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Regionali, i candidati: “Noi e il Salento”

Intervento dei papabili governatori sui temi “caldi” della provincia di Lecce

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Con questa intervista abbiamo voluto conoscere la posizione dei candidati Presidente alla Regione Puglia in merito ad alcune questioni che riguardano da vicino il Salento: Lavoro e disoccupazione, turismo, i nostri ulivi messi a rischio dalla xylella, SS 275 Maglie-Leuca, impianti di compostaggio e isolamento della provincia di Lecce dal resto della regione. Ecco le risposte dei candidati Michele Emiliano (centrosinistra), Antonella Laricchia (MoVimento 5 Stelle) e Francesco Schittulli (I Ricostruttori di Fitto, NCD, Fratelli D’Italia).


Adriana Poli Bortone

Adriana Poli Bortone


Per questioni di tempistica non è stato possibile coinvolgere nel dibattito la quarta candidata (ancora incerta la sua candidatura al momento dell’intervista): Adriana Poli Bortone di Fratelli d’Italia, voluta da Forza Italia (quella ufficiale, facente capo al Commissario Luigi Vitali e quindi direttamente a Silvio Berlusconi), appoggiata da “Noi con Salvini”, ma mollata proprio dal suo partito che alla fine sosterrà Schittulli.


ULIVI A RISCHIO PER LA XYLELLA


Stato di salute dei nostri ulivi (e dei portafogli di tanti salentini) messi in pericolo dalla Xylella. E la Puglia rischia una sorta di embargo dagli altri Paesi e persino dalle altre regioni italiane. Qual è in proposito il suo orientamento?


MICHELE EMILIANO


“Chi è nato in Puglia considera l’ulivo alla pari di un essere umano. C’è una tale identificazione tra questi alberi e la nostra identità che la sola idea di vederli malati o tagliati è vissuta come la tragedia di una vita che si spezza.


RegionaliEmilianoPrima

Michele Emiliano


La Xylella è una minaccia enorme per la nostra terra, ma è un problema che ci arriva da lontano e che deve riguardare a pieno titolo l’Italia e l’Unione Europea. Per prima cosa chiediamo con forza al Governo di spostare la sede di discussione sulla Xylella e sulle sue tremende conseguenze sociali ed economiche a Bruxelles, sollecitando, insieme ai nostri europarlamentari e al capo gruppo del PSE, un tavolo di discussione e negoziazione permanente sul tema. Chiediamo, inoltre, che il Governo acceleri le procedure necessarie per includere all’interno del D.Lgs n. 102/2004 in tema di  “Esoneri per calamità alle aziende agricole” le Fitopatie. Il Decreto ha lo scopo di garantire le produzioni agricole e zootecniche, nonché le strutture ed infrastrutture aziendali, dai danni conseguenti a calamità naturali o ad eventi eccezionali, tramite azioni di prevenzione volte alla salvaguardia delle imprese agricole. L’inserimento tra le calamità delle fitopatie, come la Xylella, consentirebbe l’utilizzo degli strumenti previsti dal decreto, come la concessione di contributi pubblici, l’esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali propri e per i lavoratori dipendenti, etc. Il riconoscimento dello stato di calamità consentirebbe, inoltre, di aprire tavoli di negoziazione con il sistema bancario per la rinegoziazione e/o la post-erogazione dei crediti delle imprese coinvolte.


Faccio inoltre mia la proposta che gli stessi salentini hanno lanciato dalla nostra “Sagra del Programma”: realizzare in Puglia, grazie alla ricerca, un grande distretto contro le fitopatologie e dunque provare a trasformare questa minaccia in un’opportunità, mantenendo un approccio che può rivelarsi fondamentale non solo per combattere la Xylella ma anche per affrontare altre gravi questioni che ci affliggono”.


