Connect with us

Attualità

A tavola? Pasticcio in salsa cinese e grano turco

Il concentrato di pomodoro cinese arriva a prezzi molto più bassi, sfruttando normative produttive, fitosanitarie e ambientali meno rigide. Inoltre, il triplo concentrato cinese viene spesso venduto sui mercati esteri come prodotto “Made in Italy”, allentato con acqua e insaporito con sale, danneggiando ulteriormente la reputazione del vero prodotto italiano

Pubblicato

il

L’importazione massiccia di triplo concentrato di pomodoro cinese e di grano estero rappresenta una seria minaccia per l’agricoltura e la nostra salute.


L’allarme arriva dalle associazioni di categoria, che segnalano una crescita allarmante di questi prodotti sulle tavole dei pugliesi, con gravi conseguenze economiche e sanitarie.


Sono profondamente preoccupato», ha dichiarato in una nota il sindaco di Nardò Pippi Mellone, «l’importazione indiscriminata di concentrato di pomodoro cinese e di grano estero mette a rischio non solo la sostenibilità del nostro settore agricolo, ma anche la salute dei nostri cittadini».


Solo lo scorso anno, la Cina ha raddoppiato le esportazioni di concentrato di pomodoro verso l’Europa e l’Italia, principale importatore. Questa concorrenza rischia di compromettere il lavoro di tanti agricoltori pugliesi.


Il concentrato cinese arriva a prezzi molto più bassi, sfruttando normative produttive, fitosanitarie e ambientali meno rigide.


Inoltre, il triplo concentrato cinese viene spesso venduto sui mercati esteri come prodotto “Made in Italy”, allentato con acqua e insaporito con sale, danneggiando ulteriormente la reputazione del vero prodotto italiano. «Non possiamo ignorare anche le gravi implicazioni etiche», aggiunge Mellone, «in Cina, nella regione dello Xinjiang, la coltivazione del pomodoro coinvolge lavoratori, spesso vittime di sfruttamento e repressione. Mentre gli Stati Uniti hanno vietato l’importazione di derivati del pomodoro da questa regione, l’Italia continua a chiudere un occhio, minando i nostri stessi sforzi per combattere il caporalato».


La situazione non è diversa per quanto riguarda il grano.


Come ha denunciato Coldiretti Puglia, recentemente è arrivata a Bari la nave Alma, carica di grano duro turco alla rinfusa, dopo essere stata respinta dalla Tunisia e aver toccato le coste greche.


Nel 2023, le importazioni di grano duro dalla Turchia sono aumentate dell’800%, dalla Russia del 1000% e dal Kazakistan del 170%.

Nei primi due mesi del 2024, dalla Turchia sono stati importati quasi 35 milioni di chili di frumento duro.


Anche le importazioni di grano duro dal Canada, trattato con glifosato, sono aumentate del 47%.


Secondo i dati Rasff diffusi sempre da Coldiretti Puglia, nell’ultimo anno in Italia è scoppiato oltre un allarme alimentare al giorno, con ben 422 allerte per prodotti stranieri contenenti residui di pesticidi vietati, micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti. In quasi 6 casi su 10, si tratta di prodotti provenienti da paesi extra Ue.


«Queste pratiche mettono a rischio non solo i nostri agricoltori, ma anche la salute dei nostri cittadini», ha aggiunto il consigliere delegato all’Agricoltura Pierpaolo Giuri, «non possiamo permettere che prodotti trattati con sostanze vietate in Italia finiscano sulle nostre tavole».


«La nostra agricoltura», spiega la vicepresidente della commissione comunale Agricoltura e consigliera con delega all’Infanzia, Maria Giulia Manieri Elia, «segue standard molto elevati, sia dal punto di vista qualitativo che etico. L’uso di sostanze come il glifosato, vietato in Italia ma presente nel grano importato, rappresenta un rischio concreto per la salute pubblica, in particolare per i bambini. Un’alimentazione sicura e di qualità è fondamentale per la loro crescita e sviluppo. Dobbiamo fare pressione affinché vengano implementate politiche che tutelino i nostri agricoltori e garantiscano la sicurezza alimentare».


