Connect with us

Cronaca

Da Tricase a Scorrano per guarire da un tumore: la posizione del “Card. Panico”

Una nota della direzione sanitaria chiarisce: «Perché la paziente e i suoi congiunti si siano voluti rivolgere ad altro Ospedale non ci è dato sapere e non ci è stata mai fornita spiegazione, a parte il discredito giornalistico e la denuncia penale ma attendiamo fiduciosi l’esito delle verifiche, sicuri del nostro operato. Nel campo le equipe medico-chirurgiche dell’Ospedale “Card. G. Panico” tra le migliori d’Italia»

Pubblicato

il

In merito alla denuncia dei familiari di una paziente affetta da tumore emigrata all’ospedale di Scorrano, arriva la replica del nosocomio tricasino con una nota della direzione sanitaria del “Cardinale Panico”.


«Della storia qui narrata», si legge, «avevamo già letto».


Poi il rilancio di notizia in questo mese in concomitanza alla denuncia penale dei congiunti della paziente «che evidentemente ha ritenuto che i sanitari dell’Ospedale Panico abbiano commesso errori nelle cure fornite».


«Questa iniziativa», prosegue la nota della direzione sanitaria del “Panico”, «è un diritto del cittadino e certamente consentirà di mettere in chiaro la successione dei fatti e degli eventi con le conseguenze che si avranno eventualmente anche verso coloro che, intenzionalmente o inavvertitamente, avranno creato ingiustificato allarme e/o formulato accuse calunniose a professionisti seri e coscienziosi».


Poi la versione dei fatti vista dall’ospedale tricasino: «A Tricase conosciamo la paziente a fine novembre 2021, quando perviene al nostro Pronto Soccorso, dopo essere transitata dal Pronto Soccorso dell’Ospedale “V. Fazzi” di Lecce (se ne tenga conto!). Viene accolta in ricovero nel nostro Ospedale dove, nel giro di una settimana, riceve l’inquadramento diagnostico e le prime cure. Da questo momento in poi viene seguita nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per la patologia di cui era affetta e per la quale siamo uno dei centri di riferimento regionali della Rete Oncologica Pugliese (ROP). La paziente esegue visite specialistiche a cadenza pressoché settimanale/mensile inclusi raffinati esami genetici finalizzati alla terapia di precisione e personalizzata, prima dell’intervento chirurgico definitivo, secondo i protocolli internazionali più avanzati. Nessun approccio chirurgico demolitivo fu infatti intrapreso precipitosamente a Tricase. Il PDTA ha previsto una fase di terapia medica definita neo-adiuvante per poi passare alla fase chirurgica per la massima conservazione degli organi interni. Il periodo di terapia medica ha anche richiesto adeguamenti del protocollo data la comparsa di altra patologia (indipendente da quella di cui si narra) che ha modificato la tollerabilità dei trattamenti da parte della paziente. In aprile 2022, la paziente fu da noi invitata a presentarsi ad un consulto presso l’Ospedale Sant’Orsola di Bologna (Centro di riferimento nazionale per la patologia da cui si narra). Detto Centro concludeva il consulto: “crediamo sia opportuno insistere con la terapia” già intrapresa a Tricase. Alla vigilia della fase chirurgica (comunque necessaria per rimuovere il tumore residuo) la paziente non si è più resa disponibile alle nostre cure decidendo di affidarsi, senza preavviso e comunicazione, ad altro Ospedale salentino non incluso tra i centri Hub della Rete Oncologica Pugliese».

Le notizie diffuse a mezzo stampa riportano qualche giorno fa che per la paziente “la svolta, come in una favola, arriva quando, alla fine di maggio, sui mezzi d’informazione viene pubblicata la notizia dell’utilizzo, nel reparto di Chirurgia Generale dell’ospedale di Scorrano, della tecnologia 3D per la pianificazione e la gestione di interventi di chirurgia complessa che consente al chirurgo di interagire con la ricostruzione tridimensionale dell’anatomia del paziente ottenendo così una migliore percezione visuo-spaziale durante l’intervento. La moglie e il marito raggiungono l’ospedale e i medici analizzano la compatibilità tra il suo caso e la nuova metodologia.Signora il suo problema si cura solo con l’intervento chirurgico; lo avrebbe già dovuto fare; stia tranquilla; le salverò lo stomaco; si fidi di me” si sente dire M. E Nella giornata di mercoledì 2 giugno viene finalmente eseguito l’intervento. L’equipe medica non solo salva l’asportazione dello stomaco della paziente ma anche l’esofago con un’operazione in laparoscopia senza provocare alcun tipo di danni. Per quella diagnosi così affrettata, però, qualcuno probabilmente dovrà dare spiegazioni dopo la denuncia depositata dai familiari della donna.


«Perché la paziente e i suoi congiunti si siano voluti rivolgere ad altro Ospedale non ci è dato sapere e non ci è stata mai fornita spiegazione, a parte il discredito giornalistico e la denuncia penale», evidenziano dal “Cardinale Panico”, «ma attendiamo fiduciosi l’esito delle verifiche, sicuri del nostro operato. Per parte nostra è importante precisare che le modalità di trattamento e i dati di efficacia delle nostre cure nel campo della patologia della paziente si commentano da sole, visto che collocano le equipe medico-chirurgiche dell’Ospedale “Card. G. Panico” tra le migliori d’Italia per numerosità di pazienti trattati e per risultati ottenutiper documentazione si invita a consultare il Piano Nazionale Esiti di Agenas-Ministero della Salute, da mettere a confronto, con tutto il rispetto, con l’Ospedale di Scorrano»).


