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Tricase

Tricase: parcheggi selvaggi in zona mercato

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Ogni martedì, ogni santo mercato, è un calvario! Abito in via Aureliano, in piena zona-mercato, e settimanalmente la strada, nonostante il divieto di sosta su un senso di marcia e l’ampio parcheggio in un zona vicina, è bloccata da auto parcheggiate selvaggiamente: sui marciapiedi, di traverso e persino in doppia fila! Risultato? Noi che abitiamo in quella zona viviamo un continuo disagio. E se ci permettiamo di lamentarci con qualcuno dei parcheggiatori selvaggi, rischiamo pure di essere mandati a quel paese. Se c’è un divieto di sosta, perché la Polizia Municipale non interviene per farlo rispettare? Perché il Comune non prende provvedimenti?


Lettera Firmata

Attualità

Nuovo Pronto Soccorso a Tricase, a palazzo si litiga. E voi che ne pensate?

Consiglio monotematico rinviato a data destinarsi e scontro tra maggioranza e opposizione. In nome di quella partecipazione tanto chiacchierata, chiediamo il contributo dei nostri lettori che invitiamo a inviarci il loro parere, commentando sulla nostra pagina Facebook (link nell’articolo)

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La vicenda del nuovo Pronto Soccorso a Tricase si arricchisce di un nuovo capitolo con le opposizioni che rimandano al mittente le accuse per aver disertato il consiglio comunale monotematico, sostenendo che la seduta sia stata rinviata non per responsabilità democratica ma perché la maggioranza non avrebbe i numeri.

A questo punto è d’obbligo ricapitolare l’intera vicenda diventata di dominio pubblico dopo la nostra intervista all’ingegnere Antonio Coppola, responsabile tecnico dell’azienda ospedaliera tricasina.

In quella occasione Coppola confermava la notizia di cui eravamo venuti a conoscenza di un progetto per riammodernare e potenziare il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Tricase, accedendo ad un bando regionale destinato esclusivamente ai cosiddetti ospedali classificati, vale a dire San Giovanni Rotondo, il “Miulli” di Acquaviva delle Fonti ed il “Cardinale Panico”.

L’ingegnere ed ex sindaco spiegava come si trattasse di «fondi dedicati in maniera esclusiva ai tre ospedali, con la finalità di adeguare, ampliare ed innovare i pronto soccorso con una serie di accorgimenti, adeguandoli alle nuove esigenze. Per quanto ci riguarda, faremo in modo di differenziare i diversi ingressi, di ridurre al minimo le altezze del pronto soccorso, di facilitare l’accesso a chiunque, con tutti quegli accorgimenti che consentano ai disabili, anche non accompagnati, di accedere al servizio di pronto soccorso».

Quindi «si scaverà sotto le rampe che portano dall’ingresso attuale fino al pronto soccorso: sotto, dove sono oggi le rampe, sorgerà il “nuovo” presidio, vicino alla diagnostica radiologica e tutti i servizi di cui le emergenze possano avere bisogno».

Il bando prevede non più di tre milioni di euro a progetto e il termine massimo per inoltrare la domanda di finanziamento è il 31 dicembre 2025.

«Questo vuol dire», chiariva l’ing. Coppola, «che bisognerà arrivarci con un progetto pronto per l’appalto, dopo aver ottenuto tutte le approvazioni, l’autorizzazione e tutto il resto. Si tratta di un’opera pubblica che verrà assoggettata a bando di gara. Per cui dovremo avere la collaborazione del comune di Tricase. Per realizzare il nuovo pronto soccorso, ovviamente, non potremmo effettuare i lavori laddove ora ci sono le rampe di salita e di discesa per le ambulanze e gli utenti: non possiamo certo bloccare i servizi! Ecco perchè abbiamo chiesto all’amministrazione comunale di realizzare una rampa di accesso esterna all’ospedale che porti dove ora c’è l’ingresso del pronto soccorso».

Questo è il punto: per procedere con l’intervento privato, ci sarà bisogno prima di quello pubblico.

E qui, almeno per il momento, ci si è impantanati.

Alla vigilia del consiglio comunale monotematico dedicato all’argomento, le opposizioni avevano fatto sapere che non avrebbero partecipato all’assise perché, a loro dire, il tutto non sarebbe stato sufficientemente partecipato e le minoranze non erano state adeguatamente informate attraverso i canali istituzionali.

A stretto giro di posta, qualche minuto prima del programmato consiglio comunale, la replica del sindaco Antonio De Donno che annunciando il rinvio a data da destinarsi della seduta monotematica («Auspicando una futura maggiore responsabilità politica e sociale delle minoranze a fronte di un bene comune così rilevante»), snocciolava le iniziative di partecipazione che sarebbero state messe in atto e puntava il dito contro coloro che non si erano presentati definendo il loro comportamento «politica di bassa lega».

«Siamo fermamente decisi a varare una progettualità così importante per il nostro territorio e per la salute pubblica con il massimo del consenso consiliare possibile», aggiungeva il primo cittadino, «ma non giustifichiamo in alcun modo l’assenza di tutta la minoranza dall’odierna convocazione, segnale politico di bassa lega».  

