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Tricase

Porto Tricase: “Memorial Alfonso Metrangolo”

Nella mattinata di domenica 3 luglio 2011, nelle acque antistanti il Porto di Tricase, la manifestazione benefica “Nuotata Amatoriale Un Miglio d’A-Mare – Memorial Alfonso Metrangolo”,

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Nella mattinata di domenica 3 luglio 2011, nelle acque antistanti il Porto di Tricase, la manifestazione benefica “Nuotata Amatoriale Un Miglio d’A-Mare – Memorial Alfonso Metrangolo”, con raccolta fondi in favore dell’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), nel ricordo del dr Alfonso Metrangolo, stimato medico salentino scomparso pochi mesi fa a causa di questa malattia. Il ricavato dell’evento, organizzato dall’AISLA Sezione Provinciale di Lecce e dall’Associazione culturale “Libeccio” Tricase, con il patrocinio del Comune di Tricase, verrà utilizzato per l’acquisto di un emogasometro portatile per i malati di SLA del Salento. Previsti numerosi ospiti d’onore. ADERIAMO TUTTI!


Regolamento


1) La manifestazione è aperta ai maggiori di 16 anni, muniti di certificato medico di idoneità all’attività sportiva non agonistica. Per i minori sarà necessaria l’autorizzazione da parte di chi detiene la patria potestà.


2) Il costo dell’iscrizione (interamente devoluto all’AISLA) è di 15,00 Euro e dà diritto al kit di partecipazione, che comprende sacca e maglietta celebrative, cuffia numerata, una bottiglietta di acqua, buono per foto ricordo, buono per una consumazione di aperitivo agli stands gastronomici.


3) Sono ammessi eventuali ausili al nuoto secondo la competenza dei nuotatori, su giudizio del Comitato Tecnico.


4) Iscrizioni ai numeri 328-1621875 (Sandro) 393-1751924 (Giorgio). Iscrizioni on-line o richiesta info memorial.alfonso@live.it


Chi non ce la fa a partecipare, ma vuole inviare ugualmente un contributo per la manifestazione, può farlo tramite bonifico sul conto dell’Aisla alle seguenti coordinate bancarie, indicando nella causale “CONTRIBUTO MEMORIAL ALFONSO METRANGOLO

ASSOCIAZIONE ITALIANA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA SEZIONE DI LECCE – IT 89 P 03002 79890 000011108883

Programma


Ore 8,00: termine delle iscrizioni e raduno dei partecipanti.


Ore 9,00: trasbordo sulle imbarcazioni e raggiungimento della linea di partenza.


Ore 9,15: partenza.


Ore 10,45: arrivo di tutti i partecipanti.


Ore 11,00: presentazione AISLA e premiazioni con tanti regali originali e simpatici.


Ore 12,30: aperitivo con raccolta fondi a favore AISLA.


Appuntamenti

Velaterapia: l’AIL e Paolo Montefusco a Tricase presentano il progetto SAIL

Per presentare il progetto SAIL che offre ai pazienti ematologici della provincia di Lecce una occasione di riabilitazione psicosociale finalizzata al miglioramento della qualità della vita accompagnando il paziente stesso nel suo percorso di cura

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Paolo Montefusco

L’AIL, associazione italiana contro leucemia, linfomi e mieloma, ed il campione mondiale di vela Paolo Montefusco presentano a Tricase il progetto SAIL.

La presentazione si terrà questa sera, dalle 19,30, presso la “Sala del Trono” di piazza Pisanelli.

SAIL progetto di velaterapia nasce dall’esigenza di AIL Lecce ODV di offrire ai pazienti ematologici della provincia di Lecce una occasione di riabilitazione psicosociale finalizzata al miglioramento della qualità della vita accompagnando il paziente stesso nel suo percorso di cura.

Si vuole anche richiamare l’attenzione sul binomio, ormai inscindibile, tra ambiente e salute, con l’obiettivo di conoscere e comprendere per prevenire e promuovere azioni di salvaguardia della salute dell’ambiente e delle persone.

Saranno ospitati 8 pazienti per ogni singola uscita in mare.

Il paziente interessato può chiedere di partecipare ad una delle uscite in mare inviando una mail all’indirizzo segreteria@aillecce.it indicando una o più date ed allegando un certificato del medico specialista che attesti che la sua idoneità a partecipare.

