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De Castris: “Se si vuole davvero salvare il Paese, la politica salvi le imprese”

Intervista a Pier Nicola Leone De Castris (Confindustria Lecce)

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di Giuseppe Cerfeda


Quella di produrre fuori dall’Italia e abbattere così i costi del lavoro è un’abitudine, purtroppo, già nota anche alle nostre latitudini. La novità, se si vuole, è la tendenza anche per aziende che non sono i soliti “colossi” di esternalizzare la produzione. E i più bravi e fortunati riescono anche ad aprirsi un mercato in Paesi fino a poco tempo fa inimmaginabili come Albania e Romania. Chi sceglie di uscire dai confini nazionali, sia chiaro, lo fa perché costretto da costi del lavoro impossibili da sostenere e da un mercato stagnante. Tutto questo però ha una conseguenza immediata cioè un’ulteriore contrazione della forza lavoro e quindi dei liquidi disponibili e quindi della capacità d’acquisto con un ulteriore ricaduta, negativa, sul mercato interno. Il cane che si morde la coda… E questa nuova “esterofilia” è confermata dal presidente di Confindustria Lecce, Piernicola Leone De Castris: “Sempre più aziende, non necessariamente legate ad un’esigenza territoriale, fanno scelte di questo tipo. È un fenomeno che si sta sviluppando e i motivi sono davanti agli occhi di tutti. Fare impresa in Italia diventa ogni giorno più difficile soprattutto per l’eccessiva burocrazia e per una tassazione che ha superato i limiti sopportabili. Tant’è vero che, purtroppo, tante aziende hanno chiuso o stanno chiudendo”. Siamo a ridosso di nuove elezioni e quindi nuovo premier, nuovo Governo e, si spera, nuove politiche. Cosa potrà venire di buono da Roma? “Chi avrà la responsabilità di governo dovrà prestare attenzione alle imprese e al valore sociale che queste hanno sul territorio come volàno di sviluppo. Se non si mettono in condizione le imprese di essere competitive a livello internazionale è difficile che queste continuino a produrre in Italia”.

E Confindustria? Che cosa state facendo per le imprese salentine? “Noi abbiamo già lanciato delle idee, poi è la parte politica a doverle raccogliere e portarle avanti prestando attenzione alle nostre imprese che non vuol assolutamente dire esclusivamente prelievi fiscali. Come evidenziato dai dati diffusi dai più importanti Centri di analisi economica, non ultimo il Centro Studi di Confindustria, la diminuzione del Pil prosegue e sono in ribasso tutti gli indicatori congiunturali. Devono far riflettere altresì i dati relativi alla mortalità delle imprese nel Sud, con 340 mila aziende fallite in due anni. Siamo di fronte ad una situazione davvero difficile, che necessita di una forte presa di coscienza sia a livello locale, sia nazionale ed europeo, per rimettere le imprese nelle condizioni di risollevarsi, per non compromettere i traguardi raggiunti e per consentire di superare definitivamente la congiuntura economica”.


Burocrazia, riforma del lavoro e rapporto banche-imprese


I punti sui quali voi di Confindustria insistete sono snellimento della burocrazia, riforma del mercato del lavoro e rapporto banca-impresa. “È fondamentale il superamento di un rapporto oggettivamente debole tra due soggetti distanti fra loro, la banca e l’impresa, muovendosi con determinazione verso l’abbattimento delle barriere informative e superando tutti quegli elementi deteriori di opacità, frammentazione e fragilità nella relazione informativa ed operativa con le banche.

Sul fronte delle garanzie occorre spingere sull’utilizzo di strumenti come i Cofidi o il Fondo nazionale di garanzia per le PMI, che forniscono sostegno per le più svariate esigenze finanziarie delle imprese. Sarebbe opportuno incrementare ulteriormente tale dotazione per rendere lo strumento maggiormente efficace e vicino ai reali bisogni delle imprese. Riteniamo che si possa ipotizzare, seguendo l’esempio della Lombardia, che la nostra Regione chieda alla Banca Europea per gli investimenti l’attivazione di linee di credito o di un fondo per soddisfare le esigenze di finanziamento legate al cash flow aziendale. Tale previsione non richiederebbe alcuna garanzia e costituirebbe un valido aiuto per il sistema produttivo. Non si tratterebbe, infatti, di prestiti legati ad investimenti, ma, attraverso un meccanismo on-line, dimostrando di avere uno o più ordini da parte di fornitori, si otterrebbero finanziamenti a tassi agevolati, che contribuirebbero a risolvere i fabbisogni di liquidità delle imprese in un momento di forte restrizione e di ritardi nei pagamenti da parte delle Amministrazioni Pubbliche.  Allo stesso tempo, occorre avviare iniziative a supporto delle esigenze di medio lungo periodo, anche mediante ipotesi di collaborazione banche/Fondi di Investimento per favorire la partecipazione al capitale di rischio delle imprese. Si potrebbe, inoltre, pensare all’utilizzo di strumenti che esistono da sempre sul mercato come per esempio i prestiti obbligazionari ordinari e/o convertibili che una banca, in presenza di un progetto industriale serio, potrebbe acquistare finanziando, così, l’impresa. Oppure si potrebbe pensare alla concessione, all’imprenditore, di mutui decennali finalizzati all’aumento di capitale sociale garantito da pegno su azioni o quote, operazione che, nella ratio, si avvicina molto al prestito obbligazionario convertibile.