È fondamentale, dunque, tutelare l’agricoltura e i diritti dei lavoratori. Anche attraverso acquisti consapevoli, invitando i cittadini a fare attenzione alle etichette, privilegiando prodotti italiani con materie prime italiane.


 


Attualità

Nuovo Codice della Strada diventa legge. Ecco cosa cambia

Oltre a regole più stringenti per chi guida in stato di ebbrezza, il nuovo codice della strada prevede anche l’introduzione dell’Alcolock, un dispositivo che rileva il tasso alcolemico del guidatore, l’obbligo una distanza di sicurezza durante i sorpassi dei ciclisti e nuove normative sugli autovelox

Pubblicato

il

Via libera al nuovo Codice della strada. Dopo l’approvazione della Camera, la commissione Ambiente del Senato ha dato il via libera al nuovo testo, che diventerà legge.

GUIDA IN STATO DI EBBREZZA

Inasprimento delle sanzioni per chi guida in stato di ebbrezza.

Con il tasso alcolemico tra 0,5 e 0,8 grammi per litro: illecito amministrativo con sanzione da 573 a 2.170 euro, più sospensione della patente da 3 a 6 mesi.

Con tasso alcolemico tra 0,8 e 1,5 grammi per litro: si è puniti con l’arresto fino a 6 mesi e una sanzione da 800 a 3,200 euro, più sospensione della patente da 6 mesi a un anno.

Con tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro: detenzione da 6 mesi a un anno e un’ammenda da 1.500 euro a 6mila euro, più la sospensione della patente da uno a 2 anni.

L’ALCOLOCK

Il testo prevede che i guidatori a carico dei quali sono state accertate violazioni con tassso alcolemico superiore agli 0,8 per litro devono effettuare l’alcolock, da installare all’interno del veicolo, prima di mettersi alla guida. Se viene rilevato un tasso alcolemico, la macchina non si mette in moto.

I CICLISTI

Obbligo per i veicoli di mantenere una distanza di almeno un metro e mezzo quando si sorpassa una bicicletta. In presenza di corsie ciclabili a doppio senso ci sarà una zona di attestamento ciclabile, cioè una linea di arresto per i velocipedi più avanzata rispetto a quella delle automobili. Le bici elettriche non dobvranno superare la velocità massima di 30 km/h e la potenza di 250 Watt.

ALLA GUIDA CON IL CELLULARE

Il nuovo codice della strada prevede una multa che va da un minimo di 250 a un massimo di mille euro. Per i recidivi sanzione da 422 ai 1.697 euro.

A chi verrà sorpreso alla guida volante con lo smartphone verrà anche sospesa la patente per una settimana (se ha almeno 10 punti), di 15 giorni (se ha meno di 10 punti).

I tempi raddoppiano in caso di incidente.

AUTOVELOX

Se un conducente riceve più di una multa nello stesso tratto di strada – in un periodo di tempo di un’ora e di competenza dello stesso ente – non cumulerà le sanzioni, ma ne dovrà pagare solo una: quella più grave, aumentata di un terzo.

NEOPATENTATI

Estesa da uno a 3 anni la durata del divieto di guida delle supercar per chi ha appena conseguito la patente.

Per i primi 3 anni, i neopatentati non potranno guidare veicoli superiori a 75 chilowatt per tonnellata e veicoli M1 (anche elettrici o ibridi) superiori a 105 chilowatt per tonnellata.

CASCO E ASSICURAZIONE PER I MONOPATTINI

Obbligo del contrassegno per tutti i monopattini, l’obbligo del casco per i conducenti, il divieto di guidare fuori dai centri urbani, l’obbligo di assicurazione per la responsabilità civile.

