Alezio
Osterie d’Italia 2023: tra le “chiocciole” 4 ristoranti nostrani
Con una new entry da Tricase: i dati
114 osterie in guida di cui 4 novità e 20 chiocciole: questi i numeri della Puglia nella nuova edizione di Osterie d’Italia.
Torna lo storico sussidiario del mangiarbere all’italiana: disponibile in tutte le librerie e sullo store online di Slow Food Editore, la trentatreesima edizione di Osterie d’Italia racconta la ristorazione italiana più autentica e di qualità attraverso le visite e le recensioni di più di 240 collaboratori sparsi in tutta Italia, in una rete fitta e capillare.
La nuova edizione raccoglie 1730 indirizzi di osterie, agriturismi, enoteche con cucina e ristoranti segnalati per la cucina territoriale, la rigorosa selezione degli ingredienti e il prezzo giusto, e introduce tre nuovi simboli per raccontare in modo più ampio e dettagliato l’offerta dei locali recensiti: il simbolo del pane, assegnato alle osterie con un eccellente cestino del pane e di prodotti da forno, autoprodotti o reperiti da fornai di qualità; il simbolo dell’olio, ai locali che valorizzano l’olio extravergine d’oliva sia a tavola che in cucina, secondo una selezione oculata di prodotti d’eccellenza e rappresentativi del territorio; il riconoscimento del Bere Bene, assegnato a quelle osterie che offrono, accanto o in sostituzione a una valida proposta di vini, una selezione di bevande alcoliche e non – birre artigianali, distillati, cocktail ma anche succhi, estratti e infusi – scelti con attenzione e personalità.
Puglia: la panoramica 2023
La Puglia è diventata una meta importante del turismo nazionale e internazionale, apprezzata per l’autenticità dei luoghi e per la cordialità della popolazione. Ai margini dei grandi interessi commerciali e turistici, la regione conserva da tempo i tratti caratteristici della cultura contadina sia nel paesaggio che nello stile di vita, e ancora di più nella cucina dallo stile lineare, senza fronzoli, basata su materie prime di grande qualità e fortemente caratterizzanti.
Emblematica in questa dinamica la funzione delle masserie pugliesi, luoghi dove si sono consumate grandi sofferenze legate al lavoro della terra e al controllo dei latifondisti, luoghi di cui ci si vergognava, ora giustamente riconosciuti come il fiore all’occhiello dell’accoglienza locale.
Declinate in differenti stili, si va dai boutique hotel e dai ristoranti degli alberghi cinque stelle, destinati a una clientela facoltosa, alle osterie (le nostre preferite) che mantengono quasi inalterata l’anima e il respiro della cultura contadina, con una proposta culinaria che celebra le culture del territorio e le materie prime animali e vegetali spesso autoprodotte.
Le chiocciole della Puglia
Le Macare –Alezio (LE)
Antichi Sapori – Andria
PerBacco – Bari
Antica Osteria La Sciabica – Brindisi
Casale Ferrovia – Carovigno (BR)
Cibus – Ceglie Messapica (BR)
‘U Vulesce – Cerignola (FG)
La Bottega dell’allegria – Corato (BA) – nuova chiocciola
La Cuccagna – Crispiano (TA)
La Taverna del Duca – Locorotondo (BA)
Canneto Beach 2 – Margherita di Savoia (BT)
Masseria Barbera – Minervino Murge (BT)
L’Antica Locanda – Noci (BA)
Peppe Zullo – Orsara di Puglia (FG)
La Piazza – Poggiardo (LE)
Botteghe Antiche – Putignano (BA)
La Fossa del Grano – San Severo (FG)
La Locanda di Nonna Mena – San Vito dei Normanni (BR)
Taverna del Porto – Tricase (LE) – nuova chiocciola
Ristorante Lilith – Vernole (LE)
I numeri della guida
1730 osterie, agriturismi, enoteche con cucina e ristoranti segnalati più di 240 collaboratori sparsi su tutto il territorio italiano, 139 novità, 270 locali premiati con la Chiocciola per l’eccellente proposta e per l’ambiente, la cucina e l’accoglienza in sintonia con Slow Food, 126 locali premiati con il Bere Bene, un nuovo riconoscimento per la curata selezione di bevande: birre artigianali, succhi, infusi, cocktail e distillati, 450 locali premiati con la Bottiglia per la curata selezione di vini.
