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Cronaca

Abusata dal padre partorì una bimba: nuovo processo, accuse anche per la madre della vittima

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A processo entrambi i genitori della ragazza (oggi 31enne) del basso Salento che, in età poco più che infantile, finì vittima degli abusi sessuali di suo padre fino a rimanere incinta due volte.





Il 21 maggio la scioccante storia finirà nuovamente in tribunale dinanzi al giudice monocratico Elena Coppola. Dopo un lungo iter legale nel quale ci si è soffermati sul DNA della bambina partorita dalla presunta vittima degli abusi, appurando a tutti gli effetti la paternità, i due si dovranno difendere dall’accusa di sequestro di persona. Per il padre accuse anche di maltrattamenti, violenza privata e minacce.





Inchiesta bis





Si tratta del secondo filone giudiziario, seguente al primo che ha già visto l’uomo condannato, per le sue condotte, a 30 anni in primo grado, ridotti poi in Appello a 17.





Direttamente collegato alla prima inchiesta, questo processo focalizza in particolare su due aspetti: in primis, il fatto che la moglie dell’uomo (ossia la madre della vittima) fosse a conoscenza di quanto accadeva tra le mura domestiche (e fosse partecipe, seppur con ruolo secondario, nelle persecuzioni a danno della figlia) ed in secondo luogo su una serie di comportamenti risalenti a pochi anni or sono (primavera-estate 2017) in cui il padre avrebbe perseguitato la figlia, minacciandola di morte alla presenza dei suoi bambini e controllando e sottraendole i suoi dispositivi elettronici (quali smartphone e telefono fisso), al fine di impedirle di entrare in contatto col suo compagno.




La figlia ed il suo nuovo compagno si sono costituiti parte civile. I due imputati sono rispettivamente difesi: lui dagli avvocati Luigi e Alberto Corvaglia; lei dall’avvocato Mario Coppola.





La condanna del marito





Compagno divenuto poi marito e su cui, a sua volta, pende una recente condanna: poche settimane fa è stato ritenuto colpevole di soprusi sempre a danno della medesima donna, sua moglie. Punito con 1 anno ed 8 mesi di reclusione, l’uomo, un 40enne del basso Salento, ha ottenuto la sospensione della pena.





L’avvio delle indagini





Le indagini partirono pochi anni or sono dopo la denuncia della vittima. Basandosi sui racconti della stessa, gli inquirenti ricostruirono quanto accaduto a partire dal 1995, quando era una bambina di appena 7 anni. Una lunga scia di abusi, minacce e violenze duranti 15 lunghissimi anni. Nei quali la giovane donna è rimasta incinta ben due volte. All’età di 15 anni fu costretta ad abortire, nell’ospedale di Gagliano, ed a tenere nascosta la verità. La seconda, a 20 anni, quando nacque il figlio sul cui DNA si è basato il processo che ha portato (dopo il primo arresto nel 2018) alla condanna del padre-orco.


Castrignano del Capo

Incidente e soccorsi a Castrignano del Capo

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Incidente stradale in pieno centro abitato questa mattina a Castrignano del Capo.

Due auto si sono violentemente scontrate all’incrocio tra via Rossini e via Pirandello.

All’origine del sinistro, una mancata precedenza all’altezza dell’intersezione citata.

Per una delle persone coinvolte, una donna, si è reso necessario l’intervento dei soccorsi. La signora è stata presa in carico dal personale sanitario di un’ambulanza a Corso sul posto. Le sue condizioni, comunque, non destano preoccupazioni.

Le due vetture sono rimaste considerevolmente danneggiate dall’impatto.per la loro rimozione è stato necessario l’intervento di un carro attrezzi.

La Polizia Locale ha effettuato i rilievi del caso per risalire alle responsabilità dell’accaduto.

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Cronaca

Omicidio di Galatone, in stato di fermo proprietario del terreno vicino a quello della vittima

Si tratta di un uomo di 45 anni, anche lui di Galatone. Avrebbe ammazzato il 66enne pensionato colpendolo con un’ascia, al culmine di una violenta lite

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Per tutta la notte è stato trattenuto e interrogato un uomo di 45 anni, proprietario del terreno vicino a quello di Sebastiano Danieli, il 66enne pensionato ammazzato ieri nei pressi del Convento della Madonna della Grazia a Galatone.

Cosimo Lojola, anche lui di Galatone, è fortemente sospettato di essere l’assassino di Danieli ed ora è in carcere, in stato di fermo. La furia omicida sarebbe esplosa al termine di una violenta lite scoppiata tra i due.

Altro punto importante: l’ex dipendente di un mobilificio del posto, in pensione da pochi mesi, sarebbe stato ammazzato non con una pietra come si pensava in un primo momento ma con un colpo d’ascia sferrato dietro la nuca.

L’arma del delitto è stata ritrovata nell’abitazione dove è stato rintracciato l’indiziato.

Secondo le testimonianze raccolte Lojola avrebbe in più occasioni minacciato Danieli.

I carabinieri che indagano per ricostruire nel dettaglio quanto avvenuto hanno  acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza delle abitazioni private vicine alla zona dove si è consumato il delitto.

