Porto Cesareo
La Giornata dell’albero a Porto Cesareo
La manifestazione si svolgerà domenica 12 dicembre, dalle ore 9.00. La partenza è fissata presso la Torre di Torre Lapillo sede del Cea (centro di Educazione Ambientale) per poi spostarsi nel Bosco d’Arneo.
L’Amministrazione Comunale di Porto Cesareo guidata dal sindaco Vito Foscarini, nella qualità di Ente Gestore della Riserva Naturale Orientata Regionale ” Palude del Conte e Duna Costiera – Porto Cesareo ” , considerato che negli anni passati, il territorio boschivo della Riserva ha subito dei gravi danneggiamenti (incendi dolosi e disboscamenti abusivi), in collaborazione con l’AGESCI Gruppo Scout Porto Cesareo, Legambiente e l’Istituto Scolastico Locale, ha aderito alla “Giornata Nazionale dell’albero 2010″.
La manifestazione si svolgerà domenica 12 dicembre, dalle ore 9.00. La partenza è fissata presso la Torre di Torre Lapillo sede del Cea (centro di Educazione Ambientale) per poi spostarsi nel Bosco d’Arneo per la piantumazione di oltre 200 piante tipiche della macchia mediterranea
“Fin dai tempi dell’antica Grecia era diffusa l’usanza di celebrare feste in occasione della piantagione di alberi. La più grande festa in epoca romana era la “Festa Lucaria” che cadeva il 19 luglio, nel corso della quale, oltre ai riti propiziatori si festeggiavano gli alberi impiantati nei mesi precedenti –spiegano il Responsabile dell’Ufficio del Parco Tarcisio Basile ed Il Consigliere Delegato ai Parchi e alla Promozione Ambientale Eugenio Sambati .
“.In epoca moderna si è affermata negli Stati Uniti una celebrazione in onore degli alberi, come risposta ai gravi disastri naturali causati principalmente dai grandi disboscamenti che interessarono quei territori. Più recentemente, la legge n. 113 del 1992 ha previsto che ogni Comune curi la messa a dimora di un albero per ogni neonato registrato all’anagrafe. Questa Amministrazione –concludono- organizzando la festa nazionale dell’albero intende dare alla stessa un significato di risarcimento ai beni ambientali, patrimonio identitario della nostra comunità”.
Casarano
Auto e attività commerciali in fiamme, interrogazione al Ministero dell’Interno
Odore di criminalità organizzata. Il deputato salentino del MoVimento 5 Stelle Leonardo Donno chiede «un piano straordinario di assunzioni e di impegno di risorse per aumentare e garantire la sicurezza»

Da questo sito dopo gli ennesimi incendi dolosi avvenuti nella nostra provincia (a Torre San Giovanni e Casarano) abbiamo evidenziato il pericolo criminalità organizzata e come non si possa più ignorare il campanello d’allarme per i tanti, troppi, attentati incendiari ai danni di autovetture e anche di attività commerciali, registrati in ogni angolo del Salento.
A stretto giro di posta, quasi a confermare il nostro alert, arriva un’interrogazione al Ministero dell’Interno a firma del deputato salentino del MoVimento 5 Stelle Leonardo Donno.
Secondo l’onorevole Donno «è necessaria la massima attenzione ed è urgente un approfondimento sulle cause che hanno portato a un susseguirsi di eventi di cui è necessario individuare la matrice; fondamentale inoltre stabilire se si tratta di atti intimidatori messi in campo dalla criminalità organizzata al fine di intimorire i diretti interessati».
Su questi casi, che rivelano un aumento della criminalità, avverte il deputato dei 5 Stelle, «non si può voltare la faccia dall’altra parte, è necessario che lo Stato intervenga aumentando la sicurezza, e incrementi le risorse e la presenza delle forze dell’ordine oltre che agire sul fronte della prevenzione».
In riferimento al recente decreto Sicurezza, Donno dice che «il governo ha dimostrato un’assenza di volontà nel mettere in atto misure per contrastare in maniera adeguata la criminalità».
«Per questi motivi», il deputato di Galatina, ha presentato un’interrogazione al ministero dell’Interno per chiedere «quali azioni intenda intraprendere per accertare le origini, le motivazioni e gli obiettivi dei fatti, e quali misure intende mettere in campo affinché tali episodi non si verifichino ancora».
Ha chiesto inoltre se non si intenda mettere in atto «un piano straordinario di assunzioni e di impegno di risorse per aumentare e garantire la sicurezza nelle zone interessate».
Quel che è certo è che non si può più minimizzare né girarsi dall’altra parte.
Siamo al punto di non ritorno.
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Cronaca
Condannato per omicidio e latitante: era in un B&B, in riva al mare
Arrestato a Torre Lapillo Carmine Mazzotta l’uomo che nel 1999, a capo di un commando di 4 persone, fu l’esecutore materiale dell’assassinio del 21enne Gabriele Manca