E sul fronte del credito? “Occorre soffermarsi sul tema della corretta valutazione del merito creditizio e sui limiti che i sistemi di valutazione basati sul rating hanno dimostrato. La sostanziale irrilevanza degli elementi qualitativi nella valutazione, infatti, ha determinato effetti distorsivi nell’erogazione del credito. E’ lecito attendersi che la valutazione sia approfondita e che non penalizzi le imprese perché presentano temporanei cali di fatturato dovuti alla crisi”.

E la riforma Fornero? “Realizzare un mercato del lavoro più dinamico, flessibile ed inclusivo, capace di contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione di qualità. Questi erano gli obiettivi della riforma Fornero, che ha introdotto modifiche sostanziali nella disciplina che regola i rapporti di lavoro e in tema di ammortizzatori sociali, licenziamenti e flessibilità.

Non so se si possa parlare più di luci o più di ombre di questa riforma, poiché ha reso ancora più farraginoso e rigido il meccanismo di entrata ed uscita dal mondo del lavoro, di fatto costituendo, soprattutto in un momento economico così difficile, un deterrente per le imprese che vogliono assumere. Numerosi sono gli incontri organizzati per far chiarezza su una legge che ha bisogno di interpretazioni autentiche e che, ancora una volta, appesantisce l’attività e le incombenze per le imprese. La stessa competenza dei consulenti del lavoro è messa a dura prova. Non è così che si può fare impresa!

Particolarmente critici sono gli imprenditori sulla parte relativa alla flessibilità in entrata che ha irrigidito ancora di più l’attuale sistema, rendendo difficile e sistematica l’assunzione. Peraltro, le soluzioni adottate per la flessibilità in uscita, sono alquanto contraddittorie e molto spesso penalizzanti o insostenibili, specialmente per le piccole e medie imprese.

E’ fondamentale, invece, creare opportunità di lavoro e, credo, sia necessario lavorare su interventi che possano offrire al nostro Paese un migliore punto di equilibrio tra le esigenze di flessibilità delle imprese e le aspettative di occupazione che provengono dalla società”.


La situazione nel Salento


La reale situazione nel Salento? “Il nostro sistema industriale, caratterizzato storicamente da piccole e medie imprese che operavano nei settori tradizionali, ad alto tasso di manodopera e basso contenuto tecnologico, ha subito più di altre realtà gli effetti ed i contraccolpi della globalizzazione. Inevitabilmente, le imprese salentine, a partire dal 2001, hanno dovuto affrontare un duro e, allo stesso tempo, doloroso processo di selezione, finalizzato al riposizionamento qualitativo, che ha determinato anche una pesante emorragia occupazionale. I comparti maturi come la moda (il vecchio TAC – Tessile, Abbigliamento e Calzaturiero), il Legno-Arredo, l’Alimentare, hanno intrapreso e stanno tuttora completando un processo di riposizionamento sulle fasce alte e medio – alte del mercato. Questo processo, però, sta facendo i conti con costi piuttosto elevati in termini di occupazione ma anche di valore aggiunto complessivo”.

Non si riesce proprio a scorgere una piccola luce in fondo al tunnel? “Al momento direi di no, anche se gli imprenditori ed io con loro devono essere ottimisti. Però, se ci si guarda intorno, è difficile vedere luce… vedo solo aziende che chiudono non aziende che si sviluppano. Purtroppo, non dipende solo da noi, ma dal sistema Paese che deve essere più moderno ed aperto alle sfide mondiali”.

