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Andrano

Tricase diventa Oasi Blu, Otranto-Leuca la si vorrebbe Area marina protetta. E il parco eolico?

A che punto è l’iter di istituzione dell’Area Marina Protetta Otranto-Leuca e come fare per ridargli nuovo impulso? Quali sono le opportunità per il territorio alla luce delle esperienze già maturate altrove? È di ciò che si discuterà questo pomeriggio, alle ore 17, presso il Castello di Andrano. “Il mare, la grande risorsa” è il titolo dell’incontro organizzato dall’Unione dei Comuni Andrano Spongano Diso, in collaborazione con il Parco regionale Otranto-Leuca-Bosco di Tricase

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Già in programma nell’ambito della rassegna autunnale dell’Unione, “Noi abitiamo in una rosa rossa”, e pensato in occasione dei festeggiamenti che si tengono ad Andrano in onore di Sant’Andrea, patrono dei pescatori, il tema è diventato di grande attualità ora che sul territorio si dibatte del progetto di un parco eolico offshore a 9 chilometri dalla costa tra Porto Badisco e Castro.


Alle 17, si comincerà con la presentazione de Il mare, guida a lettura facilitata del Sac Porta d’Oriente, con Francesco Minonne, membro del comitato esecutivo Parco Otranto-Leuca.


Seguirà, alle 17,30, L’eolico offshore, la piccola pesca e le opportunità dell’Area Marina Protetta Otranto-Leuca, tavola rotonda con: Salvatore Musarò, sindaco di Andrano e presidente dell’Unione dei Comuni; Nicola Panico, presidente Parco Otranto-Leuca; Antonio Panico, presidente Comitato Porto Andrano; Antonio Errico, presidente Associazione Magna Grecia Mare di Tricase; Paolo D’Ambrosio, tecnologo stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli e direttore dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo. Coordina Elio Paiano, giornalista. Saranno presenti gli amministratori di diversi Comuni.


«L’istituzione di un’Area Marina Protetta sulla nostra costa», rimarca Salvatore Musarò, presidente dell’Unione dei Comuni Andrano Spongano Diso, «è un obiettivo strategico per le nostre Comunità. La valorizzazione delle risorse che ci vengono dal mare deve essere fatta in maniera oculata, studiata dal punto di vista scientifico e sostenibile. Le istituzioni hanno il dovere di accelerare questo percorso e di avviare una progettazione partecipata che coinvolga i cittadini, le formazioni sociali e le imprese. L’Unione dei Comuni ha deciso di promuovere un convegno nell’ambito della rassegna culturale autunnale proprio per riavviare il dialogo su una tematica cruciale per lo sviluppo del nostro territorio».


DALL’OASI BLU A TRICASE ALL’AMP OTRANTO-LEUCA


Alcuni passi in avanti sono stati fatti: a Tricase sta per essere costituita un’Oasi Blu, il cui regolamento è oggi in attesa dell’approvazione da parte del Consiglio comunale ed è il frutto del lavoro che i pescatori hanno svolto sotto la guida della sede di Tricase del CIHEAM Bari, assieme all’ICR e al Comune.


Mesi di incontri e mediazioni con i quali si è arrivati a trovare un giusto compromesso tra le esigenze di tutela ambientale di un’area di pregio e quelle di sfruttamento economico da parte dei diversi attori che popolano la costa.


«Un percorso», commenta Antonio Errico, a capo dell’associazione Magna Grecia Mare, «che mi auguro possa estendersi anche alle aree limitrofe, concludendosi nella costituzione della tanto attesa Area Marina Protetta Otranto-Leuca. A Tricase, da anni i pescatori del Porto Museo chiedono che si tutelino e si rispettino i limiti naturali del mare. Sono consapevoli che, il giorno dopo, devono tornare a pescare negli stessi posti e che è quindi necessario adottare comportamenti e misure utili a proteggere la risorsa. Sanno benissimo che le loro barche sono così piccole che, se si distrugge il mare in cui vivono, non potranno andare a pescare “altrove”. Per questo hanno contribuito in maniera determinante all’indicazione agli esperti delle aree a rischio e dei relativi fattori di pericolo, così come hanno indicato le zone storicamente destinate alla riproduzione dei pesci. Hanno inoltre partecipato attivamente e convintamente ad agevolare le prime forme di tutela legale della risorsa marina e costiera».


