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Galatone

Calcio, il Tricase vince in rimonta

Vittoria rocambolesca per il Tricase che rimonta il Galatone per ben due volte. I rossoblù tornano a vincere dopo due sconfitte. Gol decisivo di Martella

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Una gara dal finale al cardiopalma, verrebbe da dire vietata ai malati di cuore, in particolar modo nell’ultima mezz’ora di gioco, quando accade tutto e il contrario di tutto. Tricase – Galatone è  senz’altro la gara più bella vista al “via Olimpica” in questo inizio di stagione, con emozioni a non finire e  ricca di episodi che cambiano più volte il verso della partita.


Eppure inizialmente il match appare scialbo, nessuna delle due formazioni nei primi trentotto minuti, aveva fatto registrare azioni o occasioni degne di nota, se non qualche timida e sterile incursione degli ospiti nella metà campo tricasina che riescono a collezionare ben cinque corner nel giro di poco tempo, tutti con esito nullo.


Al 39′ però, quasi a sorpresa, arriva il vantaggio degli ospiti con Migali che lascia partire un tiro insidioso dal limite dell’area, approfittando di una difesa tricasina disattenta e porta in vantaggio i suoi gelando il pubblico di casa.


Ma il gol, anziché incoraggiare il Galatone, scatena la reazione dei tricasini, che aggrediscono immediatamente con delle giocate in mezzo al campo, velocizzate dalla corsa sulle fasce. Il Galatone risponde con la tattica del fuorigioco, che però si rivela fatale, in quanto al 39′ proprio sul filo dell’offside Amadou raccoglie un assist dalla destra di Petrachi e tutto solo si invola in area ed insacca da posizione angolata dopo aver saltato abilmente il portiere Negro. Per il centrocampista ivoriano si tratta del primo gol stagionale.


Negli ultimi cinque minuti del primo tempo, i rossoblù sfiorano il 2-1 ancora con Amadou che raccoglie in area un altro assist dalla destra ma stavolta viene contrastato in exstremis da un difensore giallorosso che evita la rimonta tricasina.


Le squadre vanno quindi al riposo sul risultato di 1-1, l’aggressività finale del Tricase, lascia ben sperare i tifosi locali per il secondo tempo.


Ma la ripresa per il Tricase è scioccante, in quanto dopo nemmeno un minuto il Galatone torna in vantaggio, ancora con Migali che firma una doppietta, con un gol meraviglioso ed anche stavolta la retroguardia tricasina è profondamente colpevole. Il numero undici giallorosso, dopo aver conquistato palla all’inizio della metà campo locale, fa un’incursione solitaria, saltando come birilli tre giocatori rossoblù, di cui i due centrali difensivi che per l’occasione lo marcano con estrema superficialità e timidezza e si indirizza al limite dell’area, dove realizza un gol con un tiro a effetto che fa la barba alla parte interna del palo destro della porta dell’incolpevole Gentile.


Successivamente il Tricase tenta una nuova reazione, ma non riesce a spingere: Patera e Romano non sono affatto in giornata, Petrachi appare impacciato e Tenesaca poco incisivo, quest’ultimo sembra accusare un  po’ di stanchezza dopo la bella prestazione disputata in settimana contro il Racale in Coppa Italia dove ha realizzato una doppietta nel 3-1 finale che ha qualificato il Tricase agli ottavi di finale del torneo, che si giocheranno probabilmente contro il Maglie il 22 ottobre con ritorno il 5 novembre.


Ciò non toglie che i rossoblù provano comunque ad attaccare nel tentativo di sorprendere la difesa avversaria, ma a rischiare di essere sorpreso è il Tricase, perché il Galatone  tenta abilmente di  sfruttare la velocità in contropiede per beffare un Tricase evidentemente troppo sbilanciato in avanti.


Al 52′ e al 53′ mister Branà fa due cambi per rendere la squadra più offensiva: tira fuori un Trotta poco lucido e inserisce Mele, che in settimana contro il Racale è stato l’autore del primo dei tre gol del Tricase, poi chiama Petrachi per lasciar spazio al gioiellino Martella, autore di due gol decisivi in questo inizio di stagione, uno con il San Vito in campionato e l’altro con il Racale nell’andata di Coppa Italia conclusasi sull’1-1.


