Connect with us

Attualità

Franco Simone, salentino verace

Il Salento di Franco Simone (in visita nella nostra Redazione): “Credo alla Salentoterapia: lo vedo in mia moglie ed in tanti altri che appena ci mettono piede già stanno meglio con se stessi e con il mondo”; “Grandi Negramaro e Alessandra”; “Una ventata di salentinità nel panorama musicale. La Amoroso ha una voce straordinaria, un mix tra Aretha Franklijn e Anita Baker”. Stoccata a Dolcenera.

Pubblicato

il

Ultimamente si è molto parlato di censura di regime per Franco Simone. In realtà i fatti risalgono ai primi anni ’80 quando il nostro furoreggiava in Sudamerica ed era amatissimo in Argentina: “La cosa è venuta fuori perché solo ora sono stati resi noti gli elenchi della radiodiffusione argentina di quel periodo. Per quanto mi riguarda, posso dire che sono stato l’unico artista italiano ad essere censurato del tutto”. Il motivo? “Perché non mi sono lasciato usare dai Colonnelli. Il sottoscritto, Joan Manuel Serrat, Mercedes Sousa (“insieme a Mina la più grande voce femminile al mondo”) sono stati censurati proprio come personaggi pubblici. Mi hanno chiesto di asservirmi al sistema, volendo usare l’immagine di noi personaggi pubblici per fare propaganda al regime. C’erano 5mila militari che mi aspettavano, volevano darmi un’onorificenza e utilizzarmi per i loro scopi visto che ero ancora una volta primo nella classifica delle vendite e quindi popolarissimo. Televisioni e giornali mi aspettavano, ma io mi sono rifiutato e il regime ha proibito di mandare in onda tutto ciò che aveva a che fare con il sottoscritto. In quel momento il mio impresario mi prese per matto perché stavo rischiando ben altro che i possibili guadagni (“per questo mio rifiuto, secondo il mio impresario, mi sono giocato mezzo miliardo delle vecchie lire”). Ma non ho avuto un attimo di esitazione perché mi sento un uomo del sud e per noi determinate cose, come la libertà, non hanno prezzo”.


Hai rischiato di brutto anche per salvare Isabel Torres. “L’avevano portata via i militari solo perché si era fermata a parlare con delle persone umili, normali. Può sembrare strano ma sotto il regime accade anche questo. Eravamo in un hotel importante di Buenos Aires e, sapendo che in tanti finivano dentro per motivi futili e poi non ne uscivano più, alle tre di notte mi misi ad urlare come un matto. L’ingiustizia era inaccettabile. Fui chiamato dal direttore dell’Hotel che mi promise, proprio perché Franco Simone popolarissimo in tutta l’Argentina, di impegnarsi in prima persona per Isabel. La mattina dopo andai anch’io in caserma e mi assicurai che Isabel fosse liberata”.


Avuto paura? “Sono stato molto incosciente. Il mio impresario si, ha avuto paura. Diceva agli altri di non rendere pubblico di essere lì con me. A mia moglie invece diceva di nascondere il passaporto”.


Regime argentino a parte, resta il fatto che in tutto il Sudamerica Franco Simone spopolava e spopola. Più che in Italia… “E’ solo una questione di promozione. Canzoni che da noi sono passate sotto silenzio, dall’altra parte del Globo hanno avuto un successo straordinario. Basti pensare che un mio disco come “Totò” è stato a lungo in classifica anche negli USA… In Italia ho vinto per due anni di seguito la Gondola d’Oro (1977 e 1978) ma poi non mi si dava l’opportunità di apparizioni televisive…”. Ti ha penalizzato il fatto di arrivare dal “culo del mondo”? “Sicuramente. Baglioni o Venditti, giusto per fare degli esempi, rappresentano la romanità, io la leccesità. E per la maggior parte degli italiani è sicuramente più facile riconoscersi in loro. Ma sia chiaro, tutte queste apparenti sconfitte mi hanno fatto diventare più bravo e quando vado in scena mi porto dietro tutta l’esperienza che ho accumulato. Senza rimpianti”. Dal tuo primo disco (“Se di mezzo c’è l’amore” – 1972) sono passati 37 anni. Com’è cambiata nel frattempo la musica? E com’è cambiato Franco Simone? “Direi piuttosto che è cambiata la televisione… la musica è sempre bella, non cambia. Io ascolto di tutto, da Mozart a Giuseppe Verdi fino a Jovanotti: la musica buona mi va bene tutta. La televisione invece ha fatto danni tremendi e non solo nella musica. Si guardino i giornali: una volta per guadagnarsi una copertina bisognava saper fare qualcosa, oggi basta partecipare ad uno di quei programmi televisivi più in voga”. E Internet? “Aiuta moltissimo. È una realtà senza la quale oggi non mi saprei immaginare. Ne approfitto per fare autopromozione e ricordare che ho un sito (www.francosimone.it), avviatissimo e con più di 200 pagine e tantissimi contatti da tutto il mondo. Ecco, forse più che la musica, è cambiato il mezzo con cui viene proposta. Riflettendoci, tutti i cantautori, gli artisti che io amo, difficilmente li ascolto alle radio. Quelle che una volta erano chiamate radio libere…”.