La consapevolezza è elevata e diffusa.


«La costituzione dell’Area marina protetta ci trova d’accordo – dice Antonio Panico, presidente del Comitato Porto Andrano che riunisce 40 piccoli diportisti e pescatori amatoriali, «Riteniamo sia giunto il momento, ad esempio, di limitare le reti sotto costa e la pesca a strascico, di creare delle zone in cui la pesca professionale e quella sportiva possano essere svolte a periodi alterni o salvaguardando i periodi di riproduzione delle varie specie. Ovviamente tutto questo è sostenibile se dall’altra parte c’è un organo vigile. Alla luce di questa prospettiva, siamo contrari all’ipotesi di un progetto eolico offshore, che riteniamo troppo impattante per quella zona».

UNA NUOVA ECONOMIA DALL’AMP


Le Aree Marine Protette costituiscono una grande opportunità non solo per la conservazione dei nostri habitat naturali, ma anche per la sperimentazione di forme sostenibili di fruizione del territorio, per la diffusione di conoscenze ed infine per la tutela di antichi mestieri, tradizioni, cultura locali.


«Ne è un esempio l’Area Marina Protetta Porto Cesareo. La presenza di un’AMP, in stretta relazione e in sinergia con le comunità locali»,  spiega il direttore dell’Area, Paolo D’Ambrosio, «ha portato negli anni allo sviluppo di nuove attività economiche sostenibili (turismo subacqueo, escursionismo, turismo enogastronomico e culturale, turismo sportivo, pescaturismo) e sta svolgendo un ruolo importante nella valorizzazione della piccola pesca costiera, nello sviluppo dell’intera fascia costiera (mobilità sostenibile, creazione di opportunità in rete con i parchi terrestri, ricostruzione di habitat dunali), nella creazione di comunità green e blue (commercializzazione del prodotto ittico locale, presidio Slow Food della pesca, riciclo delle reti da pesca dismesse dai pescatori, etc)».


L’UNICITÀ DEL TRATTO DI COSTA E IL “NO” DEL PARCO OTRANTO-LEUCA ALL’EOLICO OFFSHORE


La proposta di ampliamento a mare del Sito di Importanza Comunitaria “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca” ha riconosciuto questo tratto di costa come un vero hotspot di biodiversità.


«Ha caratteristiche di unicità e differenze rilevanti in termini di distribuzione di principali specie e comunità rispetto al resto della Puglia. Si tratta di uno dei litorali a più alta naturalità dell’intera costa italiana. Nel 2011, la Commissione Internazionale per lo studio del Mar Mediterraneo ha individuato quest’area per l’istituzione di uno degli otto PeaceParks a scala di bacino».


