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Tricase: lu Masciu si fa monaco

Tornano le “masciate” tra rioni e borghi di capoluogo e frazioni. L’edizione 2024 del Carnevale Tricasino si svolgerà nel ricordo di Senofonte Cavalieri, anima, cuore e memoria storia di Tricase e dei riti carnascialeschi

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Si rinnova anche nel 2024 l’appuntamento con il Carnevale TricasinoI Masci de na fiata”, la tradizionale rivisitazione del carnevale che in un tempo passato caratterizzava il territorio di Tricase. L’edizione 2024 è organizzata dall’APS Pro Loco Tricase e dal Comune di Tricase, con la direzione artistica dell’associazione Tricasèmia.


OBIETTIVI DEL PROGETTO


Obiettivo del Carnevale Tricasino “I masci de na fiata” è la conservazione e la rivisitazione in chiave contemporanea delle arti carnascialesche che caratterizzavano il territorio di Tricase.


Al termine di un intenso periodo di studi e approfondimenti, tramite fonti scritte e orali, si è riusciti a delineare le peculiarità del Carnevale a Tricase.


Si è scoperto che, sin dall’antichità, a Tricase non vi era una tradizione di un carnevale con carri allegorici o di cartapesta.


La particolarità del carnevale a Tricase è rappresentata dalla presenza dei masci.


È il nome dialettale delle maschere che identificano e caratterizzano il Carnevale Tricasino, conferendone originalità.


Anche e soprattutto per via della povertà economica del territorio, basato principalmente sull’agricoltura di sussistenza, era uso a Tricase, durante il periodo carnascialesco, mascherarsi utilizzando gli indumenti e i costumi che si possedevano in casa.


Ne venivano fuori, così, dei travestimenti stravaganti e del tutto originali. I masci, una volta travestiti, si incontravano nelle piazze dei rioni e dei borghi di Tricase e frazioni per dare vita alle, così chiamate, “masciate”.


Si trattava di momenti conviviali in cui i membri della comunità danzavano e cantavano, accompagnati da chitarre o da strumenti improvvisati.


Si faceva visita agli anziani del posto ma anche alle personalità più in vista delle piccole comunità territoriali (i signori, i don, ecc), li si “canzonava” con stornelli e poesie composte per l’occasione, chiedendo loro in cambio frutta di stagione, o dolci tipici poveri, come le “fiche siccate”.


Ecco, quindi, che le masciate rappresentano l’originalità del carnevale a Tricase.


Per sottolineare la peculiarità del carnevale, da 10 anni a Tricase si è cercato di riproporre il carnevale di un tempo, (ri)mettendo in scena le “masciate”: il luogo del ritrovo sono le piazze dei rioni e dei borghi della città e, proprio come si faceva un tempo, ci si diverte con allegria, entrando nelle case delle persone, cantando loro stornelli in cambio di dolci tipici.


La colorata carovana del carnevale a Tricase è guidata dalla figura della maschera tricasina: u masciu.


LA MASCHERA TRICASINA


Le ricerche svolte hanno soltanto ipotizzato la presenza di una maschera che caratterizzava in passato il territorio tricasino.


Per questo motivo, si è pensato di inventare una maschera di Tricase, conferendone un significato.


Infatti, Tricase, rappresenta un unicum dal punto di vista della conformazione urbana del territorio.


Solo negli ultimi decenni si è assistito ad una conurbazione di diversi territori che in passato erano frazioni.


Il risultato è che le identità culturali di quelli che un tempo erano frazioni e che oggi sono rioni, sono rimaste fortemente radicate nelle comunità.


Sono proprio queste differenze, tra i rioni e le frazioni della città di Tricase, che il carnevale “I masci de na fiata” vuole rimarcare tramite la maschera “du masciu”.


Differenze che arricchiscono il patrimonio culturale cittadino.


Quindi, u masciu indossa tutti i simboli che distinguono gli attuali rioni e frazioni della città di Tricase.


La maschera è stata ideata e realizzata dalla maestra artigiana tricasina Ilaria De Marco.


PER VEDERE IL DOCUMENTARIO CHE RACCONTA LA STORIA DEL CARNEVALE A TRICASE, 2021 CLICCA QUI


LA “STORIA” DELL’EDIZIONE 2024


Anno dopo anno, si è deciso di creare una storia che accompagnasse la figura “du masciu”, basata sulle antiche tradizioni della città di Tricase.


Nell’edizione 2023, u masciu (impersonato da Gianluca Errico), disperatamente in cerca di lavoro, ha usufruito del reddito di cittadinanza.