Al 65′ i rossoblù reclamano un penalty, per atterramento di Ruberto in area, ad opera del portiere Negro: l’estremo difensore giallorosso, nel tentativo di bloccare la sfera fa una papera, Ruberto è li e prova ad approfittarne sfilandogli la sfera dalle mani, tenta di saltarlo ma viene contrastato dallo stesso portiere e i due finiscono a terra. Per il signor Tagliente di Brindisi è fallo in attacco di Ruberto, tra le proteste dei tricasini e del pubblico di casa.


Al 69′ il Galatone resta in dieci uomini per l’espulsione di Selvaggio che era entrato solo al 55′ al posto di Cuppone, il numero diciotto  giallorosso, contrasta con una certa intensità Ruberto e il direttore di gara lo punisce allontanandolo dal campo, anche se in questo caso la decisione appare un po’ troppo severa.


Il Tricase, prova quindi a sfruttare la superiorità numerica e tenta una serie di lanci in avanti per servire Ruberto o Martella che vengono controllati dalla buona guardia dei difensori galatonesi.


Al 70′ i rossoblù guadagnano un calcio di punizione angolato nei pressi della bandierina di calcio d’angolo, della battuta si incarica Romano che lascia partire un cross nella mischia e il buon Martella colpisce la sfera di testa facendo gridare al gol i tifosi di casa ma il pallone  sfiora l’incrocio dei pali e finisce sul fondo.


Al 80′ arriva il gol del 2-2: azione sulla sinistra con Romano che dialoga con Patera, che lascia partire un cross basso in area, lo raccoglie Martella che prova il tiro da distanza ravvicinata, immediatamente ribattuto, quindi pallone recuperato da Ruberto che viene subito contrastato e scivola, riesce però a mantenere il possesso del pallone e lo infila nell’angolino sinistro della porta di Negro facendo esplodere il “via Olimpica”. Il numero undici del Tricase sale a quota cinque reti nella classifica dei marcatori.

Il Tricase ora vuole vincere e tenta diversi assalti nella metà campo del Galatone, ma ogni tentativo comporta comunque un grande rischio, in quanto gli ospiti sono rapidi nei contropiedi. Ed è così infatti che Diaw stava per realizzare il gol per i giallorossi con una corsa dalla lunga distanza per poi tirare dal limite dell’area ma il pallone finisce sull’esterno della rete.


Al 90′ la festa per il Tricase si completa, perché arriva il terzo gol, quello della vittoria a firma ancora una volta del ragazzino terribile Gabriele Martella. Il numero diciotto locale, riesce sempre a trovarsi al posto giusto nel momento giusto, era infatti nei pressi dell’area piccola del Galatone quando gli arriva un pallone che abilmente infila alle spalle di Negro.


La rimonta è completata, il pubblico festeggia, ma l’arbitro decreta ben cinque minuti di recupero e il cuore dei tifosi presenti allo stadio batte sempre più velocemente.


Al 93′ gli ospiti guadagnano una punizione da posizione angolata ma interessante, tutto il Tricase e quasi tutto il Galatone sono nell’area tricasina: cross di  De Leo, palla in area, colpo di testa di Previderio e pallone che si stampa sul palo, poi libera la difesa tricasina. Dopo due minuti, la fine della gara e la festa della squadra locale con i propri tifosi può iniziare.


E’ un tricase, di stampo zemaniano, fino ad ora ogni gara dei rossoblù è stata ricca di gol, ad eccezione della sfida d’andata di Coppa Italia, nelle altre partite sono stati realizzati complessivamente almeno tre marcature. Un Tricase che si mostra inesperto in difesa, complice la giovanissima età dei difensori, ma fantasioso in mezzo al campo e spericolato in attacco. La classifica per i tricasini, ora segna 9 punti, mister e società sono soddisfatti.


Per il Galatone, un’altra domenica sfortunata. Dopo la sconfitta casalinga di misura contro il Salento Football Leverano, i giallorossi di Cimarelli sono sconfitti con lo stesso punteggio anche a Tricase e devono rinviare nuovamente l’appuntamento con la prima vittoria in campionato, la classifica segna solo 2 punti e a questo punto del campionato inizia un po’ a preoccupare. La prima vittoria stagionale è arrivata in Coppa Italia, mercoledì scorso per 1-0 ai danni del Galatina, un risultato che qualifica anche i galatonesi agli ottavi.


