Attualità
Sanità pugliese, servono 200 mln: il punto con l’assessore Palese
L’intervista: “Attingeremo a fondi propri e rastrelleremo residui ed economie. Ma il Fondo sanitario regionale è sottostimato e i criteri di riparto vanno rivisti”

A cura di Giuseppe Cerfeda
“I costi del Sistema sanitario regionale superano le risorse trasferite ed incassate ed il disavanzo per l’esercizio 2022 si dovrebbe attestare a circa 450 milioni di euro”: lo certifica una delibera della giunta regionale pugliese approvata per adottare misure di contenimento dei costi.
La Puglia presenta, dunque, un rosso nei conti sanitari di 450 milioni, che diventano 205 milioni di euro al netto della quota di finanziamento straordinario Payback dispositivi 2015-2018, iscritta a ricavo. Secondo quanto si legge nella delibera, il maggiore finanziamento dal fondo sanitario nazionale per la Puglia è stato proprio nel 2022 con 260 milioni di euro ma, allo stesso tempo, le Asl e la Regione hanno dovuto sopportare costi aggiuntivi pari a 710 milioni.
Tra i costi elencati nella delibera ci sono: 110 milioni di costi energetici, 50 milioni di costi Covid non coperti da finanziamenti specifici, 105 milioni per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, 100 milioni per la stabilizzazione del personale impegnato nell’emer- genza Covid. E ancora: 85 milioni di incremento della spesa farmaceutica, 65 milioni di incremento spesa socio sanitaria e territoriale, 75 milioni di investimenti non coperti da finanziamenti in conto capitale.
Il dipartimento Promozione della Salute, preso atto dei preconsuntivi trimestrali, ha «rappresentato la necessità di appostare 200 milioni di euro per la copertura dello sbilancio previsto per maggiori costi rispetto ai ricavi del Servizio sanitario regionale (Ssr)».
Ecco perché l’assessorato alla Salute della Regione Puglia ha emanato una proposta di deliberazione avente ad oggetto «Analisi e valutazione della spesa sanitaria – L.R. n. 2/2011 – Programma operativo – Misure urgenti riqualificazione e razionalizzazione». In pratica chiede alla Giunta regionale «di prendere atto del disavanzo» e di intervenire urgentemente.
Il fine è quello di «garantire l’equilibrio economico-finanziario negli esercizi 2023 e 2024, anche nelle more della definizione della disponibilità complessiva delle risorse del Fondo sanitario nazionale, per le quali è aperto un confronto con il Governo, e dei relativi criteri di riparto da cui la Regione Puglia è significativamente penalizzata».
In particolare, alla luce del pesante disavanzo, si evidenzia la necessità di «misure urgenti e non differibili per l’incremento dell’attività produttiva, nonché per il contenimento della spesa sanitaria e la qualificazione gestionale e organizzativa negli ambiti ove si registrano maggiori criticità».
Tra queste figurano una «riduzione significativa della spesa farmaceutica e per dispositivi medici da parte delle aziende ed enti del Servizio sanitario regionale», nonché le misure relative alle assunzioni di personale, «prevedendo che tutte le tipologie di reclutamento di personale del Ssr del comparto e della dirigenza, comprese le assunzioni a tempo determinato e indeterminato, nonché il conferimento di nuovi incarichi di direzione di struttura complessa e di struttura semplice di tutte le articolazioni aziendali, di direzione di Dipartimento ospedaliero e territoriale, di direzione dei Distretti sociosanitari, potranno essere effettuate previa autorizzazione da parte delle Giunta regionale».
Inoltre, per quanto riguarda le società “in house” del Servizio sanitario regionale, si chiede di prevedere il blocco immediato delle procedure di assunzione e della sottoscrizione dei contratti individuali per tutti i ruoli e profili, a eccezione di quelle afferenti al processo di internalizzazione del servizio emergenza – urgenza sanitaria territoriale (il 118).