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Appuntamenti

Premierato e Autonomia Differenziata, convegno a Tricase

Le Possibili Riforme: se ne parlerà venerdì 10 maggio (dalle 19) alla Sala del Trono di Palazzo Gallone

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Il convegno, organizzato dalla Delegazione Diocesana per l’Università Cattolica, è stato pensato per proporre una riflessione attenta e qualificata sulle possibili prossime Riforme sul Premierato ed Autonomia differenziata, che al

momento sono in discussione nel Parlamento Italiano.

«Sono questi argomenti assolutamente interessanti ed importanti che», spiegano gli organizzatori, «come laici impegnati, dobbiamo necessariamente affrontare per avere piena consapevolezza di quanto e come potrebbe cambiare l’assetto istituzionale del nostro Stato».

Questa sarà anche occasione di formazione e dibattito quale cammino preparatorio in vista della 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia che si terrà dal 3 al 7 luglio a Trieste, sul tema “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Tricase Antonio De Donno e di Mimmo Turco, delegato per l’Università Cattolica di Ugento-Santa Maria di Leuca, interverranno: Giuseppe Monaco, docente di Diritto costituzionale presso l’Università Cattolica di Piacenza, e Carlo Ciardo, docente della Scuola di specializzazione per le professioni legali “V.Aymone” presso l’Università del Salento.

Le conclusioni saranno affidate al Vescovo di Ugento-S.Maria di Leuca, S.E. mons. Vito Angiuli.

L’iniziativa rientra tra le 100 in programma che l’Istituto Toniolo sta organizzando su tutto il territorio nazionale per celebrare il centenario della Giornata per l’Università Cattolica la cui istituzione si deve alla ferma volontà della cofondatrice Beata Armida Barelli che nel 1924 chiese al Papa di introdurla in tutte le Diocesi Italiane e da un secolo si propone come momento in cui la Chiesa Italiana celebra la centralità dell’Ateneo Cattolico più grande d’Italia e d’Europa.

Oltre al Patrocinio della Città di Tricase da evidenziare anche la collaborazione con la Consulta diocesana delle aggregazioni laicali e l’Unione locale dei Giuristi cattolici.

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Attualità

Ma davvero i pugliesi sono i più infelici d’Europa?

Le indagini sono invece molto soggettive, e quindi discutili, quando vogliono entrare nella psicologia umana e valutare la felicità di una persona, felicità che non si può ridurre ad un dato statistico poiché è sempre personale sia per quello che uno desidera sia per i momenti della vita in cui si esprime

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ALLA FINE DEL GIORNO.  SIAMO FELICI O INFELICI?

di Hervé Cavallera

   Secondo un report ISTAT del 17 aprile scorso i lavoratori italiani sono trai più infelici d’Europa e tra gli Italiani i Pugliesi. Ciò riguarderebbe la percezione delle amicizie, l’utilizzazione del tempo libero, i rapporti familiari, la condizione economica e sociale. Un quadro certamente non esaltante e che sembra contrastare, per noi Salentini, quella che è considerata l’immagine ufficiale del “tacco d’Italia”, terra del sole, dell’ospitalità, dello svago. Si tratta quasi di squarciare il velo di autoprotezione e di scorgere una realtà ben diversa. 

    E tuttavia i dati sono da valutare con una certa cautela anche perché si entra nella dimensione intima dei soggetti e in essa l’emotività ha un ruolo notevole  e gli esseri umani sono spesso portati ad accentuare ciò che di positivo e di negativo hanno incontrato o incontrano nella propria esistenza. Dipende poi dalle diverse età della vita e dalle esperienze provate nella vicinanza del report. Immaginate un giovane intervistato a pochi giorni dal suo matrimonio con aperta davanti una luminosa speranza di vita e un giovane intervistato poco dopo la scomparsa di una persona a lui cara.

D’altra parte, secondo un discutibile report del 1923 attribuito all’ONU (Where young people are the happiest ossia Dove i giovani sono più felici) si troverebbero tra i più felici i giovani del nord Europa e in primo luogo i Lituani. Altri report giudicano la Finlandia lo Stato ove si vive meglio.