Il prossimo turno vede il Tricase tornare in terra tarantina, questa volta sul campo del Lizzano, mentre il Galatone ospita il Manduria.


TRICASE – Gentile, Desiderato, Moretto, Amadu, Di Seclì, Romano, Tenesaca, Petrachi (52’ Martella), Trotta (53’ Mele), Patera, Ruberto. A disposizione: Baglivo, Cazzato, Caputo, Zaminga, Cosi. Allenatore: Branà.


GALATONE – Negro, De Giorgi, Nico, Lentini, Greco Marco, Previderio, Cuppone (55’ Selvaggio), De Leo, Diaw, Rollo (67’ Martalò), Migali (73’ Greco Guglielmo). A disposizione: Passaseo, Zizzari, Vaglio, Bruno. Allenatore: Cimarelli.


Arbitro: Tagliente di Brindisi


Reti: 38’ e 46’ Migali, 39’ Amadu, 80’ Ruberto, 90’ Martella


Note: Al 69’ espulso Selvaggio


 


Attualità

«La mafia salentina è sempre viva»

Intervista a Francesco Mandoi, ex magistrato salentino già Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo presso la Direzione Nazionale Antimafia: «Vi spiego tutto»

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di Sefora Cucci

Né eroe né guerriero. Ricordi e sfide di un magistrato” (Besa editrice).  Questo il titolo del libro di Francesco Mandoi, ex magistrato salentino che è stato Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo presso la Direzione Nazionale Antimafia, in libreria dal 25 aprile.

Da allora, il suo autore è coinvolto in un tour di presentazione e divulgazione che sta facendo il giro dell’intera Puglia, toccando moltissimi paesi, ad esempio Molfetta, Castellaneta, Cutrofiano, Manduria, Lecce, Novoli, Nardò, Trepuzzi e Ugento.

Una vita spesa al servizio dello Stato. «Il destino ha voluto che potessi fare il mestiere che amavo e grazie al mio lavoro posso dire di aver raggiunto, come sosteneva Primo Levi, “la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra”», dichiara il dott. Mandoi, che abbiamo intervistato.

Lei rifiuta l’etichetta di magistrato antimafia. Perchè?

«Non amo quella definizione perché la magistratura, nella sua essenza, non è mai stata né pro né contro qualcosa. La giustizia non dovrebbe essere partigiana e un magistrato non è e non deve essere un militante. Aggiungere l’aggettivo “antimafia” rischia di creare una grande confusione, perché il più delle volte viene utilizzato quasi per fini retorici, politici o mediatici. Sembra quasi indicare implicitamente che esista una categoria di magistrati “speciali” che svolgono un lavoro più nobile o significativo rispetto ad altri. Chi combatte la mafia non lo fa per vanità, ma per dovere. Etichettare qualcuno come “antimafia” non solo isola quel magistrato dal contesto più ampio della giustizia, ma sminuisce il valore del lavoro degli altri. Sono sempre più convinto che la lotta alla mafia non ha bisogno di eroi solitari, ma di una società consapevole e unita».

Dalla recente relazione DIA relativa al 2024 emerge che i clan storici del Salento continuano ad esercitare il controllo sul territorio. Quali armi allora?

«Ho letto con sincera preoccupazione i dati emersi i quali, non fanno altro che raffermare la mia idea che la SCU non è mai finita nel nostro territorio. Anzi, molto più correttamente dovremmo parlare di mafia salentina perché nel corso del tempo ha assunto vari nomi; perché sa, la mafia è camaleontica ed è in grado di adattarsi a qualunque scenario, mantenendo sempre gli stessi obiettivi. Alle attività tipiche (estorsione, spaccio, riciclaggio, ecc.) se ne aggiunge un’altra, altrettanto preoccupante: quella relativa al controllo delle attività turistiche».

Cosa possiamo fare?

