Sport
Calcio: il Lecce sorride, il Gallipoli no
La giornata numero 20 di serie B, regala i primi tre punti dell’anno nuovo alla capolista di Gigi De Canio, sbarazzatasi del Vicenza grazie al gol di Munari dopo soli 2′. Per gli ionici amaro kappaò in quel di Piacenza, dove ha deciso la doppietta di Moscardelli.
Qui Lecce. Nella calza ci son tre punti. Epifania col sorriso per il Lecce di De Canio, che vince la resistenza del Vicenza e mantiene il primato (anche se l’Ancona non molla e, soprattutto, ha una partita in meno). Al “Via del Mare”, il 2010 comincia nel migliore dei modi, impreziosito subito dalla celere marcatura, dopo 90 secondi, di Munari (lesto a metter dentro da posizione ravvicinata, dopo un cross rasoterra di Mesbah), che per il Vicenza ha significato quinta sconfitta stagionale. Ha giocato a sprazzi il team di Maran, rischiando d’acciuffare il pari, ma fermandosi al palo, sul colpo di testa di Martinelli. Non esaltante, ma coriacea e spigolosa la formazione salentina (al nono risultato utile di fila in casa), alle prese con varie defezioni: per Rosati e compagni è comunque arrivata l’ottava vittoria interna. E sabato pomeriggio big match in quel di Sassuolo, poi sarà la volta della trasferta di Ancona.
Qui Gallipoli. L’incubo ionico si chiama Moscardelli. L’attaccante ex Cesena fa felice il Piacenza e fa piangere i giallorossi, battuti per 2 a 0 al “Garilli” proprio da una doppietta dell’ariete biancorosso. Il 2010 non comincia col piede giusto, la squadra di Giannini (che ha perso in corso d’opera Ginestra e Franchini) paga alcune disattenzioni difensive e una scarsa incisività in attacco su un campo imbiancato dalla neve caduta copiosamente durante la giornata. Come detto, a far la differenza il capitano padrone di casa, in gol nella ripresa con un sinistro ben calibrato e con un cucchiaio in contropiede dopo una partenza sul filo del fuorigioco. Nel finale, rosso per l’ex di turno Abbate. Un debutto nel nuovo anno non proprio da ricordare, per il riscatto l’appuntamento è fissato per il posticipo di lunedì prossimo, in casa, contro il Modena.
Giorgio Coluccia
I risultati della 20^ giornata:
Ancona-Triestina 2-1
Crotone-Cittadella 1-1
Empoli-Sassuolo 1-1
Frosinone-Ascoli 1-5
Lecce-Vicenza 1-0
Modena-Cesena 1-0
Padova-Albinoleffe 0-2
Piacenza-Gallipoli 2-0
Reggina-Grosseto 1-1
Salernitana-Brescia 1-3
Torino-Mantova 1-1
Classifica: Lecce 37; Ancona 36; Cesena, Sassuolo, Empoli 32; Modena 31; Grosseto 30; Brescia, Frosinone 28; Vicenza, Torino 27; Gallipoli, Padova, Crotone 25; Triestina 24; AlbinoLeffe, Reggina 23; Cittadella, Ascoli 22; Piacenza 20; Mantova 16; Salernitana 11.
* Ancona, Sassuolo, Triestina, Crotone, Cittadella, Piacenza, Mantova, Salernitana una gara in meno (recuperi il 30/01 alle 15.30)
Il programma della 21^ giornata, sabato 9 gennaio, ore 15.30:
Albinoleffe-Reggina
Ascoli-Crotone
Brescia-Padova
Cesena-Piacenza
Cittadella-Torino
Gallipoli-Modena (lunedì 11, ore 19)
Grosseto-Empoli (lunedì 11, ore 21)
Mantova-Ancona
Sassuolo-Lecce
Triestina-Frosinone
Vicenza-Salernitana
Ruffano
Volley femminile: Ruffano sogna la Serie C
A margine di una stagione da incorniciare, anche con la finale di Coppa Puglia, domani la sfida al Matera che può valere la promozione

di Lorenzo Zito
Il Volley Ruffano femminile scrive una delle pagine più belle della sua storia sportiva. Un gruppo che, negli anni, è rimasto unito e coeso, trasformandosi da squadra di adolescenti appassionate a collettivo maturo e vincente.