Alezio
Scoperta discarica abusiva, denunciato imprenditore
Su terreno agricolo ammassati e livellati 1.700 metri cubi di rifiuti. Area sequestrata
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La campagna di controlli per contrastare gli abusi edilizi e la gestione illecita dei rifiuti nel Salento continua, ogni giorno e senza soste, da parte dei Carabinieri Forestali lotta senza quartiere dei Carabinieri Forestali.
Operazioni come Another Brick hanno evidenziato il fenomeno degli interventi edilizi nella zona del Capo di Leuca, aggirando il vincolo paesaggistico che tutela gran parte di quel territorio.
L’ultimo episodio, invece, riguarda un’altra zona, anch’essa vincolata ai sensi del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale, quella dell’ entroterra gallipolino.
Nel corso di un pattugliamento mirato, i Carabinieri Forestali del Nucleo di Gallipoli hanno infatti individuato, all’ interno di un fondo rustico di Alezio, un’imponente massa di materiale lapideo, in gran parte rifiuti da demolizioni edili, depositati e livellati in superficie, ricoprendo un’area di circa 850 metri quadri, per un volume stimato in 1.700 metri cubi.
I militari hanno individuato nel proprietario del terreno, imprenditore del settore della gestione dei rifiuti, l’autore della realizzazione, di fatto, di una discarica abusiva, nella forma di un terrapieno, e quindi di un intervento edilizio, in zona vincolata per il paesaggio.
All’uomo, deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Lecce, sono stati contestati i reati di cui all’ art. 256, commi 1, 2 e 3 del Decreto Legislativo 152 del 2006 (Testo Unico Ambientale) per gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva, nonché all’ art. 181, comma 1 del Decreto Legislativo 42 del 2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio) e all’ art. 44, comma 1, lett. c) del Decreto del Presidente della Repubblica 380 del 2001 per intervento edilizio in zona vincolata in assenza di permesso di costruire e di autorizzazione paesaggistica.
Tutta l’area della discarica abusiva è stata sottoposta a sequestro preventivo, di iniziativa dei Carabinieri Forestali.
Alezio
Serravezza della Lilt: “Bisogna cambiare paradigma, tornate in campagna, coltivate sano”
Nonostante le cure, i passi da gigante fatti dalla ricerca, le morti sono in leggera crescita rispetto a 40 anni fa. E parliamo dei tumori al seno, perché se tocchiamo altre neoplasie, come quelle allo stomaco, al pancreas, ed altre è un’ira di Dio: sono tutte in aumento!
intervista esclusiva
Giuseppe Serravezza della LILT: “Qui si muore più che altrove”
«Sono stanco di ripetere sempre le stesse cose, diciamoci la verità, fuori dai denti: il mercato vuole i malati!».
Questa la risposta, laconica, ricevuta dal dott. Giuseppe Serravezza, 73 anni, a commento di una trasmissione televisiva, andata in onda la sera prima, che affrontava il tema delle dipendenze, della malattia e dei tumori e che la dice lunga sul pensiero critico dello stesso.
Sempre pronto, disponibile all’ascolto, gentile ma prone alla lotta contro il cancro, (battaglia che conduce da decenni con discreto successo), Serravezza, ci accoglie nella sede della Lilt di Casarano, pronto a difendere con vigore quella che, da 31 anni, è la sua creatura ed i suoi malati: l’associazione provinciale Lilt di Lecce.
