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Andrano

Ad Andrano è polemica sui cimiteri

Il gruppo di opposizione ABC: “Cimitero aperto clandestinamente solo ai proprietari di cappelle gentilizie”. Il sindaco Musarò: “Solo interventi di igiene pubblica, privata e di decoro nel pieno rispetto delle norme anticontagio e del distanziamento sociale”

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Anche ad Andrano e a Castiglione d’Otranto, come ovunque in Italia il cimitero (foto da Google) è rigorosamente chiuso a causa della pandemia (ordinanza del comandante di polizia locale del 23 marzo).


Qualche giorno fa però sui social rimbalzata forte la polemica riguardo ad una presunta riapertura.


Il cimitero di Andrano dalle 16 alle 18 è stato aperto clandestinamente (in assenza di provvedimento in tal senso) solo per i “proprietari” di cappelle gentilizie”, aveva postato sulla loro pagina facebook il gruppo di opposizione ABC, “il tutto organizzato dal sindaco (cui chiediamo se ha così garantito la salute pubblica di chi rispetta le regole di emergenza e chi si muove in luogo pubblico in barba alle regole). La scusa raccontata a chi ha chiesto spiegazioni (solo chi ha le Cappelle per fargliele pulire) aggiunge al dolo la premeditazione. Defunti di serie A e defunti di serie B. Dividere la comunità anche su questo per legare (letteralmente) consensi. Strategia analoga a quella dei buoni spesa. Vi proponiamo una battaglia civica ancor prima che politica: chiamate il sindaco e chiedetegli di riaprire subito il cimitero. Poi ci penseremo da soli a distanziarci organizzando visite per fasce orarie giorni e lettere di alfabeto: dalla A alla Z senza distinzioni”.


È lo stesso sindaco Salvatore Musarò a chiarire: “Nei giorni scorsi dopo la pulizia dei cimiteri e la sfalciatura dell’erba”, ha dichiarato, “si è proceduto attraverso il gestore dei servizi cimiteriali, allo svuotamento dei portafiori situati sulle lapidi dei cappellani e dei loculi esterni, al fine di garantire sia l’igiene pubblica che il decoro dei cimiteri”.

Per il primo cittadino è indubbio che “lo svuotamento dei portafiori dovesse riguardare anche le cappelle gentilizie private. Conseguentemente sono state date disposizioni dello stesso gestore di provvedervi, concordando con i singoli proprietari tempi e modalità, nel rigoroso rispetto delle norme di sicurezza e di distanziamento sociale, così come poi avvenuto”.


Poi arriva la stoccata al gruppo di opposizione: “L’operato dell’amministrazione comunale anche nei predetti interventi è stato improntato su un rigoroso rispetto del principio di uguaglianza tra tutti non certo sulla distinzione tra cittadini di serie A di serie B. Discriminazione, questa, che probabilmente deriva dal retaggio “culturale” e “amministrativo” dell’autore del post pubblicato da ABC. Altrettanto evidente e anche lo squallido tentativo di fomentare una pseudo “battaglia civica ancor prima che politica” per chiedere la riapertura dei cimiteri pur sapendo l’autore del post che la chiusura degli stessi è stata disposta con circolare del Ministero della Salute.”.


Infine, riguardo la paventata riapertura del cimitero, il sindaco Musarò ricorda che “la potrà disporre soltanto il Governo o il Ministro della Salute e appena tale autorità la disporranno cimiteri saranno riaperti”.


Alessano

Area Marina Protetta: 4 incontri aperti al pubblico per condividere dati ambientali e socioeconomici

Progetto CORISMA: questo pomeriggio ad Andrano; giovedì 30 novembre a Santa Maria di Leuca; venerdì 1° dicembre a Santa Cesarea Terme e sabato 2 dicembre a Castro. L’AMP riguarderà i comuni di Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Otranto, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase

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Meno dell’8% della superficie marina mondiale è coperta da aree marine protette, che sono l’unica grande opportunità di conservare gli habitat naturali e garantire attività economiche sostenibili. Numeri che devono far riflettere e agire, se si vuol salvare il Mediterraneo, il più importante hotspot di biodiversità al mondo, ma anche il più a rischio per sovrasfruttamento e inquinamento.