L’intervista all’assessore Palese
Così l’assessore regionale alla Sanità Rocco Palese sullo stato di… salute della Sanità pugliese: «La situazione deriva dallo splafonamento della spesa farmaceutica e dall’utilizzo inappropriato del fondo sanitario regionale («I direttori generali per molte spese, anche se urgenti ed utili, avrebbero dovuto utilizzare i fondi vincolati di investimento per l’edilizia sanitaria, quelli del Fesr, i fondi comunitari e quant’altro»). Per la spesa farmaceutica si è andati sotto di 200 milioni di euro; per le spese inappropriate di cui sopra, di 76 milioni. Ora siamo obbligati a rimpinguare. Per il resto soffriamo per una circostanza che accomuna tutte le regioni: la sottostima del Fondo sanitario regionale. Tutte le regioni chiedono al governo nazionale che il fondo sanitario venga integrato almeno di 5 miliardi di euro. Resta, poi, il problema atavico dei criteri di riparto che ci penalizzano rispetto alle regioni del nord».
Va ricordato, infatti, come il Fondo sanitario nazionale, che viene distribuito per mitigare le eclatanti differenze regionali nei servizi che devono garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini, sia suddiviso in base a tre criteri.
Quello anagrafico è quello che incide di più sulla ripartizione: il 99% del Fondo. I soldi vanno dove ci sono più anziani, dunque al Nord. Seguono il criterio dell’aspettativa di vita (0,5% – un abitante del sud vive in media 7 anni meno rispetto ad uno del Nord secondo Save the Children) e quello della deprivazione sociale (0,5%).
Risultato: il finanziamento pro-capite per la sanità in Italia è pari a 1.833,80 euro, ma in Puglia arrivano 16,69 euro in meno per abitante, come riportato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari.
«Paghiamo in particolar modo la perdita di residenti», sottolinea Palese, «eravamo più 4 milioni, adesso siamo 3milioni e 900mila circa. Questo ha comportato che, nel 2022, abbiamo ricevuto 102 milioni di euro in meno dal Fondo nazionale sanitario. A tutto ciò si aggiungano gli aumenti dei costi per l’acquisto di materiali ed attrezzature e per i consumi energetici. Questi ultimi hanno subito un’autentica impennata, costata alla Puglia quasi 300 milioni di euro per il 2022».
Riassumendo, alla Regione servono urgentemente almeno 200 milioni per ripianare il debito: «Stiamo vedendo come fare per fronteggiare l’emergenza», spiega Palese, «attingeremo a fondi propri e rastrelleremo residui ed economie».
Tutto ciò che tipo di ripercussioni potrà avere sui cittadini che usufruiscono del servizio sanitario?
«Se il Governo non integra il fondo nazionale di 5-6 miliardi», avverte l’assessore regionale alla sanità, «è evidente, ad esempio, che le liste di attesa, invece di accorciarsi, si allungheranno in tutte le aree di specialistica. Se vogliamo abbatterle servono investimenti».
La situazione è delicata anche all’Ospedale Cardinale Panico di Tricase. Ci risultano un incontro ed un preaccordo.
«Per quanto riguarda gli Enti ecclesiastici (San Giovanni Rotondo, Acquaviva delle Fonti e Tricase)», chiarisce Rocco Palese, «abbiamo concordato un’integrazione per quel che riguarda il 2023. Ora gli atti dovranno essere adottati in Giunta per determinare il nuovo rapporto contrattuale.
Questo vale anche per l’ospedale “Cardinale Panico” verso il quale la Regione pone sempre grande attenzione perché ritiene essenziale e fondamentale il suo servizio per tutto il bacino d’utenza di 400mila abitanti del sud Salento».
Attualità
Il Salento sbarca a Paestum!
Investire nel turismo culturale e archeologico: è la sfida lanciata da Cavallino, Lequile, Melendugno e Presicce-Acquarica per valorizzare di più il Salento e destagionalizzare

Investire nel turismo culturale per andare altre la ristretta stagione estiva.
È la sfida lanciata da Cavallino, Lequile, Melendugno e Presicce-Acquarica, che hanno annunciato la loro partecipazione alla XXVII Borsa mediterranea del turismo archeologico di Paestum che si è affermata nel panorama del turismo nazionale e internazionale per i suoi focus su siti archeologici e beni culturali, divenuti attrattori di viaggiatori colti, curiosi e alto spendenti in grado di fare le proprie vacanze tutto l’anno.
Ne hanno parlato il sindaco di Lequile Vincenzo Carlà e l’assessore al turismo di Presicce-Acquarica Natacha Pizzolante assieme ai rappresentanti dei Comuni di Cavallino e Melendugno, che saranno a Paestum per incontrare tour operator e giornalisti specializzati in turismo archeologico.
