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Gagliano del Capo

53° Rally del Salento: oggi le ricognizioni

Domani mattina verifiche e shakedown. Domani sera la diretta TV della Prova Spettacolo

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Parte oggi con le operazioni “preliminari”, il “53° Rally del Salento” organizzato dall’Automobile Club Lecce con il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Lecce e del Comitato Regionale CONI.


Il Rally è valido per il FIA-CEZ, il Campionato Rally FIA del Centro Europa, per Campionato Italiano Rally W.R.C. e per la “Coppa Rally AciSport” – Zona 7 – oltre che per diversi altri Trofei monomarca. In coda al rally “moderno” ci sanno anche i partecipanti al “3° Rally Storico del Salento” valido per “Trofeo Rally Quarta Zona”.


Da segnalare, nel programma odierno, le ricognizioni autorizzate del percorso che permetteranno ai concorrenti di prendere confidenza con le Prove Speciali (i tratti di velocità cronometrati e chiusi al traffico), con i Trasferimenti (i tratti di strada regolarmente aperti al traffico che collegano le varie “parti” del percorso) e con i vari punti di “interesse” della gara: Partenza, Parco Assistenza, Riordini, Refuelling e Arrivo.


Questo il programma:



  • dalle 08.00 alle 22.00 apertura Segreteria (Pista Salentina di Torre San Giovanni di Ugento)

  • dalle 08.00 alle 22.00 apertura Centro Accrediti (Pista Salentina)

  • dalle 08.30 alle 10.00 consegna materiale per le ricognizioni (Pista Salentina)

  • dalle 10.00 alle 18.00 ricognizioni delle Prova Speciale Palombara” (Salve), Ciolo (Gagliano del Capo) e “Specchia

  • dalle 18.30 alle 20.30 ricognizioni PS Spettacolo “Pista Salentina”
  • dalle 12.00 alle 20.00 ingresso dei mezzi nel Parco Assistenza (Pista Salentina)


Domani mattina le verifiche seguite dallo shakedown, il test con le vetture in configurazione “gara”, e dalla PS Spettacolo “Pista Salentina”- Torre San Giovanni di Ugento (ore 20:05).


La Prova Speciale 1 “Pista Salentina” verrà trasmessa in diretta su ACI Sport TV a partire dalle ore 20:00 di venerdì 21 maggio.


Dirette radiofoniche sono state programmate, prima, durante e dopo la gara, dalle emittenti “MondoRadio” e “Radio Aurora”.


Secondo quanto previsto dai protocolli previsti per il contenimento della diffusione della SARS-CoV-2 il “53° Rally del Salento” si svolgerà “a porte chiuse”: tutte le aree interessate dalla manifestazione saranno interdette al pubblico.


(*Foto in alto di Leonardo D’Angelo: Corrado Pinzano e Marco Zegna su Skoda Fabia, quarti assoluti e primi di classe R5 al Rally del Salento edizione 2019).


Gianluca Eremita


 


Andrano

Ricci di mare, la Puglia vota il fermo pesca (tre anni)

La norma impone il divieto di prelievo, raccolta, detenzione, trasporto, sbarco e commercializzazione degli esemplari di riccio di mare e dei relativi prodotti derivati freschi

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Prima o poi doveva accadere.

Chi tra di voi, un po’ più in la con gli anni (ma neanche tanto), non ricorda quanta attenzione si dovesse mettere ogniqualvolta si attraversava il bagnasciuga per entrare in acqua?

Il rischio era sempre di mettere un piede su qualche riccio e patirne le conseguenze.

Oggi invece si può procedere tranquilli perché di ricci non ve ne sono praticamente più.

C’è poco da festeggiare, però, i ricci sono fondamentali per l’equilibrio biomarino e la loro assenza desta serie preoccupazioni per chi tiene alla salute del nostro mare.

Sperando che non sia troppo tardi, pare che ora se ne siano accorti anche nei palazzi baresi.

L’annuncio arriva dal consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia Domani: «Il consiglio regionale ha detto sì alla mia proposta di legge che dispone lo stop alla pesca dei ricci di mare nei mari pugliesi per tre anni. È un fermo necessario, anzi indispensabile, per non perdere definitivamente questa specie ormai decimata e a rischio estinzione, e per darle il tempo di riprodursi».

La proposta di legge è stata sottoscritta da 49 consiglieri su 51, incluso il presidente Emiliano, e il voto unanime di oggi è un segnale di coerenza importante.

La norma impone il divieto di prelievo, raccolta, detenzione, trasporto, sbarco e commercializzazione degli esemplari di riccio di mare e dei relativi prodotti derivati freschi.

La commercializzazione del riccio di mare non è vietata per gli esemplari provenienti da mari territorialmente non appartenenti alla regione Puglia.