Con i suoi 260 Kmdi superficie totale e circa 100 chilometri di costa che da Otranto arrivano a Santa Maria di Leuca, dopo anni di studi e dibattiti potrebbe avere un’accelerazione l’iter per l’istituzione dell’Area Marina Protetta Capo d’Otranto – Grotte Zinzulusa e Romanelli – Capo di Leuca.

Sarebbe la quarta in Puglia, dopo quelle delle Isole Tremiti, Torre Guaceto e Porto Cesareo e tra le più grandi d’Europa.

Il procedimento istitutivo dell’AMP prevede lo svolgimento dell’istruttoria tecnica preliminare affidata all’ISPRA, organo tecnico del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), che sulla base di studi di carattere ambientale e socioeconomico predispone un’ipotesi di perimetrazione, zonazione e le indicazioni di carattere regolamentare dell’istituenda AMP.

L’Area Marina Protetta: un’occasione di crescita e tutela del territorio tra Otranto e Leuca – Gli incontri

Un importante contributo è stato dato dalla Regione Puglia a partire da fine 2022, grazie al Progetto CORISMA (finanziato dal FEAMP-PO 2014-2020 – Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca 2014-2020), acronimo di una progettualità immaginata per ipotizzare, tra quelli possibili, i migliori scenari di conservazione e gestione delle risorse biologiche marine necessari per impattare positivamente sulla sostenibilità della pesca e delle altre attività connesse all’uso del mare nell’area Marino-Costiera Otranto – S. Maria di Leuca, coordinato dal CIHEAM Bari (Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei) insieme ai partner Università del Salento (DISTEBA), ARPA Puglia (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente) e Regione Puglia -Sezione Gestione sostenibile e tutela delle risorse forestali e naturali, i cui risultati saranno condivisi con le comunità durante quattro incontri territoriali aperti al pubblico.

Incontro in corso in queste ore ad Andrano nella Biblioteca Comunale Don Giacomo Pantaleo, Sede Municipale (piazza Unicef).

Prossimo appuntamento giovedì 30 novembre, alle 17, a Santa Maria di Leuca, nella Sala Convegni Hotel Terminal.

Venerdì 1° dicembre, alle 17, l’incontro sarà ospitato nella Sala Convegni Albergo Palazzo di Santa Cesarea Terme.

Sabato 2 dicembre, alle 10,30, infine, appuntamento a Castro nel Castello Aragonese.

Esperti e ricercatori del CIHEAM Bari (Massimo Zuccaro, Gianfranco Cataldi, Francesco Mancini), dell’Università del Salento (il Prof. Stefano Piraino) e di ARPA Puglia (Nicola Ungaro e Cosimo Giannuzzi) impegnati nella ricerca di dati scientifici, ambientali e socioeconomici del territorio si confronteranno con istituzioni locali e cittadini per condividere le informazioni raccolte e fare il punto sullo stato dell’arte.

Si parlerà di cosa si vuole tutelare, quali sono le attività coinvolte, quali i vantaggi per il territorio e quali sono le tappe da affrontare nel percorso verso l’istituzione di un’Area Marina Protetta tra Otranto e Santa Maria di Leuca.

Sono stati intervistati quasi 600 tra pescatori professionali e ricreativi, gestori di stabilimenti balneari, rappresentanti di associazioni, centri diving, noleggio imbarcazioni, operatori della ristorazione e accoglienza turistica, artigiani, associazioni culturali, centri benessere e termali, referenti delle 11 municipalità ed è emersa una fotografia chiara delle priorità espresse dalle comunità costiere. I dati ambientali sono stati raccolti in 20 tematismi, come la mappa degli habitat bentonici, le grotte sommerse e semisommerse, i siti di nidificazione, le acque di balneazione, gli scarichi, i beni archeologici sommersi, le ordinanze di interdizione e corridoi di accesso alle grotte. Per ciascun tematismo è stato costruito un database, derivante dall’aggregazione di diverse fonti, con lo scopo di creare un archivio georeferito dell’area, indispensabile per l’elaborazione dei dati che consentirà la risoluzione dei problemi di pianificazione e conservazione, individuando le soluzioni più idonee al territorio.

