Attualità
Aci: Angelo Sticchi Damiani confermato presidente
Il presidente dell’Automobile Club Lecce Filippi Filippi: “Elezione plebiscitaria e rinnovato motivo di orgoglio per la nostra terra”

Nella serata di ieri, l’Assemblea dell’Automobile Club d’Italia ha confermato Angelo Sticchi Damiani (foto in alto) presidente dell’ACI per il quadriennio 2021-2024, con oltre il 94% dei voti.
Leccese, coniugato, due figli, ingegnere civile e stimato progettista di infrastrutture stradali, Sticchi Damiani è al suo terzo mandato al vertice dell’associazione degli automobilisti italiani.
DIGITALIZZAZIONE
Sotto la sua Presidenza, l’ACI ha “cambiato passo”, a partire dall’importante impulso alla digitalizzazione del PRA, oggi l’amministrazione pubblica più avanzata nella dematerializzazione dei documenti e nella semplificazione dei servizi a utenti privati e operatori professionali, con l’80% delle operazioni richiedibili da remoto, via mail o PEC. Sforzo enorme che si affianca alla avanzata progressiva attuazione, in piena collaborazione con il MIT, del Documento Unico che unifica la Carta di Circolazione e il Certificato di Proprietà.
Digitali – tramite sito ACI o semplici App per smartphone – sono anche quasi tutti i servizi di ACI per l’automobilista, dal pagamento del bollo allo storico soccorso stradale, dall’ avviso di annotazione sul proprio veicolo di un fermo amministrativo, all’avviso di scadenza della patente.
SICUREZZA STRADALE
Forte anche l’impegno della Presidenza Sticchi Damiani sul fronte sicurezza stradale con ricerca, formazione e informazione, in particolare per la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti, che sulla strada sono i più vulnerabili e ancora troppo spesso vittime. Un impulso concreto in questo senso, è stato dato dalla creazione dei Centri di Guida Sicura, da periodiche campagne nazionali di sensibilizzazione, dallo studio e proposta di soluzioni per ridurre l’incidentalità, dal costante contributo legislativo al Codice della Strada, per improntare le norme al rispetto e alla responsabilità prima che alla sanzione, per sua natura successiva all’infrazione.
AUTOMOBILISMO SPORTIVO
È grazie alla passione e all’impegno di Sticchi Damiani se è stato possibile conservare in Italia le più importanti competizioni internazionali, a iniziare dal Gran Premio di Monza di Formula 1, potenziando, al contempo, il movimento sportivo di base: oltre 800 gare all’anno nelle diverse discipline, kart, rally, corse in salite, gare di regolarità. Uno sforzo non per pochi come si potrebbe pensare, anche perché le competizioni automobilistiche sono il principale vettore delle nuove tecnologie che vengono poi applicate ai nostri veicoli, e concorrono anche al PIL del comparto turistico, portando nel mondo l’unicità dell’Italia, anche attraverso competizioni storiche come Mille Miglia o Targa Florio.
MOBILITÀ DI DOMANI
Ma il grande lavoro di questi ultimi anni, quello più impattante nella vita di ognuno, è l’impegno portato da ACI per comprendere, definire e attuare la mobilità di domani. Su questo punto il pensiero di Sticchi Damiani è chiarissimo: oggi non esiste qualità della vita senza una qualità della mobilità e le nuove tecnologie – auto elettriche, semi-elettriche, a guida autonoma, connesse – sono fondamentali per pensare alla nuova mobilità ma da sole non bastano a ridurre l’inquinamento da traffico, ad aumentare la sicurezza e a migliorare la sostenibilità economica. Su questa base ACI, prima ad aver portato il car sharing in Italia e prima a realizzare una rete di ricarica per auto elettriche, è diventata centrale nella trasformazione della mobilità con l’obiettivo dichiarato di contribuire allo sviluppo del Paese e al benessere degli italiani. Una sfida dai tempi lunghi, che richiede nuove e diverse infrastrutture, un differente e diffuso approccio dei cittadini, una volontà concorde tra i diversi attori pubblici, a iniziare dai Comuni, e tra i protagonisti privati, a iniziare dai Costruttori.
La terzietà di ACI, l’essere un soggetto pubblico ma a base associativa dotato di competenza ed esperienza centenaria, la rende il soggetto ideale per dare ordine e impulso all’ammodernamento della mobilità italiana, individuale e collettiva, condivisa e delle merci, che è uno dei principali asset competitivi tra le economie nazionali. La vera sfida del XXI secolo, che certamente segnerà la prossima Presidenza e i prossimi anni di attività dell’Automobile Club.
ORGOGLIO SALENTINO