Si nascondeva nella camera di un B&B a Torre Lapillo, Carmine Mazzotta, latitante dall’8 marzo di quest’anno dopo la sua condanna a trent’anni di carcere per omicidio, confermata il giorno prima dalla Cassazione.
A stanarlo sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando Provinciale, che dopo la sua fuga non hanno mai abbandonato l’idea di trovarlo ancora in zona.
Si è chiusa così la latitanza del pregiudicato 51enne, sparito dalla circolazione dal 7 marzo di quest’anno, poche ore dopo la sentenza definitiva della Cassazione che aveva confermato la condanna a 30 anni di carcere, inflittagli dalla Corte d’Assise d’Appello di Taranto il 30 maggio scorso poiché riconosciuto colpevole di omicidio in concorso, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi.
L’omicidio in questione fu commesso il 17 marzo 1999 quando fu assassinato il 21enne Gabriele Manca, coinvolto in contrasti legati allo spaccio di droga e poi ucciso in una zona di campagna compresa tra Lizzanello e la frazione di Merine, a pochi chilometri da Lecce.
Il cadavere del giovane venne ritrovato il 5 aprile successivo, giorno di Pasquetta.
Manca, secondo il quadro ricostruito dai Carabinieri del ROS diciotto anni dopo il delitto, fu ucciso a colpi di pistola sparatigli alle spalle con una Tokarev semi-automatica calibro 7,62, mentre tentava la fuga da un commando di quattro persone che aveva organizzato una vera e propria esecuzione.
Nel commando anche Carmine Mazzotta, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio, ossia colui che ha premuto il grilletto, tirato in ballo anche da due collaboratori di giustizia.
Dopo la condanna in primo grado a trent’anni con il rito abbreviato e conferma della pena in appello, i giudici della Cassazione avevano annullato con rinvio la condanna per Mazzotta, ragion per cui era stato instaurato un nuovo processo d’appello a Taranto.
In seguito alla decisione definitiva della condanna a trent’anni arrivata il 7 marzo 2025, l’uomo si era reso uccel di bosco ma, alla fine, è stato rintracciato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, all’esito di un’articolata indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
Dopo prolungati appostamenti, servizi di osservazione e ricognizioni, i militari dell’Arma hanno individuato il presunto nascondiglio del latitante presso un B&B di Torre Lapillo, poco distante dalla spiaggia.
Sono rimasti appostati giorno e notte per essere sicuri che fra gli ospiti della struttura ci fosse proprio il 51enne da catturare.
Prima di entrare in azione, due carabinieri hanno prenotato una stanza spacciandosi per una coppia di turisti arrivati in Salento per il “ponte” festivo.
Una volta individuata la camera occupata dal latitante, hanno avvisato le altre pattuglie che hanno circondato la struttura ricettiva e fatto irruzione, cogliendolo di sorpresa.
Il 51enne, che naturalmente aveva trovato rifugio nel b&b senza fornire veri nome e cognome, al momento dell’arresto era da solo e non ha opposto resistenza, mostrandosi sorpreso per l’arrivo degli investigatori.
Ha raccontato che, per non farsi scoprire, aveva evitato qualsiasi rapporto con l’esterno, approfittando della vicinanza al mare per fare qualche passeggiata e concedendosi solo qualche sporadico spostamento nei dintorni per fare la spesa.
L’uomo aveva con sé vari telefoni e diverse utenze telefoniche, oltre a capi di abbigliamento estivi e invernali.
Non è escluso, pertanto, non stesse pensando di spostarsi altrove per prolungare la sua latitanza.
Il 51enne è stato quindi portato in carcere a Lecce, dove dovrà scontare la pena definitiva.
Nel frattempo, con gli elementi acquisti durante le ricerche, sono in corso ulteriori indagini da parte dei carabinieri, mirate a ricostruire il periodo di latitanza e a scoprire le persone che lo hanno protetto e aiutato dal giorno della sua fuga.
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Campi Salentina
Guida in stato di ebbrezza, evasione e droga: denunce e segnalazioni
Controlli a tappeto nell’era settentrionale del Salento. Identificate oltre cento persone

L’area del nord Salento è stata posta sotto la lente d’ingrandimento dei carabinieri del Comando Provinciale di Lecce.
I militari della Compagnia di Campi Salentina, hanno effettuato controlli a tappeto sulle principali arterie stradali che interessano gran parte dei paesi vicini.
Servizi finalizzati al contrasto dei reati in genere con particolare riferimento alla normativa relativa agli stupefacenti.
Nell’ambito di tale attività, sono stati effettuate numerosi controlli, tra cui posti di blocco nei punti più strategici dal punto di vista della circolazione stradale e nelle aree di maggiore aggregazione.
Il servizio ha permesso di conseguire importanti risultati con l’identificazione di un centinaio di persone, 20 delle quali sottoposte a misure restrittive e di una cinquantina di veicoli.
Sono state elevate oltre 10 contravvenzioni per accertate violazioni al Codice della Strada e ritirate 4 patenti.
Particolare attenzione per quelle persone sottoposte a misure preventive o restrittive della libertà personale.
Segnalato alla competente autorità giudiziaria, un 50enne che, sebbene sottoposto alla misura preventiva della Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno, ha trovato il modo di aggredire per futili motivi un uomo al quale ha provocato lesioni personali.
Un 47enne che si trovava in regime di detenzione domiciliare, invece, nel corso di specifico controllo, in violazione degli obblighi imposti, non era presso la propria abitazione.
Un operaio, sottoposto all’affidamento in prova, è stato segnalato poiché ritenuto responsabile di ricettazione dopo che lo stesso è stato trovato in possesso di un furgone che, a seguito di accertamenti, è risultato rubato qualche giorno prima a Porto Cesareo.
Un pensionato a cui è stata ritirata la patente di guida, è stato segnalato perché si è rifiutato di sottoporsi ai previsti accertamenti volti a verificare il tasso alcolemico.
Un 23enne è stato sorpreso alla guida di un utilitaria con tasso alcolemico oltre il limite consentito tanto che, oltre al ritiro della patente, gli è costata anche la segnalazione.
A farne le spese anche un infermiere 37enne che, oltre ad essere stato segnalato per porto abusivo di oggetti atti ad offendere, si è rifiutato di sottoporsi agli accertamenti finalizzati a verificare il tasso alcolemico.
Il servizio ha interessato anche i luoghi di maggiore aggregazione.
In tale contesto sono stati controllati 3 circoli ricreativi ed in tali circostanze sono stati segnalati 2 giovani alla competente autorità amministrativa come assuntori di sostanze stupefacenti.
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