ANTONELLA LARICCHIA


“Urge un piano olivicolo regionale che tenga conto delle caratteristiche delle nostre varietà di ulivo e che suggerisca le buone pratiche. Per risolvere il problema del disseccamento rapido, il M5S punterà sull’informazione delle buone pratiche agricole, sul finanziamento e sostegno alla ricerca affinché ci suggerisca al più presto le soluzioni e sulle compensazioni agli agricoltori che stanno subendo questo fenomeno.


Regionali AntonellaLaricchia

Antonella Laricchia


Come affermato dall’ EFSA, e dallo stesso commissario Silletti, non è nota alcuna strategia precedente che abbia avuto successo nell’eradicazione della Xylella Fastidiosa, una volta insediatasi all’aperto. L’EFSA raccomanda pertanto che le strategie preventive per il controllo dei focolai si concentrino sulle due principali vie di infezione (piante da messa a dimora e insetti infetti presenti nelle partite di vegetali) e si fondino su un approccio basato su sistemi integrati. Quindi lo sradicamento degli alberi non garantisce  il successo. Al momento, ci sono moltissimi suggerimenti che giungono dal mondo agricolo e scientifico che però Silletti non ha valutato, limitandosi ad affrontare il caso con la formazione di guardia forestale. Per questo occorreva ed occorre un coordinamento multidisciplinare, in fretta però”.


FRANCESCO SCHITTULLI


Francesco Schittulli

Francesco Schittulli


“Purtroppo gli ulivi interessati non sono solo più salentini. In questi giorni si stanno sradicando quelli nella zona al confine tra Lecce e Brindisi. E la speranza è che il Piano predisposto dal commissario Siletti possa fermare il contagio. Credo che vadano eseguiti determinati interventi per poter salvare gli ulivi sani. Espletata questa fase si potrà passare a  quella dello studio scientifico: in questi giorni sento parlare di nuove ricerche e di utilizzo di droni. La verità è che non un solo euro è stato investito in questi anni nella ricerca da parte della Regione,unica colpevole di questo disastro quanto meno per aver sottovalutato il fenomeno che si era manifestato nell’autunno del 2011 e che poi ufficialmente certificato nell’autunno del 2013. Ma neppure di fronte a un decreto ministeriale del dicembre scorso la Regione si è resa conto di quello che stava accadendo. Tant’è che è stata commissariata.

Sono stato il primo a lanciare l’appello #iononcompromadeinfrance il cui messaggio aveva il sapore di attirare l’attenzione su quanto stava accadendo in Puglia. Insomma, una sorta di comunicazione pseudo provocatoria che attirasse l’attenzione del Governo nazionale e dell’Unione Europea”.


GIOVANI E LAVORO


Cresce il tasso di disoccupazione in Puglia e nel Salento ha raggiunto il 25,8% con aspettative pressoché uguali allo zero per i nostri giovani. Cosa potrebbe fare in merito la Regione?


ANTONELLA LARICCHIA


“Potrebbe smetterla di ostinarsi a puntare su modelli economici ottocenteschi e favorire attività che possano realizzare la vera vocazione territoriale della Puglia, il turismo ma in maniera sostenibile.  Secondo uno studio del comitato d’indagine della Camera dei Deputati sulla Green Economy ad esempio, risulta che se una pubblica amministrazione sceglie di investire 1 miliardo di euro nelle grandi opere, sblocca appena 600 posti di lavoro. Se lo stesso miliardo di euro, lo investe invece nel settore dell’agricoltura biologica, sblocca 4.000 posti di lavoro. Se invece lo investe nel settore dell’efficientamento energetico degli edifici, ne sblocca addirittura 18.000.


Se volessimo trattenere i giovani, dovremmo investire in quei settori e non in altri. Ma per farlo, occorre una forza politica libera dalle grandi lobby e che non si lasci ammaliare dalle multinazionali: può farlo solo il MoVimento 5 Stelle”.


