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Attualità

Progetto SkillUp per lo sviluppo delle competenze digitali e dell’occupazione

Presentato stamani in Confindustria a Lecce, il progetto è mirato allo sviluppo delle soft skill digitali di persone ai margini del mercato del lavoro, con particolare attenzione ai pugliesi in stato di disoccupazione o inattività lavorativa, con età compresa tra i 34 e i 50 anni

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L’Università degli Studi Guglielmo Marconi, in collaborazione con Confindustria Lecce e I.S.P.A hanno presentato, presso la sede degli industriali, il progetto SkillUp, selezionato e sostenuto dal Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa sociale.


Il progetto SkillUp è mirato allo sviluppo delle soft skill digitali (la capacità di identificare, salvare, organizzare, dare valore e condividere informazioni disponibili online sui social network e nelle comunità virtuali) di persone ai margini del mercato del lavoro, con particolare attenzione a coloro che si trovano in uno stato di disoccupazione o inattività lavorativa, con età compresa tra i 34 e i 50 anni, residenti in Puglia. L’obiettivo principale è garantire loro migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro attraverso l’acquisizione di competenze digitali fondamentali.


Il percorso formativo è gratuito.


Il presidente di Confindustria Lecce, Valentino Nicolì, ha sottolineato l’importanza di iniziative come SkillUp nel promuovere la transizione digitale e creare nuove opportunità lavorative sul territorio: «Sono molto fiducioso circa la bontà e l’incisività di questo progetto che rappresenta un passo concreto verso la promozione dell’occupazione e lo sviluppo delle competenze digitali dei lavoratori. Confindustria Lecce, consapevole del proprio ruolo sociale, intende mettere in campo ogni iniziativa per favorire l’inclusione lavorativa e, in questo ambito, la formazione sulle soft skill digitali rappresenta un passo significativo verso concrete opportunità occupazionali».


Fabrizio Benvenuto, presidente della Sezione Grafica editoriale, ICT, Media, Comunicazione di Confindustria Lecce, ha evidenziato il ruolo cruciale delle soft skill digitali nell’attuale panorama lavorativo: «Le nostre aziende hanno sempre più bisogno di talenti e competenze per accrescere la propria competitività e stare al passo con il mercato. Credo che questa iniziativa possa portare nuova linfa, contribuendo allo stesso tempo a dare un futuro lavorativo a chi in questo momento è inattivo. Confindustria Lecce continua infatti ad investire sui giovani e sulla riconversione delle persone».


La project manager dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi, Flaminia Mammetti, ha delineato il piano di attività del progetto, che include la creazione e l’erogazione di un corso di formazione focalizzato sullo sviluppo delle soft skill digitali, workshop sulla ricerca di lavoro online, simulazioni di colloqui di lavoro virtuali e attività di promozione del progetto tra i potenziali beneficiari e gli stakeholder.


Stefania Tramacere, Direttore dell’I.S.P.A., ha evidenziato il ruolo chiave dell’ente nella realizzazione del progetto e ha sottolineato l’impegno nel supportare l’inserimento lavorativo dei partecipanti: «L’Associazione I.S.P.A. partecipa a Skill Up in qualità di Main Partner del progetto. L’ente opera dal 2001 a livello regionale e interregionale, con l’obiettivo di favorire l’orientamento e l’implementazione di iniziative legate alle politiche attive del lavoro, nonché la valorizzazione delle competenze professionali in tutti i settori produttivi. A tal proposito, I.S.P.A. si distingue in modo particolare per l’esperienza come ente di formazione in grado di organizzare corsi mirati a sviluppare le competenze di uomini e donne per percorsi lavorativi orientati ai bisogni e delle necessità delle imprese. Con il progetto Skill Up, l’obiettivo è quello di incentivare sempre più la formazione in ambito digitale, al fine di far progredire il tessuto produttivo del nostro territorio».


