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Cronaca

Semidistrutto canile di Matino

Travolto dalla tromba d’aria:  solo gravi danni alla struttura ma i cani sono salvi e adesso al sicuro. Resta il pericolo allagamento

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Questa mattina intorno alle h 5 le forti raffiche di vento insieme alla pioggia, che si sono abbattuti  sul basso Salento creando non pochi disagi ed hanno interessato anche il canile comunale di Matino.


L’allerta è scattata per i volontari che operano nel canile.


Subito si sono precipitati sul posto per mettere in salvo e in sicurezza i cani.


Poi si son subito messi all’opera per iniziare le opere di ripristino urgenti.


I danni registrati riguardano la copertura di sette box e due lati del muro di cinta compreso il cancello di entrata.


Il sindaco di Matino, Jonny Toma, allertato dalla presidente dell’associazione SPES, Marilena Nicoletti ha subito mandato sul posto una squadra di operai per tagliare i rami degli alberi riversati per strada e permettere ai volontari  del canile di recuperare i mattoni dei muri crollati ricostruendo alla meglio il muro di cinta.






Ora il rischio più grande è che, se le piogge non dovessero fermarsi, il canile possa allagarsi perché ormai l’assorbimento e la permeabilità del terreno sono al limite.


Il consigliere Manuele Coronese, ha promesso gli aiuti necessari, impegnandosi anch’egli in prima persona a dare tutti i supporti necessari.


Lo staff del canile si è tuttavia già messo al lavoro per recuperare  l’integrità della struttura. L’obiettivo è quello di evitare disagi ai cani nei prossimi giorni e soprattutto non costringerli alla chiusura senza libertà di uscita.


Anche il Coordinamento Associazioni Animaliste Salentine (CAAS),  si è subito prodigato chiedendo informazioni e mobilitando il mondo del volontariato per eventuali aiuti da offrire  all’associazione SPES, sottolineando tuttavia il ruolo primario che devono assumersi le istituzioni.


Secondo il presidente  del  C.A.A.S., Pierre Luigi Trovatello,  questa è “l’occasione di pensare anche ad una unità di intervento, formata da Protezione Civile, squadre di operatori ecologici,  Vigili de Fuoco, Polizia Municipale e volontari  da mettere in campo in modo organizzato e coordinato”.


Campi Salentina

Ruba auto, i carabinieri lo beccano e comincia l’inseguimento

Dopo aver seminato il panico sulla strada è stato raggiunto e fatto scendere dall’auto: non pago ha opposto resistenza, procurando lievi lesioni personali ad un carabiniere.

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Un uomo di 62 anni, di Campi Salentina, dopo aver rubato un’auto, viene intercettato e inseguito dai militari.

Beccato sulla provinciale Porto Cesareo-Torre Lapillo, alla vista della pattuglia il ladro ha accelerato cercando di seminare i carabinieri.

A quel punto è iniziato un inseguimento ad alta velocità ed a sirene spiegate, ma vana è stata la fuga.

Dopo aver seminato il panico sulla strada è stato raggiunto e fatto scendere dall’auto: non pago opposto resistenza, procurando lievi lesioni personali ad un carabiniere. 

Bloccato e arrestato è stato accompagnato in carcere.

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Carmiano

Arrestato latitante della Sacra Corona Unita

Catturato Giovanni Parlangeli, esponente apicale del clan mafioso Tornese – Padovano, resosi irreperibile da maggio 2023. Aveva trovato riparo in un casale di campagna tra Taviano e Racale.

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La Polizia di Stato ha catturato Giovanni Parlangeli, pregiudicato 43enne di Magliano (Carmiano), esponente apicale del clan mafioso Tornese – Padovano (consorterie criminali di stampo mafioso operanti nei territori di Monteroni e Gallipoli), resosi irreperibile da maggio 2023

Alle prime luci dell’alba è stato tratto in arresto il latitante Giovanni Parlangeli, pregiudicato 43enne, esponente apicale del clan mafioso Tornese – Padovano, appartenente alla Sacra Corona Unita.