Una crescita lenta ma costante, alimentata da una passione incrollabile per la pallavolo e da una determinazione che non è mai venuta meno, neanche nei momenti più difficili.
«Siamo una squadra che non si è mai modificata negli anni – racconta Michela Nuzzo, capitana della MB Volley – e questo è il nostro punto di forza. Anche quando sembrava tutto perduto, ci siamo sempre rialzate, sorprendendo gli avversari e spesso anche noi stesse».
La stagione appena conclusa ha superato ogni aspettativa: il Ruffano ha chiuso il campionato al primo posto, conquistando l’accesso ai playoff per la promozione in Serie C. Un traguardo importante, ma non l’unico. Le ragazze hanno infatti raggiunto per la prima volta nella loro storia la finale della Coppa Puglia, portando a casa un sorprendente secondo posto che ha lasciato il segno.
«È stato un anno duro, pieno di ostacoli – prosegue la capitana – ma ci siamo sempre rialzate, affrontando a testa alta ogni sfida».

Ora l’attenzione è tutta rivolta ai playoff, dove il Ruffano vuole giocarsi al meglio le sue carte: «Affronteremo questi playoff con concentrazione e determinazione, consapevoli del percorso fatto. Il duro lavoro ci ha portate fin qui, e continueremo a guardare in alto».
La prima dei play off sarà domani alle ore 18:30 in via dello Sport a Ruffano, nel locale palazzetto, contro il Matera. Il paese, da decenni grande amante del volley, sarà al loro fianco.
Casarano
Passerella d’onore per il Casarano
Sconfitta indolore a Gravina per i rossoazzurri già promossi. All’ingresso in campo “pasillo de honor” dei baresi che hanno reso omaggio ai vincitori del campionato. Domenica prossima festa al “Capozza” e poi la poule scudetto

GRAVINA- CASARANO 4-2
Reti: pt 5′ Stauciuc (G), 11′ e 32′ Santoro (G); st 28′ Perez (C), 32′ Santoro (G), 41′ rig. Malcore (C)
Accoglienza d’eccezione per il Casarano, fresco vincitore del girone H e promosso nei professionisti: i calciatori rossoazzurri fanno il loro ingresso in campo fra gli applausi dei gravinesi schierati in due file all’uscita dallo spogliatoio.
Ma, iniziato l’incontro le cose cambiano decisamente: nessun timore reverenziale e pronto e servito un sonoro tre a zero già poco dopo la mezz’ora.
Si spreca l’ironia: Casarano già in vacanza, in ciabatte, reduce dallo champagne.
In realtà, accade che Di Bari, per coerenza con quanto sostenuto circa la vittoria di tutto il gruppo-squadra e per alcune assenze rilevanti, schiera una formazione del tutto inedita e per questo di scarsa intesa.
Poi vengono anche l’ardore e la decisa volontà del Gravina di assicurarsi la salvezza anticipata, traguardo meritato e conseguito.
Mister Di Bari ammette in sala-stampa che “le motivazioni del Gravina erano superiori, avevano più fame”.
Ordunque, non resta altro che prepararsi per bene alla domenica finale del prestigioso percorso, con una prestazione consona alla festa attesa al Capozza, gremito come non mai.
Da non dimenticare, inoltre, le successive fasi della poule scudetto tra le vincitrici dei nove gironi di serie D, cui la Società tiene molto.
Giuseppe Lagna
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Cronaca
Lecce da applausi. Lezione all’Italia pallonara
Sulle linee guida dettate dal presidente Saverio Sticchi Damiani giallorossi campioni di comportamento e stile. Anche nella difficoltà estrema, tra il devastante dolore per l’improvvisa e tragica scomparsa del fisioterapista Graziano Fiorita e l’imbarazzo di dover andare a giocare una partita con la morte nel cuore…