Infine, Sabino Martiradonna, project manager dell’I.S.P.A., ha illustrato le prospettive occupazionali per i beneficiari del progetto: «L’iniziativa SkillUp rappresenta un passo significativo verso l’inclusione digitale e l’empowerment lavorativo nella Regione Puglia. Con il suo focus sui Digital Soft Skills, il progetto non solo mira a fornire competenze essenziali per il mondo del lavoro moderno, ma anche a colmare il divario occupazionale per donne e uomini disoccupati o inattivi tra i 34 e i 50 anni. Con 240 beneficiari previsti, SkillUp si pone come un catalizzatore per il cambiamento, offrendo un percorso formativo su misura che promuove l’accesso e l’adattabilità nel mercato del lavoro digitale. Le attività formative saranno orientate da una parte all’acquisizione delle Soft Skills, ormai indispensabili per qualsiasi tipologia di lavoro; dall’altra al raggiungimento di un’adeguata conoscenza delle tecnologie digitali, al fine di formare lavoratori specializzati anche grazie all’ottenimento di certificazioni informatiche riconosciute».


La conferenza stampa ha anche visto la partecipazione di Alessandro Valenti, presidente dell’Accademia della Carità di Lecce, e delle imprese associate a Confindustria Lecce, che hanno confermato il loro sostegno al progetto SkillUp e alla sua missione di sviluppare le competenze digitali, promuovendo l’occupazione.


Il progetto potrà contare anche sul sostegno di: ITS Apulia Digital Maker, Job Italia Spa Agenzia per il Lavoro, Associazione Futura ed i Comuni di Mesagne, Nardò, Porto Cesareo, San Vito dei Normanni; con il supporto di: Arnia Soc. Coop., Essecubo srls, Garbit Srl, Whiroo Agency srls.


A margine della conferenza stampa, a sostegno dell’iniziativa, Luigi Mazzei, dirigente ARPAL Puglia ha comunicato che «la trasformazione digitale delle imprese sta generando un radicale cambiamento dei fabbisogni di capitale umano, che sempre di più deve lavorare in ambienti digitalizzati ed informatizzati. In questa dinamica, il digital divide, che è ancora presente in Puglia e nella nostra provincia, rischia di condannare i lavoratori ad una netta riduzione delle opportunità di ingresso, reingresso o permanenza nel mercato del lavoro. Ruolo dei servizi per l’impiego è anche quello di comprendere i mercati ed i sistemi produttivi locali per orientare meglio i molti utenti che si rivolgono ai nostri uffici per essere supportati ed accompagnati nella definizione di Piani di Azione Individualizzati che sappiano guidarli verso il potenziamento consapevole delle loro competenze e quindi delle opportunità di immettersi nel mercato del lavoro».


Il progetto è stato selezionato e sostenuto dal Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa sociale.


Il Fondo per la Repubblica Digitale è nato da una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri) e, in via sperimentale per gli anni 2022-2026, stanzia un totale di circa 350 milioni di euro.


È alimentato da versamenti effettuati dalle Fondazioni di origine bancaria. L’obiettivo è accrescere le competenze digitali e sviluppare la transizione digitale del Paese.


Per attuare i programmi del Fondo – che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e dall’FNC (Fondo Nazionale Complementare) – a maggio 2022 è nato il Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa sociale, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata da Acri.


Per maggiori informazioni www.fondorepubblicadigitale.it.


Per ulteriori informazioni: www.skillupformazione.it


Email: infoskillup.puglia@gmail.com






Appuntamenti

#TAURISANOSVAPO, nuova apertura dopo Maglie e Tricase

“Abbiamo sempre lavorato per fornire il miglior servizio possibile, anche esponendoci di persona per cercare di diventare trend setter in questo settore”…

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Nuova apertura a Taurisano per Svapo già presente a Tricase e Maglie.

«Già presenti sul territorio leccese con due negozi», spiega Dario Surano, «abbiamo deciso di arricchire il sud Salento con un terzo punto vendita. Lo scopo cardine è di espandere la nostra rete di negozi per avvicinare sempre più persone alla nostra visione».