SINERGIA TRA ENTI PUBBLICI E PARTNER PRIVATI
Immediatamente dopo la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico un gruppo di giornalisti e tour operator italiani e internazionali, specializzati in viaggi culturali, sarà ospitato nel Salento durante il 74mo Educational organizzato dalla rivista di turismo e cultura, Spiagge, diretta da Carmen Mancarella (www.mediterraneantourism.it) che sarà distribuita al desk della fiera e si troverà nello stand del Ministero della Cultura.
Tra il 4 e l’8 novembre e tra il 28 novembre e il 2 dicembre arriveranno giornalisti e tour operator italiani, francesi e tedeschi che visiteranno Cavallino, Lequile, Melendugno e Presicce – Acquarica.
In particolare, Presicce li accoglierà in occasione della sua Festa patronale di Sant’Andrea, che inaugurerà il 29 novembre la lunga scia di feste del fuoco in Puglia.
PRESICCE-ACQUARICA, CITTÀ DEI FRANTOI IPOGEI
Spiega l’assessore al turismo e cultura, Natacha Pizzolante: «Con i suoi 50 frantoi ipogei il borgo di Presicce, entrato da tempo nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia, Presicce-Acquarica incarna l’anima del Salento, abitata da pescatori e contadini. Abbiamo fatto di tutto per valorizzare i suoi beni architettonici e monumentali. Sono visitabili i tre frantoi ipogei che si trovano sotto piazza del Popolo, collegati tra loro. Nel Palazzo ducale custodiamo il Museo della civiltà contadina “Gino Orlando”, che custodisce mobili, corredi, attrezzi, suppellettili che raccontano la vita dei nostri nonni: dalla vita domestica al lavoro nei campi o nelle botteghe artigianali. Presicce con il suo quartiere nobile dai ricchi e antichi palazzi e il suo quartiere con le case a corte, il quartiere Padreterno, attrae turisti da ogni parte del mondo assieme ad Acquarica, famosa per la sua torre di Celsorizzo, una torre colombaia dove il signore feudale allevava piccioni viaggiatori: rappresentava il potere della comunicazione nel Medioevo: la guerra si vinceva non solo con le armi, ma soprattutto con la velocità nello scambiare i messaggi.
Acquarica del Capo è, invece, famosa per la lavorazione del giunco, un antico sapere che stiamo custodendo e valorizzando, trasmettendolo alle giovani generazioni».
LA PRIMA FESTA DEL FUOCO DELLA PUGLIA
Nel Borgo di Presicce (foto in evidenza in alto) ci si dà appuntamento anche per vivere la prima festa del fuoco della Puglia, che inaugura la lunga scia delle feste del fuoco dell’inverno pugliese.
Le Feste del fuoco iniziano il 29 novembre a Presicce e finiscono il 18 marzo nei paesi che festeggiano San Giuseppe e che segnano l’inizio della Primavera.
L’accensione della focareddha a Presicce, costruita con rametti d’ulivo (perché Presicce è città dell’olio) e che piò assumere varie forme: come una barca o un frantoio ipogeo, avviene tra musica di bande, luminarie, fuochi d’artificio.
La festa attrae migliaia di visitatori e rappresenta l’incontro tra la cultura contadina e quella marinaresca nel Salento.
CAVALLINO CITTÀ D’ARTE E CULTURA
Afferma il sindaco di Cavallino, Bruno Ciccarese Gorgoni: «Cavallino è una delle prime città della Puglia ad aver ottenuto il riconoscimento dalla Regione di Città d’arte e cultura per la bellezza dei suoi monumenti, ma anche per la cura dei restauri e della loro valorizzazione. Si va dalla presenza del sito archeologico, concepito come un Museo diffuso dove si possono leggere le tracce anche della civiltà contadina, alla bellezza dell’ex convento dei Domenicani con la sua chiesa, la galleria celeste del Palazzo ducale, ora in restauro. Inoltre, l’offerta turistica si è arricchita di un nuovo bene culturale: il frantoio ipogeo di via Crocifisso, fulgido esempio di archeologia industriale».