E questo sempre  tenendo conto del reddito pro capite, dell’aspettativa di vita sana, della libertà sociale. E a ciò si contrappone il fatto, attestato sempre da report, che il tasso maggiore dei suicidi avviene proprio nei Paesi Baltici  dove appunto esiste un più alto tenore di vita. E il suicidio, si capisce bene, è indubbia espressione di drammatica infelicità. Non è il denaro che assicura la felicità. 

   Insomma, non è facile tradurre in fredde classifiche, che vorrebbero essere oggettive e scientifiche, quelli che sono i sentimenti delle persone, sentimenti che variano non solo secondo le età e il successo lavorativo, ma appunto secondo lo stato d’animo del momento in cui si risponde ai quesiti dei report.

Nella percezione di sé gli elementi soggettivi si intrecciano inevitabilmente con  quelli oggettivi, sì da rendere molto dubbia la possibilità di una conoscenza oggettiva di come veramente si è. Le variabili sono tante e non codificabili.

Ad esempio, può naturalmente accadere che una persona con un reddito modesto possa  essere più sereno di un’altra con un reddito più alto ma con incombenze più pesanti. A voler poi richiamare la nostra tradizione cattolica, è pressoché difficile che nelle confessioni non si dichiarino delle colpe, degli errori, sia pur veniali. E il riconoscimento del peccato mostra come l’uomo non è mai esente dalle ombre, a meno che non si tratta di figure eccezionali di cui è riconosciuta la santità, ma anche loro hanno pur sofferto le “tentazioni”. Lo stato d’animo è fatalmente soggettivo e non può che riguardare il singolo individuo.

    Ciò non vuol dire che le classifiche, le statistiche, i “dati” siano da buttar via. Essi, quando veramente ben fatti e promossi da istituti di riconosciuti meriti scientifici, sono utili per individuare “frammenti” di vita, di aspirazioni, di stati d’animo, di aspettative; frammenti che possono servire come stimolo per venire incontro alle esigenze della comunità. 

I report sono certamente oggettivi allorché indicano dei dati come, ad esempio, stipendi, natalità, emigrazione, malattie, ecc. In questi casi dovrebbero costituire un pungolo nei confronti delle classi dirigenti politiche per migliorare in modo equo la qualità della vita dei cittadini.  

   Le indagini sono invece molto soggettive, e quindi discutili, quando vogliono entrare nella psicologia umana e valutare la felicità di una persona, felicità che non si può ridurre ad un dato statistico poiché è sempre personale sia per quello che uno desidera sia per i momenti della vita in cui si esprime. Si pensi ad un giovane che ha di fronte un futuro che è sempre, nel bene e nel male, pieno di incognite.

Nel giovane ora possono prevalere l’entusiasmo e la speranza, ora la delusione e l’incertezza.

  Ma ciò vale anche per l’anziano. Nel meriggio della propria esistenza egli può fare un bilancio di quanto accaduto e necessariamente trova gioia e dolori, vittorie e delusioni, errori e illusioni, successi e affetti.

A quali dare più peso, considerato che tutti insieme hanno costituito e costituiscono la propria vita? Vivere significa anche accettare gioie e dolori, sperando di commettere pochi errori e non gravi. 

  Ora, tornando al nostro Salento e prescindendo dai diversi problemi personali che possono riguardare le aspettative che si riscontrano nel proprio ambiente lavorativo, il quale dovrebbe essere analizzato secondo le diverse tipologie, è chiaro che in generale qualcosa non va nel mondo giovanile, e ne sono espressione oggettiva lo spopolamento e il calo demografico. La maggior parte di coloro che vanno a studiare o a lavorare fuori Terra d’Otranto non torna più. E di tale problema dovrebbe farsi carico il mondo della politica regionale e nazionale, come lo stesso mondo deve affrontare il tema della natalità che, pur connesso ad un modus vivendi che talvolta non vuole assumersi responsabilità, potrebbe essere in qualche modo modificato con agevolazioni e contributi per la nascite. 

   Importante, in ogni caso, è saper vivere insieme e  sapersi spendere per vedere crescere i propri cari, la propria terra. Questo in vario modo hanno fatto i nostri genitori, i nostri antenati e a questo compito non ci si può e non ci si deve sottrarre.   

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