Un anno dopo, siamo ancora punto e a capo: u Masciu è disperato per la sua situazione precaria: ormai senza il reddito di cittadinanza, con un figlio che non può mantenere ed è ritornato in Svizzera dalla madre,  decide di chiedere aiuto al Padreterno.


Entrato nella Chiesa di San Domenico (Cumentu), un’energia lo travolge e ne esce con la scelta di diventare monaco: «Almeno nu tegnu pinsieri… me ccuntentu de chiru ca passa lu Cumentu».


Resta da capire come reagirà Mamma Mmeli (Giuseppe Elia, nella foto grande in alto con lu Masciu, Gianluca Errico).


L’edizione 2024 del Carnevale Tricasino si svolgerà nel ricordo di Senofonte Cavalieri, anima, cuore e memoria storia di Tricase e dei riti carnascialeschi.


PROGRAMMA EDIZIONE 2024


Le Masciate (inizio alle ore 17)


Sabato 3 febbraio: Rione Sant’Eufemia


Domenica 4: Lucugnano


Lunedì 5: Rione Caprarica

Martedì 6: Rione Tutino


Mercoledì 7: Depressa


Giovedì 8: Tricase Porto


Venerdì 9 febbraio: Tricase centro


Le sfilate


Domenica 11 febbraio – ritrovo ore 14,30 da Via Pirandello


Martedì 13 – ritrovo ore 14,30 da Zona Ospedale






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Alla Fiera di Ortelle

Da oggi e fino a domenica La Fiera Regionale di San Vito. Quattro giorni di musica, arte, cultura e attualità, con convegni e momenti di confronto

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Tutto è pronto ad Ortelle per la Fiera Regionale di San Vito.

Si svolge tradizionalmente nella settimana corrispondente alla quarta domenica del mese (quest’anno da oggi al 27 ottobre).

La sua origine si perde nella notte dei tempi ed oggi è un po’ il fulcro della vita della piccola comunità ortellese sotto gli aspetti sociale, culturale ed economico.

Sono due gli elementi principali che caratterizzano storicamente l’evento: la vendita della carne di suino proveniente dagli allevamenti locali (Or.Vi.) e la fiera mercato della domenica mattina, con oltre 200 commercianti ambulanti provenienti anche da altre regioni.

La manifestazione gode del riconoscimento di “Fiera Regionale” e, nella sua offerta, oggi include la Mostra Mercato (XXVI edizione) e la rassegna Agro-Art (XX edizione), specifiche aree destinate alle aziende, rispettivamente, commerciali e agroalimentari per la promozione dei loro prodotti e servizi.

Nei quattro giorni spazio anche musica, arte, cultura e attualità, con convegni e momenti di confronto.

Tutto, però, ruota intorno al progetto di tracciabilità del maialeOr.Vi.” (acronimo di Ortelle e Vignacastrisi), che prevede tecniche di allevamento tradizionali seguite in ogni fase dalla nascita fino alla degustazione in fiera.

Cultura, tradizione, qualità, innovazione, idee per uno sviluppo sostenibile sono i concetti su cui, nel corso degli anni, si è sviluppata la Fiera, con l’obiettivo di farne sempre più un evento di importanza regionale.

Molto atteso, anche quest’anno, è Concorso FotograficoLuigi Martano” giunto alla XV edizione. Alle 19,30 di domenica 27 ottobre la premiazione.

I partecipanti dovranno inviare due file, con le foto scattate durante la Fiera, entro le ore 13 di domenica 27 ottobre  all’indirizzo mail: infofierasanvito@gmail.com

Giovedì 24/10/2024

  • Ore 10.00 Open space “L. Martano”, Per un Ecomuseo con e dei bambini: il territorio in gioco – Laboratori con le classi 4^ e 5^ della scuola primaria di Ortelle.
  • Ore 18.00: S. Messa presso la cappella di San Vito.
  • Ore 19.00: Cerimonia di inaugurazione. Apertura stand, Mostra Mercato e Agro- Art
  • Ore 21.00: Intrattenimento musicale