LEQUILE: FRANTOIO IPOGEO, PALAZZI NOBILIARI E CHIESE BAROCCHE
Sottolinea il sindaco di Lequile, Vincenzo Carlà: «Dopo il successo dello scorso anno, quando abbiamo avuto modo di presentare a tour operator e giornalisti specializzati la nostra città così ricca di beni culturali, ritorniamo a Paestum per accendere i riflettori sulla bellezza della nostra Lequile e la sua importanza sotto il profilo storico e culturale.
Nella nostra città si contavano ben 15 frantoi ipogei, che producevano olio lampante. Era un affare così redditizio che numerose famiglie come quella dei principi genovesi si sono trasferite a Lequile per commercializzare l’olio lampante, olio che veniva anche usato per rifornire Marsiglia, famosa produttrice di saponi. Ma anche a Lequile era attiva una fabbrica. Da tutta questa ricchezza è nata poi la ricchezza e la bellezza delle chiese di Lequile: la chiesa madre con i suoi altari barocchi, la chiesa di San Vito tutta ricoperta in foglia oro sino alla chiesa dei Santi Medici, realizzata dall’architetto Miccoli che firmò altre chiese praticamente simili anche a Mesagne. Nostro fiore all’occhiello è il Convento dei francescani realizzato in soli nove anni dal 1613 al 1619 e divenuto modello architettonico per tutti gli altri realizzati nella Provincia francescana. Da ammirare i suoi affreschi che si trovano nel refettorio, ma anche la ricca biblioteca che custodisce ben 2.000 volumi provenienti da tutto il mondo, tra cui cinquecentine, seicentine e settecentine. Per anni i frati hanno svolto l’importante ruolo di custodire e tramandare i saperi giunto sino a noi. Il nostro convento, che attrae tantissimi visitatori, è entrato tra i beni tutelati dal FAI ed è candidato a divenire luogo del cuore FAI. Per promuovere sempre di più la nostra cittadina anche sotto il profilo dell’enogastronomia e dell’arte organizziamo grandi eventi anche in inverno come “Alle porte della città”, che si svolgerà il 20 dicembre».
MELENDUGNO MESSAPICA E MEDIOEVALE
Continue campagne di scavo finanziate dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Maurizio Cisternino, continuano a stupire a Roca Vecchia e anche presso l’Abbazia di San Niceta.
Dopo aver ottenuto un finanziamento del CUIS grazie all’impegno dell’assessore alla cultura, Sonia Petrachi, prematuramente scomparsa, una nuova campagna di scavi è stata avviata anche quest’anno con fondi comunali, diretta dal professore Marco Leo Imperiale. Gli archeologi hanno portato alla luce silos contenenti granaglie e tombe, probabilmente utilizzate dagli stessi religiosi che abitavano nell’Abbazia, che estendeva i suoi possedimenti sino al mare e anche nel capo di Leuca. Attiva sino al ‘700 era una delle abbazie più importanti del Salento tanto che i registri onciari rivelano che pagava tasse tre volte superiori a quelle dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate.
Le recenti scoperte archeologiche hanno retrodatato la nascita del paese, Melendugno.
Un vero e proprio scrigno di tesori è il sito archeologico di Roca Vecchia, dove le indagini condotte dall’équipe di archeologi guidati dal professore Rino Scarano, allievo del compianto professore Cosimo Pagliara, hanno riportato in luce le mura monumentali alte dieci metri e spesse 25, dove si combatté la battaglia più importante della Preistoria. Protesa sul Mediterraneo, Roca ospitava una ricca comunità egea e importava oro dall’Antico Egitto come raccontano i cinque dischi d’oro usati per i culti e ritrovati nei pressi della grande capanna tempio, costruita a palafitta, nel cuore della città antica, una città abitata dalla Preistoria sino al Medioevo, prima di essere abbandonata dai suoi abitanti a causa delle scorrerie dei saraceni dopo la presa di Otranto, avvenuta nel 1480.
Gioiello è la Grotta della Poesia piccola, un antico santuario dove i naviganti della Terra d’Otranto andavano a rifornirsi di acqua dolce (Poesia viene dal greco arcaico Ap che significa acqua) e pregavano promettendo sacrifici per ritornare sani e salvi a casa.
Le loro preghiere rivolte al dio Tutor sono state trovate incise sulle pareti della Grotta del professore Pagliara nel 1986. Definita dal National Geographic la piscina naturale più bella al mondo, la Poesia grande attrae turismo internazionale tutto l’anno.