Al momento Lojola non avrebbe rilasciato nessuna versione sull’accaduto.

Nella foto in alto la campagna dove si è consumato l’omicidio di Sebastiano Danieli

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Attualità

Incendi d’estate, sindaci avvisati

Il Prefetto Nicolino Manno raccomanda ad ogni amministrazione, organismo ed ente coinvolto nell’Attività di pianificazione, prevenzione e lotta agli incendi boschivi e di interfaccia di mettere in atto le misure previste

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Dopo l’incontro in Prefettura, il Prefetto Nicolino Manno “avvisa” gli amministratori e si raccomanda affinché vengano prese tutte le misure necessarie previste nell’Attività di pianificazione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi e di interfaccia.

«In attesa dell’individuazione del periodo di grave pericolosità da parte della Regione», premette il Prefetto, «si richiamano i compiti, le responsabilità e le iniziative che ogni amministrazione, organismo ed ente, coinvolti a vario titolo nelle attività di pianificazione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi e di interfaccia, devono assumere al fine di una più efficace attività di mitigazione del rischio incendi.

Al riguardo, si rinnovano le raccomandazioni di seguito riportate, oggetto dell’incontro operativo che ha visto il coinvolgimento delle amministrazioni comunali, di enti e organismi scientifici, tra i quali il Dipartimento di Ingegneria delI’Università del Salento e la Fondazione CMCC di Lecce, dei Rappresentanti della Protezione Civile Regionale e dei vertici delle Forze di Polizia e Forze Armate presenti sul territorio».

In particolare, è emersa la «necessità di una maggiore attenzione da parte delle amministrazioni comunali per tutte le attività preventive e di pianificazione che devono essere attuate entro il prossimo mese di maggio e comunque prima dell’inizio della stagione estiva e delle alte temperature».

Si fa riferimento a «tutte le attività di pulizia dei fondi rurali, dei terreni incolti e/o abbandonati e, conseguentemente, alle attività di controllo ed eventuale sanzionamento con ordinanza “in danno”, rivalendosi sui proprietari privati inadempienti».

Inoltre, come raccomandato da FS Security, «si sollecitano le amministrazioni comunali ad emettere le ordinanze sindacali contingibili e urgenti, con obbligo a carico dei privati cittadini proprietari di terreni confinanti con la sede ferroviaria, affinché provvedano a tutte le attività di pulizia e sfalcio dei relativi terreni evitando, in tal modo, criticità al sistema dei trasporti su rotaia e pericolo per la pubblica e privata incolumità».

È, altresì, «necessaria ogni altra attività post-incendio riguardante l’aggiornamento del catasto incendi e dei Piani Urbanistici Generali, anche al fine di evitare l’elusione della prescrizione normativa di divieto assoluto di edificabilità sui terreni percorsi dal fuoco per i successivi dieci anni».

È anche fondamentale che ogni amministrazione provveda con cadenza periodica all’aggiornamento dei “Piani comunali o intercomunali di Protezione civile”, «con l’elaborazione di specifici “Piani di emergenza” per gli insediamenti, le infrastrutture e gli impianti turistici, anche temporanei, prossimi ad aree boschive o di vegetazione suscettibile di innesco e propagazione dell’incendio».

Anche «le iniziative di informazione e formazione rivolte alla cittadinanza, al fine di garantire la conoscenza dei comportamenti da seguire e delle aree di raccolta della popolazione in caso di evacuazione, risultano avere un ruolo chiave nella gestione delle emergenze da incendi».

Il Prefetto richiama, inoltre, l’attenzione sulla «necessità della preventiva comunicazione, da parte delle amministrazioni comunali al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, riguardante l’esatta collocazione dei punti di rifornimento idrico, da garantire sempre in efficienza mediante una continua attività manutentiva».

Le fonti idriche possono individuarsi in vasche, piscine, riserve idriche a cielo aperto oppure in tratti di acquedotto allestiti con attacchi di prelievo di adeguate caratteristiche e prestazioni idrauliche, così come raccomandato dal Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Lecce.

Non meno importante risulta essere la continua azione di prevenzione e contrasto con le squadre di Volontari di Protezione Civile, che nei territori comunali devono essere «immediatamente operative e debitamente formate al rischio per una efficace azione di controllo e pronto intervento».

Allo stesso modo, una particolare attenzione è da riservare alle aree boscate adibite a parcheggio pungo i litorali e le località turistico-balneari le quali «devono essere presidiate da operatori di protezione civile formati e dotati di strumenti e mezzi utili a garantire un immediato intervento».

Il Prefetto Manno rinnova l’invito a sindaci e commissari, nella loro qualità di autorità territoriali di protezione civile, ad «eseguire ogni opportuna attività volta alla mitigazione del rischio incendi nonché a vigilare, nell’ambito dei rispettivi territori, su ogni potenziale situazione di rischio» ed a «disporre, per il tramite della Polizia Locale e dei competenti Uffici comunali, ogni adempimento necessario a far sì che anche i privati proprietari di terreni insistenti sul territorio comunale di rispettiva competenza effettuino le opere di bonifica necessarie a mitigare il rischio».

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