FRANCESCO SCHITTULLI


“Molto. Io non prometto posti di lavoro in campagna elettorale. Ma intendo offrire serie opportunità per chi intende crearlo. A cominciare proprio dai giovani, che se avranno voglia di “mettersi in proprio”, dovranno essere agevolati e aiutati sul territorio. Proprio il centrodestra in Regione Puglia aveva proposto di creare in ogni provincia un’Agenzia per lo Sviluppo del Territorio a costo zero che potesse a venire incontro alle esigenze dei giovani vede avviare una nuova attività commerciale o impresa. La proposta è stata inspiegabilmente bocciata e così i giovani pugliesi sono costretti a mettersi in viaggio al di fuori della Puglia. Alla fine molti si scoraggiano solo per questo e molti si affidano al politico regionale di turno per poter avere  anche solo un appuntamento. Tutto questo non deve più accadere”.


MICHELE EMILIANO


“Stiamo scrivendo il nostro programma dal basso, attraverso degli eventi, le Sagre del Programma, che stanno coinvolgendo migliaia di persone. Tra i tanti spunti emersi sul tema sviluppo e occupazione c’è la valorizzazione della ricerca industriale, che sta già dando ottimi frutti. Sempre più le multinazionali stanno scegliendo la Puglia come punto di riferimento, perché qui trovano un elevato livello di competenze grazie a una rete universitaria e della ricerca ampiamente riconosciuta in ambito internazionale in numerosi settori. Dovremo insistere sulle azioni che possano incentivare le grandi aziende a scegliere la nostra regione per la ricerca e per le produzioni di qualità e a intensificare le delocalizzazioni in Puglia”.


TURISMO E INDOTTO: ULTIMO APPIGLIO?


Come si può valorizzare ulteriormente il settore senza metterne a rischio la sostenibilità?


FRANCESCO SCHITTULLI

 

“Molti italiani chiamano la nostra regione Le Puglie e non sbagliano! La Puglia è in grado di offrire agli ospiti una molteplicità di proposte paesaggistiche-turistico-culturali-artistico-religiose-enograstronomiche-ambientali le più variegate possibili, a seconda del territorio. E allora io intendo creare dei brand per mettere in rete le risorse che già ci sono. Qui, per esempio, il Salento è sicuramente uno dei territori più gettonati di Italia sotto il profilo turistico. Ma se le offerte turistiche fossero in rete, si potrebbe puntare sulla programmazione destagionalizzata”.


MICHELE EMILIANO


“È mia intenzione far approvare una legge regionale sulla Bellezza (la cui proposta è stata già redatta insieme a Legambiente e sottoscritta da centinaia di sindaci italiani) al fine di tutelare il paesaggio anche attraverso forme innovative di premialità per quei privati che contribuiscano ad eliminare le brutture per ripristinare la bellezza autentica dei luoghi. Intitolerei una strada a tutti quegli amministratori che hanno custodito nel tempo l’integrità dei centri storici, dei tratti di costa, delle campagne, impedendo scempi urbanistici ed edilizi! Inoltre sarà fondamentale utilizzare la cultura come asset per migliorare l’offerta turistica, disponendo di un patrimonio di tradizioni, eventi e luoghi che tutto il mondo ci invidia. Dunque tutela dell’ambiente, marketing culturale e promozione turistica devono crescere insieme e in armonia”.


ANTONELLA LARICCHIA


“Promuovendo il diritto alla mobilità sostenibile, e quindi il trasporto su ferro e su biciclette, destagionalizzando l’offerta attraverso una promozione non soltanto del nostro splendido mare ma anche di centri storici, architetture e paesaggi e dei nostri riti religiosi, ormai fonti attrattive per i turisti. Aumentando i siti protetti in modo da incrementare l’attrattività del territorio e contestualmente la sua difesa. Favorendo il recupero dell’edilizia esistente piuttosto che la costruzione del nuovo ed infine con grandi campagne di sensibilizzazione ed educazione all’accoglienza e al rispetto delle regole”.


SS 275 MAGLIE-LEUCA: UTILE O DANNOSA?