Il fermo pesca è un passo decisivo per bloccare il prelievo massiccio dei ricci di mare, anche al di sotto della misura minima consentita per legge di sette centimetri di diametro. Non c’è più tempo da perdere: se cinquant’anni fa si potevano contare fino a dieci esemplari per metro quadrato nelle secche marine, oggi sono rarissimi e spesso di dimensioni inferiori a quelle consentite per il prelievo.

«Già in questi giorni è ripresa la razzia di ricci di mare, e bisogna intervenire con uno stop», sottolinea Paolo Pagliaro, «resta il rammarico per l’assenza di finanziamento per la seconda parte della legge, che prevede azioni di monitoraggio del rinascimento dei fondali e il risarcimento dei pescatori autorizzati con patentino per la durata del fermo pesca».

«Un vero paradosso, visto il plebiscito di firmatari della proposta di legge», secondo il consigliere regionale salentino, «eppure si tratta di un provvedimento che riguarda l’intera regione e che avrebbe dovuto avere una corsia preferenziale in bilancio. Confidiamo che siano stanziati almeno i fondi per la campagna di comunicazione e sensibilizzazione necessaria per informare i cittadini sullo stop alla pesca. Fondi assicurati oggi in aula dal presidente Emiliano. Intanto incassiamo un primo risultato importante, per impedire fin da subito l’ulteriore accaparramento».

Già da diversi anni i ricci e la polpa di riccio serviti nei ristoranti salentini e pugliesi non provengono dai nostri mari ma da quelli di altri Paesi, anche extra mediterranei: Spagna, Grecia, Portogallo, Croazia e Albania, addirittura Cile: «I nostri ristoratori potranno continuare a servire prodotto di importazione, regolarmente certificato.  

Intanto salvaguardiamo il nostro mare, per evitare di dilapidare irrimediabilmente una risorsa preziosa non solo dal punto di vista commerciale e gastronomico ma anche ambientale, visto che i ricci svolgono un’insostituibile azione di pulizia dei fondali rocciosi. Quindi cominciamo dal fermo pesca, ma rinnoviamo con forza la richiesta di fondi per finanziare le attività di monitoraggio e i ristori ai pescatori autorizzati, che abbiamo concordato nella lunga fase di gestazione della proposta di legge con il mondo accademico e le associazioni ambientaliste e della pesca».

A RISCHIO ESTINZIONE ANCHE PER L’INNALZAMENTO DELLE TEMPERATURE

Il fermo pesca si rende ancora più necessario perchè i ricci di mare che un tempo popolavano le acque del nostro mare oggi sono a rischio estinzione anche a causa degli effetti della crisi climatica.

Negli ultimi trent’anni, infatti, il mar Mediterraneo ha registrato un incremento della temperatura di ben 3°C.

Questo ha portato a un elevato aumento della mortalità dei ricci di mare, che rischiano di scomparire in  tempi brevi.

L’aumento della temperatura, da una parte influisce sulle risorse alimentari disponibili per i ricci e dall’altra favorisce specie invasive che competono con i ricci per tali risorse.

I ricci di mare sono, infatti, erbivori che si nutrono di alghe: tali alghe diminuiscono a causa del riscaldamento dell’acqua, lasciando i ricci senza cibo.

Se a tutto questo aggiungiamo la pesca indiscriminata com’è d’uso e costume alle nostre latitudini per il povero riccio non c’è più scampo.

Quindi ben venga il fermo pesca, per il bene di tutti.

Giuseppe Cerfeda

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Attualità

Lavori al Ciolo, ponte inibito al traffico per un anno

Un anno e 4 milioni per rendere più sicuro e fruibile a tutti il ponte-icona del Salento. Saranno ampliati gli “sbalzi” su entrambi i lati della carreggiata, i marciapiedi saranno adeguati alla normativa sul superamento delle barriere architettoniche, diventando accessibili ai disabili. In questo modo, inoltre, si adatteranno anche alla realizzazione di un percorso ciclo pedonale. Sul lato strada e sul lato mare saranno inserite nuove barriere di protezione innovative e di alto valore estetico che impediranno di effettuare pericolosi tuffi dall’alto della struttura

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La Provincia di Lecce ridà nuova vita al Ponte del Ciolo, in località Gagliano del Capo, con un progetto articolato e complesso di risanamento, consolidamento e adeguamento sismico e funzionale, finanziato con oltre 4 milioni di euro dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Sono stati consegnati i lavori ed illustrati gli interventi di manutenzione straordinaria individuati e appaltati dalla Provincia di Lecce per garantire, nei prossimi anni, il mantenimento dei requisiti di sicurezza strutturale statica e sismica sul Ponte del Ciolo, simbolo nel Salento di un filone di ingegneria strutturale innovativa negli anni ’60.