«È uno sconforto vedere, sentire che l’OMS, il Ministero della Salute e tutti gli attori deputati sono pronti a denunciare, a parlare di questi scottanti temi. Il risultato finale qual è? Non se ne fa nulla».
Ci scatta una foto della situazione nel Salento?
«Siamo in controtendenza: nella nostra provincia, nel 2021, si sono registrati 2.482 decessi per tutti i tipi di tumore, contro i 2.360 dell’anno precedente; tradotto si ha un tasso ‘grezzo’, per 10mila abitanti, pari al 31,99%, nettamente superiore rispetto alla percentuale nazionale, che si attesta sul 29,43%, ed a quello pugliese del 27,36%».
È un triste ritornello: “Qui si muore più che altrove”.
«Gli ultimi dati Istat disponibili ci rivelano che la “strage silenziosa” continua. Allarmante è il dato del primato nazionale per mortalità del tumore del polmone in provincia. In salita anche i tumori della vescica (in entrambi i sessi), e del tumore al seno per le donne. Pensa, solo nel 2021 sono morte, per il cancro alla mammella, 162 donne».
Vogliamo parlare di politica?
«Parliamo delle scelte scellerate di certi politici. Proprio qualche sera fa ho avuto modo di parlare alla gente di Lequile, a proposito della costruenda centrale a biometano che sarebbe dovuta nascere nel territorio, sulla strada per Copertino, e dicevo loro: “È ora di aprire gli occhi, nulla si muove per caso, dietro ci sono sempre convenienze e accordi politici”.
Questi signori (le aziende), vengono a bussare dove sanno che qualcuno gli aprirà. Vengono a raccontarci frottole, a proporre follie. Ci stanno prendendo per i fondelli: coltivare mais, colza, ecc. per poi bruciare e produrre biometano… ma di cosa stiamo parlando? Con la desertificazione in atto, non potrà mai funzionare.
Noi dobbiamo ritornare al passato, invertire la tendenza, praticare una agricoltura sana, quella dei nostri nonni, senza utilizzare concimi, fosfati e quant’altro!».
Anche nel Salento sono in aumento i casi di tumore tra i giovani?
«Certo, tutti i dati lo dimostrano: la generazione X (nati fra il 1965 ed il 1980) e i millennials (metà anni ottanta e i primi anni 2000), hanno un rischio maggiore di ammalarsi, rispetto alle generazioni precedenti, di 17 tipi di tumore.
Mi lasci precisare, dopo questi numeri da Cassandra, e dare speranza: oggi nel Salento l’80% delle donne che si ammalano al seno guarisce!
Tanto più guarisce se vi è una diagnosi precoce, che non è fare prevenzione: la prevenzione la possiamo fare ai bambini o a quelli ancora nel grembo materno, il nostro destino è già segnato.
Oggi su 60mila donne che si ammalano di cancro al seno in Italia, l’80% guarisce, mentre, 40 anni fa, su 20mila che si ammalavano, il 50% moriva».
Lo reputa un successo questo?
«Certo, per la scienza! Di fatto, però, è una sconfitta per noi medici. Perché, nonostante le cure, i passi da gigante fatti dalla ricerca, le morti sono in leggera crescita rispetto a 40 anni fa. E parliamo dei tumori al seno, perché se tocchiamo altre neoplasie, come quelle allo stomaco, al pancreas, ed altre è un’ira di Dio: sono tutte in aumento!
Bisogna cambiare la strategia, fare prevenzione seria, concreta, indire una battaglia alle cause, chiedersi: perché mi sono ammalato? Che tipo di vita conduco? Bandire il fumo, l’alcool, la cattiva alimentazione che provoca obesità, le diete ricche di grassi».
Ci spiega cosa è il Centro Ilma?
«È una sfida del Salento al cancro. Un Istituto polifunzionale per la ricerca e la prevenzione dei tumori (e si trova sulla provinciale Gallipoli-Alezio). È un progetto di iniziativa popolare, preciso, senza soldi pubblici, che costa all’incirca 10 milioni di euro. Si farà prevenzione e ricerca. è un ospedale per sani e, speriamo, sarà in funzione dal 2025 ».