Hai dichiarato che ascolti di tutto. E la pizzica? “Mi piace moltissimo tutto quello che sta succedendo intorno a questo fenomeno e sono fiero ed orgoglioso del successo che sta avendo la musica salentina. Anche se non mi appartiene come genere per interpretarlo, mi piace molto. Così come mi piace molto tutta la manifestazione della “Notte della Taranta”. Forse a questo punto bisognerebbe cominciare a mettere fuori quelli proprio stonati stonati…”. E magari accogliere con maggiore calore artisti a tutto tondo come Noa. “Mi ha abbastanza indignato quello che è successo. Non tanto il manifesto opera di quattro scemi, quanto il fatto che la gente ha dato l’impressione di non sapere con chi aveva a che fare. 100mila persone che non applaudono decentemente una signora di quella portata depone molto male per tutti noi. Freddezza indegna, colpa di un’ignoranza totale di un pubblico viziato dalla televisione e che non sa chi sia Noa, confondendola con altre cosucce di stagione”.


Com’è cambiato nel frattempo il Salento? “Oggi è entusiasmante. Chi viene da fuori ci ha fatto rendere conto di quello che abbiamo. Prima forse avevamo un certo pudore, il timore di apparire autoreferenziali, di sembrare quelli che “sa cantane e se la sonane”. Anni fa mi stupì il mio tecnico del suono (Ezio De Rosa che ha partecipato ai migliori dischi di Dalla, Bennato, Battisti), milanese, che parlandomi del Salento spiegava a me, salentino, quanto è bello. Con orgoglio e con piacere, apprendevo come la gente se ne stesse accorgendo. Si parla tanto di Salentoterapia ed io ci credo fermamente: lo vedo in mia moglie ed in tanti altri che appena ci mettono, piede già stanno meglio con se stessi e con il mondo”.


Quanto Salento c’è nei tuoi dischi? “Cento per cento. Mi sento molto salentino in tutte le mie manifestazioni. Anche quando mi dicono che sono ribelle, probabilmente sono solo il classico salentino che sa che certe cose non si mettono in vendita. Ma più che di ribellione, parlerei di dignità e dovere. Credo di averne data dimostrazione in Argentina senza cedere a quei Colonnelli di cui tutti ne conoscevano i misfatti”. Sul Salento neanche una… nota stonata. Possibile? “In questo momento saltano agli occhi soprattutto gli aspetti positivi. Oltre ad una maggiore consapevolezza delle nostre possibilità che non guasterebbe, la nota stonata (“che però non vale solo per il Salento”) è quella di governanti non degni della gente che rappresentano. C’è un intero Paese che meriterebbe governanti ben diversi da quelli che ha. Succedono cose che non hanno cittadinanza in alcun Paese civile ed espongono l’Italia al ridicolo davanti agli occhi del mondo intero”.