Il lunedì è costume molto italiano discutere delle partite del fine settimana, celebrare la vittoria della propria squadra, sfottere chi tifa per una squadra diversa dalla tua o prendersela con l’arbitro di turno.
Oggi ci accodiamo anche noi, ma l’argomento seppur sempre calcistico, è molto diverso.
Vogliamo rendere onore al Lecce del presidente Saverio Sticchi Damiani.
Il presidente, un Signore, che sicuramente ha poco a che vedere con certi personaggi che gravitano (e comandano) nel mondo del calcio, ha sempre detto che il suo Lecce deve essere portabandiera dell’intero Salento anche nel comportamento e nello stile.
Ed è stato di parola!
Anche nella difficoltà estrema, tra il lutto che devasta per l’improvvisa e tragica scomparsa del fisioterapista Graziano Fiorita e l’imbarazzo di dover andare a giocare una partita con la morte nel cuore.
Morte non certo sportiva, perché anche salvezza e retrocessione sono termini che, davanti alla vita umana, perdono di significato.
Pur nelle difficoltà di cui sopra, il presidente, la società e la squadra hanno messo in piedi un capolavoro.
E non ci riferiamo certo al pareggio di Bergamo, che pure rimane un risultato straordinario.
Ci riferiamo alla protesta civile messa in atto senza violare le regole, senza sceneggiate ed isterie.
Il Lecce ieri sera ha indossato una maglia bianca senza loghi e con la scritta “Nessun valore. Nessun colore“.
Decisione preannunciata da un comunicato stampa della società che dovrebbe far riflettere tanta gente: «Ad una grave ingiustizia non si risponde violando platealmente le regole, come se per onorare Graziano si debba intraprendere una gara, tra noi e la Lega, a chi fa peggio. Giocheremo la partita “dei valori calpestati”», annunciava il Lecce, «ma lo faremo indossando una anonima casacca bianca, che non ci rappresenta, senza colori, stemmi e loghi. Torneremo a vestire la nostra maglia quando Graziano ritornerà a casa e sarà omaggiato, come merita, dalla sua gente».
I ragazzi in campo hanno mostrato orgoglio e umanità, così come anche il pubblico presente, gli ultrà bergamaschi, hanno applaudito a lungo i giallorossi all’arrivo allo stadio, durante la partita e alla fine.
Non hanno esposto striscioni e, per usare un termine in voga in questo periodo, hanno tifato in modo sobrio, per rispetto della vita umana e di chi tutto avrebbe voluto fare tranne che giocare una partita di pallone.
Ieri il calcio doveva fermarsi, doveva chinare la testa, farsi piccolo davanti alla vita vera.
Non si gioca sopra le lacrime, non si corre sopra il cuore spezzato di una squadra che aveva solo voglia di piangere.
Invece, la Lega ha deciso: si è giocato.
Come se il dolore si potesse mettere da parte.
Come se un uomo fosse solo un numero da sostituire.
Ne possono bastare un minuto di silenzio o una fascia nera al braccio.
La gente comune, le tifoserie, gli appassionati di calcio di tutta Italia si sono schierati senza esitazioni al fianco dei giallorossi e contro chi non conosce più il significato di rispetto, di umanità.
La Lega ha mostrato di avere interesse solo per sponsor e televisioni.
Ha perso l’ultimo briciolo di dignità ed ha tradito chi ama il calcio con il cuore.
Attenzione, però!
Anche un amore incondizionato, come quello di noi italiani per il calcio, potrebbe improvvisamente finire.
Giuseppe Cerfeda
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