Da trent’anni si discute di raddoppio della Maglie-Leuca (SS 275). L’opinione pubblica era e resta divisa sulla sua utilità e sulle modalità da seguire. Lei cosa ne pensa?


FRANCESCO SCHITTULLI


“E’ un’opera che è utile sia sotto il profilo della sicurezza , visto che sono tanti gli automobilisti che hanno perso la vita, sia per lo sviluppo del territorio, per non escludere un bacino di utenze aziendali che soffrono delle arterie viarie, e quello turistico, per tutti coloro che vogliono visitare l’entroterra leccese, addentrandosi in paesini unici per la loro bellezza. Chiaramente i lavori devono rispettare il paesaggio e l’ambiente”.


MICHELE EMILIANO


“Subito una premessa generale: non sempre la “velocità” si coniuga con la vocazione turistica di un luogo. A volte la lentezza, l’equilibrio fra tempi di percorrenza e ambiente circostante, rappresentano un valore aggiunto che viene ricercato a peso d’oro dai turisti. Nel caso della 275 bisogna fare lo sforzo di trovare la soluzione ottimale che garantisca condizioni di viabilità sicure, tempi di percorrenza ragionevoli, ma senza andare ad impattare in maniera pesante sull’ambiente, in particolare nell’ultimo tratto in prossimità della costa. Ascoltare le popolazioni che in quei luoghi ci vivono, consultarle, rispettare le loro indicazioni è comunque sempre una buona regola per evitare errori specie quando si tratta di avviare opere di grande impatto ambientale”.


ANTONELLA LARICCHIA


” Siamo contrari alla sua realizzazione tant’è vero che a febbraio, in Parlamento, abbiamo proposto una risoluzione che impegni il Governo a spostare i fondi stanziati per il progetto di raddoppio stradale sulla SS275, per mettere in sicurezza l’esistente e potenziare la linea ferroviaria che da Martina Franca porta a Gagliano del Capo, elettrificandone il tracciato. Siamo a favore della mobilità sostenibile non solo su ferro e tramite biciclette ma anche promuovendo il car sharing e il car pooling, riducendo la mobilità privata soprattutto su gomma”.


IMPIANTI DI COMPOSTAGGIO


Tricase, Soleto e Cavallino saranno dotati di impianto di compostaggio dei rifiuti. Anche qui l’opinione pubblica pare divisa temendo a fronte dei vantaggi, ripercussioni ambientali e rischi per la salute. Lei è favorevole o contrario?


MICHELE EMILIANO


“Per prima cosa la regione deve pianificare l’intero ciclo dei rifiuti, che in Puglia non è ancora chiuso. Il compostaggio ha senso  se si prevede la chiusura del ciclo. Il cambiamento del modello di gestione del rifiuto deve perseguire l’obiettivo del rifiuto zero. Trasformare i rifiuti in risorse, ovviamente nel pieno rispetto dell’ambiente e della tutela della salute delle persone, deve diventare un obiettivo delle istituzioni pubbliche che, in materia, dovranno giocare un ruolo ancor più di primo piano rispetto a quanto accaduto sino ad oggi”.