Stringiamo il cerchio. Che rapporto hai con Acquarica del Capo, il tuo paese d’origine? “Voglio molto bene alla mia gente e tocco con mano l’affetto che i miei concittadini nutrono per me. Mia figlia me lo sottolinea sempre: quando arrivo io “Francu nosciu, Francu nosciu”… sono uno di loro”. Ad Acquarica ogni anno c’è un premio che tu organizzi. “Anni fa mi hanno chiesto il costo per tenere una serata. Parlare di soldi con il mio paese mi ha molto imbarazzato, così ho proposto di istituire un appuntamento fisso. Un Premio intitolato a don Tito Oggioni Macagnino, grande uomo che è stato anche il sacerdote della mia adolescenza. L’appuntamento è giunto alla quinta edizione e mira a riconoscere il merito di chi non sgomita per avere visibilità. Quest’anno abbiamo premiato, più che il singolo, la figura dell’emigrante. Tantissimi ad Acquarica, a cominciare proprio dalla mia famiglia, hanno vissuto con sofferenza e dignità la necessità di dover emigrare”.


C’è una tua canzone alla quale sei maggiormente legato? “Amo di più le “cenerentole”, canzoni che ritengo davvero belle, ma che non hanno goduto della promozione che avrebbero meritato. Mi vengono in mente “Navigando” e “Notturno Fiorentino”, pezzi degli anni ‘90. E poi ci sono delle canzoni nuove che mi entusiasmano. Forse perché ho un nuovo rapporto con la musica. Prima avevo un eccesso di inquietudine, ora sono più tranquillo e resto seduto al pianoforte fino a notte fonda. E dando molto fastidio ai miei familiari che la notte vorrebbero anche dormire”.


E il nuovo Franco Simone ha partecipato a progetti davvero interessanti come quelli con Claudia Koll. “Abbiamo realizzato “Guarda le mie mani”, disco i cui proventi vanno in beneficenza. Un progetto musicale di solidarietà voluto dalla Koll (“Claudia non tende ad apparire ma a fare, vive la religione come pochissimi altri, una grande persona”), promosso dall’Associa- zione Onlus “Le opere del Padre”, di cui la stessa Koll è presidente e fondatrice, e sostenuto dal Gruppo editoriale San Paolo. Antonella Ruggiero, I Nomadi, Ron, Annalisa Minetti, Povia, Marco Frisina, Mariella Nava, Amedeo Minghi, Marcella e Gianni Bella, Fausto Leali, Tiziana Rivale, Nino D’Angelo, Marco Ferradini, Pina Magri e Giada Nobile sono i sedici grandi artisti italiani che hanno risposto con entusiasmo ed offerto il proprio contributo per sostenere la realizzazione de “La Piccola Lourdes”, un centro destinato ad accogliere ed offrire cure alle persone diversamente abili, soprattutto bambini, che vivono in Burundi, nella Diocesi di Ngozi, una delle più popolate della Chiesa”.


Iinsieme a Claudia Koll ti sei riscoperto anche docente. “Insegno canto in un’Accademia artistica presso le Suore Orsoline a Roma. È stato confortante vedere i genitori ringraziarci per l’evoluzione psicologica vissuta dai figli. Ne sono convinto: il successo deve arrivare come conseguenza, non si può finalizzare tutto al successo. Quando si ha talento, bisogna impegnarsi per farlo venire fuori. Ho sempre fatto distinzione tra artisti e carrieristi”. Nel senso? “Succede anche da noi. I Negramaro, ad esempio, mi entusiasmano ed è bello che abbiano portato nel panorama musicale nazionale una ventata di salentinità. Mi piace molto anche Alessandra Amoroso, ha una delle più belle voci che abbia mai sentito. Ricorda davvero Aretha Franklin e Anita Baker. Ha il velluto nella voce ed una malinconia di fondo molto salentina che ne fanno una vincente. Ci mancava una bella voce femminile salentina”.

E Dolcenera!? “Ne dobbiamo parlare? Bah, lei dice che è di Firenze… Ribadisco: ci sono gli artisti ed i… “carrieristi”. Alessandra Amoroso l’ho già vista in vetta alle classifiche… altri non compaiono neanche al cinquantesimo posto”.


Il  futuro?  “Stiamo lavorando ad una canzone con una grande orchestra. Farà parte di un progetto al quale parteciperanno artisti del calibro di Sergio Cammariere, Antonella Ruggiero, Luca Barbarossa e Milva.  Il disco dovrebbe uscire entro la fine dell’anno con circa 80mila copie di partenza. Ma per il momento, per motivi legali, non posso scendere in particolari”.