Infatti, prosegue, «operando nel settore svapo dal 2015, abbiamo affinato esperienza e coltivato la clientela con un rapporto che va oltre il mero aspetto lavorativo. Vogliamo mettere a disposizione, tutta l’esperienza maturata in questo tempo per creare luoghi dove passione e professionalità incontrano il meglio che il mercato della sigaretta elettronica possa offrire. Al centro dell’attenzione mettiamo sempre le esigenze e le richieste di tutti coloro che negli anni si sono approcciati o che si vogliono avvicinare alla sigaretta elettronica».

Come si è arrivati alla nuova apertura?

«Insieme a tutti i nostri collaboratori», premette Surano, «abbiamo sempre lavorato per fornire il miglior servizio possibile, anche esponendoci di persona per cercare di diventare trend setter in questo settore che amiamo e in cui mettiamo tutti noi stessi. Con l’apertura di #TAURISANOSVAPO ci rimettiamo in gioco ma siamo sicuri che riusciremo a vincere anche questa una sfida con l’aiuto e anche l’apprezzamento di tutti i consumatori che si affidano a noi con fiducia».

«Vogliamo che ogni cliente di senta parte del nostro progetto», insiste, «offrire il meglio nel mondo dello svapo, con prodotti di qualità e un servizio che faccia sentire ogni persona importante grazie alla professionalità dei nostri collaboratori.

Tutti insieme ci divertiamo, certamente, ma non dobbiamo mai dimenticare che lo svapo è prima di tutto salute, ovvero uno strumento per abbandonare il vizio del fumo. Se riusciremo a trasmettere questo messaggio in allegria e con il sorriso sulle labbra, secondo me, avremo ancora più successo».

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Attualità

Maria Antonietta I di Puglia

È in primo luogo necessario elaborare una strategia di massima che riguarda, per così dire, una più profonda capacità di comprendere, anticipare e soddisfare le attese e le potenzialità del territorio e un aumento del numero dei corsi di laurea e dei dipartimenti, ossia di quelle che una volta (sino al 2010) si chiamavano facoltà….

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Unisalento, ecco la prima rettrice

Maria Antonietta Aiello: «Per me motivo di orgoglio diventare la prima rettrice: non ho dubbi che altre ce ne saranno, perché non c’è alternativa a un futuro di reali pari opportunità»

La professoressa sarà rettrice per il sessennio 2025-2031.

Al primo turno il voto pesato per ciascuno dei tre candidati ammessi alla procedura elettorale era stato: Maria Antonietta Aiello, 338,269; Luigi Melica, 278,944; Salvatore Rizzello, 138,239.

Dopo il ritiro degli altri due candidati, ovvero il direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche Luigi Melica e il direttore della Scuola superiore ISUFI Salvatore Rizzello, i voti della comunità accademica si sono indirizzati in blocco, infatti, sull’attuale prorettrice vicaria e ordinaria di Tecnica delle Costruzioni al Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione. Di Marzi (Cosenza), sarà dal prossimo 1° novembre, a prendere il testimone dal rettore Fabio Pollice.

La vera sfida del futuro

di Hervé Cavallera

di Hervé Cavallera

Il 2025 è un anno importante per l’Università del Salento. Da non molto sono trascorsi i festeggiamenti per il suo 70° anno di vita ed è stato appena eletto, nella persona della prof.ssa Maria Antonietta Aiello, il suo 11° rettore, anzi la prima Rettrice di Unisalento.

Il primo rettore, e inoltre fondatore dell’Università, fu Giuseppe-Codacci-Pisanelli (nel 1955 rettore del Consorzio Universitario Salentino, dal 1956 al 1976 rettore dell’Università di Lecce), quindi Saverio Mongelli (1976-1979), Mario Marti (1979-1981), Alberto Sobrero (1981-1983), Donato Valli (1983-1992), Angelo Rizzo (1992-2001), Oronzo Limone (2001-2007) che mutò (2007) il nome da Università di Lecce in Università del Salento, Domenico Laforgia (2007-2013), Vincenzo Zara (2013-2019), Fabio Pollice (2019-2025).