Accuse che, come detto, sono state rispedite al mittente dalle opposizioni: «Siamo certi che se il sindaco avesse avuto la fiducia e l’appoggio dei suoi consiglieri di maggioranza, non avrebbe esitato un attimo nel procedere all’approvazione del punto all’ordine del giorno, come accaduto in altre occasioni», si legge in una nuova nota a firma di Partito democratico, Cantiere civico, Tricase, che Fare? e Verdi – Sinistra italiana.

Secondo i consiglieri di minoranza, il sindaco avrebbe rinviato a data da destinarsi il consiglio comunale «perché non ha il numero sufficiente di consiglieri!».

Quindi, a loro avviso, «sarebbe stato opportuno che la sua smania di bacchettare fosse rivolta ai suoi consiglieri di maggioranza».

«Noi abbiamo dimostrato in più occasioni di anteporre il bene comune dei cittadini alle sterili polemiche autoreferenziali», hanno concluso, «su questo, dunque, non accettiamo lezioni dal sindaco».

In attesa di ulteriori sviluppi che, ne siamo certi, non tarderanno ad arrivare, in nome di quella partecipazione tanto chiacchierata chiediamo il contributo dei nostri lettori che invitiamo a inviarci il loro parere commentando sulla nostra pagina Facebook (clicca qui), oppure inviando una mailinfo@ilgallo.it

Giuseppe Cerfeda

 

 

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Attualità

La “Cosimina” di Tricase avrà, finalmente, i suoi semafori

La strada che costeggia Tricase e porta dapprima a Tiggiano e poi a Leuca, osteggiata durante la costruzione dagli stessi, ma fortemente voluta da Cosimo de Benedetto, già Presidente della provincia di Lecce negli anni ’80…

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Se ne parla da anni, da quando quella maledetta strada è divenuta, suo malgrado, palcoscenico di incidenti e morte.

La Sp 335, per i tricasini “cosimina”, la strada che costeggia Tricase e porta dapprima a Tiggiano e poi a Leuca, osteggiata durante la costruzione dagli stessi, ma fortemente voluta da Cosimo de Benedetto, già Presidente della provincia di Lecce negli anni ’80, dal quale rimane la nomea, oggi  diviene ancora protagonista.

Una strada con pochi accessi, poche curve che ben si presta a divenire una pista dove i più spericolati danno sfogo al folle piede dell’acceleratore; una strada a rischio dove molte persone, a causa della velocità, hanno perso la vita.

Una provinciale che, spesso, è divenuta argomento di discussione durante le campagne elettorali per l’elezioni del sindaco di Tricase, tanto da portare il fu candidato Giuseppe Longo, nel 2006, a inserire quella strada nel suo programma elettorale. 

Lo stesso chiedeva, forte dei numeri e degli incidenti che continuavano a contarsi, di bloccare i “neo Nuvolari” di quella arteria con una rotatoria all’altezza della Capella di San Luciano, quell’opera avrebbe avuto doppia valenza: rallentare il traffico e far immettere in sicurezza i capraricesi (dal rione di Caprarica) nelle campagne che lambiscono la città.

Oggi, finalmente, dopo 20 anni, con i semafori che verranno installati nei pressi di San Luciano e, in direzione nord, laddove si incrocia la Strada Comunale Tutino Depressa, si mette un punto a questa assurda vicenda – negli anni frutto di articoli e richieste di intervento da questa testata – in quell’incrocio si stanno installando i pali per impiantare dei semafori che, ci auguriamo, servano da deterrenza alla velocità e soprattutto a far scendere drasticamente il numero degli incidenti.

Luigi Zito

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Attualità

Tricase: nuovo pronto soccorso, il sindaco bacchetta le opposizioni

Prima chiede il rinvio del consiglio comunale monotematico che era in programma per questo pomeriggio poi punta il dito: «Siamo fermamente decisi a varare una progettualità così importante per il nostro territorio e per la salute pubblica con il massimo del consenso consiliare possibile ma non giustifichiamo in alcun modo l’assenza di tutta la minoranza dall’odierna convocazione»

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«SEGNALE POLITICO DI BASSA LEGA»

Ieri i consiglieri di minoranza hanno annunciato e motivato l’intendimento di non partecipare al consiglio comunale di questo pomeriggio per l’approvazione del progetto di ampliamento del pronto soccorso dell’Ospedale Card. “G. Panico” e della conseguente adozione della variante urbanistica.

Per le opposizioni non «vi sono le condizioni minime per esprimersi in maniera ponderata sull’atto portato all’attenzione del Consiglio» e che «l’invio di una bozza della delibera -nel tardo pomeriggio di lunedì solo due giorni prima della data del Consiglio- con un testo che non risponde in maniera esaustiva ai quesiti portati all’attenzione delle varie commissioni che si sono succedute da settembre ad oggi… ai dubbi inevasi si è aggiunta l’assenza del parere della Responsabile del Settore Pianificazione Territoriale».