Venerdì 25 ottobre

  • Ore 10.00 Open space “L. Martano”, Narrazioni dal territorio per il territorio: dialoghi interattivi tra giovani agricoltori, artigiani e gli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado di Ortelle e del biennio del Polo Tecnico del Mediterraneo “A. Moro” di S. Cesarea Terme in collaborazione con GAL Porta a Levente e Confartigianato Imprese Lecce. Intervengono: Vincenzo Vadrucci, cooperativa Agromea; Rossella Stefano, azienda agricola; Maria Antonietta Orlando, cravattificio Remo Sartori; Mattia Sansò, MOI Beer.
  • Ore 18.00: S. Messa presso la cappella di San Vito.
  • Ore 18.00 Open space “L. Martano”, 2° Incontro di Governance – “Verso un Ecomuseo di comunità”: dialogo con le associazioni di Ortelle e Vignacastrisi e co-progettazione.
  • Ore 19.00 Apertura stand, Mostra Mercato e Rassegna Agro- Art.
  • Ore 19:30 Open space “L. Martano”, Talk pubblico: Territorio e sviluppo locale. Opportunità per l’imprenditorialità giovanile in un’ottica di sostenibilità e di valorizzazione del patrimonio culturale. In collaborazione con GAL Porta a Levente e Confartigianato Imprese Lecce. Intervengono: Edoardo De Luca, sindaco di Ortelle; Ada Manfreda, delegata Innovazione sociale e valorizzazione dei territori UniPegaso; Luigi Derniolo, presidente Confartigianato Imprese Lecce; Paolo Trani, responsabile FEARS GAL Porta a Levante.
  • Ore 21.00: Intrattenimento musicale.

Sabato 26 ottobre

  • Ore 17.30: Trasporto della statua di san Vito presso la chiesa madre. S. Messa con panegirico e processione con traslazione della statua presso la cappella di San Vito.
  • Ore 19.00 Apertura stand, Mostra Mercato e Rassegna Agro- Art.
  • Ore 21.30: Intrattenimento musicale.

Domenica 27 ottobre

  • Ore 06.30: S. Messa presso la cappella di San Vito.
  • Ore 07.00: Apertura Fiera Mercato e stand, Mostra Mercato e Agro- Art.
  • Ore 08.00: S. Messa presso la Chiesa Madre.
  • Ore 10.00 Zona PIP: Spettacolo equestre.
  • Ore 15.00: DJ set a cura di Cesko degli Après la classe.
  • Ore 17.30: S. Messa presso la cappella di San Vito.
  • Ore 19.30: Premiazione XV Concorso Fotografico “L. Martano”
  • Ore 21.00: Intrattenimento musicale.
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Mùgnulu di Soleto

Un progetto e un libro per riscoprire il cavolo broccolo tipico, un antico tesoro della tradizione salentina

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Il progetto sulla riscoperta del “Mùgnulu” di Soleto, finanziato dal bando Cuis (Consorzio Universitario Interprovinciale Salentino) e patrocinato dall’Unione di Comuni della Grecìa salentina è finalizzato alla valorizzazione di questo ortaggio che rappresenta un vero e proprio patrimonio naturale e culturale che riflette la resilienza e la ricchezza della tradizione agricola salentina.

Il recupero di questo cavolo broccolo tipico del Salento è il frutto di un lavoro appassionato e approfondito volto a valorizzare una varietà orticola quasi dimenticata, ma di enorme valore storico e nutrizionale ed è confluito in un volume che verrà presentato per la prima volta al pubblico proprio a Soleto, presso la sede del palazzo comunale.

Venerdì 25 ottobre, dalle ore 18, presso il palazzo comunale a Soleto, in largo Osanna (ingresso libero), si terrà la presentazione del volume: Mùgnulu di Soleto. Un tesoro della tradizione salentina.

Il libro, che si avvale anche dei contributi di numerosi agricoltori locali che hanno condiviso con gli autori la loro conoscenza e la loro passione, presenta un percorso articolato che esplora le radici storiche del Mùgnulu, le sue caratteristiche botaniche, le tecniche di coltivazione tradizionali e moderne, nonché i benefici nutrizionali e salutistici di questo straordinario ortaggio.

Un viaggio che unisce ricerca, storia e gastronomia con l’obiettivo non solo di documentare l’importanza del Mùgnulu, ma anche promuoverne la coltivazione e il consumo, sensibilizzando il pubblico sulla necessità di preservare le nostre tradizioni agricole e, indirettamente, lo stato di salute dei suoli agrari.

La serata sarà aperta dai saluti del presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, del presidente dell’Unione di Comuni della Grecìa Salentina Roberto Casaluci, del sindaco Graziano Vantaggiato  e dell’assessore alla cultura di Soleto Davide Cafaro e di Miriam Odoardi, moglie del compianto Prof. Antonio Michele Stanca, illustre genetista alla cui memoria il volume è dedicato.

Seguiranno gli interventi degli autori del libro: Alessio Aprile, professore associato dell’Università del Salento; Rita Accogli, responsabile tecnico scientifico dell’orto botanico dell’Università del Salento; Carmine Negro, tecnico dell’università del Salento e Erika Sabella, ricercatrice dell’Università del Salento.

Il progetto si inserisce nel più ampio contesto della salvaguardia della biodiversità agricola, un tema di fondamentale importanza in un’epoca in cui l’agricoltura intensiva e la globalizzazione minacciano la diversità genetica delle nostre colture.