ANTONELLA LARICCHIA


“Senza una seria pianificazione della gestione dei rifiuti, nessun impianto di Compostaggio avrà mai senso. Bisogna analizzare e verificare quale sia l’apporto di organico che si potrebbe recuperare tramite compostaggio domestico e quello di quartiere, che nel Salento per via di molti piccoli Comuni, potrebbero togliere una parte consistente di organico da conferire in grandi impianti di compostaggio. Inoltre si dovrebbe procedere alla riconversione, con l’aumento delle percentuali di raccolta differenziata, degli attuali impianti di Trattamento Meccanico Biologico che trattano il residuo delle raccolte differenziate, in impianti di compostaggio che recuperano l’umido. Infine, se risultassero comunque necessari gli impianti di compostaggio, sarebbero sicuramente da preferire quelli a proprietà pubblica e aerobici, per togliere ai privati la possibilità di speculare sull’organico con impianti anaerobici per ottenere gli incentivi per la produzione di energia elettrica con il biogas. Inoltre le dimensioni degli eventuali impianti devono essere direttamente proporzionate al territorio servito senza permettere che rifiuti/risorse girino per tutta la Puglia in cerca dell’impianto idoneo. Come da altre parti in Puglia, ma soprattutto nel Salento, bisogna sottrarre ai soliti privati il business dell’indifferenziato che troppo spesso condiziona la politica a non attuare correttamente le direttive europee e le norme italiane sulla corretta gestione dei rifiuti che ricordo, mettono come priorità ed in sequenza la riduzione a monte dei rifiuti prodotti, la preparazione al riciclo, il riciclo e il recupero lasciando solo in fase residuale lo smaltimento in discariche ed inceneritori. Purtroppo in Puglia questa sequenza viene completamente invertita a danno dell’ambiente, della salute e delle tasche dei cittadini”.


FRANCESCO SCHITTULLI


“Anche qui analoga considerazione: i pugliesi non devono scegliere fra infrastrutture o ambiente o salute. Oggi esistono tutte le condizioni per coniugarle. E comunque non imponendo delle scelte dall’alto, ma concordandole con i territori che devono ospitare la struttura. E’ chiaro che gli impianti di compostaggio servono a chiudere il ciclo dei rifiuti. In questo caso bisogna garantire un sistema di compostaggio che si adegui al territorio e lo salvaguardi. E quindi non una mega centrale, ma un sistema a capacità ridotte”.


PUGLIA…BARICENTRICA


Tre candidati presidente sono del barese. Il Salento ha sempre lamentato di essere considerato una sorta di periferia della Puglia. Si sente di garantire che con lei non correrà questo rischio?


ANTONELLA LARICCHIA


“La periferia la creano gli altri partiti, invece per il M5S tutto il territorio è centrale perchè quando un cittadino diventa portavoce, lo diventa di tutto il territorio servito, proprio come afferma la Costituzione. Inoltre la rappresentanza di ben 4 portavoce salentini del M5S tra Camera e Senato dimostra che il salento è un territorio importante che consideriamo prioritario al pari di tutta la Puglia.   Siamo dei portavoce e quindi obbligati dalle nostre regole ad ascoltare e rispondere alle richieste dei cittadini, ovunque essi abitino. “Uno vale uno” sia che sia barese sia che sia leccese”.


FRANCESCO SCHITTULLI


“Tutte le cinque province pugliesi e la città metropolitana non dovranno più soffrire di una accentuata baricentricità. Anzi proprio perché la Città metropolitana di Bari avrà un canale diretto con l’Unione Europea per quanto riguarda il recupero di fondi strutturali, sarà mia premura prendermi maggiormente “cura” di quelle realtà che sono in maggiore difficoltà e si sentono più emarginate”.


MICHELE EMILIANO


“Il Sindaco di Puglia” per me non è un semplice slogan elettorale, ma il modo con il quale  interpreterò il ruolo di presidente in caso di vittoria: vicino alle persone, ai sindaci, a contatto con tutte le città e i territori. È mia intenzione far approvare dal prossimo Consiglio regionale una modifica statutaria che decentri la sede della presidenza della Regione Puglia. Non più solo a Bari, ma una in ciascun capoluogo di provincia, utilizzando magari proprio gli edifici delle Province come sede. In questa maniera sarà possibile dal Gargano al Salento avere un rapporto di prossimità con la futura giunta regionale, discutere di problemi e proposte specifiche direttamente nei luoghi interessati, far terminare i continui viaggi di delegazioni e amministratori verso Bari per incontrare i loro rappresentanti regionali. Per me la candidatura alla regione ha senso solo nella misura in cui potrò risolvere problemi concreti e trovare soluzioni insieme ai pugliesi”.