«In riferimento alle tecnologie implementate presso l’Ospedale “Card. G. Panico” di Tricase, tra i primi in Puglia, sono diversi anni che annoveriamo la chirurgia laparoscopica con tecnologia 3D e 4K e la chirurgia robotica», concludono dalla direzione sanitaria dell’ospedale di Tricase, «per noi si tratta di procedure ordinarie, anche se di avanguardia. Tutto quindi, tranne interventi che espongono all’asportazione ingiustificata di organi o tessuti… I cittadini e pazienti che per le cure continuano a rivolgersi numerosi ai sanitari dell’Ospedale di Tricase possono continuare a mantenere la massima fiducia sulla loro serietà e affidabilità».


Cronaca

Fornello resta acceso in cucina: incendio in abitazione a Miggiano

Illesa la proprietaria di casa che non si era accorta del fumo: ad allertarla, il parroco di passaggio

Pubblicato

il

Incendio in una privata abitazione a Miggiano nella serata di ieri.

Spavento per un’anziana del posto che, inizialmente, non si era accorta dell’accaduto. E’ stato il parroco, di passaggio davanti alla sua casa, a notare la fuoriuscita di fumo nero e ad allertarla. Poi, la chiamata al 115 che ha fatto accorrere sul posto i vigili del fuoco del Distaccamento di Tricase.

Le fiamme, divampate in cucina, sarebbero state causate da un fornello del piano cottura rimasto accesso. Nessuna conseguenza per la donna.

Continua a Leggere

Attualità

Racale, autovelox mobili sulle vie per il mare: da ottobre i test

Il sindaco Antonio Salsetti: «Troppi incidenti. Non è un escamotage per fare cassa. Ci auguriamo solo che la presenza dei dispositivi mobili porti consiglio in modo che quelle strade risultino più sicure per tutti»

Pubblicato

il

Troppa imprudenza sulle strade così Racale corre ai ripari e, a partire dal prossimo mese, si effettueranno i test per gli autovelox mobili da utilizzare sulla via di Torre suda, in direzione Ugento e verso Melissano.

I controlli secondo quando stabilito dalla giunta saranno affidati alla polizia locale che verificherà il rispetto dei limiti di velocità lungo diverse strade del territorio comunale.

Non è ancora stato stabilito un controllo ma, assicurano, dalal giunta comunale, le postazioni mobili di controllo saranno pubblicizzate attraverso il sito internet dell’Ente.

Per il sindaco Antonio Salsetti la decisione non era più differibile: «Troppi incidenti anche dagli esiti funesti. Come accaduto per Alessandro Verardi, il giovane farmacista che ha perso la vita il 18 dicembre 2022 lungo la provinciale 202. Famiglie e cittadini ci hanno sollecitato chiedendoci di intervenire. Prima dell’estate abbiamo effettuato i primi test sulla via per Torre Suda e su quella per Ugento e già in quell’occasione sono emerse criticità riguardo possibili sanzioni da elevare. Quella dellautovelox mobile diventa una decisione inevitabile per ridurre la velocità degli automobilisti su quelle strade». Il sindaco Salsetti ci tiene a chiarire che «non è un escamotage per fare cassa. Ci auguriamo solo che la presenza dei dispositivi mobili porti consiglio in modo che quelle strade risultino più sicure per tutti».

L’idea alla fine dei test è quella di chiedere all’Osservatorio per la sicurezza stradale della Prefettura di poter installare un autovelox fisso su quelle vie.

*foto in alto di repertorio
Continua a Leggere

Cronaca

Abusò della fidanzata che rimase incinta: condannato 26enne

La sentenza ha inflitto 4 anni e 6 mesi per violenza sessuale aggravata e continuata

Pubblicato

il

Rimase incinta dopo esser stata costretta a rapporti sessuali dal suo fidanzato: arriva la condanna del ragazzo, di Gagliano del Capo, a 4 anni e 6 mesi di reclusione.

E’ quanto deciso dal collegio della prima sezione nella giornata di ieri a margine di un iter giudiziario che ha mosso i primi passi dopo la denuncia della vittima ai carabinieri.

I fatti risalgono al periodo tra l’agosto ed il dicembre 2019. La ragazza fu costretta ad un rapporto sessuale in prossimità di un casolare abbandonato quando era ancora minorenne. Poi ancora, alcune settimane dopo, all’interno di casa sua. Per scoprire, in seguito, di essere incinta proprio del 26enne che aveva abusato di lei.

Le indagini scattate dopo la querela per il reato di violenza sessuale aggravata e continuata hanno portato il pubblico ministero a chiedere 7 anni e 6 mesi di reclusione. La prima sentenza ne ha inflitti 4 e mezzo: si attenderà ora di capire se, dopo che verranno depositate le motivazioni (entro 60 giorni), l’imputato presenterà o meno ricorso.

Disposto anche il risarcimento del danno in separata sede e una provvisionale di 30mila euro in favore della vittima che si era costituita parte civile.

Continua a Leggere
Pubblicità

Più Letti

Copyright © 2019 Gieffeplus