In 70 anni, ovviamente, non solo è cresciuta l’offerta formativa dell’Università salentina (sorta con la Facoltà di Magistero a cui seguì quella di Lettere e Filosofia), ma è cambiato l’intero panorama nazionale.

L’Università di Lecce fu la terza ad esistere, dopo Napoli e Bari, nell’Italia meridionale continentale.

Oggi numerose sono le università statali nelle diverse regioni del Sud, a cui devono aggiungersi quelle non statali legalmente riconosciute e quelle telematiche. Il che, si capisce, comporta una serie di problemi di natura economica, che crescono ulteriormente pensando al numero consistente di studenti del Sud che preferiscono recarsi in università del Centro-Nord e, non ultimo, alla denatalità che riduce il numero dei giovani.

Mantenere al meglio l’esistente è ciò che diventa immediatamente evidente per chi assurge alla carica rettorale.

Ma “mantenere”, in una realtà sempre più complessa, concorrenziale e globalizzata, non è invero sufficiente. Nel mondo della flessibilità, non si mantiene: si sviluppa. Occorre crescere ulteriormente e divenire sempre più concorrenziali.

Sotto tale profilo il compito che attende la Rettrice, non è affatto facile.

È in primo luogo necessario elaborare una strategia di massima che riguarda, per così dire, una più profonda capacità di comprendere, anticipare e soddisfare le attese e le potenzialità del territorio e un aumento del numero dei corsi di laurea e dei dipartimenti, ossia di quelle che una volta (sino al 2010) si chiamavano facoltà.

Al tempo stesso è opportuno migliorare la qualità dell’assistenza studentesca, dei servizi che si offrono.

Basti pensare agli alloggi, ai collegamenti, alla viabilità, alle mense universitarie.

Si tratta di una serie di obiettivi che – una volta raggiunti – farebbero risaltare l’immagine di una università dinamica, accorta ai bisogni del presente e del territorio, volta all’innovazione.

E’ opportuno che per raggiungere tutto questo la Rettrice sia coadiuvata da uno staff efficiente e coeso.

Certo, quello che si è indicato pare necessario e tuttavia non facile da conseguire in quanto comporta in primo luogo una serie di interazioni con il mondo politico ed economico abbastanza complesse. Soprattutto non sono trascurabili, ad avviso di chi scrive, i dati già rilevati connessi alla denatalità e alla volontà giovanile di spostarsi altrove, anche fuori d’Italia, in vista di una più proficua occupazione dopo aver conseguito la laurea.

Alla luce di quanto sopra il problema diventa allora quello di rendere appetibile – mi si passi il termine – Unisalento.

Affinché questo sia, bisogna tornare ad essere quello che l’università ha voluto essere nel suo significato pieno, come del resto è attestato dalla storia.

Certo, è il luogo ove studiare le discipline che consentono di acquisire le conoscenze e le competenze di base della propria professione per il bene personale e del prossimo, ma in primo luogo è un centro di ricerca di alta cultura.

Solo puntando alla realizzazione di uno stimolante centro di ricerca è possibile dare veramente vita ad una università.

Si tratta, insomma, di mettere totalmente da parte sia l’idea di un mero titolificio sia quella di un’azienda che offre pure velleitarie illusioni.

Un centro di ricerca, con docenti scientificamente qualificati, sarebbe certamente in grado di diventare punto di riferimento dell’utenza studentesca e quindi motore di crescita territoriale proprio perché in sé garante della serietà e della qualità degli studi.

In un momento storico in cui prevale l’innovazione è evidente che solo un serio approfondimento nei diversi campi dello scibile umano può diventare forza attrattiva e positivamente propulsiva.

Come scrive Dante nel Canto VI del Paradiso, grande merito dell’imperatore Giustiniano fu quello di aver tolto dalle leggi, nel suo Corpus iuris, «il troppo e ‘l vano».