Approfondimenti

Certezze ed incertezze del presente

Lo spettro della guerra, malavita, femminicidi, violenza dilagante nel mondo adolescenziale e giovanile. E il Salento? Terra di anziani residenti o fugaci vacanzieri…

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di Hervé Cavallera

di Hervé Cavallera

La Pasqua da poco trascorsa dovrebbe aver ricordato ai Cristiani che essa, per il tramite della passione, morte e resurrezione di Gesù, è l’invito al passaggio ad una vita migliore.

Le feste del Cristianesimo, infatti, possono essere considerate come una sollecitazione per un futuro che sia, per i singoli e per la collettività, più buono e sereno rispetto al passato.

Ma l’immagine del presente non è così.

In campo internazionale permangono almeno due conflitti e i rischi che i campi di battaglia si allarghino non sono da sottovalutare.

E non è un problema dappoco.

Poi, per quanto riguarda l’Italia (ma il fenomeno non è solo italiano) si può constatare un aumento della violenza.

E non ci si riferisce solo ai casi più eclatanti, ossia ai delitti legati al mondo della malavita e alla crisi delle relazioni sentimentali (basti ricordare i femminicidi).

Ci si riferisce particolarmente alla violenza diffusa nel mondo adolescenziale e giovanile con i tumulti nelle università volti ad impedire la libertà di parola a conferenzieri non graditi, alle dimostrazioni pacifiste che generano saccheggi e vandalismi di vario genere, alle conflittualità che serpeggiano in certe scuole in una contrapposizione tra docenti ed allievi, con la partecipazione talvolta dei genitori.

Si ha l’impressione di trovarci in un mondo in cui non si riesce più a controllare gli impulsi.

Così accade che le frustrazioni, che sicuramente la maggior parte di noi ha pure conosciuto nel corso della propria esistenza, non vengano superate rafforzando il carattere e abituando a saper affrontare le difficoltà, ma producano comportamenti aggressivi che si propagano con facilità.

Ciò significa che gli adulti, i genitori in particolar modo, devono ben essere attenti oggi più che mai alle dinamiche dell’età evolutiva dei giovani.

Per fortuna sembrerebbe un fenomeno che non riguarda in modo preoccupante il nostro Salento.

Non che manchino i fatti di cronaca nera, ma fenomeni di scontri di piazza da parte di minorenni sono assai pochi.

E qui allora emerge un’altra considerazione: quello dello spopolamento.

Le nascite sono da tempo in netto calo nella Penisola.

Secondo i dati dell’ISTAT in Italia nascono 6 bambini ogni mille abitanti.

Nel Salento al calo demografico si aggiunge poi il fatto che molti giovani compiono gli studi universitari in altre regioni d’Italia e non tornano più nel paese nativo.

Certo, vi sono anche coloro che tornano e con coraggio, come si è scritto su questo giornale, ma sono pochi.

Il Salento diventa la terra di anziani residenti o di fugaci vacanzieri.

E allora l’invito alla gioia che proviene dal suono delle campane pasquali si spegne in una triste rassegna.

Conflitti sempre più minacciosi tanto da spingere qualcuno a sostenere il ritorno alla leva obbligatoria, sviluppo della criminalità organizzata, violenze e tragedie domestiche, violenza giovanile, fragilità nell’affrontare le difficoltà connesse al quotidiano, spopolamento, stagnazione produttiva…

Occorre precisare che non si nega che esistano casi positivi, anzi di eccellenza nella imprenditoria, nei giovani, nella vita coniugale e così via, ma l’ombra del negativo è sempre più visibile e preoccupante.

LA COMUNICAZIONE DELL’EFFIMERO

Vi è poi la sensazione di una crescita dell’individua- lismo accentuato dai social, dalla facilità di esprimere pareri su tutto e su tutti.

Al tempo stesso la comunicazione digitale isola fisicamente l’utente pur avendo egli un contatto online con centinaia se non migliaia di persone.

È la comunicazione dell’effimero, mentre si continua a rimanere soli.

Come diceva l’antico filosofo, l’uomo è un animale sociale; ha bisogno di vivere concretamente, fisicamente col prossimo, non di limitarsi a parole diffuse con mezzi artificiali.