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- Un momento della conferenza stampa di presentazione
- Roca
- La torre di Celsorizzo ad Acquarica
- Museo diffuso a Cavallino
- La Colonna di Lequile
Andrano
Olè, mobilità sostenibile sulle vie del Parco
Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Leuca e Bosco di Tricase, laboratorio ad Andrano il 7 novembre. Tre le direttrici: tre direttrici ciclopedonabilità del tratto litorale adiacente alla litoranea; intermodalità su gomma e su ferro tra le stazioni FSE Maglie – Gagliano del Capo e le marine; accesso alla costa e fruizione delle marine, delle aree sosta stagionali e reversibili e il settore delle attività turistico-ricreative

Pianificare una mobilità lenta e sostenibile lungo il tratto di costa da Otranto a Leuca, per ridefinire insieme alla comunità una nuova idea di fruizione dell’area.
Con questo obiettivo nasce il progetto “Olè”, promosso dalla Provincia di Lecce, con il supporto tecnico di Città Fertile, finanziato dalla Regione Puglia, presentato oggi a Palazzo Adorno a Lecce.
Per illustrare tutti i dettagli e le opportunità di “Olè”, sono intervenuti il consigliere provinciale Ippazio Morciano, il dirigente responsabile Roberto Serra e, per Città Fertile, Rino Carluccio.
L’obiettivo è quello di costituire un laboratorio partecipato per la fruizione sostenibile della Costa Otranto-Leuca, che possa operare come strumento di governance locale, cabina di regia e incubatore di progettualità condivise.
Il Laboratorio avrà un ruolo centrale per l’attuazione della pianificazione, la promozione e il dialogo tra comunità e istituzioni.
Il progetto, prendendo come riferimento la pianificazione in materia paesaggistica e della mobilità a livello regionale, provinciale e del Parco Naturale Regionale Costa Otranto – S. Maria di Leuca e Bosco di Tricase, vuole promuovere la rigenerazione dell’attuale sistema della mobilità del tratto costiero e retro-costiero all’interno di un’area che si caratterizza per le sue peculiarità identitarie, paesaggistiche, ambientali e culturali.
“Olè” è un progetto Integrato di Paesaggio, finanziato dalla Regione Puglia, Sezione Tutela e Valorizzazione del Paesaggio, nell’ambito del “Sostegno ai Comuni finalizzato all’implementazione degli strumenti di governance per l’esercizio delle funzioni di tutela e valorizzazione del paesaggio e per l’attuazione della pianificazione paesaggistica a scala locale”.
Il percorso progettuale prevede la realizzazione di un laboratorio di co-progettazione “Scenario Workshop la costa sostenibile” ispirato al metodo EASW (European Awareness Scenario Workshop), che si svolgerà ad Andrano il 7 novembre, presso il Castello Spinola-Caracciolo, sede del Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Leuca e Bosco di Tricase.
La fase realizzativa sarà suddivisa in diversi step per conoscere le azioni in corso e quelle pianificate.
Ad un periodo di osservazione partecipata e al coinvolgimento degli stakeholders, seguirà la redazione del “Manifesto della transizione ecologica Olè”, per orientare le linee programmatiche provinciali e il sistema di governance.
Successivamente, verrà incoraggiata l’istituzione di tre forum e la definizione di progetti pilota su proposta dei partecipanti.
Il sistema della mobilità verrà analizzato e suddiviso secondo tre direttrici in linea con i rispettivi forum tematici: la mobilità attiva partendo dalla ciclopedonabilità del tratto litorale adiacente alla litoranea, considerata come “Strada Parco”; l’intermodalità su gomma e su ferro tra le stazioni FSE Maglie – Gagliano del Capo e le marine; l’accesso alla costa e la relativa fruizione delle marine, delle aree sosta stagionali e reversibili e il settore delle attività turistico-ricreative che vengono svolte a mare.
L’integrazione tra le criticità e le potenzialità emerse dai tre forum consentiranno di costruire, assieme alla comunità, la visione futura del territorio e la governance condivisa.