Per fortuna che…


Proprio nulla che ci possa far tornare sorriso? “Fortunatamente si stanno contestualmente rafforzando settori ad alto valore aggiunto come il Metalmeccanico, la Meccatronica, l’Information Technology ed anche settori fino a ieri non particolarmente sviluppati come l’Aeronautica e l’Aerospaziale.

Comparti come Turismo, Accoglienza e Benessere contribuiscono ad accrescere il Pil provinciale e, in sinergia con un Agroalimentare che nonostante tutto registra trend incoraggianti, stanno rendendo famoso il “made in Salento” nel mondo.  E poi, nonostante un contesto di generale debolezza e ritardo, il Salento vanta anche fattori positivi: elevata vocazione produttiva nel settore manifatturiero e d’impresa; persistenza di un elevato grado di concentrazione di piccole e medie imprese; notevole dinamismo del settore Terziario; posizione geografica vantaggiosa rispetto ai Paesi del bacino Mediterraneo; buon livello di sicurezza; qualificazione professionale della forza lavoro; presenza di un polo d’eccellenza universitario che opera nel campo della ricerca e innovazione con importanti funzioni di raccordo con il sistema produttivo locale.  In questo contesto, l’imprenditoria salentina è riuscita ad avviare, anche grazie a partnership con l’Università del Salento ed altri centri di ricerca, una riorganizzazione produttiva, manageriale e finanziaria, volta allo sviluppo di marchi e processi produttivi ma anche di nuovi settori ed attività, che privilegiano la nascita e lo sviluppo di attività brain intensive, come risposta all’ormai superato modello tradizionale di specializzazione produttiva basato su attività a medio-basso contenuto di conoscenza. Energia, Materiali Innovativi, Metalmeccanica, Aeronautica, Avionica, Aerospaziale, Farmaceutica, Nautica, Ict, Comunicazione, Turismo, Salute e Benessere, sono tutti comparti nei quali l’economia salentina è attrezzata per giocare, già nell’oggi, un ruolo da protagonista”.


A chi vincerà le elezioni dico…


Cosa possiamo dire a chi tra non molto ci governerà? “Non si può permettere che l’inestimabile patrimonio di produzioni italiane e per quanto ci riguarda pugliesi e salentine, dal manifatturiero alla moda, dal metalmeccanico all’aeronautico, dall’alimentare all’arredo, per non parlare di comparti quali turismo, edilizia, salute e benessere, venga perduto. Non possiamo permettere che la qualità dei nostri professionisti e collaboratori venga vanificata a causa dell’emorragia occupazionale a cui, purtroppo, stiamo assistendo ormai da diverso tempo!”.


“La nostra industria ha le carte in regola per giocare la propria partita a livello globale. A patto che tutti si mettano a lavorare nella stessa direzione. Siamo stanchi del diffuso clima anti impresa in cui siamo costretti ad operare; siamo in una situazione nella quale non possiamo permetterci di puntare l’indice l’un contro l’altro: deve prevalere il senso di responsabilità”.

“Le imprese stanno facendo e continueranno a fare per intero il loro dovere.

Il mondo è cambiato, le regole del gioco sono mutate. Paesi fino a qualche tempo fa definiti emergenti sono le prossime “terre da esplorare”, l’obiettivo delle nostre imprese.

è  necessario però mettere queste ultime nelle condizioni di poter indagare quei mercati, sostenendone gli sforzi ed agevolandone i programmi, piuttosto che appesantendole con cavilli burocratici”.

“Il nostro Paese ha bisogno di nuove regole e del rispetto delle stesse; di leggi chiare e durevoli nel tempo, di tagli netti ai costi della politica e delle Istituzioni, di innovazione in alcuni istituti del welfare, di una riforma del Lavoro che stimoli la produttività, non freni il dinamismo imprenditoriale e premi i lavoratori.

Il nostro Paese necessita di una minore pressione fiscale, di un sistema bancario che creda e per questo investa nell’imprenditoria, di opportunità per i giovani.

La nostra classe dirigente è chiamata a trovare soluzioni che rimettano il Paese nelle condizioni di competere e creare occasioni di sviluppo, ma soprattutto è chiamata a formare chi governerà nel futuro.

Non si può e non si deve lasciare nulla al caso. Occorre agire. In gioco c’è il futuro nostro e delle prossime generazioni”.