Giuseppe Cerfeda


 


Un viaggio da gran vagabondo


Quando nel 1976, una radio trasmetteva per la prima volta nel Salento in FM da una pajara sulla serra di Specchia, Franco Simone era già famoso. Lui fu uno dei primi artisti ad essere intervistato, mentre la sua “Tu e così sia” scalava le classifiche nazionali e veniva richiesta in continuazione da tutti i nuovi entusiasti e liberi ascoltatori. Noi giovani e sperimentali conduttori, con un mixerino da centomila lire, lo accogliemmo con affetto e lui si pose nei confronti del nuovo mezzo mediatico in modo garbato e serio, senza spocchia e arroganza.  Seguirono altri anni di grande successo, roba da primo in classifica in mezzo ai grandi cantautori politicizzati. E noi, benché preferissimo Rimmel e le locomotive di Guccini, seguivamo con attenzione il nostro Franco, che poi tanto male non era. Poi non so con esattezza cosa sia successo, ma all’improvviso il nome di Franco Simone sparì dalla scena italiana. Non va dimenticato che il nostro non ha mai accettato volentieri le prepotenze dello show-business o i trucchi delle nuove televisioni e forse preferisce consolidare una fama spontanea e gratificante nei paesi del Sud America piuttosto che lottare contro i nuovi padroni della musica italiana.


Così oggi Franco Simone non ha in Italia quel ruolo popolare che gli spetterebbe di diritto nell’ambito della musica melodica. Per la verità lui ha continuato in questi anni a produrre musica interessante e testi poetici, non necessariamente legati solo all’amore classico, ricevendo spesso tributi dai tanti suoi sostenitori ma anche dalla critica specializzata. Ha continuato incessantemente a girare con i suoi concerti (e il fido pianista Maurizio Mariano) l’Italia e il mondo, ricevendo in alcuni casi accoglienze da star internazionale, salutato per esempio in Cile “come il poeta italiano che sa parlare al cuore di tutti”. I suoi lavori migliori, per i quali ha composto musica e testi, ricordano alcune sottolineature di Piero Ciampi, certe malinconie di Gino Paoli e ancora alcune invenzioni alla Domenico Modugno (al quale oltretutto dedica puntualmente una parte dei suoi concerti). Ha una promozione mediatica-televisiva di gran lunga inferiore a tanti suoi colleghi, ma certamente artisticamente non è inferiore a un Baglioni (che ha scritto in definitiva due o tre canzoni interessanti in tutta la sua carriera) o a un Gigi D’Alessio (che ha riscritto sempre la stessa canzone). In questi ultimi anni dimostra ancora una grande freschezza creativa e anche una certa voglia di sperimentare: ha creato uno spettacolo di musiche natalizie, ha collaborato con un’orchestra di giovani talenti salentini e soprattutto ha inciso un album arrangiando le sue classiche canzoni con la Grande Orchestra Balcanica diretta dal maestro greco Nikos Papakostas, il cui disco ha vinto il Festival della Musica Etnica.


Questo CD dal titolo “La città del sole”, che ritengo fra le sue cose migliori, ha aperto nuovi orizzonti e potrebbe riservare nuove sorprese nella carriera forever young di Franco Simone. Sono convinto che nei prossimi anni i suoi lavori saranno rivalutati al massimo livello commerciale, magari con nuove collaborazioni e sperimentazioni, perché pochi cantautori sono stati in grado di produrre versi come quello in cui, con voce deliziosamente turbata, canta “per non piegarsi dentro… per darsi di più… io vorrei che il mio viaggio di gran vagabondo finisse con te”. Le sue cose invecchieranno bene, come lui, come noi.


Alfredo De Giuseppe


Attualità

Come sarà il tempo a Natale?

Il passaggio di questa perturbazione innescherà una circolazione depressionaria tra l’Iberia e il Nord Africa che nel corso del fine settimana si avvicinerà alle nostre regioni meridionali…

Pubblicato

il

PRIMA INTENSA PERTURBAZIONE IN ARRIVO, RISCHIO FORTE MALTEMPO MARTEDI’ –

“L’anticiclone, responsabile di clima molto mite, stabilità atmosferica ma anche nubi basse, nebbie e qualità dell’aria scadente in molte zone dello Stivale, già nel corso di lunedì inizierà a indebolirsi da Ovest, stante l’ingresso di una nuova intensa perturbazione.” Lo conferma il meteorologo di 3bmeteo.com Manuel Mazzoleni, che spiega: “Quest’ultima già entro sera porterà un peggioramento su Sardegna, medio-alto versante tirrenico e parte del Nordovest. Ma sarà martedì che interesserà in maniera decisa lo Stivale con fenomeni anche di forte intensità tra Nordovest, versante Tirrenico, Sicilia e Ioniche meridionali, con accumuli localmente anche oltre i 60/70mm e rischio nubifragi su Liguria di Levante e Toscana occidentale.”