Significativi anche gli approfondimenti socioeconomici, tra cui un focus sulla percezione dell’area marina protetta, sia in termini di vantaggi e svantaggi, che di ricaduta sulle attività in atto sul territorio. Dall’indagine si evince un dato inequivocabile: circa il 90% degli intervistati ritengono importante l’introduzione di alcune forme di protezione dell’ambiente marino nel tratto di costa interessato, in particolare attraverso l’istituzione di un’Area Marina Protetta, adducendo come principali motivazioni l’importanza di preservare habitat, specie e luoghi, salvaguardare il territorio e la categoria dei pescatori, denunciando la presenza eccessiva di plastiche, inquinamenti di natura organica, rifiuti vari e l’eccessivo sfruttamento da parte della pesca professionale e/o sportiva e dal turismo fuori controllo durante la bella stagione. Gran parte degli intervistati indica come vantaggi territoriali e socioeconomici l’incremento del livello di conservazione dell’ambiente marino/biodiversità, il contrasto alla pesca illegale e la crescita dell’educazione ambientale.

Un’area unica, sia perché si trova in una zona centrale del Mediterraneo, sia perché ha delle caratteristiche geomorfologiche estremamente importanti, come la presenza di grotte sommerse e semisommerse, di una falesia rocciosa che scende rapidamente in profondità e che può dare rifugio a specie che sono sensibili alle ondate di calore, sempre più frequenti nel Mediterraneo.

Si tratta di uno dei litorali a più alta naturalità dell’intera costa italiana, con abbondanza di specie bentoniche e habitat chiave, come le praterie di Posidonia e il Coralligeno, aree elettive di riproduzione, sviluppo e accrescimento per molte specie ittiche di interesse per la pesca. All’interno dell’area ricadono, inoltre, due zone speciali di conservazione: il Posidonieto Capo San Gregorio – Punta Ristola e quello Costa Otranto – Santa Maria di Leuca, con un’estesa falesia ricca di grotte, cavità, incisioni e insenature.

Un’opportunità di sviluppo per gli 11 Comuni coinvolti (Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Otranto, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase) che hanno convocato il 21 e 28 novembre i consigli comunali, per deliberare sulla volontà di avviare nel proprio territorio l’iter tecnico e amministrativo per l’istituzione dell’Area Marina Protetta Capo d’Otranto – Grotte Zinzulusa e Romanelli – Capo di Leuca, sostenendo una velocizzazione del processo.

 

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Alessano

Area Marina Protetta Otranto – Leuca, accordo tra i sindaci

Convocati per il 21 novembre, nella 27ª Giornata Mondiale della Pesca, i consigli comunali di nove paesi per deliberare la dichiarazione di intenti sulla istituzione della 4ª Area Marina Protetta in Puglia, sostenuta dal Progetto CORISMA. Interessati Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Gagliano del Capo, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase (Diso e Otranto lo faranno il 28 novembre). A Tricase Porto apre il Polo Regionale per la disseminazione della cultura marinaresca, dei mestieri tradizionali e dei prodotti del mare, Laboratori e Maratona digitale delle Comunità Costiere del Mondo

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Non c’è tempo da perdere, se si vuol salvare il Mediterraneo, il più importante hotspot di biodiversità al mondo abitato da oltre 17mila specie, circa 10 volte superiore alla media mondiale, ma anche il più a rischio per inquinamento e sovrasfruttamento, secondo la FAO, con il 62% degli stock ittici in costante declino e le temperature delle acque superficiali sempre più elevate, che favoriscono specie termofile e aliene con effetti negativi sull’intero ecosistema.