Sono intervenuti il vicepresidente della Provincia di Lecce Antonio Leo, il consigliere provinciale delegato alle Politiche di valorizzazione del Litorale adriatico e Pianificazione della viabilità Ippazio Morciano, il consigliere provinciale con delega alle Strade Francesco Volpe, il dirigente del Servizio Strade Luigi Tundo, la responsabile unica del procedimento Anna Maria Riccio, il sindaco di Gagliano del Capo Gianfranco Melcarne, il progettista e direttore dei lavori Claudio Giancane e l’amministratore unico della ditta appaltatrice Consolidamenti speciali srl Fabio D’Agata.

Il vice presidente della Provincia di Lecce Antonio Leo in apertura ha evidenziato: «Presentiamo un progetto per un’opera strategica, da tempo al centro dell’attenzione della Provincia e del presidente Stefano Minerva. È un’opera maestosa, inserita in un contesto paesaggistico di particolare bellezza, uno scenario tra i più belli del Salento, che cambierà attraverso questo progetto».

Lungo circa 60 metri, il Ponte del Ciolo si trova lungo la strada provinciale n. 358, litoranea della costa adriatica del Salento, in corrispondenza di un’insenatura rocciosa profonda circa 30 metri, nelle vicinanze di Gagliano del Capo. Da ottobre 2006 fa parte del Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase.

Come sottolineato dal rup Anna Maria Riccio, l’opera d’avanguardia è tutta salentina.

La struttura originaria ad arco sagomato tipo Maillart, infatti, è stata progettata dall’ingegnere leccese Antonio La Tegola e realizzata, tra il 1962 e il 1967, dalla Provincia di Lecce, con la direzione dei lavori di un funzionario dell’Ente stesso.

Il ponte, ha ricordato il dirigente del Servizio Strade Luigi Tundo, ha avuto negli anni altri interventi importanti di manutenzione resi necessari per la vicinanza ad un ambiente molto aggressivo come il mare, con la conseguente presenza dell’aerosol marino che intacca le superfici.

I dettagli degli interventi finalizzati al recupero funzionale e all’adeguamento alle nuove norme sia in termini di transitabilità, che sismici del “ponte icona del Salento”, sono stati illustrati dal progettista Claudio Giancane, che ha evidenziato come sia stata posta particolare attenzione alla durabilità dell’intervento. Tutte le opere strutturali saranno protette attraverso materiali, tecnologie e rivestimenti altamente innovativi, tali da conferire al ponte una vita utile di progetto di almeno 65 anni, «arco di tempo in cui non saranno necessari altri interventi di manutenzione straordinaria».

In particolare, saranno realizzate la ricostruzione corticale dell’arco e dei setti mediante betoncino colabile ad altissime prestazioni; la costruzione di una controsoletta all’intradosso dell’impalcato esistente.

Così il Ciolo sarà percorribile da tutti i mezzi previsti dal Nuovo Codice della Strada e rispetterà le nuove Norme Tecniche sulle Costruzioni del 2018.

Attraverso l’ampliamento degli sbalzi su entrambi i lati della carreggiata, i marciapiedi saranno adeguati alla normativa sul superamento delle barriere architettoniche, diventando accessibili ai disabili. In questo modo, inoltre, si adatteranno anche alla realizzazione di un percorso ciclo pedonale.

Sul lato strada e sul lato mare saranno inserite nuove barriere di protezione innovative e di alto valore estetico, in sintonia con la peculiare componente paesaggistica su cui sorge il ponte del Ciolo, di notevole pregio ambientale. Queste ultime, in particolare, impediranno di effettuare pericolosi tuffi dall’alto della struttura.

I consiglieri provinciali Ippazio Morciano e Francesco Volpe, con il sindaco di Gagliano del Capo Gianfranco Melcarne, si sono soffermati sulla tempistica dei lavori, che avranno inizio nei prossimi giorni e dureranno per un anno, con la conseguente chiusura del ponte al traffico veicolare.

A questo proposito, l’amministratore unico della ditta appaltatrice Consolidamenti speciali srl Fabio D’Agata ha concluso «C’è un’ottima progettazione, cercheremo di ottimizzare i tempi esecutivi, mantenendo il cronoprogramma dei lavori previsti».

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Cronaca

Distretto di Gagliano: «Mille ore di straordinario in un anno ad un solo dipendente!»

La Cisl FP Lecce, ha presentato un ricorso per attività antisindacale nei confronti della ASL di Lecce per grave violazione degli accordi sui criteri di attribuzione del lavoro straordinario: «La mancanza assoluta di verifica e controlli ha consentito l’assegnazione e la liquidazione di 14.500 euro ad un singolo dipendente, peraltro del ruolo amministrativo, di oltre mille ore di straordinario solo nel 2021»

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Pesante denuncia della Cisl FP Lecce: al Distretto Socio Sanitario di Gagliano del Capo le spese per il personale sarebbero fuori controllo!

