Cavallino
Photored Cavallino, Giudice di Pace annulla multa
Perché il dispositivo è provvisto di sola approvazione, ma non di omologazione; non è adeguatamente segnalato agli automobilisti; la taratura è stata curata dalla stessa ditta che ha vinto l’appalto per l’installazione e non da un centro autorizzato
Il Giudice di Pace di Lecce annulla un’altra multa della Polizia Municipale di Cavallino ai danni di un automobilista per eccesso di velocità rilevato tramite controllo elettronico della velocità sulla Statale 16 in direzione Lecce.
Alla base dell’annullamento la rilevanza che il dispositivo, il Photored F17Dr, è provvisto di sola approvazione, ma non di omologazione.
Pertanto, non essendo stata raggiunta la prova certa di tale procedura necessaria ai fini del suo funzionamento, il verbale impugnato risulta mancante della fondatezza essenziale per essere legittimo e valido in quanto la precisione millimetrica è tutta da riscontrare alla luce della tolleranza del 5% che nasconde dubbi in termini di accuratezza, precisione ed esattezza dell’accertamento.
Inoltre, secondo il Giudice di Pace, l’apparecchio non sarebbe adeguatamente segnalato agli automobilisti, la taratura è stata curata dalla stessa ditta che ha vinto l’appalto per l’installazione e non da un centro autorizzato.
Tutto questo ha portato all’annullamento del verbale ai danni dell’automobilista che ha fatto ricorso al giudice di pace.
Alezio
Serravezza della Lilt: “Bisogna cambiare paradigma, tornate in campagna, coltivate sano”
Nonostante le cure, i passi da gigante fatti dalla ricerca, le morti sono in leggera crescita rispetto a 40 anni fa. E parliamo dei tumori al seno, perché se tocchiamo altre neoplasie, come quelle allo stomaco, al pancreas, ed altre è un’ira di Dio: sono tutte in aumento!
intervista esclusiva
Giuseppe Serravezza della LILT: “Qui si muore più che altrove”
«Sono stanco di ripetere sempre le stesse cose, diciamoci la verità, fuori dai denti: il mercato vuole i malati!».
Questa la risposta, laconica, ricevuta dal dott. Giuseppe Serravezza, 73 anni, a commento di una trasmissione televisiva, andata in onda la sera prima, che affrontava il tema delle dipendenze, della malattia e dei tumori e che la dice lunga sul pensiero critico dello stesso.
Sempre pronto, disponibile all’ascolto, gentile ma prone alla lotta contro il cancro, (battaglia che conduce da decenni con discreto successo), Serravezza, ci accoglie nella sede della Lilt di Casarano, pronto a difendere con vigore quella che, da 31 anni, è la sua creatura ed i suoi malati: l’associazione provinciale Lilt di Lecce.
«È uno sconforto vedere, sentire che l’OMS, il Ministero della Salute e tutti gli attori deputati sono pronti a denunciare, a parlare di questi scottanti temi. Il risultato finale qual è? Non se ne fa nulla».
Ci scatta una foto della situazione nel Salento?
«Siamo in controtendenza: nella nostra provincia, nel 2021, si sono registrati 2.482 decessi per tutti i tipi di tumore, contro i 2.360 dell’anno precedente; tradotto si ha un tasso ‘grezzo’, per 10mila abitanti, pari al 31,99%, nettamente superiore rispetto alla percentuale nazionale, che si attesta sul 29,43%, ed a quello pugliese del 27,36%».
È un triste ritornello: “Qui si muore più che altrove”.
«Gli ultimi dati Istat disponibili ci rivelano che la “strage silenziosa” continua. Allarmante è il dato del primato nazionale per mortalità del tumore del polmone in provincia. In salita anche i tumori della vescica (in entrambi i sessi), e del tumore al seno per le donne. Pensa, solo nel 2021 sono morte, per il cancro alla mammella, 162 donne».
Vogliamo parlare di politica?