Ed è questo l’aspetto che è il lascito ideale delle recenti celebrazioni pasquali: quello di tornare ad essere una comunità.

Una comunità di persone che si incontrano e dialogano ed elaborano progetti che permettano una crescita economica e spirituale.

Tutto questo richiede buona volontà e competenza, richiede il mettere da parte l’attrazione per il proprio tornaconto, per il proprio particulare come diceva Guicciardini.

È un compito che devono tornare ad assumere quelle istituzioni ad esso preposte quali la famiglia e la scuola.

In un momento storico in cui i legami familiari diventano sempre più fluidi, bisogna che la scuola diventi davvero un centro di formazione di responsabilità oltre che di conoscenze e competenze.

Un futuro migliore è affidato da sempre ad una buona educazione e di ciò dobbiamo tornare a prendere consapevolezza.

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Il fallimento della democrazia

Astensionismo: nelle regionali del 2023 raggiunse il 60% in Lombardia e Lazio; nel 2014 in Emilia-Romagna votò solo il 37,7%. Nel 2020 l’affluenza alle regionali pugliesi è stata del 56,43%…

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di Hervé Cavallera

Il prof. Hervé Cavallera

Il 25 febbraio si è votato per la Regione in Sardegna.

I candidati alla Presidenza della Regione erano 4 e le liste presenti 25.

Ora, quello che particolarmente colpisce, a prescindere da vinti e vincitori e dalle stesse modalità di votazione (voto disgiunto, ad esempio), è l’affluenza degli elettori.

Poco al di sopra del 52%, quindi ancor meno dell’affluenza avuta nelle precedenti elezioni regionali.

Né si tratta di un fenomeno meramente sardo.

L’affluenza elettorale è effettivamente bassa e, come si suole dire, l’astensionismo è in assoluto il maggior partito in Italia (ma la situazione non è dissimile anche in altri Paesi europei).

Nelle regionali del 2023 l’astensionismo raggiunse il 60% in Lombardia e nel Lazio e nel 2014 in Emilia-Romagna per l’elezione del presidente della Regione votò solo il 37,7% degli elettori.

Nel 2020 l’affluenza alle regionali in Puglia è stata del 56,43%. Ciò non può lasciare indifferenti in quanto, se democrazia significa partecipazione, il “successo” dell’astensionismo significa fallimento della democrazia.

Esiste ormai nella realtà uno scollamento tra cittadini e politica.

È un dato inequivocabile che non può essere risolto con la diffusione del cosiddetto “civismo” ossia con la nascita di movimenti localistici.

Invero nel 1946 l’Assemblea Costituente introdusse il principio della obbligatorietà del voto che però all’art. 48 della Costituzione italiana risulta solo un dovere civico.

Nel 1957, col D. P. R. n.361, si rendeva obbligatorio il voto nelle elezioni politiche, dichiarando che occorreva fare un elenco degli astenuti.

Il tutto poi venne meno nel 1993 (D. L. 20 dicembre 1993, n . 534).

Il che è anche corretto poiché il concetto di liberta implica anche l’astensione. E tuttavia quando l’astensione raggiunge livelli elevatissimi sì da quasi superare il numero dei votanti, è chiaro che è in atto una crisi della sensibilità politica dei cittadini.

Si tratta di un processo che in Italia si può far risalire alla cosiddetta fine della prima Repubblica (1994) ossia con la fine dei partiti che esistevano nella Penisola dal 1946.

In realtà, il fenomeno rientra nel collo delle grandi ideologie e, di conseguenza, in una semplificazione della vita politica tra due schieramenti, etichettati come moderati o conservatori da una parte e progressisti dall’altra.

Non per nulla negli Stati Uniti d’America dove esistono praticamente solo due partiti, il repubblicano e il democratico, l’astensionismo tocca spesso punte del 70% a cui peraltro ci si è abituati.

