News & Salento
Arriva la prima canzone dedicata a Don Tonino Bello
“Il testo riannoda, come in un racconto in musica, il filo conduttore della vita di don Tonino: la sua sensibilità per le periferie esistenziali, ma anche il suo essere costruttore di pace in tempo di guerra”

La visita del Santo Padre ad Alessano e Molfetta regala a tutti gli appassionati del vescovo pugliese – precursore del Magistero di Papa Francesco – anche una canzone (“Tu, don Tonino Bello nostro” o “nuesciu” nella declinazione salentina).
E in effetti, a quanto pare, mancava un canto specificamente dedicato a Don Tonino.
L’idea, il testo e la melodia si devono a Manuela Pulimeno, docente di Filosofia al Liceo Stampacchia di Tricase, sede della Parrocchia di don Tonino Bello e già autrice del video di promozione turistica “Salento di Luce”, oltre che di una fortunata serie di storie illustrate per bambini e ragazzi in corso di presentazione nelle scuole del Salento (Tino e Rina: La Fantastica Avventura della Vita e “Myrian contro Raymond: la ragazza del destino e il principe del mondo”).
“Per come sono andate le cose, è come se lo stesso don Tonino si fosse regalato quest’umile omaggio musicale, nato e ultimato tutto d’un fiato nelle ultime settimane, seguendo un’inspirazione improvvisa e inattesa”, confida l’autrice. “ Nel testo della canzone sono le stesse persone che hanno conosciuto don Tonino a raccontarci di lui: i poveri e gli emarginati a cui ha teso la mano, i ragazzi con cui giocava a calcio o a pallavolo, le famiglie per cui suonava la fisarmonica, gli uomini e le donne che incontravano il suo sguardo misericordioso”.
Il testo riannoda, come in un racconto in musica, il filo conduttore della vita di don Tonino: la sua sensibilità per le “periferie esistenziali” (come direbbe Papa Francesco), ma anche il suo essere costruttore di pace in tempo di guerra, quanto mai attuale. La canzone cerca di “raccontare” il cuore di don Tonino, capace di grandi sogni così come di dare vita ad immagini e narrazioni potenti (famosi i suoi “auguri scomodi”), in grado di diventare pungolo per la coscienza, invito pressante a cambiare vita. Una vera e propria pedagogia narrativa, quella di don Tonino, applicata sul campo, in una testimonianza evangelica “radicale” sulle orme di Cristo.
La canzone, affidata al Soprano Raffaella Liccardi del Conservatorio di Lecce per la supervisione artistica (la voce è quella di Lucy Negro) e accompagnata da una video-sequenza di fotografie di don Tonino Bello, è stata messa gratuitamente a disposizione della Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca (così come di quella di Molfetta) per la proiezione su maxischermi a tutti fedeli in attesa del Papa.
La video-sequenza della canzone è visibile in anteprima su 3WebTv.(https://www.facebook.com/3webtv/)
Maddalena Bitonti
Martano
Ecco i vincitori di Agorà Design, tenutasi a Martano

Davide Decarli, Samuel David Silva Batista, Tommaso Schiuma, Daniele Cicero, Simona De Fazio e Carmen Carugno, Francesco Fontanella e Maria Kassola, Giulio Bragagnolo e Paolo Sgarzi, Ludovica Quarta, Andrea Arciuolo sono i vincitori delle due sezioni principali (Garden e Living) e delle menzioni speciali del concorso internazionale sul tema “Iperlocale: architettura e design dai territori” promosso da Agorà Design 2023. Domenica 1 ottobre a Martano si è concluso il festival biennale che celebra la circolazione di idee sui temi culturali e sociali legati all’architettura e al design, all’innovazione e alla biodiversità progettuale, ideato dall’omonima associazione culturale diretta da Lucia Rescio e supportato dall’azienda Sprech e da altre realtà pubbliche e private.
Il centro storico del comune salentino, per quattro giorni, dal 28 settembre, ha ospitato laboratori, talk, lectio magistralis, workshop con architetti, designer, giornalisti, comunicatori e addetti ai lavori. Grande successo di pubblico nel Palazzo Baronale anche per la mostra con i circa 100 progetti, tra prototipi e tavole, selezionati tra le oltre 200 candidature di professioniste e professionisti, studentesse e studenti, provenienti da tutta Italia e dall’estero (Colombia, Belgio, Turchia, Inghilterra, Austria, India, Polonia, Cina, Ucraina, Corea, Egitto e Grecia). È possibile intercettare nuove energie creative nella dimensione iperlocale? In un mondo che chiede un cambio di passo in termini di sostenibilità come un designer e un architetto possono rispondere alle istanze della società? Attraverso il recupero di saperi e tecniche dimenticati o caduti in disuso è possibile dare nuovo slancio alla cultura del progetto seguendo le specificità e storia dei territori?