Diceva del fattore ambientale.
«Il fattore ambientale è determinante, al di là della genetica. Sappiamo che un 3-4% dei tumori può essere ereditario, è provato, ma il continuo aumento della malattia coincide soprattutto con l’aggravamento dal contesto in cui viviamo.
Infatti, ciò che faremo in quella struttura, sarà anche cercare di capire le cause e monitorare, paese per paese, ogni tre anni con dei dati, lo stato di salute dei cittadini.
Vivo quotidianamente con pazienti che hanno il cancro al seno e sapete cosa mi dicono? Maledetto il giorno che sono guarita!».
Come mai, dottore?
«Perché e una vita di m… mi rispondono, non è più vivere! Noi siamo responsabili del destino dei nostri bambini, sappiatelo: è nelle nostre mani. Non fare nulla è un crimine! Stiamo offrendo loro un futuro malato.
L’epigenetica oggi ci dice che fattori come l’età, l’esposizione a contaminati ambientali chimici e fisici, la dieta, ecc., possono cambiare dei geni senza modificare la sequenza del DNA.
L’ambiente agisce sui nostri geni in diversi modi, attraverso ciò che mangiamo, che respiriamo, che viviamo. Il luogo in cui abitiamo, la qualità del cibo, le esperienze di vita, la qualità delle cure materne, il supporto sociale, le emozioni che proviamo, influenzano la nostra biologia».
Cosa fare per chi è in difficoltà?
«Informarsi. Oggi abbiamo tutti i mezzi. Possibilmente parlare con il contadino che abbiamo nelle vicinanze e assimilare le sue abitudini. Non entrare mai in nessun supermercato! Specialmente le mamme con i bambini, tenersi alla larga dalla grande distribuzione: li c’è tutto, cibi processati e confezionati con veleni, da paura!
La pizza surgelata, mai!
Tu mamma devi fare una pizza genuina ai tuoi figli! Non la sai fare?! Fatti aiutare dalla nonna, dalla zia, da chi ha conoscenze. Purtroppo, siamo diventati una società di edonisti ed egoisti, drogati di benessere e così stiamo uccidendo le generazioni future: ci preoccupiamo più della nostra salute (anche a 90 anni) di quella dei nostri nipoti!
Tornate in campagna, coltivate in modo sano, genuino, come si faceva una volta, praticate il buon senso ed informatevi, questo vuol dire ambiente e salute».
Quanti sono i Lilt Point nel Salento?
«Siamo presenti in 34 centri del Salento, oltre ad una pletora di medici che contribuiscono a diffondere il verbo. Trovate tutto sul sito www.legatumorilecce.org.
Ci vogliono politici illuminati, che abbiano il coraggio di cambiare. Ad esempio, nelle mense, negli asili, nelle scuole basta con questi pranzi precotti. Bisognerebbe tornare alla natura, comprare da chi produce biologicamente come si faceva una volta, anche se i risultati non sarebbero immediati ma li vedremmo fra 10-15 anni».
Un messaggio di speranza?
«Bisogna crescere culturalmente, fare una rivoluzione culturale, informarsi. Siamo noi che cambiamo il mondo. Come mai nei Paesi del nord, in Germania, nei Paesi Scandinavi, in Francia, ecc. non si possono vendere prodotti contenenti ciclammato, aspartame, ecc. mentre si vendono da noi, in Bulgaria, in Grecia? Questo grida vendetta a Dio. Bisogna conoscere ed informarsi, la conoscenza scientifica deve viaggiare di pari passo con il buon senso del contadino, solo così scorgo un futuro».