«Parliamo delle scelte scellerate di certi politici. Proprio qualche sera fa ho avuto modo di parlare alla gente di Lequile, a proposito della costruenda centrale a biometano che sarebbe dovuta nascere nel territorio, sulla strada per Copertino, e dicevo loro: “È ora di aprire gli occhi, nulla si muove per caso, dietro ci sono sempre convenienze e accordi politici”.
Questi signori (le aziende), vengono a bussare dove sanno che qualcuno gli aprirà. Vengono a raccontarci frottole, a proporre follie. Ci stanno prendendo per i fondelli: coltivare mais, colza, ecc. per poi bruciare e produrre biometano… ma di cosa stiamo parlando? Con la desertificazione in atto, non potrà mai funzionare.
Noi dobbiamo ritornare al passato, invertire la tendenza, praticare una agricoltura sana, quella dei nostri nonni, senza utilizzare concimi, fosfati e quant’altro!».
Anche nel Salento sono in aumento i casi di tumore tra i giovani?
«Certo, tutti i dati lo dimostrano: la generazione X (nati fra il 1965 ed il 1980) e i millennials (metà anni ottanta e i primi anni 2000), hanno un rischio maggiore di ammalarsi, rispetto alle generazioni precedenti, di 17 tipi di tumore.
Mi lasci precisare, dopo questi numeri da Cassandra, e dare speranza: oggi nel Salento l’80% delle donne che si ammalano al seno guarisce!
Tanto più guarisce se vi è una diagnosi precoce, che non è fare prevenzione: la prevenzione la possiamo fare ai bambini o a quelli ancora nel grembo materno, il nostro destino è già segnato.
Oggi su 60mila donne che si ammalano di cancro al seno in Italia, l’80% guarisce, mentre, 40 anni fa, su 20mila che si ammalavano, il 50% moriva».
Lo reputa un successo questo?
«Certo, per la scienza! Di fatto, però, è una sconfitta per noi medici. Perché, nonostante le cure, i passi da gigante fatti dalla ricerca, le morti sono in leggera crescita rispetto a 40 anni fa. E parliamo dei tumori al seno, perché se tocchiamo altre neoplasie, come quelle allo stomaco, al pancreas, ed altre è un’ira di Dio: sono tutte in aumento!
Bisogna cambiare la strategia, fare prevenzione seria, concreta, indire una battaglia alle cause, chiedersi: perché mi sono ammalato? Che tipo di vita conduco? Bandire il fumo, l’alcool, la cattiva alimentazione che provoca obesità, le diete ricche di grassi».
Ci spiega cosa è il Centro Ilma?
«È una sfida del Salento al cancro. Un Istituto polifunzionale per la ricerca e la prevenzione dei tumori (e si trova sulla provinciale Gallipoli-Alezio). È un progetto di iniziativa popolare, preciso, senza soldi pubblici, che costa all’incirca 10 milioni di euro. Si farà prevenzione e ricerca. è un ospedale per sani e, speriamo, sarà in funzione dal 2025 ».
Diceva del fattore ambientale.
«Il fattore ambientale è determinante, al di là della genetica. Sappiamo che un 3-4% dei tumori può essere ereditario, è provato, ma il continuo aumento della malattia coincide soprattutto con l’aggravamento dal contesto in cui viviamo.
Infatti, ciò che faremo in quella struttura, sarà anche cercare di capire le cause e monitorare, paese per paese, ogni tre anni con dei dati, lo stato di salute dei cittadini.
Vivo quotidianamente con pazienti che hanno il cancro al seno e sapete cosa mi dicono? Maledetto il giorno che sono guarita!».
Come mai, dottore?
«Perché e una vita di m… mi rispondono, non è più vivere! Noi siamo responsabili del destino dei nostri bambini, sappiatelo: è nelle nostre mani. Non fare nulla è un crimine! Stiamo offrendo loro un futuro malato.
L’epigenetica oggi ci dice che fattori come l’età, l’esposizione a contaminati ambientali chimici e fisici, la dieta, ecc., possono cambiare dei geni senza modificare la sequenza del DNA.