Ecco: il compito della Rettrice Maria Antonietta Aiello (e ciò in realtà vale per ogni università) è di snellire le lungaggini burocratiche e di puntare sull’essenziale, ossia sull’apporto di docenti veramente all’altezza del presente, che siano in grado di contribuire, ognuno per il proprio settore scientifico-disciplinare, allo sviluppo della ricerca nazionale e internazionale. Infatti, solamente rendendo ancor di più l’Università del Salento un polo di eccellenza scientifica non soltanto i giovani sarebbero indotti ad iscriversi, ma essa diventerebbe un notevole centro di promozione dell’intero territorio.

Tutto questo, si comprende bene, non si realizza in un batter d’ali e richiede lungimiranza e capacità di costituire un corpo docente di rilievo. È ciò che si augura alla Rettrice neoeletta in un momento storico in cui l’Occidente sembra scivolare nei vaniloqui e nell’asservimento alla tecnologia.

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Albaservice: Risanamento e tutela dell’occupazione le parole d’ordine

Il percorso di rilancio è stato reso possibile grazie all’impegno del Consiglio Provinciale e alla piena collaborazione dei dirigenti e funzionari dell’Ente….

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Dopo oltre un decennio segnato da difficoltà economiche, ammortizzatori sociali e incertezza occupazionale, Albaservice spa, società interamente partecipata dalla Provincia di Lecce, volta finalmente pagina.

Grazie a un lavoro sinergico e determinato, guidato dal presidente della Provincia Stefano Minerva e dall’amministratore unico Marco Miceli, è stato raggiunto un risultato straordinario: dal 2025 nessun lavoratore sarà lasciato indietro. Tutti i dipendenti torneranno all’orario pieno di 40 ore settimanali, senza più ricorso alla cassa integrazione o altri strumenti di sostegno al reddito.

Un traguardo impensabile fino a pochi mesi fa, ottenuto attraverso un’azione politica e amministrativa forte, che ha visto la rimodulazione delle convenzioni quadro tra Provincia e partecipata, relative alla gestione degli edifici scolastici e alla manutenzione della rete viaria, e l’affidamento di nuovi servizi strategici per garantire la sostenibilità dell’azienda.

Il percorso di rilancio è stato reso possibile grazie all’impegno del Consiglio Provinciale e alla piena collaborazione dei dirigenti e funzionari dell’EnteIn soli sei mesi, la nuova amministrazione ha saputo imprimere una svolta concreta, restituendo ad Albaservice un’identità operativa, una prospettiva industriale e una dignità occupazionale.

Non parliamo solo di un risultato economico, ma di un atto di responsabilità istituzionale e di giustizia sociale. Albaservice torna a essere una risorsa per il territorio, per le scuole, per le strade, per i cittadini, e questo è stato possibile anche grazie alla disponibilità dei lavoratori e al lavoro infaticabile dei sindacati, che ringrazio per il proficuo confronto e la piena convergenza per il raggiungimento di questo importante traguardo”, ha dichiarato il presidente Minerva.

Albaservice rappresenta oggi un modello di servizio pubblico efficiente e vicino alle comunità, con operatori che garantiscono quotidianamente la sicurezza e il decoro del patrimonio scolastico e stradale provinciale. Un ruolo che torna a essere valorizzato, anche grazie alla stabilità lavorativa finalmente restituita a tutte le maestranze.

Anche l’amministratore unico Marco Miceli ha espresso la propria soddisfazione: “Abbiamo lavorato con rigore, visione e rispetto per ogni lavoratore. Questo risultato è la dimostrazione che le partecipate pubbliche, se ben governate, possono essere centri di eccellenza e coesione sociale.”

Il futuro di Albaservice riparte dunque da basi solide: un piano industriale sostenibile, una squadra di lavoro motivata e un ente pubblico che ha saputo credere e investire nel cambiamento.

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