Attualità
“L’idiota in accelerazione…senza codice”
Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo inviato alla Redazione da un nostro lettore di Miggiano

Credo che un po’ di sana critica possa essere un deterrente per comportamenti ai confini della stupidità… Penso che un minimo di biasimo e di disapprovazione possano rappresentare motivo di dissuasione per tutti quegli atteggiamenti che talvolta producono eventi nefasti e, in alcuni casi, tragici.
È una breve premessa per segnalare il sottile filo tra il buon senso, supportato dalla razionalità, e l’incoscienza supportata ahimè dalla stupidità. Siamo a Miggiano ma mi risulta che episodi simili si registrino un po’ a tutte le latitudini. Mi trovo in una delle vie del paese dove abito. La percorro saltuariamente come tante persone in un pomeriggio grigio, col cielo plumbeo.
Il manto stradale è sdrucciolevole a causa delle piogge.
Da lontano sento un rombo di motore.
In pochi attimi sfreccia davanti alla mia persona a velocità esagerata un’auto di colore nero.
Rimango sbigottito ed anche irritato per la spacconata (forse) del conducente del mezzo.
Mi chiedo se sia un pazzo in preda all’alcool oppure persona dedita all’uso di altre sostanze…
La strada è relativamente stretta perché ai lati sono parcheggiate regolarmente altre vetture.
Basta un istante e il potenziale pedone che attraversa la strada in quel momento potrebbe essere travolto. Mi chiedo se sia «soltanto uno di quei ragazzi che vogliono emulare la saga cinematografica “Fast and Furious” o l’ultimo film su “Maverik” di “Top Gun”. L’esuberanza di alcune pellicole sono spesso oggetto di imitazioni, da parte dei giovani soprattutto
L’utente del mezzo che è altresì “utente pedone” probabilmente non si è reso conto della gravità del gesto. Che la sua bravata avrebbe potuto degenerare in un incidente dalle conseguenze drammatiche.
D’altro canto non è la prima volta che le auto schizzano a quella velocità…
Basterebbe un minimo di strumenti appropriati per allontanare potenziali pericoli. Per esempio qualche “dissuasore”, oppure dossi artificiali, o altra segnaletica, volta a far rallentare chi percorre quella strada. Alcuni residenti si sono lamentati più volte per questo genere di comportamento… Qualcuno in passato ha anche rischiato d’essere investito: «L’ho scampata bella», mi è stato riferito, «non l’ho proprio vista l’auto che arrivava! Correva troppo! E non sono stato l’unico a rischiare. Speriamo prendano presto provvedimenti onde evitare il peggio!».
Secondo le indicazioni del Ministero dei Trasporti, del “Comparto Sicurezza” una delle prime cause degli incidenti stradali è la velocità. La seconda causa è la distrazione (l’uso di telefonini od altro). La terza causa è da attribuire alla segnaletica stradale mancante o inappropriata, quest’ultima spesso oggetto di contenziosi legali in caso di sinistri. Questa mia esperienza è sintomatica d’altre esperienze in altre realtà, in altri luoghi abitati. In strada, alla guida di un mezzo, a ciascuno di noi spetta adottare un comportamento conforme alle norme del Codice della Strada, incentrato sul rispetto delle leggi.
A ciascuno di noi alla guida di un mezzo spetta l’obbligo di prevenire ogni sorta di insidia anche là dove siamo certi non serva. Anche al pedone tocca fare attenzione e prevenire.
Persino sulle strisce, dove si dovrebbe essere certi di non essere travolti. Perché, purtroppo, dietro l’angolo, nonostante tutto… può improvvisamente sbucare l’idiota in accelerazione e travolgerci.
Alberto Scalfari
Attualità
La “Bike economy” a Lecce e provincia: una filiera diffusa
Ancora più alto il numero delle localizzazioni (112) che rappresentano la sede secondaria o l’unità locale (ad esempio laboratorio, officina, stabilimento, negozio)…