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751 posti di lavoro e 204 annunci: il report di Arpal Puglia

Si ricorda che le offerte, parimenti rivolte ad entrambi i sessi, sono pubblicate quotidianamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.it…

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In vista della prossima apertura di un nuovo punto vendita a Galatina, “Piazza Italia”, è alla ricerca di tre commessi o commesse di vendita. Le selezioni si svolgeranno mercoledì 7 maggio, dalle 10.30 alle 12.30, presso gli uffici del Centro per l’Impiego di Galatina, in via Vito Vallone 25, alla presenza dei recruiter aziendali. La selezione è rivolta a candidati con preferibile esperienza nella vendita al dettaglio. Le figure selezionate si occuperanno di esposizione e sistemazione della merce, rifornimento degli scaffali, assistenza ai clienti durante l’acquisto e gestione della cassa.

È previsto un contratto di lavoro a tempo determinato full time, con orario spezzato (mattina e pomeriggio) e possibilità di stabilizzazione futura. Chi è interessato può partecipare al recruiting day presentandosi il 7 maggio al Centro per l’Impiego di Galatina. È inoltre necessario inviare, entro il 6 maggio 2025, il modulo di candidatura all’indirizzo email: ido.galatina@arpal.regione.puglia.it. Il modulo è scaricabile al seguente link: https://tinyurl.com/candidatigalatina. Per maggiori informazioni, è possibile contattare il CPI di Galatina al numero 0836/1909018 o scrivere a ido.galatina@arpal.regione.puglia.it.

Sono 751 le posizioni lavorative attualmente disponibili nell’Ambito di Lecce, distribuite in 204 annunci attivi. È quanto emerge dal 14° Report settimanale di ARPAL Puglia, che fotografa un mercato del lavoro vivace e in crescita, con offerte che spaziano tra i principali settori produttivi del territorio. A trainare il mercato del lavoro è ancora una volta il settore turistico che offre 284 opportunità, a testimonianza del suo ruolo centrale nell’economia locale.

Si ricorda che le offerte, parimenti rivolte ad entrambi i sessi, sono pubblicate quotidianamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.itdal quale ci si può candidare direttamente tramite Spid. Si consiglia di consultare costantemente la pagina Facebook “Centri Impiego Lecce e Provincia”, il portale Sintesi Lecce e i profili Google di ogni centro per l’impiego. Gli uffici sono aperti al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 11.30, il martedì anche nel pomeriggio dalle 15 alle 16.30 e il giovedì pomeriggio su appuntamento.

https://drive.google.com/file/d/1cLCYz7r9-QqW_UufuQlxgqqrK1Vf0WWu/view?usp=sharing 

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Anticipo d’estate per il ponte dl 1° maggio

Sta per concludersi la lunga fase instabile che ha caratterizzato l’Italia in questa primavera decisamente turbolenta. Nei prossimi giorni tornerà ad espandersi l’anticiclone…

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Secondo 3bmeteo: “Nei prossimi giorni anticiclone subtropicale con sole prevalente e netto rialzo termico; primi picchi di 28-30°C”.

“Sta per concludersi la lunga fase instabile che ha caratterizzato l’Italia in questa primavera decisamente turbolenta. Nei prossimi giorni tornerà ad espandersi l’anticiclone subtropicale, ripristinando condizioni in prevalenza assolate su gran parte dello Stivale”.

“Non solo ampio soleggiamento ma anche netto aumento delle temperature per il Ponte del 1 maggio” – prosegue Ferrara di 3bmeteo – “sperimenteremo un vero e proprio anticipo d’estate con temperature più tipiche del mese di giugno e ben sopra le medie del periodo. Già giovedì 1 maggio si potranno sfiorare picchi di 27-28°C”.

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Acque depurate per i campi di Carpignano e Martano

“Rete irrigua consortile per il riuso delle acque depurate”: i lavori, appena affidati per un importo di circa un milione e 800mila euro, dovranno concludersi in duecento giornate lavorative, quindi entro sette mesi

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«Con soddisfazione, stiamo per risolvere definitivamente la vicenda della “Rete irrigua consortile per il riuso delle acque depurate” nei nostri territori»: lo annunciano con una nota congiunta i sindaci di Carpignano Salentino e Martano.

Un progetto innovativo e ambientalmente strategico, approvato nel 2002 e completato nel 2006, ma mai attivato a causa di problemi legati al depuratore consortile. Inizialmente, mancava una soluzione per lo smaltimento finale delle acque trattate, poiché le trincee drenanti non erano state realizzate.

Successivamente, anni di abbandono e vandalismi avevano reso inutilizzabili la vasca di accumulo e la rete irrigua.

Per superare queste criticità e valorizzare gli investimenti già effettuati, soprattutto in un contesto in cui l’acqua è diventata indispensabile per il reimpianto degli ulivi colpiti dalla Xylella fastidiosa, le amministrazioni comunali di Carpignano e Martano hanno richiesto ripetutamente l’intervento della Regione Puglia.

