Attualità
Tricase, l’invito del Cantiere civico al Partito democratico
«Ponga questioni importanti per il futuro della città e non si accontenti di vivacchiare in un’amministrazione sfilacciata, può diventare anche l’inizio di un confronto con le altre forze progressiste, al di là della attuale diversa collocazione amministrativa»
Sulla questione politico amministrativa e la guerra di nervi interna alla maggioranza tra il Pd ed il resto dell’amministrazione che ha portato oggi alle dimissioni anche dell’assessore Anna Forte e ad un duro comunicato dei Dem, è intervenuto anche il Cantiere civico con una nota a firma dei consiglieri di opposizione Carmine Zocco, Gianluca Errico e Giacomo Elia.
«Ci sono diversi modi per orientarsi nei meandri delle fibrillazioni che hanno determinato la crisi amministrativa di Tricase», scrivono, «se ci si accontenta dello sguardo in superficie, tutto può essere spiegato con l’incompatibilità dapprima latente, poi cresciuta e esplosa tra il sindaco Antonio De Donno e il vice sindaco Andrea Ciardo. E poiché quest’ultimo era un rappresentante del PD in giunta, era inevitabile che ne fossero coinvolti anche i consiglieri, l’altro assessore e il gruppo dirigente dello stesso partito. Questa reazione ne ha determinato l’autosospensione dalle attività amministrative. Non ci è dato, a oggi, conoscerne la durata perché è legata all’esito del confronto tra il sindaco e il PD».
Per il Cantiere «tale gesto non fa altro che aggravare la profonda paralisi in atto. È la certificazione della inerzia di questa compagine nelle attività ordinarie e in vista delle scadenze relative al bilancio. La prova? In questi primi 5 mesi dell’anno si è tenuto un solo consiglio comunale. Il rendiconto del bilancio 2022, da approvare entro il 30 aprile, non è stato ancora presentato. Non si ha traccia del Bilancio di previsione 2023, che dovrà essere approvato entro il 30 maggio altrimenti il Consiglio risulterà sciolto».
Il PD ha chiesto un confronto approfondito e dal Cantiere si chiedono: «I componenti della maggioranza nel loro agire quotidiano, nel prendere decisioni importanti per la comunità si comportano come estranei tra loro? O, forse, sono saltati gli equilibri di potere scaturiti dopo le elezioni comunali? Abbiamo più volte evidenziato come la coalizione De Donno fosse un assemblaggio mal assortito di sensibilità politiche diverse e contrapposte, con esponenti già protagonisti in amministrazioni di centro destra. Sarà anche servito a vincere, peraltro di stretta misura, ma governare bene è altra cosa!».
Poi approfondiscono il tema: «Introduciamo la dimensione della rendicontazione. È un atto essenziale per ogni rappresentante dei cittadini, vitale per la democrazia rappresentativa e necessario per non allontanare o estraniare dalla gestione del bene comune chi delega, cioè i cittadini elettori. Abbiamo condotto in questi primi anni un’opposizione rigorosa ma libera da pregiudizi. Tant’è che all’inizio abbiamo accolto come piacevole sorpresa le buone intenzioni contenute in diversi settori delle linee programmatiche. Nell’insieme costituivano una visione dello sviluppo della città da far confluire nello strumento di pianificazione e governo del territorio, il PUG, già avviato e messo a punto dalle precedenti amministrazioni. Il processo aveva richiesto investimenti di denaro pubblico e l’attivazione della procedura di progettazione partecipata con il coinvolgimento di cittadini e associazioni di categoria. Anche il proprio metodo finalizzato alle decisioni importanti era stato declamato dall’amministrazione nascente come inclusivo e fondato sull’ascolto dei protagonisti sociali».
Secondo i consiglieri di opposizione, però, «non è occorso molto tempo per comprendere che le enunciazioni delle linee programmatiche, riprese nei vari DUP, erano solo un esercizio di bella scrittura, a cui si credeva poco e niente. Erano temi, probabilmente, mutuati e copiati da qualche altra fonte, poiché non erano presenti nel programma elettorale della coalizione di De Donno. In molti di questi ambiti, perciò, si è realizzato poco o quasi nulla. Il PUG ne è l’emblema: in quasi 3 anni di amministrazione si è svolta solo una riunione con l’ingegnere incaricato che ha illustrato quanto già svolto. E va sottolineato che l’incontro era stato richiesto dai consiglieri di minoranza. E dire che mai nessuna amministrazione si era trovata in condizioni così favorevoli. Avanzi di bilancio da poter spendere di quasi un milione di euro, sblocco per le assunzioni di nuovo personale per la struttura amministrativa, progetti avviati dalle precedenti amministrazioni, ora finanziati e pronti per essere realizzati, fondi del PNRR a cui attingere».