MAGGIORAZIONE MULTE

Introdotto anche il tetto massimo degli interessi sulle multe: la maggiorazione non potrà essere superiore ai tre quinti dell’importo della sanzione, pari al 60%.

 

Continua a Leggere

Attualità

Tricase: nuovo pronto soccorso, il sindaco bacchetta le opposizioni

Prima chiede il rinvio del consiglio comunale monotematico che era in programma per questo pomeriggio poi punta il dito: «Siamo fermamente decisi a varare una progettualità così importante per il nostro territorio e per la salute pubblica con il massimo del consenso consiliare possibile ma non giustifichiamo in alcun modo l’assenza di tutta la minoranza dall’odierna convocazione»

Pubblicato

il

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

«SEGNALE POLITICO DI BASSA LEGA»

Ieri i consiglieri di minoranza hanno annunciato e motivato l’intendimento di non partecipare al consiglio comunale di questo pomeriggio per l’approvazione del progetto di ampliamento del pronto soccorso dell’Ospedale Card. “G. Panico” e della conseguente adozione della variante urbanistica.

Per le opposizioni non «vi sono le condizioni minime per esprimersi in maniera ponderata sull’atto portato all’attenzione del Consiglio» e che «l’invio di una bozza della delibera -nel tardo pomeriggio di lunedì solo due giorni prima della data del Consiglio- con un testo che non risponde in maniera esaustiva ai quesiti portati all’attenzione delle varie commissioni che si sono succedute da settembre ad oggi… ai dubbi inevasi si è aggiunta l’assenza del parere della Responsabile del Settore Pianificazione Territoriale».

Poco prima delle 16 orario in cui era in programma la seduta consiliare il sindaco Antonio De Donno ha annunciato di aver chiesto con la maggioranza consiliare alla Presidente del Consiglio di «rinviare la seduta odierna di Consiglio Comunale, rispettando le sensibilità di tutti ed auspicando una futura maggiore responsabilità politica e sociale delle minoranze a fronte di un bene comune così rilevante».

De Donno ha poi precisato: «L’argomento è stato oggetto di discussione della seconda Commissione Consiliare nei giorni: 11 luglio, 12 settembre, 7 ottobre e 10 ottobre. II progetto è stato licenziato definitivamente in data 10 ottobre, dalla seconda Commissione, con riserva da parte dei gruppi consiliari di esprimersi ulteriormente in consiglio comunale, quindi con una manifesta volontà di convocare quello stesso consiglio che, invece, con il comunicato del 22 ottobre, la minoranza ha dichiarato di disertare».

Il primo cittadino chiarisce che la richiesta di rinvio è giunta nonostante ritenga «pretestuose alcune motivazioni addotte, come la proposta di deliberazione firmata da un solo dirigente, che invece riporta all’interno anche le relazioni istruttorie della responsabile del Settore Pianificazione Territoriale».

E ancora dice di essere giunto a questa decisione «pur non avendo avuto alcuna indicazione a non convocare il consiglio comunale monotematico ma al contrario di farlo in tempi brevi e celeri; pur ritenendo gli approfondimenti progettuali, con cui si è proceduto nei lavori della Seconda Commissione, esaustivi e necessari in un argomento di tale portata, considerando che evidentemente non tutte le riserve sono state ancora sciolte e dipanate».

E conclude: «Siamo fermamente decisi a varare una progettualità così importante per il nostro territorio e per la salute pubblica con il massimo del consenso consiliare possibile ma non giustifichiamo in alcun modo l’assenza di tutta la minoranza dall’odierna convocazione, segnale politico di bassa lega a fronte delle considerazioni sopra descritte».

Ieri con un comunicato stampa i consiglieri di minoranza hanno annunciato e motivato l’intendimento di non partecipare al consiglio comunale di questo pomeriggio per l’approvazione del progetto di ampliamento del pronto soccorso dell’Ospedale Card. G. Panico”‘ e della conseguente adozione della variante urbanistica.