il presidente dell’Automobile Club Lecce Aurelio Filippi Filippi
«È stata un’elezione plebiscitaria che conferma il grande lavoro svolto nell’interesse sia dell’Ente che degli Enti confederati, e degli automobilisti», dichiara il presidente dell’Automobile Club Lecce Aurelio Filippi Filippi, «è un orgoglio dal punto di vista territoriale avere un nostro conterraneo al massimo vertice nazionale, con una capacità di aggregazione così elevata da raggiungere questa prestigiosa riconferma con una tale percentuale di consensi. A nome del Consiglio Direttivo e del personale tutto dell’Automobile Club Lecce, di cui Angelo Sticchi Damiani è stato presidente dal 1990 al 2012, gli auguro di continuare con successo il percorso alla presidenza nazionale».
Attualità
Avvicendamento al vertice del Commissariato di Nardò
più sinceri auguri da parte del Questore, del Capo di Gabinetto, dei funzionari e del personale tutto, vanno ad entrambi i funzionari…

Al Vice Questore della Polizia di Stato, Sabrina Manzone, subentra il Commissario Capo della Polizia di Stato Valerio Tornese
Cambio della guardia dal 1° agosto al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Nardò.
Al Vice Questore d.ssa Manzone Sabrina subentra il Commissario Capo dr. Valerio Tornese, già in forza presso il Commissariato da qualche settimana. Il funzionario uscente, la d.ssa Sabrina MANZONE annovera una lunga carriera nella Polizia di Stato.
Ha infatti ricoperto diversi incarichi, prima di giungere nella Questura di Lecce: presso la Questura di Trieste ha diretto la Sezione Volanti e presso la Questura di Brindisi ha ricoperto l’incarico di dirigente del Commissariato di polizia di Mesagne.
Dal 2014 è stata trasferita alla Questura di Lecce, assumendo l’incarico di Dirigente della Squadra Mobile dove ha portato a termine con successo numerose operazioni di polizia giudiziaria contro i clan leccesi di maggior rilevanza delinquenziale.
Dal 1° aprile 2020 e per oltre 5 anni, ha diretto il team dei poliziotti di Nardò e ha speso il suo impegno e professionalità al servizio della comunità neretina per la tutela della legalità.
I più sinceri auguri da parte del Questore, del Capo di Gabinetto, dei funzionari e del personale tutto, vanno ad entrambi i funzionari.
Alla d.ssa Manzone, perché il nuovo percorso di vita sia gratificante e al dr. Tornese auguriamo la stessa fruttuosità nel lavoro che lo attende nel suo nuovo incarico a capo del Commissariato di P.S. di Nardò.
Attualità
Tricase: dopo 44 anni Teresa ha spento i suoi Fornelli
Il meritato riposo: quasi mezzo secolo di ristorazione alle spalle: «Tanti sacrifici e tante soddisfazioni. Abbiamo costruito molto più di un’attività: è nata una grande famiglia»