Poco prima delle 16 orario in cui era in programma la seduta consiliare il sindaco Antonio De Donno ha annunciato di aver chiesto con la maggioranza consiliare alla Presidente del Consiglio di «rinviare la seduta odierna di Consiglio Comunale, rispettando le sensibilità di tutti ed auspicando una futura maggiore responsabilità politica e sociale delle minoranze a fronte di un bene comune così rilevante».

De Donno ha poi precisato: «L’argomento è stato oggetto di discussione della seconda Commissione Consiliare nei giorni: 11 luglio, 12 settembre, 7 ottobre e 10 ottobre. II progetto è stato licenziato definitivamente in data 10 ottobre, dalla seconda Commissione, con riserva da parte dei gruppi consiliari di esprimersi ulteriormente in consiglio comunale, quindi con una manifesta volontà di convocare quello stesso consiglio che, invece, con il comunicato del 22 ottobre, la minoranza ha dichiarato di disertare».

Il primo cittadino chiarisce che la richiesta di rinvio è giunta nonostante ritenga «pretestuose alcune motivazioni addotte, come la proposta di deliberazione firmata da un solo dirigente, che invece riporta all’interno anche le relazioni istruttorie della responsabile del Settore Pianificazione Territoriale».

E ancora dice di essere giunto a questa decisione «pur non avendo avuto alcuna indicazione a non convocare il consiglio comunale monotematico ma al contrario di farlo in tempi brevi e celeri; pur ritenendo gli approfondimenti progettuali, con cui si è proceduto nei lavori della Seconda Commissione, esaustivi e necessari in un argomento di tale portata, considerando che evidentemente non tutte le riserve sono state ancora sciolte e dipanate».

E conclude: «Siamo fermamente decisi a varare una progettualità così importante per il nostro territorio e per la salute pubblica con il massimo del consenso consiliare possibile ma non giustifichiamo in alcun modo l’assenza di tutta la minoranza dall’odierna convocazione, segnale politico di bassa lega a fronte delle considerazioni sopra descritte».

Ieri con un comunicato stampa i consiglieri di minoranza hanno annunciato e motivato l’intendimento di non partecipare al consiglio comunale di questo pomeriggio per l’approvazione del progetto di ampliamento del pronto soccorso dell’Ospedale Card. G. Panico”‘ e della conseguente adozione della variante urbanistica.

Per le opposizioni non «vi sono le condizioni minime per esprimersi in maniera ponderata sull’atto portato all’attenzione del Consiglio» e che «l’invio di una bozza della delibera -nel tardo pomeriggio di lunedì solo due giorni prima della data del Consiglio- con un testo che non risponde in maniera esaustiva ai quesiti portati all’attenzione delle varie commissioni che si sono succedute da settembre ad oggi… ai dubbi inevasi si è aggiunta l’assenza del parere della Responsabile del Settore Pianificazione Territoriale».

Poco prima delle 16 orario in cui era in programma la seduta consiliare il sindaco Antonio De Donno ha annunciato di aver chiesto con la maggioranza consiliare alla Presidente del Consiglio di «rinviare la seduta odierna di Consiglio Comunale, rispettando le sensibilità di tutti ed auspicando una futura maggiore responsabilità politica e sociale delle minoranze a fronte di un bene comune così rilevante».

De Donnop ha poi precisato: «L’argomento è stato oggetto di discussione della seconda Commissione Consiliare nei giorni: 11 luglio, 12 settembre, 7 ottobre e 10 ottobre. II progetto è stato licenziato definitivamente in data 10 ottobre, dalla seconda Commissione, con riserva da parte dei gruppi consiliari di esprimersi ulteriormente in consiglio comunale, quindi con una manifesta volontà di convocare quello stesso consiglio che, invece, con il comunicato del 22 ottobre, la minoranza ha dichiarato di disertare».

Il primo cittadino chiarisce che la richiesta di rinvio è giunta nonostante ritenga «pretestuose alcune motivazioni addotte, come la proposta di deliberazione firmata da un solo dirigente, che invece riporta all’interno anche le relazioni istruttorie della responsabile del Settore Pianificazione Territoriale».

E ancora dice di essere giunto a questa decisione «pur non avendo avuto alcuna indicazione a non convocare il consiglio comunale monotematico ma al contrario di farlo in tempi brevi e celeri; pur ritenendo gli approfondimenti progettuali, con cui si è proceduto nei lavori della Seconda Commissione, esaustivi e necessari in un argomento di tale portata, considerando che evidentemente non tutte le riserve sono state ancora sciolte e dipanate».

E conclude: «Siamo fermamente decisi a varare una progettualità così importante per il nostro territorio e per la salute pubblica con il massimo del consenso consiliare possibile ma non giustifichiamo in alcun modo l’assenza di tutta la minoranza dall’odierna convocazione, segnale politico di bassa lega a fronte delle considerazioni sopra descritte».

Giuseppe Cerfeda

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