Per le opposizioni non «vi sono le condizioni minime per esprimersi in maniera ponderata sull’atto portato all’attenzione del Consiglio» e che «l’invio di una bozza della delibera -nel tardo pomeriggio di lunedì solo due giorni prima della data del Consiglio- con un testo che non risponde in maniera esaustiva ai quesiti portati all’attenzione delle varie commissioni che si sono succedute da settembre ad oggi… ai dubbi inevasi si è aggiunta l’assenza del parere della Responsabile del Settore Pianificazione Territoriale».

Poco prima delle 16 orario in cui era in programma la seduta consiliare il sindaco Antonio De Donno ha annunciato di aver chiesto con la maggioranza consiliare alla Presidente del Consiglio di «rinviare la seduta odierna di Consiglio Comunale, rispettando le sensibilità di tutti ed auspicando una futura maggiore responsabilità politica e sociale delle minoranze a fronte di un bene comune così rilevante».

De Donnop ha poi precisato: «L’argomento è stato oggetto di discussione della seconda Commissione Consiliare nei giorni: 11 luglio, 12 settembre, 7 ottobre e 10 ottobre. II progetto è stato licenziato definitivamente in data 10 ottobre, dalla seconda Commissione, con riserva da parte dei gruppi consiliari di esprimersi ulteriormente in consiglio comunale, quindi con una manifesta volontà di convocare quello stesso consiglio che, invece, con il comunicato del 22 ottobre, la minoranza ha dichiarato di disertare».

Il primo cittadino chiarisce che la richiesta di rinvio è giunta nonostante ritenga «pretestuose alcune motivazioni addotte, come la proposta di deliberazione firmata da un solo dirigente, che invece riporta all’interno anche le relazioni istruttorie della responsabile del Settore Pianificazione Territoriale».

E ancora dice di essere giunto a questa decisione «pur non avendo avuto alcuna indicazione a non convocare il consiglio comunale monotematico ma al contrario di farlo in tempi brevi e celeri; pur ritenendo gli approfondimenti progettuali, con cui si è proceduto nei lavori della Seconda Commissione, esaustivi e necessari in un argomento di tale portata, considerando che evidentemente non tutte le riserve sono state ancora sciolte e dipanate».

E conclude: «Siamo fermamente decisi a varare una progettualità così importante per il nostro territorio e per la salute pubblica con il massimo del consenso consiliare possibile ma non giustifichiamo in alcun modo l’assenza di tutta la minoranza dall’odierna convocazione, segnale politico di bassa lega a fronte delle considerazioni sopra descritte».

Giuseppe Cerfeda

Continua a Leggere

Attualità

Diocesi di Ugento: arriva il prestito di soccorso

Convenzione tra Banca Mediolanum e Fondazione Mons. Vito de Grisantis per prestiti a persone non bancabili con un importo massimo per ogni singolo finanziamento di 20mila euro

Pubblicato

il

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

Convenzione tra Banca Mediolanum, Fondazione Mediolanum e Fondazione Mons. Vito de Grisantis Onlus, espressione della Diocesi Di Ugento-S. Maria di Leuca, per facilitare l’erogazione di finanziamenti a favore di persone con difficoltà di accesso al credito e in condizioni di sovraindebitamento, attraverso prestiti da mille a 20mila euro.

Presso la Curia Vescovile, in Piazza San Vincenzo, ad Ugento, alla presenza di mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, Giovanni Pirovano, presidente di Banca Mediolanum e Don Antonio Morciano, presidente della Fondazione De Grisantis, hanno sottoscritto la convenzione.