“Oltre alla pioggia la neve tornerà a interessare le Alpi centro-occidentali, mediamente oltre gli 800-1100m, a tratti sin verso i 300/500m sul basso Piemonte e sull’entroterra ligure di Ponente con il ritorno della dama bianca anche a Cuneo. Il tutto sarà accompagnato da forti venti di Libeccio/Scirocco che spazzeranno buona parte dei nostri mari con rischio mareggiate su Liguria, medio-alto versante Tirrenico, Sicilia meridionale e sui versanti ionici.

Tra mercoledì e giovedì la perturbazione tenderà gradualmente ad allontanarsi, favorendo un lento e graduale miglioramento che, tuttavia, non durerà molto.”

DEPRESSIONI IN ARRIVO NEL PROSSIMO WEEKEND

“Il passaggio di questa perturbazione innescherà una circolazione depressionaria tra l’Iberia e il Nord Africa che nel corso del fine settimana si avvicinerà alle nostre regioni meridionali, sospinta da una nuova intensa perturbazione in avvicinamento dall’Europa nordoccidentale. L’azione congiunta dei due sistemi porterà così venerdì un nuovo peggioramento tra Isole Maggiori ed Estremo Sud.

Nel corso del fine settimana, pur con le dovute incertezze dettate dalla distanza temporale, il peggioramento si farà strada al Sud, sulle regioni tirreniche e al Nordovest, mentre rimarranno ancora ai margini del peggioramento il Nordest e le regioni adriatiche.”

SETTIMANA SANTA ANCORA INCERTA, MA CON RISCHIO MALTEMPO E NEVE A MEDIO-BASSA QUOTA

“La tendenza vede così un nuovo probabile peggioramento del tempo a inizio della settimana che ci traghetterà al Santo Natale. Tra lunedì e martedì il maltempo dovrebbe coinvolgere tutto lo Stivale con fenomeni localmente ancora intensi e nevicate sui settori alpini a quote medio-alte, mentre la Vigilia potrebbe vedere ancora locale maltempo al Centro-Sud e all’estremo Nordest”, precisa il meteorologo di 3bmeteo: “Da Natale in poi la situazione resta ancora molto incerta. Tuttavia i modelli intravedono l’irruzione di correnti più fredde dall’Europa nordorientale, convogliate sullo Stivale da un robusto anticiclone in rinforzo sui Paesi scandinavi. La seconda parte della settimana di Natale potrebbe così presentarsi a tratti ancora instabile e via via più fredda, con temperature che torneranno sotto le medie del periodo, in particolar modo al Nord, dove la neve potrebbe spingersi sino a quote collinari o localmente anche più in basso.” conclude Mazzoleni di 3bmeteo.

Continua a Leggere

Attualità

Ferrovie dello Stato, restyling per le stazioni. Ma il viaggio resta lo stesso?

A Tricase, Maglie, Zollino e Casarano, restauro delle facciate, rinnovo di sale d’attesa e bagni, nuovi sottopassi pedonali, pensiline e banchine intermodali collegate a parcheggi di scambio. Ma le esigenze son cambiate: non si può sperare che i salentini tornino in massa a prendere il treno se, da Gagliano del Capo, per arrivare a Lecce, ci impiegheremo ancora due ore…

Pubblicato

il

di Giuseppe Cerfeda

Partiti in Puglia i lavori per la trasformazione di venti stazioni del network Fse (Ferrovie del Sud est) in hub intermodali.

Si migliorerà l’accessibilità delle stazioni attraverso l’innalzamento dei marciapiedi, l’eliminazione delle barriere architettoniche, la realizzazione di sottopassi di stazione ciclopedonali, l’adeguamento dei percorsi per ipovedenti, la segnaletica, la sistemazione a verde, l’arredo urbano, l’illuminazione e la videosorveglianza.