A ciò si aggiunge l’aumento delle plastiche che minacciano la vita di tartarughe e uccelli marini e del traffico marittimo, che può causare la morte di diversi cetacei.

A oggi meno dell’8% della superficie marina mondiale è coperta da aree marine protette, che costituiscono l’unica grande opportunità per conservare gli habitat naturali e aumentare la produttività dell’ecosistema, per garantire attività economiche sostenibili, tutelare antichi mestieri e tradizioni e apportare alle comunità locali benefici ecologici, come la difesa delle coste dall’erosione, ma anche sociali, culturali ed economici, come la creazione di posti di lavoro, l’approvvigionamento alimentare con l’incremento della pesca nelle aree circostanti (spill-over) e la regolazione del clima.

Così martedì 21 novembre, nella Giornata Mondiale della Pesca, ci sarà nel Salento un evento senza precedenti: nove comuni del versante orientale della provincia di Lecce (Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Gagliano del Capo, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase) convocheranno in contemporanea i consigli comunali (mentre Diso e Otranto lo faranno il 28 novembre), per deliberare sulla volontà di avviare nel proprio territorio l’iter tecnico e amministrativo per l’istituzione dell’Area Marina Protetta Capo d’Otranto – Grotte Zinzulusa e Romanelli – Capo di Leuca.

Sarebbe la quarta in Puglia, dopo quelle delle Isole Tremiti, Torre Guaceto e Porto Cesareo e tra le più grandi d’Europa, con i suoi 260 Km2 di superficie totale e circa 100 chilometri di costa.

Le delibere degli 11 consigli comunali rappresenterebbero una dichiarazione di intenti, che necessita poi di ulteriori atti di attuazione e recepimento, ma contribuirebbe ad accelerare l’iter per l’istituzione dell’AMP Otranto-Leuca, iniziato anni fa con l’individuazione di un’area marina di reperimento unica per vari motivi.

Si trova in una zona centrale del Mediterraneo e ha caratteristiche geomorfologiche importanti, come la presenza di almeno 32 grotte sommerse e 43 emerse e semisommerse, di una falesia rocciosa che scende rapidamente in profondità e può dare rifugio a specie sensibili alle ondate di calore.

Si tratta di uno dei litorali a più alta naturalità dell’intera costa italiana, con abbondanza di specie bentoniche e habitat chiave, come le praterie di Posidonia e il Coralligeno, aree elettive di riproduzione, sviluppo e accrescimento per molte specie ittiche di interesse per la pesca.

All’interno dell’area ricadono, inoltre, due zone speciali di conservazione: il Posidonieto Capo San GregorioPunta Ristola e quello Costa Otranto – Santa Maria di Leuca, con un’estesa falesia ricca di grotte, cavità, incisioni e insenature.

Il procedimento istitutivo dell’AMP prevede lo svolgimento dell’istruttoria tecnica preliminare affidata all’ISPRA, organo tecnico del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), che sulla base di studi di carattere ambientale e socioeconomico predispone un’ipotesi di perimetrazione, zonazione e le indicazioni di carattere regolamentare dell’istituenda AMP.

Un importante contributo è stato dato dalla Regione Puglia a partire dal 2021, grazie al Progetto CORISMA (finanziato dal FEAMP-PO 2014-2020 – Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca 2014-2020), acronimo di una progettualità immaginata per ipotizzare, tra quelli possibili, i migliori scenari di conservazione e gestione delle risorse biologiche marine necessari per impattare positivamente sulla sostenibilità della pesca e delle altre attività connesse all’uso del mare nell’area Marino-Costiera Otranto – S. Maria di Leuca, coordinato dal CIHEAM Bari (Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei) insieme ai partner Università del Salento (DISTEBA), ARPA Puglia (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente) e Regione Puglia -Sezione Gestione sostenibile e tutela delle risorse forestali e naturali, i cui risultati sono stati illustrati il 30 settembre scorso, durante un incontro nella sede operativa del CIHEAM a Tricase Porto.