Don Antonio Morciano ricorda che «la Fondazione che si ispira al Vangelo e alla Dottrina Sociale della Chiesa e continua l’opera del compianto Vescovo Mons. Vito De Grisantis , opera in stretta collaborazione con le comunità parrocchiali della Diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca. Dalla sua nascita ha sviluppato sul territorio un’attenzione prima ai giovani non bancabili desiderosi di creare impresa e poi dal 2020, come ente riconosciuto dalla Prefettura di Lecce e gestore dei fondi MEF, alle famiglie e ai piccoli operatori economici in difficoltà economica e sovraindebitati per la prevenzione usura».

«Questa convenzione», conclude, «darà l’opportunità a molte famiglie ad essere sostenute con piccoli prestiti, educandole alla corresponsabilità e ad uscire dalla logica dell’assistenzialismo per  avviare un progetto di promozione umana restituendole la cittadinanza».

È la seconda convenzione che Banca Mediolanum firma in Puglia, dopo aver intrapreso un percorso virtuoso nel 2022 con la Fondazione antiusura S. Nicola e Santi Medici di Bari, che ha permesso di aiutare già 15 famiglie.

«È necessario che le banche ascoltino il territorio», sottolinea Giovanni Pirovano, presidente di Banca Mediolanum, «e che svolgano il loro ruolo sociale nel contrastare il ricorso all’usura e facilitare l’inclusione finanziaria di famiglie perbene, ma definite non bancabili. Con questa responsabilità la Banca ha deciso di rafforzare l’impegno in Puglia firmando l’odierna convenzione e riconoscendo l’importanza di farsi carico di una parte delle disuguaglianze economiche della comunità. Definiamo il “prestito di soccorso”, giunto ai suoi primi 15 anni di attività, un atto concreto di responsabilità sociale, un processo di indebitamento responsabile che può aiutare le persone a rientrare a pieno titolo nel circolo virtuoso della vita, restituendo loro la dignità civica e sociale».

Nell’attuale contesto economico e sociale, con oltre 5,7 milioni di persone che versano in condizioni di povertà assoluta, sono sempre più vaste le aree di vulnerabilità.

Con l’obiettivo di prevenire il ricorso all’usura e facilitare l’inclusione finanziaria, Banca Mediolanum e Fondazione Mediolanum confermano l’impegno sottoscritto a fianco di Fondazioni e Associazioni antiusura diocesane e interdiocesane attive sul territorio nazionale con progetti sociali orientati al sostegno finanziario delle fasce più deboli della popolazione.

Grazie al lavoro dei centri di ascolto e delle fondazioni locali vengono individuate le famiglie e segnalati i relativi casi sui quali la Banca interviene con il prestito di soccorso.

Dal 2009 la Banca ha permesso a 742 persone, più della metà donne con la responsabilità del nucleo familiare, di superare il momento contingente di difficoltà economica, non solo per la possibilità di accedere al credito, ma insieme ai volontari delle fondazioni locali, aiutando le famiglie a gestire in modo consapevole il proprio bilancio familiare.

Con la sottoscrizione della convenzione, Banca Mediolanum conferma, a disposizione della Fondazione Mons. Vito de Grisantis Onlus, una linea di credito rotativa con plafond di centomila euro che verrà utilizzata per accordare prestiti con rimborso rateale a soggetti in difficoltà, individuati grazie all’attento lavoro della Fondazione in stretta collaborazione soprattutto con i Centri di ascolto del territorio; si impegna ad erogare prestiti rateali a soggetti considerati non bancabili con durata massima di 5 anni (60 mesi) per un importo massimo per ogni singolo finanziamento di 20mila euro.

Su tutto il territorio nazionale sono 15 le Fondazioni associate alla Consulta Nazionale AntiusuraSan Giovanni Paolo II” con cui la Banca ha stretto accordi garantendo l’impegno nelle seguenti regioni: Lombardia, Veneto, Liguria, Sardegna, Emilia-Romagna, Lazio, Sicilia, Campania, Calabria, Puglia, Abruzzo e Toscana mettendo a disposizione un plafond rotativo complessivo di euro 4 milioni e 750mila euro.

Continua a Leggere
Pubblicità

Più Letti