La CISL FP, assistita dall’avv. Alfredo Coluccia, ha presentato un ricorso per attività antisindacale nei confronti della ASL di Lecce per grave violazione degli accordi sui criteri di attribuzione del lavoro straordinario.

Si lamenta il mancato rispetto degli accordi aziendali che prevedono la convocazione di tutte le organizzazioni sindacali per concordare le modalità di utilizzo dei fondi destinati al lavoro straordinario, che sono limitati e che devono essere equamente distribuiti tra i dipendenti, con limiti espressamente previsti dalla normativa, dai contratti collettivi e dagli accordi aziendali stessi.

Nel Distretto di Gagliano del Capo, invece, il lavoro straordinario sarebbe stato attribuito «senza la dovuta concertazione e senza aver concordato alcun criterio, dunque in maniera arbitraria, e si è giunti a superare ogni limite normativo e di budget», chiariscono i termini della denuncia Fabio Orsini e Antonio Piccinno, rispettivamente Segretario Generale  e Coordinatore Provinciale Fp Cisl Sanità Lecce,, «solo per fare un esempio, la mancanza assoluta di verifica e controlli ha consentito l’assegnazione e la liquidazione ad un singolo dipendente, peraltro del ruolo amministrativo, di oltre mille ore di straordinario solo nel 2021», mentre i contratti collettivi e aziendali prevedono che il limite massimo individuale non possa superare le 180 ore (250 solo con speciale autorizzazione della Direzione Generale della Asl).

«Si pensi», proseguono, «che nello stesso periodo (2021) il personale sia amministrativo che medico e sanitario della intera ASL di Lecce era impegnato nel cosiddetto “Progetto Obiettivo vaccinale” una autentica task force operativa suddivisa in equipe per ogni struttura Aziendale che, a tempo di record ha effettuato le vaccinazioni alla quasi totalità della popolazione residente tanto da fare risultare la ASL Lecce come una delle più operative e virtuose di tutta la Nazione. Il paradosso è che al personale che ha effettuato le prestazioni aggiuntive vaccinali con tariffe concordate e ben superiori a quelle dello straordinario, in quanto prestazioni aggiuntive finanziate dalla Regione Puglia, a tutt’oggi non sono state interamente pagate le proprie spettanze, tanto che alcuni di loro sono ricorsi al Tribunale del Lavoro per il riconoscimento del titolo mentre, invece, la ASL ha provveduto a remunerare ad un solo dipendente amministrativo oltre mille ore per un corrispettivo di circa 14.500 euro (quasi una mensilità in più al mese)».

Per la CISL-FP, dunque, nel Distretto Sanitario di Gagliano del Capo sarebbero stati «violati costantemente, con la tacita quando non espressa autorizzazione della Direzione Generale, (da verificare se vi siano responsabilità di quella tutt’ora in carica), tutte le disposizioni e tutti gli accordi che tendono ad un utilizzo corretto dei fondi stanziati, che impediscono la discriminazione tra dipendenti, che stabiliscono il principio di rotazione, che prevedono stretti controlli a salvaguardia dell’economia dell’Azienda, che sono diretti alla ottimizzazione delle risorse umane e finanziarie».

L’Organizzazione Sindacale rileva che «tale situazione danneggia gravemente tutti i lavoratori che non possono fare affidamento sulla certezza delle regole, e lo stesso Sindacato, che viene screditato dal modo di operare dei Dirigenti aziendali che impunemente e in continuazione non rispettano quelle stesse regole».

Il Sindacato lamenta anche «l’assurdità di una situazione in cui senza alcun controllo viene consentito ad un unico dipendente di svolgere, appunto e si ripete, oltre mille ore di lavoro straordinario e per questo di percepire quasi un doppio stipendio annuale a carico delle riserve economiche della ASL, mentre gli altri lavoratori vengono esclusi dalla rotazione obbligatoria e non possono svolgere alcuna attività di lavoro straordinario».

«Sembra del tutto incredibile come tutto ciò possa essere accaduto», concludono i sindacalisti, «quando al governo del Distretto Socio Sanitario di Gagliano vi era come direttore come Rocco Palese, professionista attento e oculato nella programmazione e nel contenimento della spesa che stranamente ha materialmente autorizzato la liquidazione con proprie determinazioni dirigenziali».

Il Sindacato ha dato incarico all’Avv. Coluccia di valutare la condotta dell’Azienda ai fini di un esposto alla Corte dei Conti e agli altri organismi competenti per la verifica della responsabilità contabile della ASL e dei singoli dirigenti.

 

 

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