A Lecce e provincia la “Bike economy” è una filiera diffusa che va dalla fabbricazione di biciclette tradizionali oppure elettriche a pedalata assistita fino alla vendita, dalla riparazione e manutenzione fino al noleggio o al leasing.
Nel Salento sono attive 90 imprese che danno lavoro a 103 addetti.
Ancora più alto il numero delle localizzazioni (112) che rappresentano la sede secondaria o l’unità locale (ad esempio laboratorio, officina, stabilimento, negozio) o amministrativo/gestionale (ad esempio ufficio, magazzino, deposito), ubicato in luogo diverso da quello della sede legale.
È quanto emerge da uno studio condotto dal data analyst Davide Stasi.
«L’integrazione di dati – spiega Davide Stasi – assieme alla formazione e alla cultura delle due ruote stanno rivoluzionando il modo in cui pensiamo e utilizziamo la bicicletta: permettono di progettare soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale nelle città, ma soprattutto di promuovere valori etici e sociali nella ciclo della logistica e nei sistemi di delivery. Non si tratta solo del tragitto casa-lavoro dei dipendenti o degli spostamenti per attività di tipo aziendale, ma anche del trasporto, della distribuzione e della vendita di merci.
Tanti aspetti che, messi tutti insieme, sono in grado di operare una piccola rivoluzione green a beneficio di tutti. Al mondo delle due ruote – aggiunge Stasi – guardano con crescente interesse non solo gli addetti ai lavori del settore, quali i produttori di biciclette, componentistica e accessoristica o i commercianti al dettaglio o i noleggiatori ma anche gli appassionati di cicloturismo; i produttori di macchine industriali/tecnologie (ad esempio robot) o strumenti (ad esempio stampi) per la produzione di biciclette o per la produzione di componentistica; e poi ancora, i produttori di servizi e tecnologie intangibili (ad esempio le soluzioni software) al servizio della filiera della bicicletta, le associazioni, gli investitori e i business angels. Fino alla pandemia e nel periodo immediatamente successivo – ricorda Stasi – il mercato è cresciuto grazie alle e-bike. Subito dopo il Covid, in particolare e per oltre un anno, la filiera della “Bike economy” ha registrato un incremento maggiore delle più rosee aspettative. Dopodiché, l’assestamento del mercato e i tempi lunghi di consegna hanno rallentato questa sorprendente crescita. Il mercato oggi continua a soffrire per le piccole dimensioni delle aziende e per una politica ancora poco lungimirante che non incentiva l’utilizzo delle biciclette attraverso, ad esempio, una forte defiscalizzazione».
“Bike economy” a Lecce e provincia | Imprese attive | Localizzazioni | Addetti |
Fabbricazione di biciclette (Ateco 30.92) | 1 | 1 | 1 |
Fabbricazione di biciclette, escluse parti e accessori (Ateco 30.92.1) – fabbricazione di biciclette senza motore, con motore elettrico a propulsione o elettriche a pedalata assistita | 3 | 3 | 1 |
Attività di intermediari del commercio all’ingrosso di biciclette (Ateco 46.18.22) | 38 | 39 | 38 |
Commercio all’ingrosso di biciclette e altre attrezzature e articoli sportivi (Ateco 46.49.4) | 10 | 15 | 13 |
Noleggio e leasing operativo di biciclette (Ateco 77.21.01) – incluse biciclette con pedalata elettrica assistita | 15 | 30 | 23 |
Riparazione e manutenzione di biciclette, articoli sportivi e attrezzature da campeggio (95.29.2) | 23 | 24 | 27 |
totale | 90 | 112 | 103 |
Attualità
Donna scomparsa ritrovata morta dopo un mese vicino alla marmeria del marito

Si è conclusa tragicamente la vicenda di Gina Monaco, la 60enne di Ceglie Messapica scomparsa il 6 aprile scorso. Il corpo della donna è stato ritrovato l’8 maggio in avanzato stato di decomposizione sotto un albero nel boschetto di contrada Moretto, a pochi metri dalla sua abitazione e dalla marmeria del marito.
A fare la drammatica scoperta sono stati alcuni volontari impegnati nelle ricerche. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il medico legale. La Procura di Brindisi ha disposto l’autopsia per chiarire le cause della morte, che, secondo una nota del procuratore reggente Antonio Negro, sembrano non essere imputabili ad altri.
Gina, conosciuta e benvoluta in paese, era uscita di casa la mattina del 6 aprile, dopo aver chiesto al marito di prenotare un ristorante per il pranzo domenicale. Le ultime immagini la mostrano camminare con passo deciso lungo la strada vicino alla marmeria. Uno dei suoi cellulari era stato localizzato proprio nei pressi del bosco dove è poi stata trovata.
Cinque giorni prima della scomparsa, la donna era stata ricoverata in ospedale per un’ingestione di psicofarmaci. Le indagini proseguono per chiarire se si sia trattato di un gesto volontario o meno.
Alessano
Fiocco azzurro per Chiara e Matteo: è il loro decimo figlio
Risale a meno di un anno fa la nascita della loro figlia Vittoria, ultima di nove figli, quando la famiglia Amico-Calsolaro si era ripromessa che non sarebbe stata l’ultima…

Mamma Chiara e papà Matteo, di Alessano, come anticipavamo a febbraio scorso, erano euforici e felici per l’arrivo che sarebbe dovuto avvenire, a maggio, del loro decimo figlio.
Ebbene, quel momento è arrivato, Achille, questo è il nome scelto per il nascituro, è l’ultimo di dieci figli della coppia alessanese.
Il piccolo è nato ieri, all’ospedale Panico di Tricase e pesa 3,5 chili, lui e la mamma stanno bene, presto potranno rientrare a casa.
Risale a meno di un anno fa la nascita della loro figlia Vittoria, ultima di nove figli, quando la famiglia Amico-Calsolaro si era ripromessa che non sarebbe stata l’ultima.
Il piccolo è stato accolto dal calore di sorelle e fratelli: Mattia, Azzurra, Francesco, Riccardo, Enea, Ludovica, Diego, Luigi Maria e Vittoria.
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