L’ambiente agisce sui nostri geni in diversi modi, attraverso ciò che mangiamo, che respiriamo, che viviamo. Il luogo in cui abitiamo, la qualità del cibo, le esperienze di vita, la qualità delle cure materne, il supporto sociale, le emozioni che proviamo, influenzano la nostra biologia».
Cosa fare per chi è in difficoltà?
«Informarsi. Oggi abbiamo tutti i mezzi. Possibilmente parlare con il contadino che abbiamo nelle vicinanze e assimilare le sue abitudini. Non entrare mai in nessun supermercato! Specialmente le mamme con i bambini, tenersi alla larga dalla grande distribuzione: li c’è tutto, cibi processati e confezionati con veleni, da paura!
La pizza surgelata, mai!
Tu mamma devi fare una pizza genuina ai tuoi figli! Non la sai fare?! Fatti aiutare dalla nonna, dalla zia, da chi ha conoscenze. Purtroppo, siamo diventati una società di edonisti ed egoisti, drogati di benessere e così stiamo uccidendo le generazioni future: ci preoccupiamo più della nostra salute (anche a 90 anni) di quella dei nostri nipoti!
Tornate in campagna, coltivate in modo sano, genuino, come si faceva una volta, praticate il buon senso ed informatevi, questo vuol dire ambiente e salute».
Quanti sono i Lilt Point nel Salento?
«Siamo presenti in 34 centri del Salento, oltre ad una pletora di medici che contribuiscono a diffondere il verbo. Trovate tutto sul sito www.legatumorilecce.org.
Ci vogliono politici illuminati, che abbiano il coraggio di cambiare. Ad esempio, nelle mense, negli asili, nelle scuole basta con questi pranzi precotti. Bisognerebbe tornare alla natura, comprare da chi produce biologicamente come si faceva una volta, anche se i risultati non sarebbero immediati ma li vedremmo fra 10-15 anni».
Un messaggio di speranza?
«Bisogna crescere culturalmente, fare una rivoluzione culturale, informarsi. Siamo noi che cambiamo il mondo. Come mai nei Paesi del nord, in Germania, nei Paesi Scandinavi, in Francia, ecc. non si possono vendere prodotti contenenti ciclammato, aspartame, ecc. mentre si vendono da noi, in Bulgaria, in Grecia? Questo grida vendetta a Dio. Bisogna conoscere ed informarsi, la conoscenza scientifica deve viaggiare di pari passo con il buon senso del contadino, solo così scorgo un futuro».
Cavallino
Disperazione o cinismo?
Rubato salvadanaio delle Visite sospese al Check Up Centre di Cavallino
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Quel che resta è la bruttezza assoluta del gesto.
Non ha attenuanti l’autore del furto dal salvadanaio Visita Sospesa al Check Up Centre presso il centro commerciale di Cavallino.
Questo contenitore simbolico raccoglieva fondi destinati a supportare le persone in difficoltà, garantendo loro cure e prestazioni sanitarie e terapeutiche.
Il progetto Visita Sospesa, che ha come madrina l’artista Valentina D’Andrea e realizzato in collaborazione con l’associazione Angeli di Quartiere, ha una missione fondamentale: offrire sostegno concreto a chi è in difficoltà, assicurando accesso alle cure necessarie.
L’atto di sottrarre il salvadanaio non è solo un gesto vile, ma rappresenta un danno per tutta la comunità che, con dedizione e solidarietà, si impegna a sostenere i più deboli. Questo furto priva chi ne ha più bisogno di un’importante risorsa di aiuto.
Le indagini sono in corso, le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza al vaglio delle autorità, e si ritiene che il furto sia stato compiuto nel pomeriggio, durante una giornata di particolare affluenza.