L’arresto, risultato di un’articolata attività investigativa incardinata presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, è stato eseguito da personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile e della Sisco di Lecce, unitamente a personale della Sezione Tecnologie Applicate alle Investigazioni del Servizio Centrale Operativo e il supporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga.

Il latitante è stato destinatario di un provvedimento di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dalla Sezione Riesame del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, in quanto gravemente indiziato, tra gli altri reati, di associazione mafiosa, ed in particolare di essere componente del clan Tornese, nonché anello di congiunzione con il clan Padovano​.

Infatti, da pregresse inchieste giudiziarie, il clan Tornese, anche per una storica alleanza che per motivi di “comparanza” con il clan Padovano, ha esteso la sua influenza nel territorio gallipolino, tramite Parlangeli, il quale, operando come referente dei due clan, ne rappresentava gli interessi in relazione al controllo delle attività economiche sul territorio, sottoposte a pressioni (pizzo) dalle organizzazioni criminali.

Lo stesso inoltre risulta gravemente indiziato in concorso di estorsione aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose nei confronti di un operatore economico del territorio, obbligato a corrispondere, sotto pesanti minacce, la somma di oltre 60 mila euro.

Infine, nell’ambito della perquisizione del casale di campagna situato tra Taviano e Racale, in cui Parlangeli aveva trovato riparo, sono stati rinvenuti numeroso munizionamento e documenti falsi validi per l’espatrio.

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Cronaca

«Si introduca il reato di omicidio sul lavoro»

Ieri un’altra morte sul lavoro in provincia di Lecce. Vittima un operaio di 57 anni, precipitato da un’altezza di circa 8 metri. La rabbia della Cgil Lecce: «Subito interventi concreti»

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Una mattanza inaccettabile”, l’ha definita il Presidente Mattarella.

Ancora un incidente sul lavoro in provincia di Lecce.

Ancora una tragedia. Ieri ha perso la vita un operaio di 57 anni, dipendente di un’azienda di fabbricazione di infissi e cancelli che stava lavorando ad un lucernario di un capannone nella zona industriale di Lecce.

È precipitato da un’altezza di 8 metri. È l’ennesima vittima sul lavoro.

L’ultimo report mensile dell’Inail fa riferimento ai dati di luglio: nei primi sette mesi sono stati 7 i decessi sul lavoro in provincia di Lecce (4 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).

I NUMERI

Aumentano anche gli infortuni: ben 2.655 dall’inizio dell’anno al 31 luglio (161 in più rispetto al 2023). Statistica al netto di tutti quelli non denunciati e di centinaia di infortuni relativi ai mesi di agosto ed in questa prima parte di settembre. capitati nei mesi di agosto ed in questa prima parte di settembre.

«LATITANO LE MISURE DI SICUREZZA E PREVENZIONE»

«Esprimo a nome di tutta la Cgil Lecce dolore per l’ennesima vittima sul lavoro e vicinanza ai familiari del lavoratore», dicono il segretario generale della Cgil Lecce, Tommaso Moscara, e la segretaria provinciale con delega alla Sicurezza nei luoghi di lavoro, Fiorella Fischetti.

«Non spetta a noi ricostruire la dinamica dell’accaduto», aggiungono, «di sicuro nella maggior parte degli infortuni mortali latitano le misure di sicurezza e prevenzione, che restano una causa incomprensibile ed inaccettabile di questo fenomeno. Ogni giorno ci sono tre italiani che escono da casa per lavorare senza più fare ritorno alle proprie famiglie. È assurdo. Servono misure urgenti e concrete per mettere in sicurezza i luoghi di lavoro. Come parti sociali possiamo intervenire soprattutto sulla cultura della prevenzione, ma non basta. È necessario un investimento urgente del Governo sull’attività ispettiva e sui controlli. Ed urge un’attenzione particolare nella scrittura delle leggi: la patente a punti per le imprese va estesa ad ogni settore e non può bastare un corso di formazione per tornare alla normalità. «Così come è necessario mettere di fronte alle proprie responsabilità i datori di lavoro», concludono i sindacalisti, «attraverso l’introduzione dell’aggravante di omicidio sul lavoro».

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