«Denunciare e sensibilizzare. Questi non sono due verbi vuoti ma si caricano del significato che diamo loro: mettere la pulce nell’orecchio delle forze dell’ordine è possibile, purché ci sia fiducia nelle istituzioni. Dobbiamo stimolare alla collaborazione. Cosa serve? Uomini, mezzi, collaborazione, credibilità nello Stato e soprattutto recuperare la fiducia nei confronti delle Istituzioni che in questo momento storico va via via perdendosi. Occorre recuperare quella fiducia perché si sta diffondendo una cultura del ‘chi me lo fa fare?’ che è l’anticamera della cultura dell’omertà».

Le recenti riforme sulla giustizia e i disegni di legge qualificano una situazione in cui, da più parti, è stato lanciato un allarme al pericolo di lesione dello stato di diritto. Lei cosa ne pensa?

«Il pericolo è estremamente reale. Sono molto preoccupato. Il rapporto tra cittadino e Stato si deve basare sulla fiducia. Se questa viene a poco a poco minata, quanta credibilità rimane? Il rischio è di mettere in crisi lo stato di diritto perché la gente non crede. É scettica. E scetticismo si riscontra verso i recenti atti, pensiamo al decreto sicurezza, ormai legge. Al di là di possibili profili di illegittimità costituzionale, mi sembra fatto solo per ragioni demagogiche. E se si è scelta questa strada, significa che l’80% della legge serve solo a livello demagogico».

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Attualità

Luoghi del Cuore: la Fontana Antica di Gallipoli seconda in Italia e prima in Puglia

Tutti gli altri luoghi in provincia che, pur non avendo vinto, hanno superato la soglia dei 2.500 voti e potranno aspirare al contributo di 50mila euro, candidando un progetto al Bando

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Annunciati i risultati finali della XII edizione del censimento nazionale i Luoghi del Cuore del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano.

Con oltre due milioni di voti raccolti il programma si conferma come il principale strumento di partecipazione diretta dei cittadini alla tutela e del patrimonio italiano

La Fontana Antica di Gallipoli è stata il secondo luogo più votato in assoluto in tutta Italia e primo in Puglia.

Primo classificato in assoluto il Santuario Nostra Signora delle Grazie a Nizza Monferrato (nella provincia di Asti): un luogo strettamente legato alla figura di Don Bosco.

Vale la pena ricordare che i tre vincitori nazionali avranno diritto, rispettivamente, a 70mila, 60mila e 50mila euro, a fronte della presentazione al FAI di concreti progetti di restauro o valorizzazione culturale.

Anche i luoghi che non hanno vinto, ma hanno raggiunto la soglia minima di 2.500 voti, potranno aspirare al contributo di 50mila euro, candidando un progetto al Bando.

Vediamo allora quali sono questi progetti, oltre alla Fontana Antica di Gallipoli, che riguardano la nostra provincia: l’Abbazia di San Mauro a Sannicola, 51ma in classifica generale, con poco più di 8mila voti; la Colonna delle Madonna delle Grazie a Maglie, 74ma, quasi 6.500 voti; il Borgo Antico di Matino, 91° con 5.537 voti; Torre Palane a Marina Serra di Tricase ha raccolto più di 4.500 voti e si è classificata 121ma.

Più giù in classifica, con più di 2500 voti, troviamo: le Serre Salentine e l’Area di San Nicola di Macugno a Neviano; la Chiesa della Madonna di Odigitria a Galatone; l’Antico Camerino per Bagni a Mare di Santa Caterina di Nardò; la Cappella di San Lorenzo a Ugento.

Tutti questi luoghi del cuore hanno raggiunto la soglia minima di 2.500 voti e potranno aspirare al contributo di 50mila euro candidando un progetto.

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Appuntamenti

La Fontana Antica di Gallipoli Luogo del Cuore FAI

In attesa della proclamazione dei vincitori di domani freme la Città Bella che si aspetta una conferma anche nel nuovo censimento

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Nella mattina di domani giugno il FAI – Fondo Ambiente Italiano svelerà la classifica finale del XII censimento I Luoghi del Cuore, rivelando i nomi (e i numeri) di quelli che avranno raggiunto le prime posizioni, con l’assegnazione di 70mila, 60mila e 50mila euro ai primi 3 luoghi classificati, da destinare al recupero.