Di qui un altro aspetto che va considerato: il ruolo decisivo del candidato alla presidenza.

Sostanzialmente si vota la persona più che le idee.

D’altronde tutti possiamo constatare che nei nostri Comuni sono pressoché inesistenti le tradizionali sezioni dei partiti, ove una volta i tesserati potevano discutere vari temi politici.

Di qui un ulteriore paradosso. Si ritiene che in una società democratica chi “comanda” o, per essere più corretti, chi ha la gestione della cosa pubblica sia la maggioranza.

Nei fatti, invece, proprio grazie all’astensionismo, la gestione del potere è comunque affidata ad una minoranza, mentre la maggioranza dei cittadini assiste con apatia, rassegnazione o altro, a quello che la minoranza decide.

Negli anni ’80 del secolo scorso il sottoscritto scrisse un libro sull’importanza dell’educazione politica, intesa non come educazione partitica, ma come educazione alla partecipazione responsabile alla vita pubblica.

Al presente, di fronte a fenomeni come l’astensionismo, la cancel culture, l’improvvisazione demagogica che talvolta si fa sentire per il tramite dei social, una riflessione articolata, ponderata e di largo respiro sulla necessità di una rifondazione della vita civile, in modo che non sia soggetta alle pulsioni del momento, sarebbe opportuna.

Naturalmente tutto riesce difficile ed è inutile evocare il ricordo della vecchia Educazione civica, anche se dal settembre del 2020 l’Educazione civica è considerata una disciplina trasversale che riguarda tutti i gradi scolastici.

In una società ove predomina il relativismo individualistico, mancano i grandi valori che danno davvero lo slancio vitale all’impegno civile che investa la collettività e tutto si risolve nel gioco degli interessi di piccoli gruppi o dei singoli.

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Galatina, il Liceo Vallone si mobilita “fa rumore” per le Donne

Sceglie di “far rumore” al fine di sensibilizzare i giovani, e la cittadinanza tutta, sul significato intrinseco di questa ricorrenza.

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In occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale dei Diritti della donna, il Liceo A. Vallone, di Galatina, sceglie di “far rumore” al fine di sensibilizzare i giovani, e la cittadinanza tutta, sul significato intrinseco di questa ricorrenza.

Previsto in mattinata, alle ore 11.45, un corteo che partirà dalla sede centrale del Liceo, in viale don Tonino Bello, e si muoverà verso Piazza San Pietro dove si terrà un flash mob di riflessione chiuso con la lettura di Knocking on Heaven’s door, profondo monologo in voce maschile tratto da Ferite a morte, di Serena Dandini. 

“L’ignominia continua da Giulia…1,2,3…12 vittime” è il messaggio che gli studenti e le studentesse del Liceo porteranno in corteo, ribadendo che “Nessun delitto ha una giustificazione”!

Tutti gli studenti e le studentesse del Liceo, accompagnati dal personale scolastico, attraverseranno le strade principali della città (viale don Tonino Bello – via Ugo Lisi – C.so porta Luce – Piazza San Pietro) con l’obiettivo di fare un silenzioso rumore sull’inefficacia di questa ricorrenza, dipanando un drappo rosso lungo 30 metri, simbolo del dolore e delle violenze che le donne ancora subiscono, visto il perdurante divario di genere.

“Non si ha nulla da celebrare se non vi è uguaglianza. Non si celebra la Donna se non La si rispetta” Queste le parole della Dirigente Scolastica, prof.ssa Angela Venneri, che ha fortemente promosso e sostenuto l’iniziativa, in un’ottica di sensibilizzazione e condivisione d’intenti.

Non un’occasione per festeggiare, dunque, ma solo per riflettere e tenere alta l’attenzione, con l’auspicio che l’educazione culturale possa riaffermare un ineludibile principio di civiltà.

Da qui l’augurio conclusivo dei nostri studenti e studentesse a tutte le donne con i dolcissimi versi della poesia di Alda Merini, Sorridi donna.

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