024, 2025 e 2026, riconoscimento ufficiale conferito dal Centro per il libro e la lettura, in collaborazione con il Ministero della Cultura e l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).
Questo prestigioso titolo, già ottenuto in passato a partire dal 2018, sottolinea l’impegno costante del comune nella promozione della lettura e della cultura del libro a livello locale, con l’obiettivo di sensibilizzare la comunità, le scuole e i cittadini verso l’importanza della lettura come strumento di crescita culturale e sociale.
La qualifica di “Città che Legge” consente a Matino di partecipare al bando annuale che prevede il finanziamento di progetti innovativi e meritevoli, destinati a favorire la diffusione della lettura in tutte le sue forme, coinvolgendo istituzioni, associazioni e realtà culturali.
Grazie a questo riconoscimento, infatti, Matino avrà accesso a risorse destinate a progetti che abbiano come obiettivo la promozione del libro, la creazione di eventi culturali e la realizzazione di attività educative per le nuove generazioni.
«Questo importante riconoscimento», dichiara il sindaco Giorgio Salvatore Toma, «è il risultato del lavoro sinergico tra gli attori che quotidianamente promuovono la cultura della lettura nel nostro territorio. Siamo orgogliosi di essere stati inclusi nel circuito delle “Città che Legge”, un’opportunità che ci permetterà di investire nella cultura, di valorizzare il nostro patrimonio e di stimolare nei cittadini, in particolare nei più giovani, l’amore per la lettura».
Con il sostegno del Centro per il libro e la lettura e dell’ANCI, Matino si prepara, quindi, ad affrontare le prossime edizioni del bando “Città che Legge”, con l’ambizione di realizzare progetti che arricchiscano ulteriormente la vita culturale della comunità, rafforzando l’accesso ai libri e favorendo l’inclusione sociale attraverso la cultura.
Attualità
“A casa senza essere visitato dopo oltre 4 ore in Pronto Soccorso”
La denuncia di un nostro lettore sulla sua esperienza nell’ospedale di Casarano
Riceviamo e pubblichiamo.
di Nicola Negro
Con la presente voglio segnalare una vicenda di malasanità, dal pronto soccorso dell’ospedale di Casarano “Francesco Ferrari”.
Ieri mattina, intorno alle ore 11.20 /11.30, mi sono presentato al suddetto pronto soccorso accusando un forte dolore alla spalla destra, per uno strappo muscolare molto forte, avuto domenica mattina.
Al momento di compilare la cartella d’ingresso mi è stato detto che era presente solo un dottore che poteva visitarmi, ma che dalla radiografia non si sarebbe visto niente.
Mi hanno chiesto se avrei voluto aspettare, visto che non si poteva procedere subito. Ho accettato.
Dopo tre ore ho chiesto se c’era da attendere ancora molto o se potevano farmi una ECO. Mi hanno risposto: “Vediamo”, ma niente ecografia.
Ho atteso ancora, dopo un’altra ora richiedo informazioni, dicendo che nn posso più aspettare. Risposta: “Riferisco al dottore”.
Aspetto ancora una mezz’ora, richiamo e chiedo se dovevo firmare qualche documento per andare via: mi hanno richiesto il nome e cognome, l’ho dato e mi hanno mandato via. Senza visitarmi.
Questo è il sistema sanitario che la sinistra ci ha imposto per poter risparmiare sulla sanità. Chiudendo ospedali, pronto soccorso, togliendo dottori, e facendo in modo che nn ci possiamo più curare.
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