Già in quella occasione i rappresentanti istituzionali di Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Otranto, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase hanno espresso pareri favorevoli sull’importanza di istituire l’AMP e sull’opportunità di esprimere atti ufficiali di indirizzo in seno ai rispettivi consigli comunali, che saranno convocati il 21 e 28 novembre.

POLO REGIONALE PER LA DISSEMINAZIONE DELLA CULTURA MARINARESCA A TRICASE PORTO

Tante le iniziative organizzate sempre a Tricase Porto martedì 21 novembre durante la  27 ª Giornata Mondiale della Pesca, che saranno coordinate dalla sede di Tricase del CIHEAM Bari: dall’inaugurazione in via Marina Serra di un Polo Regionale per la disseminazione della cultura marinaresca, dei mestieri tradizionali e dei prodotti del mare, che avrà all’interno un’esposizione di gozzi storici e workshop di maestri d’ascia ai LIME, laboratori per la gestione integrata dell’Ambiente, che vedrà dalle 14 alle 16, docenti universitari, ricercatori e start up parlare di soluzioni innovative utili per le imprese impegnate in attività di blue e green economy.

Ci sarà, inoltre, la prima edizione della “Maratona digitale delle Comunità Costiere del Mondo”, organizzata da CIHEAM Bari, Coldiretti e la World Farmers Markets Coalition su piattaforma Zoom, che in tre round, dalle 10 alle 21, vedrà alternarsi 22 Paesi in base al fuso orario per discutere su come affrontare sfide significative come la sovrapesca, il degrado ambientale e i cambiamenti climatici, che minacciano non solo le risorse ittiche, ma anche il tessuto sociale ed economico: i Paesi in questione sono Australia, Malesia, Filippine, Indonesia, Thailandia e Sri Lanka, Kenya, Zanzibar, Tunisia, Italia, Turchia, Marocco, Senegal, Stati Uniti d’America, Canada e sette Stati insulari del Pacifico (Isole Cook, Isole Marshall, Nauru, Palau, Timor Est, Tonga, Tuvalu, i cui funzionari sono a Tricase per 2 settimane per seguire un corso Avanzato sullo Sviluppo delle Comunità Costiere nel quadro dei cambiamenti climatici).

Un’occasione importante per esplorare nuove prospettive, condividere esperienze e lavorare insieme per un futuro sostenibile per le comunità costiere di tutto il mondo.

Il CIHEAM Bari

Nato nel 1962, è la struttura operativa italiana del CIHEAM, organizzazione intergovernativa che lavora per migliorare l’agricoltura e la pesca sostenibili, garantire la sicurezza alimentare e nutrizionale e lo sviluppo dei territori rurali e costieri. È un centro di formazione postuniversitaria, ricerca scientifica applicata e progettazione di interventi in partenariato sul territorio nell’ambito dei programmi di ricerca e cooperazione sui temi della sicurezza alimentare, gestione integrata delle aree costiere, sostenibilità delle attività di pesca, acquacoltura sostenibile, valorizzazione del patrimonio delle comunità costiere. Dal 2015 ha istituito la sede di Tricase, dove si realizzano iniziative di cooperazione, ricerca e formazione nel settore dello sviluppo costiero mediterraneo sostenibile e del monitoraggio e tutela della biodiversità.

