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Italia Nostra: “Il TAR di Lecce ferma definitivamente il mega impianto fotovoltaico di 45 ettari in Contrada Miggianello e salva il Salento!”

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Il TAR di Lecce dopo il blocco iniziale imposto ai lavori, con sentenza pubblicata il 16 aprile 2010 ha stracciato definitivamente le autorizzazioni regionali e comunali concesse al mega-impianto fotovoltaico di 45 ettari in Contrada Miggianello, esteso nei feudi di Scorrano, Botrugno, Sanarica e Muro Leccese. La bella contrada rurale ed il paesaggio circostante sono salvi; fermato il processo di desertificazione artificiale e vetrificazione dei suoli agricoli che i lavori iniziati stavano tristemente inaugurando! Italia Nostra, che attraverso il suo Avvocato Donato Saracino, ha sostenuto il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, avverso alla Regione Puglia e alla ditta fotovoltaica tedesca Schuco implicate nei fatti, esprime tutta la sua gioia per l’attesa sentenza, che fissa uno storico macigno giudiziario contro la “corsa all’oro” per l’accaparramento degli incentivi pubblici e dei “certificati verdi” elargiti lautamente alle ditte che si dedicano alla produzione di energia dal sole con l’aberrante pratica di ubicazione dei pannelli captanti al suolo; una pratica che stava portando alla totale devastazione e sfigurazione il territorio salentino, con la complicità colpevole della politica regionale, che, in combutta con le lobby dell’energia, ha presentato il Salento agli speculatori internazionali come l’Eldorado da colonizzare, devastandolo ed intascando i soldi degli stessi cittadini beffati, sedati da un marketing e da una pubblicità, sostenuta dagli stessi politici, mirante a nascondere i forti impatti ambientali di questi estesi impianti, sotto il velo mistificatore di “energie pulite”, che in queste forme “pulite” non sono più! Non sono più “pulite” sia dal punto di vista ambientale e paesaggistico, data anche la cancellazione della biodiversità e l’uso spesso di erbicidi con la morte dei suoli e della loro fertilità e l’inquinamento delle acque, sia dal punto di vista morale, dato che si stavano favorendo le produzione energetiche accentrate nelle mani di grosse ditte, con grossi impianti impattanti, secondo logiche mediate dal sistema energetico delle multinazionali produttrici di energia da fonti fossili, e non invece la micro-generazione diffusa per l’autoproduzione di energia con pannelli fotovoltaici posti sui tetti, che da invece ricadute economiche dirette per le famiglie e impatti nulli o quasi, e che rappresenta uno dei principali fattori di vera eco-compatibilità nella novità rivoluzionaria delle fonti energetiche rinnovabili. Non solo, con la pratica politica regionale le energie pulite sono state sporcate anche dal punta di vista della legalità; lo dimostra la recente sentenza della Corte Costituzionale di fine marzo, che ha dichiarato incostituzionali alcuni punti cardine della Legge Regionale 31/08, che avevano portato ad una forte deregolamentazione nel settore delle autorizzazioni per grossi impianti fotovoltaici, con effetti così preoccupanti per il territorio, date le miriadi di progetti presentati nell’arco di pochi mesi da ogni dove in Puglia, che la stessa ARPA Puglia, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente, è intervenuta per lanciare un grido di allarme, ed invitare ad interrompere, anche con una moratoria urgente di tutti i progetti presentati, quello che si configura come l’innesco di uno stato di calamità ambientale, un disastro annunciato e artificiale dalle prevedibili catastrofiche conseguenze! Ma lo dimostra anche la sentenza del TAR Lecce in merito all’impianto fotovoltaico della ditta Schuco in questione! Uno dei principali motivi accolti dal TAR Lecce, infatti, per fermare l’enorme costoso impianto, è connesso alla condotta fraudolenta che vede coinvolta la ditta, ma le cui colpe vanno ripartite con la Regione ed i comuni coinvolti, che ben potevano e avevano il dovere di vigilare e accorgersi di quanto stava avvenendo e degli artifizi illegali utilizzati dalla ditta per facilitare l’ottenimento delle autorizzazioni ed intascare i lauti incentivi pubblici; per cui oggi si configura una vera e propria frode ai danni dell’erario pubblico favorita da funzionari e democratici rappresentanti di stessi enti pubblici! Veniamo al fatto: la ditta fotovoltaica aveva suddiviso il vasto complessivo impianto previsto nella contrada rurale Miggianello, in 4 impianti contigui, due di potenze inferiori ad 1MegaWatt, per i quali l’autorizzazione era comunale grazie al punto dichiarato oggi incostituzionale nella Legge R. 31 dalla Suprema Corte, e due di potenze di 7,6 MW e di 5,65 MW, per i quali erano state date le autorizzazioni dalla Regione con due determine aventi numero di protocollo sequenziale, motivo che aggrava la complicità della Regione che, nella concessione di così importanti autorizzazioni, non ha voluto approfondire le correlazioni spaziali e legali tra i due maxi sotto impianti. Per la presentazione delle domande di autorizzazione dei due più grandi sotto impianti, la ditta ha poi creato ad hoc, due sotto ditte maschera con nomi differenti legati a toponimi del luogo (Miggianello e Scorrano), ma di fatto non diverse dalla ditta Schuco, avendone lo stesso amministratore delegato e la stessa sede legale, nonché essendo interamente partecipate da Schuco! Queste ditte definite “società di scopo” dal TAR, servivano solo per meglio eludere eventuali controlli a livello regionale oleandone i passi autorizzativi burocratici. La procedura complessiva della “artificiosa frammentazione, parcellizzazione surrettizia”, come l’ha definita il Tar stesso, permetteva così di presentare progetti per impianti di potenze inferiori a quelle della soglia al di sopra della quale, per gli impianti, occorre la sottoposizione a VIA, la laboriosa, giustamente lunga ed incerta negli esiti Valutazione di Impatto Ambientale, che permette maggiori garanzie per l’ambiente, per il rispetto del paesaggio e i beni culturali, e soprattutto per la salute dei cittadini, ed una più democratica partecipazione delle comunità locali che così è del tutto mancata! Se non si fosse seguito lo stratagemma della suddivisione artefatta del maxi impianto, esteso quasi quanto lo stesso abitato di Scorrano, le potenze complessive sarebbero state superiori a quelle soglie stabilite dalla legge, e l’impianto avrebbe dovuto affrontare la doverosa VIA ad oggi elusa. Per questo il TAR, affermando la necessità che la ditta ripresenti ex novo la domanda di autorizzazione per l’impianto complessivo in Regione, cosicché lo si possa sottoporre finalmente a VIA, non è intervenuta nel merito dei numerosissimi punti sollevati dalla nostra associazione nel ricorso, sulle tipicità già protette o degne di massima protezione, dal punto di vista culturale, ambientale e paesaggistico presenti nei luoghi, ed ignorate totalmente dai comuni coinvolti e dalla Regione, rimandandone l’approfondimento e la migliore considerazione degli stessi nella fase di procedura di VIA cui categoricamente l’impianto va sottoposto complessivamente, incluse anche le due porzioni inferiori ad 1MW di autorizzazione comunale e in feudo di Scorrano, e contigue agli impianti maggiori, a loro volta contigui tra loro. Anche per queste ultime porzioni di impianto, di potenze inferiori al MW, ora il Comune di Scorrano, diffidato dalla nostra associazione, dovrà necessariamente intervenire in regime di autotutela ritirandone le autorizzazioni, anche a seguito di questa sentenza, ma anche a seguito della sentenza di incostituzionalità della Corte Costituzionale di quei punti della Legge R. 31 del 2008, per i quali impianti fotovoltaici di potenze superiori a 20 kiloWatt ed inferiori a 1MegaWatt, come nel caso di specie, era giudicata sufficiente l’autorizzazione comunale, bypassando la Regione. La ditta Schuco dovrà ovviamente ripristinare lo stato dei luoghi, dove già qualche pannello in fretta e furia era stato ubicato al suolo, prima della sospensione preventiva imposta dal Tar Lecce al cantiere. Tutto questo pur palese ed evidente “castello di carte” creato ad hoc per accedere a finanziamenti pubblici, è stato scoperto, denudato e denunciato attraverso l’ottimo lavoro dei legali e tecnici volontari di Italia Nostra. Ci chiediamo dunque, dove sono state le istituzioni in tutto ciò, gli uffici di controllo, le forze dell’ordine? Cosa sarebbe avvenuto se non ci fosse stato l’impegno della gente che si è sollevata e si sta sollevando in tutto il Salento contro la speculativa devastante e fraudolenta condotta che sta connotando l’immondo e paradossale business delle energie rinnovabili industriali, che distrugge il Salento per, si sostiene pubblicitariamente in maniera menzognera, salvare il pianeta, impoverendo tutti e rimpinguando le tasche e i conti bancari di pochi, creando la falsa illusione di lavoro, falsa ad impianti ultimati, data la loro altissima automatizzazione? Urge adesso una riflessione profonda di tutti gli enti coinvolti, Regione Puglia in primis, su quanto sta avvenendo. Urge fermare alla radice l’origine di tutta questa follia, attraverso il divieto categorico di ubicazione di pannelli fotovoltaici al suolo, tanto più in una Puglia, area verde in cui non esistono, non esistono se non nella mente di bugiardi ed ignoranti, deserti naturali, né aree degradate che non possono essere rinaturalizzate! I pannelli fotovoltaici devono essere ubicati solo sulle superfici dei tetti delle abitazioni moderne, sulle tettoie di parcheggi o altre strutture, e sui capannoni industriali, superfici queste sì biologicamente morte. Una campagna nazionale è ormai mobilitata per chiedere a livello parlamentare lo stop al consumo del territorio (Gruppo “Stop al Consumo del Territorio”, legato al circolo dei “Comuni Virtuosi” d’Italia), sono state presentate in merito diverse interrogazioni parlamentari, e la questione pugliese dell’aberrante ed immorale fotovoltaico al suolo, che innalza prioritariamente la produzione industriale di energia elettrica, al di sopra della tutela della biodiversità, e della produzione dal sole dei prodotti silvo-agro-pastorali, è ormai approdata con autorevoli articoli di protesta, su tutte le più importanti testate giornalistiche nazionali, (come in prima pagina su “La Repubblica”, il 17 aprile 2010, articolo dal titolo “Pannelli solari via dalle campagne!”). Così invitiamo la ditta Schuco a procedere ad un cambiamento radicale del business che intende sviluppare nel Salento, attraverso l’intercettazione di privati o enti pubblici per l’ubicazione dei pannelli sui tetti delle loro abitazioni o capannoni aziendali o edifici pubblici, sviluppando delle convenzioni favorevoli ad entrambi, impegnandosi a rimuovere al più presto gli eventuali pannelli già ubicati al suolo. La invitiamo, se davvero è stata mossa da motivazioni virtuose e volte al rispetto del Pianeta, a bonificare rapidamente il sito di Mass. Miggianello dai cavi, pannelli e tralicci di sostegno già in piccola parte apposti, e a rimboschire ulteriormente con essenze autoctone i luoghi rurali che stava per destinare all’industria dell’energia. Anche per i rimboschimenti sono previsti incentivi pubblici correlati sempre al Protocollo di Kyoto, non solo per chi devasta e produce energia elettrica da fonti rinnovabili con forme industriali; e troviamo giusto in luoghi verdi e di importanza paesaggistica, come il Salento, dove il paesaggio è vita, qualità di vita, ed economia turistica, rimboschire anziché produrre ulteriore energia in forme così impattanti ed industriali, per ottemperare ai doveri imposti dalla ratifica da parte dell’Italia dell’internazionale Protocollo, tanto più in una Puglia che già produce ben oltre il proprio fabbisogno l’energia elettrica con gravi conseguenze per la salute pubblica dei locali, anche solo da elettrosmog! Così, se davvero la società è, come dichiara, motivata dalla volontà di portare benessere e posti di lavoro nel Salento, restauri allora l’antica Masseria di Miggianello con la supervisione della Soprintendenza ai Beni Culturali, come aveva dichiarato di avere in progetto di fare, e avvii in essa attività di agriturismo, magari anche destinando parte dei suoli alla produzione di prodotti biologici, in tal caso nessuno avrebbe nulla da ridire, tutt’altro, e la nostra associazione, e tutto il nostro territorio con essa, potrebbe finalmente guardare con occhi nuovi a chi viene da fuori per investire nel Salento, portando davvero sano sviluppo, davvero bio, valorizzazione ed incremento delle locali tipiche bellezze paesaggistiche! Un’attività agrituristica darebbe lavoro duraturo, in loco e attraverso tutto l’indotto connesso, a ben più persone di quante se ne impiegherebbero in un morto deserto vetrificato di pannelli; darebbe ancora salubrità e bellezza al territorio e non deprezzamento, inquinamento chimico ed elettromagnetico, bruttura ed avvilimento come comportato da qualunque aberrante impianto fotovoltaico al suolo! La strada è segnata, ora di fronte all’alternativa proposta istituzioni e ditte devono mostrare chi aveva ragione, chi ha definito quanto stava avvenendo “frutto della volontà di salvare il pianeta” o chi lo ha definito soltanto “rapace corsa colonizzante e spregiudicata, fraudolenta e mistificata, volta solo all’accaparramento speculativo di incentivi pubblici ingannando e calpestando ogni valore”!”.

Attualità

Lecce: quattro Sindaci e 700 candidati consigliere, ad un mese dalle elezioni

Tutti nomi e le liste…

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Entro le 12 si dovranno presentare le liste per le amministrative dell’8 e 9 giugno prossimi.

A Lecce quattro candidati Sindaco e quasi 700 candidati consigliere.

Centrosinistra 

Pronte 9 liste che appoggiano l’uscente Carlo Salvemini (57 anni); il centrodestra, che spera di riportare a Palazzo Carafa, Adriana Poli Bortone (80 anni; sindaco dal 1988 al 2007), schiera 10 liste; 

Due le liste, invece, per Alberto Siculella, grillino, che sarà alleato con Salvemini; 

una per Agostino Ciucci, del Dea di Lecce, più volte schieratosi con i no vax.

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Queste le liste presentate per il centrosinistra: Lecce Città Giusta (Sinistra Italiana, Europa Verde, Psi e il movimento Progetto Civitas) e Lecce Città Pubblica. 

Per il centrodestra, invece: Lecce Futura, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Movimento Regione Salento, Io Sud. 

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Lista “Lecce Città Giusta” 

Per “Lecce Città Giusta” sono 32 i nomi: Pierpaolo Patti, Emanuela Orlando, Santina Cancelli, Fernando Carrozzo, Eugenio Corrado, Claudio Cretì, Marco Cucurachi, Pietro Dell’Aquila, Daniele De Luca, Adriana De Mitri, Diana Doci, Antonio Marco Elia, Massimo Curzio Faggiano, Greta Ferrari, Valeria Maria Giannone, Carla Gorgoni, Marina Leuzzi, Alessandra Lombardo, Stefania Manna, Tommaso Marcianò, Giuseppe Antonio Nuzzoli, Luigi Panico, Emanuele Perrone, Laura Piccirillo, Luigi Piliego, Marco Povero, Rita Quarta, Camilla Rollo, Roberta Ronzino, Giuseppe Todisco, Silverio Tomeo, Ilaria Ulgharaita.

Lista “Lecce Città Pubblica”

Per Lecce Città Pubblica, invece: Ancora Maria, Andretta Elena, Beccarisi Alessandra, Brancasi Alberica, Bruno Roberto, Buccarella Maurizio, Caracciolo Fernando detto Nando, Castoro Giovanni detto Gianfranco, Cesari Massimiliano, Cicirillo Fabia Anna detta Fabiana, Collura Sergio, Cucinella Domenico detto Mimmo, Della Giorgia Sergio, Demetrio Emilio Mauro, De Mitri Carlo, De Pascalis Maria Cristina, Innocente Cecilia, Lazzaretti Valeria, Leuzzi Gennaro detto Rino, Longo Sergio, Mariano Mariano Natalia detta Natasha, Meo Virginia, Miglietta Silvia, Mola Ernesto, Pancosta Maurizio, Presicce Dominique Sara, Quarta Marco, Quarta Paolo, Rella Roberto, Scarnera Antonio, Schipa Guendalina detta Guenda, Sinnathamby Raveendiran detto Ravi.

M5s

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per il M5s, questi i candidati: Arturo Baglivo, Anna Rita Camisa, Angelo Amato, Giacchino Bergamo, Stefania Donateo, Antonio Caforio, Gabriele Cannone, Gabriella Errico, Danilo Carbone, Giovanni Marco Chirienti, Valentina Favale, Pietro Congedo, Diego De Lorenzis, Francesca Ferraro, Manfredi De Pascalis, Emanuele Felsina, Serena Indennitate, Giovanni Gemma, Francesco Giannetta, Ritana Leo, Rosario Musio, Nicolò Primiceri Bianco, Daniela Marazia, Pierpaolo Saracino, Alessandro Scordari, Diletta Milo, Carlo Ruben Seclì, Claudio Suppressa, Angela Perulli, Enrico Verrico.

Alberto Siculella, Sindaco

Per il pentastellato Siculella, si contano due liste: Mind-Menti Indipendenti: Fabio Valente, Anna Gabriella Mazzeo, Guglielmo Sansò, Matteo Gnoni, Simone Spadavecchia, Susanna Perrotta, Eugenio Elia, Claudio Peluso, Giovanni Calabretto, Elise Delle Rose, Marco Ingrosso, Daniela Longo, Oronzo Giuseppe Errichi, Tania Rosato, Mattia De Giorgi, Rossella Perone, Chiara Mazzotta, Francesco Memmola, Denise De Nigris, Manolo Ricchiuto, Michele Nicolì, Gabriele Fasano, Francesca Monittola, Monica De Bonis, Gianluca Bucci.

Nella lista «Aria»: Monica Starace, Alessio D’Elia, Marika Ingrosso, Giacomo Maritati, Antonella Santantonio, Walker Atlas Martina, Antonio Martella, Chiara Rizzo, Francesco Fiorentino, Maria Felice Pepe, Christian Peluso, Marco Apollonio, Simone Freuli, Vito Nicola Dongiovanni, Nicola Bredice, Federico Castoro, Giuseppe De Giorgi, Marta Totaro, Luciano Tricarico, Serena Scorrano, Pier Paolo Pacciolla, Maia Passaseo, Sabina Spagnolo, Cosimo Ciccarese.

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Centrodestra

Lista “Movimento Regione Salento”

Movimento Regione Salento: Maddalena Brocca, Giancarlo Capoccia, Paolo Cisternino, Adriano Conte, Loredana De Benedetto, Patrizia De Donno, Luca De Martinis, Luigi De Mitri, Barbara Esposito, Alessia Falconieri, Cristina Filograna, Orsola Fiorentino, Giuseppe Foti, Maria Maddalena Galante, Roberto Ghironi, Gianmaria Greco, Raffaele Guido, Francesco Luchena, Massimo Mancarella, Paolo Marseglia, Veronica Marsiliano, Carlo Mazzotta, Cristina Melissano, Stefania Mello, Annarita Miglietta, Gustavo Pascali, Anna Maria Petrachi, Patrizia Refolo, Michelino Ricci, Francesca Rizzo, Roberto Russo, Savino Vantaggiato.

Lista “Forza Italia”

Forza Italia, con Poli Bortone: Alberto Alfieri, Andrea Cristina Aurelio, Luciano Battista, Sergio Bursomanno, Paolo Cairo, Daniela De Donno, Monia De Spoto, Lucia Evangelisti, Mario Fazzini, Alessia Ferreri, Carina Alejandra Giles, Maria Grazia Gnoni, Antonio Lamosa, Eva Maggio, Lorenzo Manzo, Sofia Marchello, Carmen Marra, Giulia Massari, Marrico Miglietta, Barbara Mignone, Giancarla Minozzi, Luljeta Moriseni, Riccardo Pasquale Nuzzachi, Elena Ottomano, Francesca Ozza, Silfrido Raolil, Luca Russo, Luigina Sabetta, Mirella Santalucia, Marcello Signore, Ilaria Tafuro.

Lista “Fratelli d’Italia”

Per Fratelli d’Italia, questa la «squadra»: Domenico Bitonto, Gianluca Bruno, Marco Cacciatore, Emanuela Carico, Gloria De Carlo, Fabiola De Giovanni, Monica Faggiano, Giuseppe Gallo, Roberto Giordano Anguilla, Luigia Goffredo, Maria Luisa Greco, Simona Manfreda, Maurizio Miglietta, Benedetta Negro, Riccardo Panarese, Mario Pano, Francesco Pascali, Andrea Pasquino, Gabriele Pedone, Alessandro Perrone, Roberta Rango, Olga Assunta Riccio, Ilaria Rizzello, Vittorio Solero, Massimo Tamborrino, Oronzino Tramacere, Paola Valzano, Rocco Venece, Antonio Verardi, Emanuela Vitali.

Lista “Io Sud”

Io Sud schiera: Bernabei Raffaella, Blago Simona, Camilli Fabrizio Romano, Colonna Ludovica, Conte Francesca Grazia, D’Amato Andrea, D’Amico Andrea, De Meis Maurizio, Erriquez Tonia, Fiorentino Alessandra, Fragola Massimo, Gallo Ilaria, Gemma Gianni, Luggeri Debora, Mele Vittoria, Mirizzi Stefania, Monosi Francesco, Montinari Filippo, Nigro Sabina, Paticchio Francesca, Pedone Katiuscia, Pellegrino Antonio, Personè Egidio, Petrillo Massimo, Poso Alessio, Renis Chiara, Scorrano Gianpaolo, Spagnolo Daniela, Stabile Rosaria, Stolte Ilse, Toma Chiara, Zongolo Paolo.

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Agostino Ciucci, Sindaco

Per Agostino Ciucci sindaco che, ci tiene a precisare, non candida “politici di professione”, questi i nomi: Sergio Martella, Massimo Barbano, Marco D’Elia, Alessandra Litti, Luciana Schirinzi, Antonio Cioffi, Matteo Padula, Claudia Capirola, Marcello Zappia, Rosa Anna Brandi, Filippo Albani, Vincenzo Fina, Anna Maria Calzavara, Maria Rosaria Faggiano, Marika Adilardi D’Aquino, Daniela Rita D’Anna, Francesca De Palma, Luigi Napoli, Alessandro Venturi, Roberta Tundo, Daniele Terragno, Cesare Papaleo, Antonio Gammariello.

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Andrano

Botrugno contro Amati, al centro il rimedio contro la Xylella

L’udienza, presso il Tribunale di Brindisi, che si sarebbe dovuta tenere il 9 maggio 2024, è stata aggiornata al prossimo 20 giugno, l’accusa: diffamazione.

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Prosegue la singolar tenzone che vede contrapposti il consigliere regionale Fabiano Amati (Azione), di Fasano e l’imprenditore Luigi Botrugno, di Castiglione di Andrano, creatore di NuovOlivo, il rimedio contro l’essiccamento degli ulivi dalla Xylella.

L’udienza predibattimentale, presso il Tribunale di Brindisi, che si sarebbe dovuta tenere il 9 maggio 2024, è stata aggiornata al prossimo 20 giugno, l’accusa: diffamazione.

Il fatto

Nell’ottobre di due anni fa, lo stesso imprenditore Botrugno, dopo le dichiarazioni del consigliere e presidente della Commissione Bilancio, Amati, che sosteneva che “si è trattato di un raggiro per evocare una fantomatica cura dalla Xylella”,  seguito da un post pubblicato dallo stesso consigliere in cui sosteneva che “era una truffa”, aveva seccamente chiarito a BrindisiReport: “Innanzitutto, io non ho ideato una cura per la Xylella per debellare il batterio. Ma il mio prodotto, NuovOlivo, riesce a far rinverdire gli ulivi essiccati. Inoltre, è bene chiarirlo, non sono un truffatore. E non ci tengo a passare per tale”.

Ora il tribunale di Brindisi dovrà decidere se il consigliere regionale Amati debba andare a processo o meno con l’accusa di aver diffamato l’imprenditore Botrugno.

Amati nell’ottobre 2023 era stato citato a giudizio dal pubblico ministero Pierpaolo Montinaro dopo la querela presentata dallo stesso Botrugno.

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Attualità

C’era una volta un albero, un Principe e la Politica a Specchia

Soldi spesi male? Perché, così come proposto dal nostro gruppo, nell’ottobre 2022, non siamo stati interpellati prima di prendere una decisione definitiva? Qual è il valore che i nostri amministratori danno ai soldi di tutti i cittadini, visto che come spesso accade, si spende e si spande, impegnando le somme del bilancio comunale, con una facilità inaudita?

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

La vicenda dell’albero di Bagolaro di via Principe Orsini, muove i suoi primi passi nell’ottobre 2022.

Risale, infatti, al 25.10.2022 la Determina con la quale si dava incarico al dottor Cannoletta, agronomo forestale di lunga e comprovata esperienza, di redigere una relazione tecnica finalizzata alla valutazione della stabilità della pianta di Bagolaro e alle eventuali modalità esecutive dell’intervento di conservazione della stessa mediante la sua messa in sicurezza ed il consolidamento del muro di contenimento adiacente.

Nella determina si metteva in risalto l’importanza di evitare l’abbattimento, trattandosi di un esemplare di considerevole pregio storico e naturalistico.

Appreso di questo problema, i nostri consiglieri, con una nota presentata all’ufficio tecnico e all’assessore ai Lavori Pubblici, chiesero di assistere al sopralluogo e, soprattutto, una volta ottenuta la relazione, redatta dall’agronomo, si resero disponibili ad individuare insieme ai tecnici ed alla maggioranza una soluzione ottimale, capace di salvaguardare l’albero e l’ambiente circostante.

Lo stesso Sindaco, Anna Laura Remigi, in un suo post di novembre 2022 scriveva: “L’albero non si può neppure eradicare perché porterebbe con sé metà strada. Abbiamo trovato somme in bilancio che ci consentiranno di salvare l’albero e mettere in sicurezza l’intera zona”.

Ed in effetti, le conclusioni con le quali Cannoletta chiude la sua analisi propendono per una soluzione di tale natura.

Infatti, scrive: “Sulla base di esperienze fatte in altre situazioni analoghe, si ritiene di poter affermare, con ragionevole certezza, che non è possibile effettuare un mero intervento localizzato, salvaguardando nel contempo l’albero. A questo punto si tratta di fare una scelta tra il tagliare l’albero o intervenire con un intervento importante di consolidamento”.

La prima ipotesi non è, a parere del sottoscritto, assolutamente praticabile. Estirpare senza danni collaterali di una certa rilevanza, una pianta di Bagolaro di quelle dimensioni e in quella posizione, non è assolutamente una strada percorribile! L’intervento innescherebbe una serie di frane con esiti disastrosi.

A distanza di più di un anno, da questa dettagliata relazione, cosa scopriamo?

La decisione finale è quella di abbattere l’albero! Ricapitolando, da ottobre 2022 ad oggi, cosa è accaduto:
Ottobre 2022 viene dato incarico al dott. Cannoletta per redigere una relazione tecnica finalizzata alla valutazione della stabilità della pianta di Bagolaro. Costo € 2.000,oo
Dicembre 2022, viene dato incarico per la caratterizzazione geognostica del terreno con redazione di relazione geologica. Costo € 3.425,76,oo
La strada viene chiusa tramite ordinanza perché ritenuta pericolosa.
Settembre 2023 viene dato incarico per la messa in sicurezza del muro di contenimento della massicciata stradale a ridosso del bagolaro. Costo € 2.000,oo
Marzo 2024, viene indetta gara per “lavori di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza del muro in prossimità del bagolaro e della sottostante grotta”, in quanto (si legge nella relazione di accompagnamento alla gara presente sul portale TuttoGare del Comune di Specchia) l’abbattimento dell’albero si presenta come la soluzione più adeguata e responsabile di fronte alla priorità di salvaguardare la pubblica incolumità”.  Costo € 16.863,37.

Ci chiediamo: perché spendere tanti soldi per poi arrivare alla soluzione più semplice e scontata?

Che fine hanno fatto tutte le considerazioni sul “considerevole pregio storico e naturalistico” dell’albero e sulla salvaguardia dei luoghi?

Perché, così come proposto dal nostro gruppo, nell’ottobre 2022, non siamo stati interpellati prima di prendere una decisione definitiva?

Qual è il valore che i nostri amministratori danno ai soldi di tutti i cittadini, visto che come spesso accade, si spende e si spande, impegnando le somme del bilancio comunale, con una facilità inaudita?

Cardigliano affidato per 70 anni, mutuo da 1 ml di euro con un piano di rientro di 29 anni, eradicazione pianta di Bagolaro e modifica dello stato dei luoghi…

Lista Civica, Adesso Specchia, Biasco Francesco

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