Si tratta di interventi volti a potenziare i servizi di interscambio attraverso la riqualificazione dei piazzali antistanti e la realizzazione di parcheggi per i bus, parcheggi per auto private e velostazioni di interscambio, corsie kiss and ride (area di sosta breve e veloce) e percorsi pedonali.

Tutti gli interventi finanziati per oltre 600 milioni di euro, di cui 400 a valere sul Pnrr, per ammodernare la rete e migliorare il servizio, per un trasporto ferroviario sicuro e sostenibile.

Lavori tutti non rinviabili, per lo più da realizzare entro giugno 2026, proprio perchè finanziati con il Pnrr.

MA NON CHIAMATELA SVOLTA

Ad un moderno servizio di trasporto, i viaggiatori, con una serie di esigenze in continua evoluzione, chiedono cose che vanno oltre la semplice consegna da un posto a un altro.

Soprattutto noi salentini abbiamo (avremmo) richieste ben diverse da quello che è stato il servizio su rotaia che Ferrovie Sud Est e Ferrovie dello Stato sono riusciti a fornirci fino a ora.

Per tanto tempo abbiamo immaginato, sognato, ascoltato proposte in campagne elettorali, su una metropolitana di superficie che unisse in modo efficace tutte le località della provincia, agevolando gli spostamenti dei turisti e svuotando le strade dalle auto con l’immediata conseguenza di meno rischi per chi viaggia e meno inquinamento.

Siamo nel 2025, da ragazzini immaginavamo che in quest’epoca ci saremmo spostati con delle automobili volanti; invece, ci tocca fare ancora i conti con la… Littorina.

Restano un’utopia le esigenze fondamentali per com’è concepito ai nostri tempi il servizio di trasporto pubblico: velocità e affidabilità; esperienza digitale fluida, quindi interazione con il servizio, dalla prenotazione alla gestione di eventuali problemi, devono essere semplici, intuitivi e accessibili tramite canali digitali efficienti; sostenibilità, vista la crescente (e giusta) attenzione all’impatto ambientale; una comunicazione proattiva che informi gli utenti su eventuali ritardi o problemi in modo tempestivo, spesso tramite notifiche push o SMS, prima ancora che il cliente debba informarsi da solo; costi trasparenti.

Soprattutto, non si può sperare che si torni in massa a prendere il treno se, da Gagliano del Capo, per arrivare a Lecce, ci impiegheremo ancora due ore.  Quindi tutti gli abbellimenti che giungeranno serviranno a poco.

Se non si troveranno soluzioni efficaci, continueremo a ricordarci dell’esistenza dei trenini solo quando, fermi in auto al passaggio al livello, li vedremo passare ancora desolatamente vuoti.

Per intenderci, giusto che le stazioni siano dotate di sottopassaggi per transitare da un binario all’altro, ma era giusto già negli anni ’80 del secolo scorso! Oggi è lapalissiano! Ci sono ben altre esigenze.

IN PROVINCIA DI LECCE

Comunque abbiamo chiesto lumi a Ferrovie dello Stato Italiane sui lavori in corso nella nostra provincia.

Le stazioni di Otranto, Gallipoli, Tricase, Casarano, Maglie e Zollino, si apprestano a diventare hub intermodali accessibili a tutti e connessi al tessuto urbano circostante grazie a nuovi parcheggi di interscambio.

Nelle stazioni di Tricase, Maglie, Zollino e Casarano sono in corso il restauro delle facciate, il rinnovo delle sale d’attesa e dei bagni di stazione, la realizzazione di sottopassi pedonali, nuove pensiline, la creazione di banchine intermodali collegate a parcheggi di scambio (hub intermodali) dotati di posti per auto, moto e biciclette.

Grande attenzione è riservata all’accessibilità.

Grazie all’innalzamento dei marciapiedi di stazione per facilitare l’ingresso e l’uscita dal treno, all’eliminazione delle barriere architettoniche e all’adeguamento dei percorsi per ipovedenti con inserimento di mappe tattili, le stazioni diventano accessibili a tutti.

A OTRANTO

Ferrovie del Sud Est ha completato il restauro della facciata di stazione.

Sono in corso i lavori nella zona intermodale e sulle banchine.

A GALLIPOLI

Completato il restauro della facciata di stazione.

Completate anche le banchine e montate le pensiline.