ITER ISTITUTIVO AREA MARINA PROTETTA

Un’area marina protetta è dove è presente “un’area marina di reperimento”. Nel caso della costituenda AMP Otranto-Leuca, ai sensi della Legge 394 del 1991, è stata inserita (Art.36) nell’elenco delle aree marine di reperimento, l’area denominata “Capo d’Otranto – Grotte Zinzulusa e Romanelli – Capo di Leuca”. Il procedimento istitutivo prende l’avvio con la convocazione, da parte del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE), Direzione Generale patrimonio naturalistico e mare, di un tavolo tecnico-istituzionale, composto dagli enti territorialmente interessati. Lo svolgimento dell’istruttoria tecnica preliminare viene affidato all’ISPRA, organo tecnico del MASE. Sulla base degli studi di carattere ambientale e socioeconomico, l’ISPRA predispone un’ipotesi preliminare di perimetrazione, zonazione e le indicazioni di carattere regolamentare dell’istituenda area marina protetta. Questa ipotesi preliminare viene illustrata ai Comuni e agli altri Enti territorialmente interessati per acquisire un primo orientamento, eventuali osservazioni e indicazioni di cui l’ISPRA tiene conto per definire una proposta più rispondente alle richieste del territorio. Una volta definita viene illustrata nel corso di un’assemblea pubblica e si invita la cittadinanza a trasmettere osservazioni e informazioni. ISPRA tiene conto di queste osservazioni per perfezionare la proposta, ove possibile. Sulla base degli esiti dell’istruttoria tecnica, il Ministero predispone lo schema di decreto di istituzione (perimetro, risorse finanziarie, ente gestore) e lo schema di decreto di adozione del

regolamento di disciplina delle attività consentite nelle diverse zone dell’area marina protetta (zonazione, attività consentite/vietate/regolamentate). Su tali provvedimenti viene chiesto il parere della Regione e dei Comuni interessati e il parere della Conferenza Unificata. Per il decreto istitutivo viene acquisita l’intesa del Ministero dell’economie e delle finanze. Per il regolamento di disciplina viene acquisito il parere del Consiglio di Stato. Completato l’iter, con l’acquisizione dei pareri e intese, i due provvedimenti (decreto di istituzione e decreto di adozione del regolamento di disciplina) sono firmati dal Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica e pubblicati contestualmente in Gazzetta Ufficiale. Con decreto del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica (di solito con lo stesso decreto di istituzione) l’area marina protetta viene affidata in gestione. Ai sensi dell’art. 19 della legge 394/91, la gestione delle aree marine protette è affidata a enti pubblici, istituzioni scientifiche o associazioni ambientaliste riconosciute, anche consorziati tra loro.

PROGETTO CORISMA

CIHEAM Bari, Università del Salento e Arpa Puglia, nel quadro delle attività promosse dal progetto CORISMA (finanziato dal FEAMP-PO 2014-2020 – Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca 2014-2020) hanno condotto un’intensa fase di studio e analisi del territorio, che ha previsto la somministrazione di 560 questionari rivolti ai diversi portatori di interesse operanti negli 11 comuni – referenti istituzionali, associazioni culturali e ambientali, pescatori professionali, sportivi, servizi di noleggio barche, operatori della balneazione, della ristorazione, dell’accoglienza turistica, artigiani, servizi commerciali legati alla vendita di attrezzature da pesca, pescherie – con l’obiettivo di perfezionare il quadro conoscitivo delle condizioni e degli elementi ambientali e socioeconomici utili a delineare scenari di conservazione e gestione delle risorse marine.

I dati ambientali sono stati raccolti in 20 tematismi, come la mappa degli habitat bentonici, le grotte sommerse e semisommerse, i siti di nidificazione, le acque di balneazione, gli scarichi, i beni archeologici sommersi, le ordinanze di interdizione e corridoi di accesso alle grotte. Per ciascun tematismo è stato costruito un database, derivante dall’aggregazione di diverse fonti, con lo scopo di creare un archivio georeferito dell’area, indispensabile per l’elaborazione dei dati che saranno studiati attraverso il software Marxan, che consente la risoluzione dei problemi di pianificazione e conservazione, individuando le soluzioni più idonee al territorio. Significativi anche gli approfondimenti socioeconomici, tra cui un focus sulla percezione dell’area marina protetta, sia in termini di vantaggi e svantaggi, che di ricaduta sulle attività in atto sul territorio.

Sollecitati a rispondere sui principali rischi a cui sono esposti gli ambienti marini del tratto di costa interessato, sono emersi l’eccessiva presenza di plastiche, gli inquinamenti di origine organica, la presenza diffusa di rifiuti di ogni genere e l’eccessivo sfruttamento da parte della pesca professionale e/o sportiva e dal turismo fuori controllo durante la bella stagione.