Queste domande sono state al centro non solo del concorso ma anche del ricco programma di appuntamenti che ha coinvolto Giovanna Castiglioni, figlia di Achille Castiglioni e vice presidente e segretaria generale della Fondazione intitolata al celebre architetto, il graphic designer Riccardo Falcinelli, il brand designer Antonio Romano, il preside della Scuola del Design del Politecnico di Milano Francesco Zurlo, l’architetto Peter Pichler e un ricco parterre di architetti, designer, giornalisti e addetti ai lavori. Il Festival è stato seguito anche da un gruppo di redattori e collaboratori di testate italiane di riferimento nei settori architettura, design, arredamento e cultura, che hanno avuto l’opportunità di seguire e vivere la manifestazione, conoscere più da vicino l’azienda Sprech (main sponsor di Agorà Design), e hanno potuto apprezzare anche le bellezze architettoniche, paesaggistiche ed enogastronomiche del territorio con visite guidate a Otranto e Lecce.
Nella sezione Living, dedicata al mondo dell’interior design (complementi d’arredo, tessuti, rivestimenti, pavimenti) la vittoria tra i professionisti è andata a “Linfa – Il riposo che nutre l’anima” un prototipo dell’architetto pugliese Davide Decarli, realizzato in collaborazione con Pecore Attive. Secondo classificato il lucano Tommaso Schiuma con Hydria (in collaborazione con Progetto Arte Snc) mentre al terzo posto si è classificato Fragment della brindisina Simona De Fazio e della molisana Carmen Carugno (in collaborazione con Level Project e Vincenzo Del Monaco). Tra gli studenti è stato premiato Searamic, autoprodotto dal veneto Giulio Bragagnolo e dal bolognese Paolo Sgarzi. Le tavole progettuali di Garden, sezione riservata all’outdoor con daybed (soluzioni a metà tra divano da esterno e lettino), sedute (divani, poltrone, sedie) e coperture (gazebo, tensostrutture, tendocoperture), hanno incuriosito visitatori e giuria che ha premiato Felicità del colombiano Samuel David Silva Batista.
Organizzata dall’associazione Agorà Design e dalla cooperativa Radio Salentina, la manifestazione è sostenuta dal main sponsor Sprech in partenariato con Fondazione Achille Castiglioni, ADI – Associazione per il disegno industriale, Ordine degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori di Lecce, Consiglio nazionale e Ordine degli Ingegneri di Lecce, Ordine dei giornalisti della Puglia, Università del Salento, Accademia Belle Arti di Lecce, Provincia di Lecce e Comune di Martano. Media partner Interni, Domus, Professionearchitetto.it, Outdoor, The Plan, Fuorisalone.it e RadioSalentina. Aziende partner MAXXI – Interior Design.
Attualità
Xylella dieci anni dopo, domani a PresaDiretta su Rai3
I danni economici causati dal batterio sono stati stimati in 2 miliardi di euro. La produzione olivicola del Salento…

A dieci anni dalla comparsa della Xylella fastidiosa, il killer degli ulivi, PresaDiretta ripercorre la storia del patogeno che ha sterminato 20 milioni di piante in Puglia.
Un viaggio dalla provincia di Bari al Salento per raccontare come il batterio scoperto dai ricercatori del CNR di Bari nel 2013 – e fino a quel momento ufficialmente sconosciuto in Europa – in 10 anni abbia stravolto il tessuto economico, agricolo e paesaggistico del 40 per cento della regione.
Otto mila chilometri quadrati di territorio, una superficie 100 volte più estesa rispetto alla zona infetta iniziale. Oggi le campagne del Salento sono desertificate e abbandonate. Ovunque restano cimiteri di alberi.
I danni economici causati dal batterio sono stati stimati in 2 miliardi di euro. La produzione olivicola del Salento è crollata e si sono persi 5 mila posti di lavoro.
Ma come si è arrivati a tutto questo? L’infezione delle piante, seppur lentamente, avanza ancora. Nel reportage “Xylella, 10 anni dopo” di Daniela Cipolloni e Eleonora Tundo con la fotografia di Matteo Delbò – in onda nella puntata a PresaDiretta lunedì alle 21.20 su Rai3 – Maria Saponari e Donato Boscia, gli scienziati protagonisti della scoperta del patogeno, Salvatore Infantino direttore dell’Osservatorio Fitosanitario della regione Puglia e gli agricoltori che hanno perso centinaia di piante, racconteranno questi lunghi dieci anni di contrasto all’infezione e il “Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia”.
News & Salento
Riusciremo in futuro a pagare tutte le pensioni?