La proclamazione dei vincitori avverrà con una cerimonia in programma a Milano (che si potrà seguire in diretta streaming sul sito del FAI).

Sulla scia dell’entusiasmo della precedente edizione, che ha visto vincitrice la Chiesa di San Pietro dei Samari di Gallipoli, sita nel Parco naturale regionale Isola S. Andrea – Litorale Punta Pizzo, questo censimento, svoltosi da settembre 2024 ad aprile 2025, ha visto la partecipazione del Salento intero con la proposta di decine di diversi “Luoghi del Cuore”, di cui ben sette siti in comuni facenti parte della Delegazione FAI del Salento Jonico (Galatone, Gallipoli, Matino, Nardò, Neviano, Sannicola, Ugento).

Tra questi la Fontana antica di Gallipoli, al primo posto nella classifica nazionale al momento della chiusura del censimento.

Ora si attende solo l’aggiornamento con il risultato definitivo che terrà conto anche dei voti cartacei non ancora conteggiati.

In occasione dell’annuncio della classifica finale, la Delegazione FAI del Salento Jonico e il Comitato promotore della Fontana antica di Gallipoli hanno programmato a Gallipoli, sempre per domani, a partire dalle ore 10,30, la trasmissione della diretta streaming da Milano su maxischermo in piazza Aldo Moro, ai piedi della Fontana Antica di Gallipoli.

Alla cerimonia FAI a Milano sarà fisicamente presente, per il Comitato Fontana antica di Gallipoli, la presidente Stefania D’Amato.

All’appuntamento in piazza a Gallipoli, invece, saranno presenti rappresentanze istituzionali del territorio leccese e pugliese in generale, istituti scolastici, associazioni territoriali e rappresentanti dei diversi comitati spontanei dei “Luoghi del Cuore” dei comuni del Salento Jonico.

Previsti momenti artistici, coreografie e testimonianze di supporters.

Chi prenoterà la propria presenza tramite messaggio whatsapp al 3201434663 riceverà un cappellino arancione (colore istituzionale del FAI) da indossare per colorare la piazza.

LA FONTANA ANTICA DI GALLIPOLI

Per molti anni è stata considerata la più antica di Italia, con epoca di costruzione datata all’incirca al III secolo a.C., ma numerosi studi sembrano datarla presumibilmente in età rinascimentale. In origine posta in zona “Fontanelle”, presso quelle che erano una volta le terme gallipolitane, fu poi spostata fino all’attuale collocazione a ridosso dell’ingresso dell’isola del centro storico della citta.

La fontana, originariamente dotata di una sola facciata, nel 1765 fu arricchita ad opera del Comune dalla realizzazione di una seconda facciata. La facciata originale, che guarda a scirocco, è suddivisa in tre parti da quattro cariatidi che sorreggono l’architrave con un ricco decoro che riporta scene delle “Fatiche di Ercole”.

Nei bassorilievi, sotto l’architrave, sono scolpite scene che rappresentano le tre metamorfosi delle mitologiche Dirce, Salmace e Biblide che vennero trasformate in fonti perenni.

Su questo capolavoro d’arte sono, poi, ben visibili delle scritte latine.

Nella parte sottostante della fontana, infine, sono presenti tre vasche sorrette da altrettanti putti.

Contenevano l’acqua che sgorgava da fori praticati nelle statue e che convogliava nel vascone sottostante, che fungeva in passato da abbeveratoio per gli animali.

Da questo abbeveratoio, in un passato più recente, attorno agli anni Cinquanta, veniva prelevata l’acqua con il riempimento di alcune botticelle, poi cedute alle famiglie che, numerose, non avevano in casa l’acqua corrente.

Queste botticelle venivano deposte su un carretto trainato da un asino che più volte al giorno percorreva il ponte di pietra per raggiungere la città vecchia, meta della “vendita” dell’acqua.

Al di là comunque delle sue origini, la Fontana di Gallipoli rimane un’opera d’arte tutta da ammirare e, soprattutto, da proteggere.

Periodicamente vengono eseguiti lavori di restauro, ma sarebbe bene proteggerla definitivamente dalle intemperie e dall’usura del tempo, oltre che da atti di vandalismo, sempre possibili.

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