Le specie maggiormente catturate sono triglia, polpo e seppia, quelle più richieste dal mercato il calamaro, la seppia e il totano.

La domanda di cernia, sarago, aragosta e scorfano non viene soddisfatta dalle catture locali, mentre le specie che subiscono frequenti esuberi di offerta sono il merluzzetto, il sugarello e il pesce San Pietro.

Emerge la necessità di avviare strategie di vendita più vantaggiose per la promozione del prodotto locale attraverso l’organizzazione di una filiera corta e la creazione di un marchio di qualità per la valorizzazione della produzione.

Circa il 90% degli intervistati ritengono “importante” l’introduzione di alcune forme di protezione dell’ambiente marino nel tratto di costa interessato, in particolare attraverso l’istituzione di un’Area Marina Protetta, adducendo come principali motivazioni l’importanza di preservare habitat, specie e luoghi, salvaguardare il territorio e la categoria dei pescatori.

Gran parte degli intervistati indica come vantaggi territoriali e socioeconomici l’incremento del livello di conservazione dell’ambiente marino/biodiversità, il contrasto alla pesca illegale e la crescita dell’educazione ambientale.

Inoltre, gli studi e le analisi hanno contribuito significativamente alla definizione della biodiversità degli habitat marini (inclusi la mappatura e la descrizione dei popolamenti degli ambienti di grotta) presenti nell’area di studio e alla produzione di elementi conoscitivi fondamentali per la istituzione dell’Area Marina Protetta Capo d’Otranto – Grotte Zinzulusa-Romanelli-Santa Maria di Leuca.

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Andrano

Esplode vano caldaia: porta e fiamme travolgono una donna

Il misfatto ad Andrano nel pomeriggio: malcapitata condotta al Panico di Tricase, poi al Perrino di Brindisi. Causa dell’accaduto una fuga di gas e non la caldaia, che oltre ad essere in disuso era a gasolio

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di Lorenzo Zito

Un’esplosione improvvisa in una privata abitazione, poi le sirene dirette verso il centro abitato di Andrano: un giorno da dimenticare, quello di oggi, per una donna vittima di un incidente domestico che le ha procurato ferite ed ustioni tali da dover essere trasportata all’ospedale Perrino di Brindisi.

E’ accaduto tutto questo pomeriggio, prima dell’imbrunire.

La malcapitata protagonista del misfatto, 77 anni, si trovava nel cortile dell’abitazione, ubicata lungo la strada provinciale 81 per Depressa (Tricase), quando, all’improvviso, a causa di una fuga di gas, è partita una deflagrazione da un vano di una caldaia in disuso che affaccia proprio sul cortile suddetto.

L’esplosione è stata tale da far saltare la porta del locale.

La donna, infatti, è stata travolta all’improvviso non solo dalla fiammata ma anche dalla porta stessa.

Sono accorsi in loco il 118 ed i vigili del fuoco del Distaccamento di Tricase.

Questi ultimi hanno potuto appurare come all’origine dell’esplosione non vi fosse la caldaia (un vecchio modello a gasolio in disuso da tempo).

Piuttosto, vista la presenza di diverse bombole a gpl con un gruppo di erogazione, la fuga di gas potrebbe esser derivata da uno dei tubi di collegamento usurati dal tempo.

Fuga che avrebbe provocato una stratificazione del gas stesso nel locale tale da portare poi all’esplosione.

Da chiarire, a questo punto, solo quale possa essere stato l’innesco.

La donna ferita è stata condotta in autoambulanza dapprima all’ospedale Cardinale Panico di Tricase, poi al Perrino di Brindisi, con diverse ustioni sul corpo ed anche con delle ferite provocate dall’impatto con la porta.

Il 118, intervenuto anche con una seconda ambulanza, ha appurato come non vi fossero conseguenze per gli altri presenti.

Intervenuti anche i carabinieri della vicina stazione di Spongano. Sul posto anche il sindaco di Andrano, Salvatore Musarò.

 

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