Nel passato accadeva che il numero dei lavoratori attivi superasse di gran lunga quello dei pensionati. Ora, attualmente questo non sempre accade

LA VITA E LE STATISTICHE. QUALE PENSIONE?
di Hervé Cavallera
Come mai prima era accaduto nella storia, siamo sottoposti, in via telematica, ad una quotidiana e continua serie di notizie, non sempre affidabili. E tuttavia alcune di esse sono da valutare in quanto esprimono per lo meno stati d’animo diffusi, talvolta da non sottostimare.
Così pare che uno studio promosso dall’Inps abbia consentito di rilevare che in Italia si è allungata la speranza di vita e che vivono più a lungo coloro che hanno svolto lavori meno usuranti, come era prevedibile.
Si è altresì riscontrato come l’aspettativa di vita cambi a seconda del sesso e della regione in cui si vive e che in tale logica i soggetti meno abbienti sono penalizzati.
Ciò ha spinto qualcuno a sostenere che sia opportuno rivedere il sistema pensionistico, sì da venire incontro a coloro che al momento sono più svantaggiati.
Ora, a prescindere da aspetti che sembrerebbero frutto di un determinismo tardo-ottocentesco (l’avere una vita più lunga o più breve in base alle regioni in cui si vive), è evidente che l’aspettativa di vita si va generalmente allungando e si può arrivare con corpo saldo e mente lucida ad età che una volta erano sinonimo di decadenza fisica e psichica, come è altrettanto vero che vi sono stipendi più alti e più bassi – come sempre è stato anche in rapporto ai diversi tipi di lavoro e alle progressioni di carriera – con conseguenti ritenute mensili previdenziali ed assistenziali che vanno a determinare l’ammontare della pensione e del trattamento di fine servizio o di fine rapporto.
Certo, alla luce di tutto questo sarebbe sicuramente auspicabile che ogni cittadino percepisse un reddito e quindi una pensione che gli garantisse nel corso di vita – che auspichiamo a tutti più lunga e sana – una dignitosa e serena esistenza.
Tale indicazione generale, che è connessa al senso dello sviluppo di una civiltà, non significa dire sbrigativamente, come in qualche parte si è letto, che l’attuale sistema pensionistico italiano premia chi è più ricco e chi vive di più, in quanto l’insistere su una formulazione di tal fatta avrebbe il solo frutto di generare sofferenza e conflittualità sociale.
Se ci si fermasse alla serie di rivendicazioni si genererebbe solo lo scontro. Basti pensare alla consistenza dei guadagni di alcune persone dello spettacolo e dello sport. Ma è appunto bene mettere qui da parte ogni tipo di cahier de doléances.
E tuttavia nel riferimento alla durata della vita e alla pensione, su cui si possono fare tante statistiche, alcuni problemi si impongono e vanno ben al di là del normale trattamento stipendiale che cambia a seconda il tipo di lavoro e la carriera interna. Un aspetto che interessa veramente è il rapporto esistente tra lavoratori attivi e pensionati.
Nel passato accadeva che il numero dei lavoratori attivi superasse di gran lunga quello dei pensionati. Ora, attualmente questo non sempre accade, anzi aumenta il numero degli “inattivi” ossia di persone che pur essendo in età di lavoro non lavorano affatto. Si tenga inoltre presente che la ricezione del reddito di cittadinanza, di là dai casi dei disabili, doveva essere in attesa di una prossima sistemazione lavorativa.
Se tale fenomeno di una scorretta proporzione tra lavoratori attivi e pensionati dovesse accentuarsi, calcolando l’allungarsi della speranza di vita e il sostegno da dare ai veri indigenti, vi potrebbero essere fosche nubi sulla possibilità di adeguate erogazioni delle pensioni in un futuro non troppo lontano.
Il tutto può essere confermato o smentito da statistiche e proiezioni più o meno autorevoli, che servono a rendere ulteriormente incerti gli animi in un momento storico in cui crescono le tensioni politiche internazionali e gli esodi di massa, ma l’estate vacanziera è ormai finita ed è opportuno si cominci davvero a pianificare il futuro prossimo soprattutto da un punto di vista occupazionale.
Sotto tale profilo, l’incombenza maggiore, ad avviso dello scrivente, riguarderebbe le Regioni, le quali sulla base delle proprie peculiarità dovrebbero prospettare una serie di servizi che possano incentivare i posti di lavoro.
Questo, anche tenendo conto, per regioni come la Puglia, sia del calo demografico sia dello spopolamento giovanile sia della presenza di immigrati.
Per tale aspetto, il passare dalla mera lettura di statistiche ad una vera programmazione significherebbe non solo consentire lo sviluppo, ma anche recuperare quelle energie di giovani che cercano in altri luoghi quel futuro che sembra difficile trovare nella terra che li ha visti nascere.
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