«Grazie all’impegno di tutta l’amministrazione regionale e, in particolare, del Presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, del consigliere regionale Cristian Casili e dell’Assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia», fanno sapere i sindaci Mario Bruno Caputo di Carpignano Salentino e Fabio Tarantino di Martano, «si raggiungerà l’obiettivo di ripristinare e rendere pienamente funzionanti gli impianti danneggiati, garantendo una gestione efficace delle risorse idriche e il loro riutilizzo in agricoltura».

I lavori, appena affidati, per un importo di circa € 1milione e 800mila dovranno concludersi in sette mesi (200 giornate lavorative).

«Questo risultato rappresenta un passo fondamentale per il nostro territorio», aggiungono i due primi cittadini, «ringraziamo la Regione Puglia, il consiglio regionale, la giunta e tutti i funzionari coinvolti per aver compreso l’importanza ambientale ed economica di questo intervento, nonché tutte le amministrazioni comunali di Carpignano e Martano storicamente coinvolte nella realizzazione del depuratore consortile e della rete irrigua». Recuperare e riutilizzare le acque depurate, ricche di nutrienti come l’azoto, significherà evitare sprechi idrici oggi dispersi nel terreno e fornire un sostegno concreto al settore agricolo, in particolare all’olivicoltura, gravemente colpita dalla crisi causata dalla Xylella.

«Questo progetto», si legge ancora in una nota congiunta dei sindaci di Carpignano e Martano, «è frutto di un lavoro corale e della determinazione di tutti gli attori coinvolti, a partire dalla Cooperativa San Giorgio, che ha fortemente sollecitato l’attivazione di questa infrastruttura per sostenere il reimpianto degli ulivi e il rilancio del comparto olivicolo. Si tratta di un intervento di grande rilevanza per il territorio, che fornisce una risposta tangibile alle problematiche legate alla penuria idrica e agli effetti dei cambiamenti climatici, in quanto il recupero e il riutilizzo delle acque depurate non solo mitigano l’impatto ambientale, ma offrono una risposta strutturale alle emergenze idriche, garantendo un supporto fondamentale al settore agricolo e alla rinascita dell’olivicoltura locale.

L’IMPIANTO

Attraverso tale intervento si consoliderà, dunque, un modello di gestione sostenibile delle risorse idriche, capace di affrontare le sfide del presente e preparare il territorio alle necessità future.

Dal punto di vista tecnico, la rete irrigua interesserà un’area di circa 1500 ettari, suddivisa in sette settori, che verranno serviti in modo rotativo grazie a un sistema automatizzato gestito da valvole elettroniche.

Le acque reflue urbane, dopo essere state trattate nel depuratore consortile e sottoposte a disinfezione mediante raggi UV, saranno convogliate in un serbatoio di accumulo con una capacità di 7mila metri cubi, garantendo una distribuzione costante dell’acqua per un periodo di circa quattro giorni.

L’impianto sarà in grado di erogare una portata di 28 litri al secondo (equivalente a 100 metri cubi all’ora), destinata all’irrigazione mirata, una tecnica che compensa le perdite idriche dovute all’evaporazione e alla traspirazione vegetale.

I lavori, tra l’altro, includono: l’ampliamento della camera di comando per facilitare l’utilizzo delle valvole; il ripristino delle connessioni tra le vasche e l’automazione del sistema di accumulo delle acque depurate; il rifacimento dello scarico delle acque in eccesso; la manutenzione straordinaria dei locali tecnici; la revisione completa del gruppo elettrogeno; l’installazione di un sistema antintrusione per garantire la sicurezza degli impianti; e l’adeguamento dei punti di collegamento agli utenti. Con questo progetto, i Comuni di Carpignano Salentino e Martano confermano il loro impegno per uno sviluppo sostenibile e per il sostegno alle attività agricole, pilastro economico e culturale del territorio.

MARTEDÌ 29 LA PRESENTAZIONE UFFICIALE

I lavori saranno ufficialmente presentati presso la Sala Conferenza della Cooperativa San Giorgio in Carpignano (S.P. 48) martedì 29 aprile alle ore 19, alla presenza della presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, accompagnata dall’assessore Donato Pentassuglia, dal responsabile delle Risorse Idriche Andrea Zotti, dalla direttrice di Aqp Francesca Portincasa, dal direttore generale di Arif Francesco Ferraro e dai sindaci dei due comuni interessati.

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