A spiegarlo sono Nicola Panico e Francesco Minonne, rispettivamente presidente e membro del Comitato di gestione del Parco terrestre Otranto-Leuca, che ha competenza fino alle grotte. È netta la contrarietà dell’ente all’ipotesi di un grande impianto eolico in questa zona: «Qualunque progetto, seppur lontano dalla costa, non potrà che influenzare negativamente la natura stessa di una possibile Area Marina Protetta, la sua riconoscibilità e tutela, rappresentando un’interferenza con le specie e biocenosi esistenti. Le attività di cantiere, il traffico che ne deriverebbe, le infrastrutture che costituirebbero la connessione delle pale con la terraferma e le interferenze dei cavidotti sottomarini creerebbero evidenti fattori di disturbo e vere e proprie barriere alle rotte faunistiche marine, con particolare riferimento ad una specie indicatrice di fondamentale importanza quale la foca monaca mediterranea (Monachus monachus). Si tratta di una specie a serio rischio di estinzione: per la sua generale conservazione nel bacino del Mediterraneo sono state avviate attività di monitoraggio e ricerca anche relative a recenti avvistamenti e a disponibilità di habitat costiero. La capacità degli esemplari di percorrere dai 12 ai 40 km al giorno per distanze fino a 300 km, la vicinanza con le isole ioniche greche dove è presente una popolazione riproduttiva della specie, gli avvistamenti verificatisi tra il 2000 ed il 2017 in Puglia, Basilicata e Calabria – uniti agli avvistamenti di esemplari per il litorale tra Santa Maria di Leuca e Tricase riportati tra gli anni 2009 e 2017 ed in Albania nel 2012 – evidenziano l’importanza di questo habitat marino costiero, che richiede la massima attenzione per la sua sensibilità».



 


Andrano

«La Otranto-Leuca sia vera strada parco»

Documento firmato da numerose associazioni e sigle sul progetto di percorso ciclo-pedonale proposto dalla Provincia di Lecce. «Fermare per sempre le corse pirata delle moto»

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«La litoranea Otranto-Santa Maria di Leuca si trasformi in una vera “strada parco” mettendo fine una volta per tutte al fenomeno delle moto che la percorrono, come se si trattasse di una pista da corsa».

È quanto chiedono una trentina di associazioni in un documento unitario sul progetto di massima predisposto dalla Provincia di Lecce, con cui sono stati intercettati finanziamento di 22 milioni di euro del C.I.S. e sul parallelo progetto del Comune di Otranto.

Il documento, inviato alla Provincia, al Parco Otranto-Leuca e ai sindaci interessati, è firmato da un cartello di numerose associazioni e sigle: Ciclo Club Spongano, Legambiente Puglia, Federazione Ciclistica Italiana provincia di Lecce, Salento.bike, ASD MTB Tricase, Cammino del Salento ETS, ASD Cicloclub Nociglia, ASD Lupi del Salento, manumanuriforesta!, Comitato SS275, Salento e-Cycling ASD, Asd DieNneAvventura, Associazione MTB Monteroni, Asd Oreca Trekking, Presente è futuro ODV, Fondazione Moschettini, Associazione Casa delle Comunità Ospitanti degli itinerari francigeni della Puglia meridionale, Casa delle AgriCulture Tullia e Gino ODV e Città Fertile.

«L’idea che la litoranea Otranto-Santa Maria di Leuca sia una strada da percorrere a passo dolce, un percorso preferenziale per la mobilità attiva e, quindi, anche ciclabile», si legge nel documento, «è ormai acquisito nell’immaginario di utenti locali, turisti, amministratori, tecnici e cittadini. Di fatto questa strada litoranea, soprattutto per le sue peculiarità paesaggistiche e naturalistiche, è già oggi in molti tratti densa di pratiche d’uso con mobilità attiva: corsa, trekking, escursionismo, bici da strada, gravel, bici da off road e cicloturismo».

L’idea della litoranea come strada che sia anche ciclabile ha radici nella pianificazione di area vasta della Provincia di Lecce (PTCP), oltre che nel PPTR e nel Piano Territoriale del “Parco regionale Otranto-Leuca”, dove trova la sua formulazione nel concetto di “Strada del Parco”, con tratti da interdire ai mezzi pesanti.

Una ulteriore proposta avanzata da Salento Bici Tour la vorrebbe “autostrada delle biciclette” con limiti di velocità di 30 km/h.

Inoltre la stessa litoranea è il naturale tratto conclusivo della Ciclovia Adriatica, secondo il Piano della mobilità ciclistica della Regione Puglia.