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Attualità
Certificazione medica disabilità, tariffe calmierate
Importante accordo raggiunto tra CGIL CISL UIL e Ordine dei Medici della Provincia di Lecce. Raggiunto un traguardo fondamentale che vede l’affermazione del diritto all’accesso alla certificazione a un costo equo e sostenibile. La tariffa-tetto concordata è stata fissata a un massimo di 90 euro più Iva, mentre i costi ventilati potevano superare i 200 euro

Organizzazioni Sindacali e Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce trovano l’intesa sulla certificazione medica necessaria per l’avvio della procedura di valutazione della disabilità prevista dal Decreto Legislativo 62/2024.
La svolta dopo l’incontro fra il presidente dell’ordine dei Medici, Antonio De Maria (foto in alto) e le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL Lecce, unitamente alle rispettive Federazioni dei Pensionati, della Funzione Pubblica/Sanità e dei Medici.
L’esito ha visto la soddisfazione di tutte le parti coinvolte per la grande rilevanza sociale che riveste il contenimento della spesa che le famiglie sostengono per ottenere la certificazione utile ad avviare il riconoscimento della disabilità.
L’incontro, richiesto dalle Confederazioni aveva come obiettivo quello di affrontare le significative preoccupazioni manifestate da numerosi iscritti e dall’intera utenza con disabilità della provincia di Lecce in merito all’avvio della sperimentazione della valutazione di base, della valutazione multidimensionale e del progetto di vita.
Al centro del confronto gli elevati e non uniformi costi richiesti per l’ottenimento della certificazione medica (modulistica iniziale) necessaria per l’avvio della procedura di valutazione, che gravavano pesantemente sui bilanci delle famiglie, spesso già in condizioni di fragilità economica.
Al termine dell’incontro con il presidente De Maria, si è raggiunto un traguardo fondamentale che vede l’affermazione del diritto all’accesso alla certificazione a un costo equo e sostenibile: è stata infatti raggiunta l’importante calmierazione della tariffa per l’ottenimento del certificato medico preliminare.
La tariffa-tetto concordata è stata fissata a un massimo di 90 euro più Iva, un risultato cruciale se si considera che nelle settimane precedenti giungevano segnalazioni di voci che ventilavano costi che potevano raggiungere e superare i 200 euro.
«L’Ordine dei Medici è sempre dalla parte del cittadino», puntualizza il presidente De Maria, «per questo abbiamo accolto, senza indugi, la richiesta delle organizzazioni sindacali. Siamo consapevoli della difficoltà incontrata dalle famiglie all’indomani dell’entrata in vigore della Riforma sulla disabilità. Con questa intesa indichiamo ai colleghi una tariffa calmierata per venire incontro, innanzitutto, ai più fragili. Ci auguriamo di aver, così, dato risposta a una domanda pressante che veniva dai cittadini interessati a produrre la documentazione utile al riconoscimento della disabilità».
Le Organizzazioni Sindacali esprimono grande soddisfazione per l’esito dell’incontro, che ha permesso di rendere accessibile l’avvio della procedura a un prezzo equo e sostenibile, contribuendo a eliminare ogni possibile speculazione e garantendo l’accesso a un diritto essenziale, specialmente in una provincia, come quella di Lecce, caratterizzata da una grave situazione socioeconomica con bassi salari, basse pensioni e lavoro povero.
«L’azione netta e decisa del sindacato ha trovato sponda nella sensibilità dell’Ordine dei Medici di Lecce, che si è fatto parte diligente per assicurare che la sperimentazione della Riforma della disabilità, in corso proprio nella provincia di Lecce, avvenga nel segno dell’inclusione e dell’accessibilità», affermano i Segretari Generali Tommaso Moscara (Cgil Lecce), Ada Chirizzi (Cisl Lecce) e Mauro Fioretti (Uil Lecce).
«Questo accordo», proseguono nella loro nota congiunta i Segretari delle organizzazioni sindacali, «non ha solo sancito una calmierazione delle tariffe, seppur importante, ma di accesso effettivo al diritto alla salute e ai percorsi di sostegno previsti dal D.Lgs. 62/2024. L’impegno congiunto dell’Ordine dei Medici e delle Organizzazioni Sindacali ha così, di fatto, rimosso un significativo ostacolo economico e burocratico, garantendo che l’avvio della Riforma della disabilità nel Salento avvenga nel pieno rispetto dei diritti dei cittadini».
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