Proprio su questo tema per il Cantiere «si sta giocando una partita importante per il futuro dell’Italia, che coinvolge in prima fila anche i Comuni, con una dotazione di 28 miliardi. Questi sono stati chiamati a progettare interventi per migliorare le condizioni di vita dei cittadini in settori strategici: l’inclusione sociale e la riduzione delle diseguaglianze nella fruizione dei diritti fondamentali, la transizione ecologica (verde pubblico, riforestazione e risparmio energetico), rigenerazione urbana, attrattività dei borghi, viabilità e trasporti. Abbiamo avuto accesso a alcuni finanziamenti, ma stiamo perdendo l’occasione per pensare a come deve diventare Tricase nei prossimi decenni. I progetti finanziati sono in prevalenza quelli già redatti dall’Ufficio Tecnico per altre linee di finanziamento e transitati nei fondi del PNRR. Non è sufficiente compiacersi di questo se non si è stati capaci di avanzare idee progettuali negli altri settori. E, soprattutto, il sindaco & Co. non hanno mai tentato di superare la propria autoreferenzialità. Mai convocata una commissione consiliare allo scopo; il Tavolo di Responsabilità, tanto declamato, mai visto neanche in foto. Una nostra interrogazione sul tema giace da 3 mesi senza risposta».
Tornando alla crisi amministrativa dal Cantiere civico si augurano che «il “confronto approfondito” chiesto dal PD esca fuori dal piccolo cabotaggio dei, sia pur rispettabili, “caratteri personali dissonanti” e voglia puntare ai temi centrali che devono caratterizzare un’azione amministrativa efficace e utile per la comunità. Il silenzio acquiescente su tutte le decisioni, ha reso in questi anni il PD indistinguibile, quando non al traino di consiglieri di maggioranza di altra estrazione politica. Forse il disagio di oggi è frutto di questa consapevolezza».
«E allora», concludono, «per non ridurre questo passaggio a una sterile manfrina e per uscire da questo cono d’ombra, deve alzare il tiro. Porre questioni importanti per il futuro della città e non accontentarsi di vivacchiare in un’amministrazione sfilacciata, può diventare anche l’inizio di un confronto con le altre forze progressiste, al di là della attuale diversa collocazione amministrativa».
Attualità
La precisazione dell’Ordine dei Medici sulle certificazioni d’invalidità e il pagamento
In particolare, l’articolo 54 stabilisce che il compenso per le prestazioni professionali debba essere equo e proporzionato alla complessità dell’atto, ai mezzi impiegati e al tempo necessario per l’esecuzione…
Riceviamo e Pubblichiamo
Certificazioni di invalidità civile – Precisazioni dell’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce
In relazione alle recenti prese di posizione della Cgil e della Fp Cgil di Lecce, in merito al rilascio dei certificati di invalidità civile, l’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce ritiene opportuno fornire chiarimenti utili a garantire una corretta informazione ai cittadini e a ricondurre il confronto nell’ambito delle norme vigenti e dei principi deontologici.
Il presidente dell’Ordine, Antonio Giovanni De Maria, richiama innanzitutto quanto previsto dal Codice di deontologia medica. In particolare, l’articolo 54 stabilisce che il compenso per le prestazioni professionali debba essere equo e proporzionato alla complessità dell’atto, ai mezzi impiegati e al tempo necessario per l’esecuzione, e che lo stesso debba essere comunicato preventivamente all’assistito.
La normativa deontologica consente inoltre al medico di prestare gratuitamente la propria opera, qualora le condizioni lo permettano, a condizione che ciò non configuri concorrenza sleale o indebito accaparramento di clientela.
Il presidente evidenzia, inoltre, che la legislazione nazionale vigente non attribuisce agli Ordini professionali alcun potere di determinare o imporre tariffe, né minime né massime.