Sono in corso i lavori nella zona intermodale.

GLI ALTRI LAVORI

Sono stati avviati anche i cantieri nel Salento per l’installazione del sistema Ertms (sistema di gestione, controllo e protezione del traffico ferroviario e relativo segnalamento a bordo) sulla tratta Novoli-Zollino-Galatina e quelli di elettrificazione della linea Bari-Putignano (via Conversano).

Proseguono, infine, i lavori di elettrificazione della linea Zollino-Gagliano del Capo.

Segui il GalloLive News su WhatsApp  clicca qui

Continua a Leggere

Attualità

“Maratona della Salute”, protagonisti i medici con 50 anni di laurea

La cerimonia in programma domani, 15 dicembre, alle 20.30, al Teatro Apollo di Lecce…

Pubblicato

il

Gli eventi 2025 legati alla “Maratona della Salute” giungono al culmine con la cerimonia in programma domani, 15 dicembre, alle 20.30, al Teatro Apollo di Lecce, che vedrà protagonisti i medici che hanno raggiunto i 50 anni dalla laurea, i nuovi iscritti all’Ordine, le scuole e le istituzioni che hanno condiviso un percorso di sensibilizzazione collettiva sui temi della prevenzione, della salute e dei corretti stili di vita.

L’iniziativa è promossa dall’Ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Lecce, che attraverso la “Maratona della Salute” ha costruito una rete territoriale capace di coinvolgere enti, università, istituzioni sanitarie, associazioni di volontariato e realtà culturali. Tra i partner del progetto figurano UniSalento, Asl Lecce, OPI Lecce, Comune e Provincia di Lecce, Accademia di Belle Arti di Lecce, Croce Rossa ItalianaComitato di Lecce, Cittadinanzattiva Gallipoli e Casarano.

Nel corso della serata saranno premiati i licei Banzi e Palmieri di Lecce, che hanno realizzato video dedicati agli eventi e ai messaggi della Maratona della Salute, contribuendo a diffondere tra i giovani la cultura della prevenzione. Un riconoscimento speciale sarà inoltre conferito all’Unione Sportiva Lecce per la sensibilità dimostrata nell’aderire alla campagna dell’Ordine contro la violenza nei confronti dei medici e degli operatori sanitari.

La cerimonia sarà arricchita da momenti di spettacolo con Andrea Baccassino, I Cantori di Ippocrate e il Jab Quartet, e sarà condotta dalla giornalista Daniela Panzera. 

«Questo appuntamento – dichiara il presidente dell’Ordine dei Medici di Lecce, Antonio Giovanni De Maria – rappresenta un momento di grande valore simbolico e umano. Celebriamo i colleghi che hanno dedicato una vita intera alla professione medica, accogliamo i giovani che oggi scelgono di intraprendere questo percorso e ribadiamo il ruolo sociale del medico come presidio di fiducia e prossimità. La “Maratona della Salute”, che si concluderà a ottobre 2026 ha dimostrato che la tutela della salute deve diventare un obiettivo condiviso, costruito insieme alle istituzioni, al mondo della scuola, dello sport e del volontariato».

Il presidente conclude: «In un momento storico complesso, in cui i medici sono sempre più esposti a tensioni e aggressioni, riaffermiamo il valore della relazione medico-paziente e del rispetto reciproco come fondamento del sistema sanitario. La risposta del territorio ci incoraggia a proseguire su questa strada, investendo nella prevenzione, nella cultura della salute e nella partecipazione attiva dei cittadini». 

La cerimonia conclusiva della “Maratona della Salute” vuole essere anche un momento di restituzione alla comunità di quanto realizzato nel corso dei mesi, attraverso incontri pubblici, attività divulgative, iniziative sportive e culturali. Un percorso che ha rafforzato il dialogo tra professionisti sanitari e cittadini, promuovendo consapevolezza, responsabilità e partecipazione, con l’obiettivo di rendere la prevenzione un valore quotidiano e condiviso.

L’evento al Teatro Apollo intende così celebrare non solo l’eccellenza professionale, ma anche il senso di comunità e la collaborazione tra istituzioni, scuola e società civile, elementi indispensabili per una sanità più vicina alle persone e attenta ai bisogni emergenti del territorio salentino. Oggi e domani. Sempre.

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti