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Attualità

Parte il progetto “Racconti dal carcere”

Cinque ragazzi ospiti della Comunità Ministeriale Penale di Lecce saranno protagonisti della serie web prodotta da Alveare Cinema ed Apulia Film Commission

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E’ partito il progetto della serie web girata e ambientata in carcere a Lecce.


Per quattro settimane, fino al 12 dicembre, la comunità penale minorile di Lecce (Comunità ministeriale, Istituto Penale minorile, Tribunale per minorenni) e alcune location della città barocca ospiteranno le riprese di “Racconti dal carcere” (titolo provvisorio) di Luca Bianchini.

Prodotta da Alveare Cinema e Rai Fiction con il sostegno logistico di Apulia Film Commission, la serie vedrà pprotagonisti 5 attori, tutti ragazzi pugliesi ospiti della Comunità Ministeriale Penale di Lecce. All’opera anche una troupe perevalentemente pugliese: 15 su 23 unità impegnate nella lavorazione sono della nostra regione.


Alessano

Da domani il 112 vale per tutti

Attivo anche nel distretto telefonico di Lecce, Gallipoli e Maglie quindi valido per tutti anche nella nostra provincia. Intanto sullo smartphone si può scaricare l’app “Where Are U”

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Da domani 112 NUE – Numero Unico di Emergenza Europeo sarà attivo in tutti gli Stati dell’Unione Europea.

Ovviamente, anche nel distretto telefonico di Lecce, Gallipoli e Maglie e quindi varrà per tutti i paesi della provincia di Lecce.

Il servizio, completamente gratuito, garantito 24 ore su 24, 7 giorni su 7, potrà essere utilizzato per ogni tipo di richiesta di intervento o soccorso.

Il 112 NUE sostituisce tutti quei numeri di emergenza attualmente utilizzati:

  • il 112 dei Carabinieri
  • il 113 della Polizia di Stato
  • il 115 dei Vigili del Fuoco
  • il 118 del Soccorso Sanitario
  • il 1530 dell’emergenza in mare

Il 112 farà capo ad una Centrale Unica di risposta del Dipartimento di Protezione Civile che provvederà ad indirizzare le chiamate a seconda del tipo di emergenza e assistenza necessaria nonché di priorità, avendo un quadro completo delle richieste sull’intero territorio.

Per tale motivo dalla Polizia di Stato invitano gli utenti residenti nei centri che fanno riferimento ai Commissariati di Galatina, Gallipoli, Nardò, Otranto e Taurisano a non contattare il numero diretto del Commissariato competente, ma di chiamare comunque il NUE 112 che sarà in grado di intervenire più velocemente.

Stesso discorso ovviamente per le caserme dei carabinieri, quelle dei vigili del fuoco per il soccorso sanitario e per le emergenze in mare.

Il numero può essere chiamato da rete fissa o mobile, anche da cellulare sprovvisto di SIM o privo di credito o bloccato ed è disponibile inoltre il servizio multilingue.

Inoltre il 112 NUE può essere chiamato direttamente scaricando dall’App store l’applicazione dedicata “Where Are U” che si consiglia di installare sul proprio telefono cellulari, in quanto la tecnologia utilizzata permette una localizzazione della chiamata in modo più preciso e veloce, particolarmente utile nel caso di chiamate mute o di utenti non udenti.

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Attualità

Turismo e lavoro: domanda ed offerta si incontrano a Nardò e Martano

Domani a Nardò presso il Chiostro dei Carmelitani Job Day organizzato da Its Turismo ed Arpal. Giovedì a Martano colloqui per 20 venti addetti alle pulizie da impiegare in strutture ricettive tra Torre dell’Orso, Cannole ed Otranto

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Doppio appuntamento, questa settimana, con le attività di selezione in presenza da parte delle aziende in cerca di personale.

La prima si terrà domani, martedì 14 maggio, dalle 9 alle 17, a Nardò, presso il Chiostro dei Carmelitani, durante il Job Day organizzato da Its Turismo in collaborazione con Arpal Puglia.

La seconda è prevista giovedì 16 maggio, dalle ore 14,30 alle ore 17, presso il centro per l’impiego di Martano: l’azienda “SGS Outsourcing” terrà colloqui di lavoro volti all’individuazione di venti addetti alle pulizie da impiegare in strutture ricettive di Torre dell’Orso, 15 per Cannole e altrettanti per Otranto.

Nel 16° Report settimanale delle offerte di lavoro dell’Ambito di Lecce, sono stati registrati un totale di 266 annunci di lavoro che mettono a disposizione un complessivo di 841 posizioni lavorative.

I settori più coinvolti sono il turismo e la ristorazione con 268 opportunità, seguiti dall‘edilizia con 208 posti disponibili.

Per quanto riguarda i trasporti e la riparazione dei veicoli, si contano 20 posizioni, mentre nel commercio ce ne sono 34.

Nel settore amministrativo e informatico si registrano 35 offerte di lavoro, mentre nel settore pedagogico se ne contano 4.

Le opportunità nel campo della sanità e dei servizi alla persona ammontano a 36 posizioni aperte, mentre nel settore agricolo, agroalimentare e ambientale ne sono disponibili 27.

Le telecomunicazioni offrono 61 posti, mentre nel settore bellezza e benessere se ne contano 8.

Nel campo del Tac, vale a dire Tessile-abbigliamento-calzaturiero, ci sono 39 posti, mentre nell’industria del legno se ne registrano 11 e nel settore metalmeccanico 19. Il comparto delle pulizie e dei multiservizi conta di tre annunci per 52 posizioni disponibili.

Da evidenziare anche le molteplici opportunità di lavoro offerte dalla rete europea dei servizi per l’impiego Eures.

Otto annunci per altrettante posizioni sono rivolti a persone con disabilità e tre annunci, per un totale di 8 posizioni, sono riservati a persone appartenenti alle categorie protette.

Le offerte, parimenti rivolte ad entrambi i sessi, sono pubblicate quotidianamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.it e sono diffuse anche sulla pagina Facebook “Centri Impiego Lecce e Provincia”, sul portale Sintesi Lecce e sui profili Google di ogni centro per l’impiego.

Le candidature possono essere trasmesse tramite Spid, via mail o direttamente allo sportello presso gli uffici, aperti dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 11,30, il martedì anche nel pomeriggio dalle 15 alle 16,30 e il giovedì pomeriggio su appuntamento.

PER CONSULTARE NELLA SUA VERSIONE INTEGRALE IL 16° REPORT DI ARPAL AMBITO DI LECCE CLICCA QUI

 

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Attualità

Santa Cesarea Terme: lasciatemi dire…

Considerazioni a margine di Annibale Elia, consigliere d’opposizione dal 1975 al 1980 e vice sindaco in tutti gli anni ’80

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Prendendo spunto dal docufilm di Alfredo De Giuseppe, “Santa Cesarea, splendore e disperazione, Annibale Elia che ha vissuto da di dentro numerosi anni della politica del paese (consigliere d’opposizione dal 1975 al 1980 e vice sindaco in tutti gli anni Ottanta) ci ha consegnato alcune sue “considerazioni a margine” che vi proponiamo di seguito.

«Il documentario ci ha mostrato la bellezza di un posto che abbiamo sempre amato.

Splendida la fotografia perché bella è lei: Santa Cesarea dono della creazione. E poi…

Intanto un falso assoluto: nel perimetro urbano del capoluogo comunale, ossia Santa Cesarea non vi è un caso, che sia uno, di costruzione abusiva

Il Comune di Santa Cesarea Terme si è dotato di PRG nel 1970.

Lo stesso può essere oggetto di critica come lo è stato.

Chi lo ha adottato ha forse avuto una visione troppo ottimistica, tant’è che a distanza di 50 anni il maggior numero di comparti non è stato attuato.

Una visione ottimistica ed un indirizzo di scuola urbanistica, allora imperante, che ha permeato lo studio, che non è stato recepito dalla popolazione.

Anzi… il primo comparto realizzato a Vitigliano nel 1981. A Santa Cesarea intorno al 2000.

Questa forse la prima causa di una decadenza via via accentuatasi nel tempo.

Quella che possiamo definire la Santa Cesarea storica è una serie di villette, di palazzi, di abitazioni, tutte in bello stile e che formano il panorama che ammiriamo!

Poi il blocco delle costruzioni durato circa 30 anni ha fatto fuggire da Santa Cesarea quella borghesia che l’aveva resa bella e accogliente.

Aggiungasi le previsioni di PRG che privilegiavano le case o villette a schiera… e l’abbandono (da parte dei borghesi) diventa pressoché totale.

Una parola, per amor di verità, sul blocco: la colpa totale della politica.

Gli assertori del PRG convinti che poi il popolo capirà; i contrari hanno intravisto la possibilità di sostituirsi al comando, cavalcando la protesta e fomentando la paura.

Indicare però i ruderi di quelle che dovevano essere le case dei pescatori come abusivismi edilizi, è un falso storico.

Costruite negli anni 50, lasciate a metà a seguito del fallimento della cooperativa che le aveva ideate e le stava costruendo, ignorate (!) dai proprietari del terreno… non realizzato il comparto previsto nel PRG come Servizi per il turismo e la balneazione.

È sicuramente vero, come si è voluto indicare nel documentario, che le comunità di Cerfignano e Vitigliano non si sono (ancora!) amalgamate.

Ne è prova che soltanto le prime elezioni del dopoguerra hanno visto un sindaco che non fosse di Cerfignano.

Ma se all’origine la perla rifulse, vuol dire che quella causa non è così fondamentale.

Oggi quella che si è voluta chiamare disperazione è dovuta ad una mancanza di visione che, come accennato dal prof. Cuccodoro, non ha voluto tenere e non tiene conto dell’identità di una realtà territoriale.

All’origine della costruzione di Santa Cesarea era quasi obbligatorio, data la ridotta possibilità di mobilità,  trasferirsi per poter lavorare o realizzare una qualsiasi attività: nella prima metà del secolo scorso la popolazione del centro cresceva e negli anni ’50 raggiungeva circa 400 abitanti in inverno.

A conferma vi erano due pluriclassi con circa 30 ragazzi per ognuna.

Con la cresciuta mobilità, e ancor più dopo che la gestione della Terme SpA è divenuta politica (1979) l’occupazione presso le Terme non è stata precipua di chi abitava a Santa Cesarea, anzi si è passati nel tempo, all’inizio 1-1-1, vale a dire uno di Cerfignano, uno di Vitigliano e uno di Santa Cesarea, poi cambiato il segno politico 1-1 (Cerfignano – Vitigliano) ed infine nei tempi più recenti 1 sempre (C).

Una località senza popolazione naturalmente va a decadere. Gli errori della politica sono stati tanti: dalla ripartizione degli investimenti comunali sempre divisi per 3, quando andava bene; dalle case popolari costruite la prima volta a Santa Cesarea, ma poi mai più, anzi venduto un suolo di proprietà dell’ECA e che era destinato a tale utilizzo.

È mancata, in una parola, la cura della Comunità!

E non può sorprendere: oggi surrettiziamente si sta trasferendo perfino il Consiglio Comunale!

Un discorso a parte la gestione delle Terme.

Finché la gestione è stata del privato, è stato suo interesse veder crescere e sviluppare la località.

 Successivamente quando si è insediata la politica nella gestione diretta, per un primo momento ha potuto godere del trend positivo, che era anche positivo nella legislazione. I curisti erano arrivati a 35mila.

Lo studio dell’Università di Bari realizzato nel 1986 prevedeva nel giro di pochi anni un numero di curisti pari ad 80mila.

Si pensò il nuovo Centro Termale, con una possibilità di raddoppio successivo.

Ma gli effetti deleteri della politica che diventa gestione si sentirono subito: nel vecchio stabilimento lievitavano gli addetti, mentre si riducevano i curisti; il nuovo ebbe bisogno subito di una doppia gara, perché nel frattempo l’Amministrazione comunale era cambiata.

Ma se la proprietà della società Terme e quella del nuovo Centro Termale erano entrambe pubbliche, il dominio (vale a dire chi comandava) era completamente diverso.

Al che anziché sviluppare sinergie si è pervenuti alla situazione che è sotto i nostri occhi… disperati.

E quando poi è cambiata anche la legislazione riguardante le cure termali tutto è diventato più difficile.

Non è quindi la apertura ai privati dello sfruttamento delle acque termali la panacea di tutti i mali, come pare voglia suggerire il documentario.

Non riusciamo a comprendere altro suggerimento!

Negli anni ’90 fu fatto anche un tentativo in tal senso, abbandonato dagli stessi privati…

L’inversione del trend deve venire dalla politica, partendo dalla cura della comunità che insiste su Santa Cesarea, che sola può gestire quei servizi essenziali indispensabili per la comunità medesima e per tutti coloro che periodicamente si aggiungono come curisti o villeggianti».

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