L’abolizione delle tariffe professionali, sancita dall’articolo 9 del decreto legge 24 gennaio 2012 n. 1, impedisce qualsiasi fissazione vincolante dei compensi da parte degli Ordini. In tale quadro, eventuali accordi sottoscritti a livello territoriale con le organizzazioni sindacali devono intendersi esclusivamente come indicazioni orientative, prive di efficacia cogente.
Con riferimento alla certificazione di invalidità civile, De Maria sottolinea che essa rientra a pieno titolo nell’ambito della libera professione medica e comporta un’assunzione diretta di responsabilità da parte del medico certificatore.
Il professionista, infatti, è chiamato a condividere e attestare il contenuto diagnostico della documentazione clinica allegata, quali diagnosi specialistiche o certificazioni di dimissione ospedaliera, assumendone piena responsabilità sotto il profilo professionale e deontologico. In questo contesto, l’eventuale variazione dei compensi richiesti da alcuni professionisti è da ricondurre all’aumentata complessità dell’atto certificativo e al maggiore tempo necessario per la sua compilazione rispetto al passato.
È fondamentale, precisa il presidente, evitare che si diffonda l’idea di una contrapposizione tra medici e cittadini o che i professionisti della salute possano essere percepiti come un ostacolo al riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità. L’azione del medico è orientata alla tutela della salute e dei diritti dell’assistito, nel rispetto delle regole e della responsabilità professionale.
L’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce ribadisce infine la propria disponibilità al confronto istituzionale e alla collaborazione con tutte le parti coinvolte, con l’obiettivo di garantire chiarezza, uniformità di informazione e tutela dei cittadini, in particolare di quelli in condizioni di maggiore fragilità.
Attualità
Tre ragazzi dalle mani d’oro: miniature e presepi rifulgono nei dettagli
Il successo ottenuto ha già però posto le basi per nuove e più ampie collaborazioni fuori regione, aprendo scenari promettenti per il futuro…
Dalla passione condivisa di tre amici nasce RKR, una realtà artistica tutta salentina che sta conquistando pubblico e addetti ai lavori grazie a un linguaggio originale, capace di fondere tradizione, innovazione e narrazione visiva.
Roberta Esposito e Roberto Memmi, entrambi di Casarano, insieme a Katia Luzio di Serrano, hanno trasformato il loro amore per la bellezza e l’artigianato in un progetto creativo che parla al cuore attraverso opere minuziose e altamente evocative.
La maestria di questi ragazzi si distingue per la capacità di muoversi con naturalezza tra diverse forme d’arte: dalle miniature, dove la precisione della piccola scala diventa espressione di grande bravura, alla presepistica, reinterpretata con realismo ed emozione, fino ai diorami, veri e propri mondi immersivi in grado di raccontare storie complesse in pochi centimetri. Ogni creazione nasce sempre ed interamente a mano, utilizzando materiali autentici, ed è arricchita da una progettazione 3D estremamente accurata, che consente di raggiungere livelli di dettaglio altrimenti impossibili.
La tecnologia però non sostituisce certo l’anima artigianale, ma la valorizza. Le opere vengono dipinte a mano con grande cura, per dare profondità e carattere a ogni figura, mentre la stampa 3D permette di realizzare miniature e soggetti altamente personalizzabili. È così che prende forma un’“arte fatta su misura”, in cui ogni lavoro diventa unico e irripetibile.
Uno degli aspetti più apprezzati del progetto è infatti la possibilità di personalizzazione dei personaggi, sapendo realizzare ritratti miniaturizzati che immortalano persone reali, familiari o figure significative, trasformandole in protagonisti di presepi e diorami o in opere da esporre in qualsiasi contesto. Un modo originale e intimo di rendere l’arte parte della propria storia personale.
Le opere di “RKR” sono attualmente esposte in diverse mostre locali, a testimonianza di un percorso in costante crescita.
A Casarano, presso Palazzo D’Elia, e a Matino, nel suggestivo Frantoio ipogeo all’interno del Presepe Vivente, le installazioni sono visitabili nei fine settimana e nei giorni festivi.