Mùgnuli ‘nfucati

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Il cuore di pietra di Melpignano

Percorso tra cave, pajare, menhir e pietra leccese. Domenica 27 ottobre (9,30 – 12.30) alla scoperta di cave rinaturalizzate e dell’installazione “La Pietra del Gusto” nel Palazzo Marchesale

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Il trekking “Percorsi di Pietra” a Melpignano è un’avventura carica di emozioni offerta dal Comune della Grecìa Salentina nell’ambito del progetto “Melpignano promuove cultura“.

Questo piccolo gioiello di poco più di duemila abitanti brilla in ogni stagione grazie a percorsi turistici, che coinvolgono viaggiatori appassionati di cibo, arte, artigianato e natura, realizzati con la collaborazione dell’Associazione di Promozione Sociale pugliese Vivarch e altre realtà locali e nazionali.

La sindaca Valentina Avantaggiato scommette su una gestione ecosostenibile del territorio e sull’inclusività, investendo con passione sul patrimonio culturale locale. Dopo il grande successo dello scorso anno torna “Percorsi di Pietra“, un’escursione che porta lungo sentieri meno noti, immersi nel caratteristico paesaggio agrario.

Tra muretti a secco, antichissimi menhir, cave silenziose e suggestive pajare, i partecipanti potranno scoprire un mondo antico e affascinante.

L’appuntamento è per domenica 27 ottobre, dalle 9,30 alle 12,30, per una passeggiata adatta a tutti (dagli 8 anni in su). L’escursione partirà dall’Info point nell’ex tabacchificio, conducendo alla riscoperta delle antiche fonti primarie della zona, quando l’estrazione della pietra era l’attività principale.

Durante il percorso, si celebreranno i paesaggi e i diversi utilizzi della pietra in ambito costruttivo e decorativo.

In compagnia della guida Paola Russo, i partecipanti sosteranno sotto le volte dei portici cinquecenteschi di Piazza San Giorgio, un tempo sede di un fiorente mercato di stoffe, per poi proseguire lungo le vie di campagna.

Dopo una sosta al geosito di Melpignano, una cava rinaturalizzata con ulivi e altra vegetazione, si esploreranno i segni dell’antica attività estrattiva e i fossili che raccontano storie millenarie.

Si vivrà un’immersione totale nella natura, avvolti dai colori autunnali tra campi coltivati e caratteristici baluardi della civiltà contadina come pajare, furneddhi, caseddhe e le celebri cave.

Il viaggio proseguirà con la visita da Texun, dove si possono osservare complementi d’arredo in pietra leccese; ascoltare storie su come la pietra prende forma sotto abili mani di scalpellini e ricevere in regalo un oggetto in pietra da portare a casa.

La camminata continuerà fino al menhir Lama in piazzetta Asilo, un monumento preistorico simbolo della cultura megalitica nella Terra d’Otranto e si concluderà al Palazzo Marchesale dove, proprio domenica 27, verrà inaugurata l’installazioneLa Pietra del Gusto“, opera dell’architetto Silvana Inguscio, realizzata con la collaborazione di Bianco Cave.

L’installazione resterà esposta fino al 6 gennaio.

Si tratta di una tavola botanica, una lastra di calcarenite con disegni a forma di gocce di olio e foglie di ulivo, che diventano piccoli contenitori per il cibo di stagione, come i pomodori da pendola, i legumi coltivati da Marco Garrapa e Danilo Palma di Melpignano, le frise e i tarallini del forno Fior di Pane in vico Lama, olio e olive òliolocale.

Non è solo un omaggio alla secolare cultura dell’ulivo, simbolo indiscusso del Salento, ma un richiamo alla memoria e alla ciclicità della vita.

La pietra, non il legno, diventa protagonista: solida e resistente, come la terra da cui trae ispirazione.

Per sottrazione della materia, le forme definiscono il contenitore, attraverso una lavorazione della pietra con macchine a controllo numerico.

Proprio come da tradizione contadina, la tavola diventa essa stessa un contenitore dei prodotti della terra.

Un’installazione che intreccia cibo, stagionalità e condivisione, celebrando la sacralità del lavoro e il legame profondo con il territorio.

Per la passeggiata con la guida Paola Russo, che durerà circa tre ore (Trekking Livello T, no bambini con meno di 8 anni, costo intero 15 €; costo ridotto 10 € 8-13 anni) richiesti pantaloni lunghi, scarpe da trekking e acqua. Compresi gadget in pietra e visita alla mostra di Palazzo Marchesale.

Info & prenotazioni: Info Point Melpignano, via Roma 16, tel. 3277128024, melpignanoinfopoint@gmail.com

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