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Dopo quasi mezzo secolo al fianco dei propri clienti, giunge il momento del meritato riposo per Teresa Vantaggiato, 81 anni, titolare a Tricase del ristorante I Fornelli di Teresa che, pochi giorni fa, ha portato per l’ultima volta in tavola le sue bontà ai propri fedeli clienti.
Quali emozioni affiorano alla fine di questa esperienza?
«Dopo 44 anni passati dietro ai fornelli e tra i tavoli, il cuore è pieno di gratitudine. È difficile trovare le parole giuste per descrivere cosa significhi concludere un percorso così lungo e intenso. Ho vissuto ogni giorno con dedizione, cercando non solo di offrire un buon piatto, ma anche un sorriso, un momento di serenità, un ricordo da portare via. Salutare questa esperienza è difficile, ma anche bello, perché significa aver vissuto qualcosa di profondo, che ha lasciato il segno nella vita delle persone e nella mia».
Avete visto Tricase ed il Capo di Leuca crescere e cambiare in oltre quattro decenni di attività. La professione che oggi salutate, come è cambiata dal giorno in cui l’avete avviata a come la lasciate oggi?
«In 44 anni abbiamo visto cambiare tante cose: il modo di lavorare, le abitudini dei clienti, le aspettative. Oggi l’ospitalità è più attenta ai dettagli, più organizzata, e anche grazie alla tecnologia si può offrire un servizio sempre più efficiente, ma forse anche più impersonale. Ma ciò che non è mai cambiato è l’essenza di questo mestiere: accogliere le persone, farle sentire a casa, e offrire loro qualcosa che parli di noi, della nostra terra. Questo, nemmeno il tempo lo ha modificato. Oggi, con grande rispetto per il lavoro fatto e per chi ci ha sempre scelto abbiamo deciso di avviare un nuovo progetto. Cambiamo forma, ma restiamo fedeli allo spirito con cui abbiamo iniziato: accogliere con amore».
Quali i ricordi e le sensazioni più belle che vi lasciano questi 44 anni?
«Le risate in sala, le famiglie che tornavano anno dopo anno, i bambini che sono cresciuti e poi tornavano da adulti con i propri figli… Questi sono i ricordi che porterò sempre con me. Anche le serate intense, le estati piene, le corse in cucina: ogni fatica è stata ripagata dal calore umano, dai “grazie” sinceri, dai clienti che ci sceglievano non solo per mangiare, ma per vivere un’esperienza. È stata una vita fatta di sacrifici, certo, ma anche di tante soddisfazioni e di amore per il mio lavoro».
Ai suoi affezionati clienti, che messaggio vorrebbe lasciare?
«A tutti voi che in questi 44 anni avete varcato la porta del nostro ristorante, diciamo semplicemente: grazie. Grazie per la fiducia, per l’affetto, per i momenti condivisi. Abbiamo cucinato con amore, accolto con il sorriso e vissuto ogni giorno con passione e rispetto per questo mestiere. Ci avete fatto sentire a casa, e speriamo di aver fatto lo stesso con voi. Un pensiero speciale va a mio marito Cosimino, che insieme a me ha dato vita a tutto questo. Compagno di vita e di lavoro, sempre presente, instancabile e determinato: senza di lui niente sarebbe stato possibile. Insieme abbiamo costruito molto più di un’attività: abbiamo costruito una famiglia unita anche nel lavoro, e una storia che porteremo sempre nel cuore. Il mio grazie va anche ai miei figli Rosanna, Luana, Caterina e Gerardo, a mia nuora, a mio genero, e ai miei adorati nipoti Giorgia, Silvia e Cosimo: siete il cuore della mia vita e la mia più grande ricchezza. E con profonda gratitudine ringrazio tutti i collaboratori che, nel corso degli anni, hanno condiviso fatiche, gioie e successi con noi. Ognuno ha lasciato un segno, e ognuno ha contribuito a rendere questo posto speciale per chi lo ha vissuto».
Attualità
La mia esperienza a Roma, per il Giubileo dei Giovani

Sono Chiara, ho 16 anni, e da poco ho vissuto l’esperienza più entusiasmante della mia giovane vita: il Giubileo dei Giovani di Roma, in Tor Vergata.
Il primo impatto, arrivando a Roma, è stato come immergersi in un’onda di energia e colori.
Il Giubileo dei Giovani ha trasformato la Capitale che, come in tante altre occasioni, ha abbracciato una folla immensa di ragazzi provenienti da ogni angolo del mondo.
Grazie alle confidenze di un poliziotto del Vaticano abbiamo scoperto, poi, che la fiumana umana era impressionante: circa un milione di presenze, giovani e non, senza contare gli accompagnatori e i pellegrini solitari.
La città era un brulicare di vita, le strade, gli autobus e le metropolitane erano invasi da fiumi di giovani, canzoni, risate e chiacchiere riempivano l’aria.
Per me una scena quasi surreale, vedere così tanti ragazzi proveniente da ogni parte del mondo, parlarsi, scherzare, stringere nuove amicizie, e superare con disarmante facilità ogni barriera culturale.
Mi ha colpito poi, uno dei tanti gruppi presenti: era un gruppo scout spagnolo che dormiva sui prati, a causa della limitata disponibilità di alloggi: un segno del forte desiderio di esserci, nonostante le difficoltà.
Il cuore di questo evento è stato il Vaticano. Migliaia di giovani hanno gremito Piazza San Pietro, restando in piedi per ore sotto il sole per assistere alla veglia e alla messa di Papa Leone XIV.
Nonostante la capienza della piazza non abbia permesso a tutti di vederlo, ma solo di ascoltarlo, la fede e l’entusiasmo non sono stati minimamente scalfiti.
Il Giubileo dei Giovani è stata un’esperienza indimenticabile, un esempio tangibile di come la gioventù possa unirsi in amicizia e speranza, rendendo Roma la casa di tutti.
Chiara Margarito
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