Alezio
“L’amore necessario” a Tuglie
Marcello Veneziani,ospite affezionato della rassegna culturale Anno Zero organizzata dalla neo Sindaca Silvia Romano, mercoledì sera
Mercoledì 4 settembre ritorna a Tuglie Marcello Veneziani,ospite affezionato della rassegna culturale Anno Zero organizzata dalla neo Sindaca Silvia Romano, presenterà “L’amore necessario”.
La rassegna di arte, teatro, cultura e spettacolo ha visto, nel corso dei mesi estivi, protagonisti bambini, famiglie, amanti del teatro, del rock e proprio giorni fa, anche della musica Jazz con lo straordinario concerto del grande Gegè Telesforo che ha incantato il pubblico presente in piazza.
Sarà ancora una volta Piazza Garibaldi, con la sua bellezza, l’atmosfera intima ed accogliente, l’agorà che ospiterà la presentazione del libro di Marcello Veneziani “L’amore necessario” (da Marsilio editori), dialogherà con lui la sindaca Silvia Romano e l’avvocato Luciano De Francesco dell’associazione Idee a Sud Est partner del progetto.
“L’amore necessario”: nella società del disamore, del narcisismo e dei desideri egoistici illimitati, in cui «Io ama Io» e contano solo la tecnica e il mercato, non resta che ricominciare dall’amore, oltre se stessi. Veneziani dopo aver affrontato la disperazione assumendola come punto di partenza anziché d’arrivo, dopo aver smascherato la cappa che incombe sulla nostra società, soffoca la libertà, la dignità e l’intelligenza e ci rende scontenti, approda alla sfida più ardua: indicare una via d’uscita dalla solitudine e dal nichilismo, che faccia ritrovare la gioia di vivere e di essere al mondo, in armonia con l’universo e la nostra anima. Nel suo ultimo libro al lettore offre pagine vitali e suggestive, in cui si intrecciano esperienze, storie e riflessioni, con intelletto d’amore. «Quando avverti che tutto sta crollando, non resta che ripartire da ciò che salva, che genera, che unisce, che origina. Dall’amore necessario. «Amare è prediligere, aver cura, volere il bene, per sempre. Amare persone, mondi, natura, principi e visioni. Amore dell’essere, rispetto a chi insegue la tentazione del non essere».
Marcello Veneziani originario di Bisceglie vive tra Roma e Talamone, giornalista ha collaborato con i più importanti quotidiani e settimanali, ha creato e diretto diverse riviste, ha scritto a lungo su Il Giornale, chiamato da Montanelli e poi da Feltri, attualmente è editorialista de La Verità e di Panorama ecommentatore della Rai.
Autore di vari saggi di filosofia, letteratura e cultura politica negli ultimi anni ha affrontato temi più esistenziali. A Tuglie presenterà la sua ultima fatica letteraria “L’amore necessario”, libropubblicato da Nodi Marsilio Editori a gennaio 2024.
Il prossimo appuntamento è per giovedì 5 settembre con Franco Chiarello e la presentazione del suo volume “Franco Cassano a passeggio sui confini”. Franco Chiarello, ordinario di sociologia dei processi economici e del lavoro all’Università di Bari,illustrerà il suo saggio su Franco Cassano, instancabile esploratore di territori di confine, di quelle linee che separano e al tempo stesso connettono popoli, nazioni e culture. A partire dal confine a lui più prossimo, il lungomare di Bari, luogo principe delle sue lunghe passeggiate, dove terra e mare si incontrano e si toccano.
«Sono onorata –dichiara la sindaca Silvia Romano- di concludere la rassegna culturale Anno Zero, che mi vede per la prima volta nella carica di sindaca del mio comune, con la presenza nella nostra cittadina di personaggi di spessore culturale molto alto e nomi altisonanti come Marcello Veneziani e Franco Chiarello. Ildibattito sarà affrontato nel nuovo spazio “Agorà”, messo a disposizione di tutti i cittadini dall’amministrazione comunale, per ritornare a vivere la nostra Piazza come luogo di scambio culturale e di condivisione».
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