Veronica Carlino, Direttore Generale del Check Up Centre: «Siamo profondamente delusi e amareggiati per questo gesto deplorevole, che ricorda la bassezza a cui può arrivare l’essere umano. Anche di fronte a difficoltà personali, azioni come questa sono ingiustificabili. Il salvadanaio simboleggia il sostegno che la nostra comunità offre a chi ha più bisogno. Invitiamo tuttavia la comunità a rimanere unita, continuando a sostenere i più bisognosi e a rafforzare il senso di solidarietà, che resta il nostro pilastro e la nostra forza».
Infine, l’annuncio: «Check-Up Centre si assumerà per intero il costo di tutte le visite già eseguite, ma invitiamo tutti coloro che ne hanno la possibilità a contribuire volontariamente al ripristino del fondo».
Carmiano
Campioni in bici per la fibrosi cistica
Al via l’iniziativa charity sportiva che apre la XXII Campagna Nazionale promossa dalla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica – ETS. I bikers percorreranno sulle due ruote oltre 500 chilometri, attraversando tre regioni in 15 tappe, da Caserta a Lecce, per mantenere alta l’attenzione sulla malattia genetica grave, tra le più diffuse, ancora senza una cura risolutiva. Il tour attraverserà anche la Puglia, nelle località di: Palo del Colle, Altamura, Massafra, Noci, Alberobello, Grottaglie, Torre Santa Susanna con arrivo a Lecce il 5 ottobre, alle ore 16,15
Cinquecento chilometri, quindici tappe, da Caserta a Lecce, attraversando tre Regioni, per rendere la fibrosi cistica sempre più conosciuta e promuovere la ricerca per trovare al più presto una cura efficace e accessibile per tutti.
Dal 3 al 5 ottobre parte la nuova edizione del Bike Tour, l’iniziativa charity sportiva ideata dal presidente della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica, Matteo Marzotto, che apre ufficialmente la XXII Campagna Nazionale per la Ricerca sulla malattia genetica grave, tra le più diffuse, in programma per tutto il mese ottobre.
Accanto a Matteo Marzotto lungo un percorso a tappe che interesserà le località di Caserta, Benevento, Palo Del Colle, Altamura, Matera, Montescaglioso, Massafra, Noci, Alberobello, Grottaglie e Torre Santa Susanna, pedaleranno: Davide Cassani, commentatore sportivo, la triatleta Alessandra Fior, l’ex campione di ciclismo Francesco Moser, l’ex ciclista professionista Gilberto Simoni e lo storico nucleo di bikers composto da Max Lelli, Iader Fabbri e Fabrizio Macchi.
Con loro sulle due ruote ci sarà anche Edoardo Hensemberger, ragazzo con FC e testimonial della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica.
L’evento, giunto alla XII edizione, in 11 anni ha raccolto oltre 630.000 euro destinati al finanziamento di progetti di ricerca.
Nelle tre giornate di tour i volontari delle delegazioni e dei gruppi di sostegno locali promuoveranno eventi e serate benefiche a sostegno della ricerca FC oltre ad accogliere i bikers a ogni tappa.
L’iniziativa è realizzata con la media partnership di Italiaonline, La Gazzetta dello Sport e Corriere del Mezzogiorno; il supporto dell’agenzia fotografica SGP Italia; il contributo di Tecnomat, mainsponsor da due anni dell’iniziativa, e Jadea, oltre agli storici partner tra cui Castelli, IP e Vinicum.
Il Bike Tour lancia la XXII Campagna Nazionale per la Ricerca promossa dalla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica: a ottobre in oltre 2mila piazze italiane tornerà a fiorire il Ciclamino della Ricerca in fibrosi cistica, simbolo di speranza e impegno; e grazie agli oltre 5.000 volontari FFC Ricerca, tutta la Penisola si animerà di eventi e iniziative solidali.
Partenza dalla Campania giovedì 3 ottobre e, dopo le varie tappe, arrivo nel Salento previsto per l6,15 di sabato 5 ottobre. Dopo una tappa di 42 chilometri (da Torre Santa Susanna, attraverserà anche Carmiano) il Bike Tour terminerà in Via Vecchia S. Donato, a Cavallino.
In programma anche un incontro con la sindaca di Lecce Adriana Poli Bortone.
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