Le associazioni concordano sull’idea che questa strada sia da considerarsi un bene non intangibile e quindi “riprogettabile” per soddisfare esigenze e usi contemporanei; in tale direzione formulano la proposta di considerarla come “strada parco”, riducendo al minimo la presenza di infrastrutture e di elementi comunque invasivi in modo da esaltare la sua interazione con gli ecosistemi che attraversa e che racconta.

L’idea progettuale di cui intendono farsi portavoce è quella di una “strada parco” ad uso ciclabile e pedonale e fruibile, comunque, dagli automobilisti in ambo le direzioni, ma con limite di velocità non superiore ai 40 km/h e con regole d’uso magari differenziate per stagione, per tratti o per particolari momenti o esigenze.

Una “strada parco” ciclabile in tutta la sua sezione e percorribile in ambo i sensi di marcia dalle auto e dai mezzi pubblici collettivi, come navette e bus, interdetta ai mezzi pesanti e in cui si abbia la chiara percezione di trovarsi in un luogo fatto per la mobilità lenta.

«La strada parco che immaginiamo», scrivono ancora le associazioni, «è quella che tuteli sempre la vista mare, ampliando, se possibile, il numero di piazzole di sosta per ammirare il paesaggio, ed elimini qualsiasi detrattore paesaggistico, in cui sia limitata la segnaletica, non siano collocati cordoli (in quanto pericolosi) o altri manufatti e segni il passaggio solo sulle soglie di ingresso ai/dai centri abitati e non nella continuità del percorso».

E ancora: «Una strada parco in cui la sicurezza del pedone e del ciclista è affidata alla sua riconoscibilità, e cioè alla riconoscibilità delle soglie di ingresso/uscita lavorando sul manto stradale e introducendo elementi di radicale moderazione del traffico: cuscini berlinesi, attraversamenti pedonali rialzati, restringimenti di carreggiata con alberature e magari tratti con senso unico alternato, la videosorveglianza tutor, gli autovelox, la segnaletica ad hoc di ingresso».

Il progetto, sempre secondo le associazioni, potrebbe essere l’occasione per caratterizzare la strada con un fondo più chiaro, come ad esempio le strade bianche, al fine di rendere il suolo permeabile e di restituire d’impatto la riconoscibilità del percorso come percorso prevalente ciclabile e pedonale, dove possano trovare accoglienza inserti di macchia mediterranea coerenti con la biodiversità dei luoghi utili anche ad ombreggiare il lato sud per renderla più confortevole d’estate.

La “strada parco” deve anche prevedere il miglioramento dei collegamenti ciclopedonali tra la litoranea e l’immediato entroterra, creando, dove possibile, una rete funzionale di percorsi complementari alle strade asfaltate.

Bisognerebbe inoltre «saper adattare le regole alle esigenze dei diversi fruitori anche lavorando sulla dimensione temporale: ad esempio introducendo le stagioni cicloturistiche («primavere e autunni in cui alcuni tratti siano completamente interdetti alle auto ed estati in cui ci siano maggiori concessioni per le auto per accedere ai punti di interesse costiero»).

Una “strada parco” come una grande linea bianca e verde da Otranto a Leuca che entri ed esca da marine e località costiere e che serva anche ai locali che vogliono muoversi tra le località costiere e i tanti porti.

Il progetto può essere «occasione per fare una strada che consenta alla fauna selvatica che la attraversa di poter disporre di corridoi sicuri, dei bypass di riconnessione tra ecosistemi a monte e a valle della litoranea, da realizzare nei tratti in cui sussistono situazioni morfologiche e naturalistiche appropriate e in cui risulti ridotto al minimo l’inquinamento luminoso».

Per quanto riguarda la fruibilità pedonale, «sarebbe opportuno pensare alla realizzazione di sentieri naturalistici con materiali perfettamente compatibili con il Parco, fuori dalla sede stradale, recuperando i tantissimi sentieri già presenti, collegandoli al meglio con la “strada parco”. Il progetto potrebbe comunque prevedere il ripristino e/o il collegamento con gli antichi sentieri interrotti con la realizzazione della litoranea, rimuovendo o rimodulando guardrail e muretti di protezione».

Un altro aspetto «che risulta necessario affrontare in fase di progettazione definitiva è quello di evitare, soprattutto nel periodo estivo, il parcheggio delle auto ai bordi della litoranea che, oltre al restringimento della strada, innalzerebbe in maniera significativa il livello di pericolosità. Per questo può risultare utile l’attivazione di servizi navetta e di piccole zone sosta/parcheggio, senza l’utilizzo dell’asfalto, nei tratti in cui le condizioni ambientali lo consentano».

Inoltre si chiede che «la Provincia di Lecce si impegni. fin da ora,  a destinare risorse per la manutenzione regolare e per il controllo, più volte l’anno, della vegetazione a bordo strada e nel parco, in modo da scongiurare il pericolo incendi in tutta l’area e la sicurezza degli utenti e una maggiore presenza della Polizia provinciale e di quella locale».

Pertanto si auspica che, «in fase di redazione del progetto definitivo, si tengano in debito conto le suddette considerazioni e proposte affinché la strada litoranea Otranto-Santa Maria di Leuca possa realmente diventare una splendida “strada parco”, e in quanto tale, anche un eccezionale attrattore turistico del Salento, ove siano tutelate la sicurezza e la fruibilità delle diverse utenze, l’integrità degli aspetti paesaggistici, delle visuali panoramiche e la sostenibilità ambientale».

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Alessano

Puliamo insieme i sentieri del Parco

Domani ad Andrano giornata di formazione e coordinamento tra attori del territorio. Seguirà presentazione delle stazioni di raccolta differenziata che il Parco ha acquistato per ciascuno dei suoi 12 Comuni

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Il problema dell’abbandono abusivo di rifiuti è un tema spinoso, che coinvolge tutto il Salento, da cui il territorio del Parco naturale regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase non è esente.

L’importanza di raccogliere i rifiuti in un Parco naturale non può essere sottovalutata: i parchi sono preziose aree protette che ospitano una varietà di flora e fauna uniche, contribuendo alla biodiversità e al benessere dell’ecosistema.

Alcuni gruppi e associazioni sono in fase avanzata di organizzazione e, in collaborazione con le amministrazioni comunali interessate, stanno pianificando le azioni da svolgere; altre realtà come la “Proloco Marittima” ed i “Camminatori salentini” hanno già effettuato la pulizia dei percorsi escursionistici ricadenti nel territorio di Diso-Marittima.

Per ottimizzare il lavoro il Parco ha organizzato per domani, mercoledì 7 giugno, alle 18,30 presso il Castello Spinola-Caracciolo di Andrano, una giornata di formazione e di coordinamento per sostenere le iniziative di pulizia dai rifiuti che sempre più spesso nascono da associazioni del territorio e dalla cittadinanza attiva.

L’obiettivo dell’incontro è coordinare tali iniziative anche con le istituzioni e offrire una adeguata formazione sul tema. Sarà anche l’occasione per presentare le stazioni di raccolta differenziata che il Parco ha acquistato per ciascuno dei suoi 12 Comuni (Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Ortelle, Otranto, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase).

La rimozione dei rifiuti è fondamentale per preservare l’ecosistema, proteggere la vita selvatica, migliorare l’esperienza dei visitatori e promuovere una cultura di rispetto per l’ambiente: ognuno di noi ha il dovere di agire in modo responsabile e di contribuire alla conservazione di questi preziosi tesori naturali. Non lo dimentichiamo mai!

 

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Andrano

Olimpiadi di Cittadinanza, scuola di Andrano in Senato

Questa mattina la cerimonia di premiazione delle Olimpiadi nazionali di Cittadinanza. L’Istituto comprensivo diretto da Ivano De Luca si è aggiudicato il secondo posto assoluto ed il primo posto nazionale per la sezione “Educazione e Tutela Ambientale”

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L’Istituto Comprensivo di Andrano partecipa quest’oggi alla cerimonia di premiazione delle Olimpiadi nazionali di Cittadinanza, presso il Senato della Repubblica a Roma alla presenza dei rappresentanti di governo e delle autorità scolastiche.

Gli studenti della scuola secondaria si sono classificati al secondo posto nella competizione promossa da Assogiovani, un’associazione culturale che favorisce la diffusione e la promozione delle politiche giovanili, con particolare riguardo all’educazione alla Cultura e alla Cittadinanza e Costituzione, e, addirittura, per la sezione “Educazione e Tutela Ambientale” l’Istituto si è classificato al primo posto nazionale.

Un importante riconoscimento per l’Istituto, che si è distinto per la sua attiva partecipazione alla vita della comunità, ideando e sostenendo iniziative volte a promuovere il dialogo, la solidarietà e il rispetto dei diritti di tutti.

Grazie a questo approccio gli studenti sono diventati attivi protagonisti del loro territorio, facendo emergere idee innovative e costruendo una cittadinanza attiva e consapevole, che ha consentito loro di raggiungere un traguardo molto prestigioso.

Nel corso dell’anno scolastico, i ragazzi hanno avuto accesso a risorse digitali relative a tematiche di Educazione Civica (educazione alimentare, Costituzione, bullismo, corretto utilizzo delle tecnologie e molto altro) e, guidati dai loro docenti, hanno studiato, discusso, memorizzato e infine hanno partecipato alla gara nazionale conquistando la medaglia d’argento.

Il dirigente scolastico Ivano De Luca

«La premiazione in Senato», commenta il dirigente scolastico prof. Ivano De Luca, «rappresenta un importante riconoscimento per la scuola e la sua comunità di riferimento. Si tratta di un successo che dimostra l’importanza dell’educazione alla cittadinanza attiva e il valore del sostegno a tutte le iniziative che incoraggiano il coinvolgimento dei giovani nella costruzione del futuro».

Gli studenti, decollati da Brindisi alla volta di Roma questa mattina all’alba, sono accompagnati in questa esperienza da una rappresentanza dei genitori, «a significare la sinergia tra scuola e famiglia nell’impegno comune per la formazione».

La premiazione a Palazzo Madama permette al territorio di veder valorizzato l’intenso lavoro svolto da alunni e docenti, ad iniziare dalla prof.ssa Daniela Verardo referente di Educazione Civica dell’Istituto Comprensivo di Andrano, per la quale «è stata una bellissima esperienza guidare i ragazzi in questa competizione, contribuire alla loro formazione di cittadine e cittadini attivi che diffondono principi di appartenenza, di integrazione e di legalità. Grazie all’esemplare impegno dei ragazzi e di tutti i docenti potremo vivere questa fantastica giornata in uno dei palazzi della nostra democrazia».

Alla premiazione partecipa tutta la Masterclass formata da 25 alunni: Lorenzo Accogli, Mariada Accogli, Sofia Grazia Accogli, Danila Aragosa, Mattias D’ Agostino, Aurora Ferraro, Martina Garrapa, Alessandro Giorgiani, Jennifer Lillo, Ramona Luceri, Benedetta Martella, Alessandro Mastroleo, Gioele Mastroleo, Graziana Minonne, Mariarita Mita, Chiara Musarò, Beatrice Musarò, Loris Musarò, Barbara Nardone, Daniele Panico, Gloria Rizzello, Greta Rizzo, Marialucia Urso, Matteo Urso, Alberto Varrazza .

Della spedizione fanno parte oltre al dirigente Ivano De Luca, le prof.sse Daniela Verardo, Rocchetta Pisanò, Stefania Dragone e Graziella Giaffreda e una delegazione di genitori.

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