A Ugento, il Museo Diocesano ospita alcune creazioni del collettivo, mentre a Cannole, presso Masseria Torcito e partecipando al Presepe Vivente allestito nel Parco di Torcito, visitabile il 4, 5 e 6 gennaio 2026, dalle 17:00 alle 20:00.
Un traguardo particolarmente significativo è arrivato poi con la selezione di due opere per la storica Mostra d’Arte Presepiale “Città di Salerno”, giunta alla sua XXXI edizione e capace di attirare ogni anno decine di migliaia di visitatori. Un riconoscimento importante non solo per l’impegno di questi ragazzi ma per l’intera arte presepiale salentina, accolta con entusiasmo in una delle capitali italiane di questa tradizione (e, siccome nessuno è profeta in patria, fra i mille complimenti, attestazioni ed interessamenti è mancato purtroppo proprio quello della propria cittadina).
Il successo ottenuto ha già però posto le basi per nuove e più ampie collaborazioni fuori regione, aprendo scenari promettenti per il futuro. Un percorso che conferma come il presepe salentino possa ritagliarsi un ruolo di primo piano nel panorama artistico nazionale, continuando a rinnovarsi senza perdere la propria identità.
Attualità
Casarano, l’Associazione Placemaking boccia i lavori in centro
Placemaking una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).
di Antonio Memmi
Quando iniziarono lavori di Piazza San Domenico e giardini William Ingrosso a Casarano, il mondo era diverso: Trump non era stato ancora rieletto, non era ancora cominciato il conflitto israelo-palestinese e chat GBT era riservata a pochi eletti.
Si sa: i lavori pubblici non finiscono, entrano nella leggenda.
In un modo o nell’altro però, fra imprecazioni dei cittadini ed esercizi commerciali chiusi (anche) per l’impossibilità di raggiungerli, pare che almeno i primi abbiano trovato una conclusione. Tutti quindi contenti? Assolutamente NO!
I commenti sui social si rincorrono fra coloro che ne parlano male (tanti) e coloro che vedono qualcosa di positivo (pochi) ma, come sempre accade sui social, la maggior parte dei commentatori non ha alcuna preparazione tecnico artistica per parlare ed il tutto rimane confinato nel gradimentopersonale.
L’Associazione Placemaking invece una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).
Nel documento, firmato dalla presidente arch. Loredana Manco, l’Associazione solleva una critica tecnica e civica, non politica, al metodo progettuale adottato e agli esiti degliinterventi.
Il nodo centrale è l’assenza di una reale coprogettazione con i cittadini: le piazze, secondo l’associazione, non sono semplici superfici da pavimentare, ma luoghi sociali, storici e simbolici che richiedono ascolto e partecipazione autentica.
Viene ricordato come le normative nazionali ed europee, comprese quelle legate al PNRR, promuovano processi partecipativi strutturati e trasparenti, non consultazioni di facciata ed evidenzia inoltre che i fondi PNRR non sono “regali”, ma debito pubblico che graverà sulle future generazioni, rendendo ancora più necessaria una visione strategica di lungo periodo.
Secondo Placemaking Casarano, i due interventi si sono invece limitati a una riqualificazione estetica, senza creare nuove funzioni, opportunità sociali o sviluppo economico, e particolarmente critiche sono le valutazioni su Piazza Umberto I, dove la fontana viene definita un elemento puramente scenografico, e su Piazza San Domenico, giudicata invece priva di una logica urbana, mancando allineamenti, assi civici e gerarchie spaziali.
Un altro punto centrale è poi l’assenza quasi totale di verde, ritenuto un grave errore in termini di sostenibilità climatica e qualità dello spazio pubblico così come viene criticata anche la demolizione del bar storico, sostituito poi da un edificio anonimo, considerato uno strappo all’identità del luogo.
L’Associazione infine contesta le modifiche alla viabilità e la discrepanza tra il progetto realizzato e quello presentato, sottolineando come la piazza rischi di perdere il suo significato simbolico; il tutto porta quindi verso una conclusione che è una bocciatura netta: le critiche, aggiunge, non sono un attacco politico, ma un atto di cittadinanza attiva.
E così, dopo anni in cui si attende l’inaugurazione più come una liberazione, si comprende come non sempre ciò che dura a lungo lascia il segno… qualche volta lascia solo domande.
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