News & Salento
Il Parco “Otranto, S.M. di Leuca e Bosco di Tricase” ammesso a finanziamento
Il SAC “Porta d’Oriente” elaborato sinergicamente dal “Parco Costa Otranto Santa Maria di Leuca Bosco di Tricase”, dall’Università del Salento, dall’ APT della Provincia
Il SAC “Porta d’Oriente” elaborato sinergicamente dal “Parco Costa Otranto Santa Maria di Leuca Bosco di Tricase”, dall’Università del Salento, dall’ APT della Provincia di Lecce e dai comuni del Parco insieme a Salve, Morciano, Patù, Cannole, Palmariggi, Bagnolo, Giurdignano, Giuggianello, Muro Leccese e Uggiano la Chiesa, è stato premiato dalla Regione Puglia che lo ha ammesso, a pari merito con il parco dell’Alta Murgia, alla fase di negoziazione per il successivo finanziamento. ”Un eccellente traguardo”, ha sottolineato il presidente ing. Nicola Panico, “frutto di sforzi ingenti e di una sinergia che ha prodotto un’idea molto apprezzata in Regione, al punto da risultare in graduatoria la prima con capofila un Parco Regionale, a pari merito con un Parco Nazionale: quello dell’Alta Murgia. Il cuore di questo progetto è rivitalizzare e rendere fruibile l’immenso patrimonio del territorio, attraverso un sistema di gestione integrata dei beni culturali e naturalistici, partendo proprio dalle singolari inclinazioni e specificità della nostra terra, frutto della capacità di fare tesoro delle tante contaminazioni culturali avvicendatesi nei secoli. Con lo scopo, naturalmente, di rendere l’offerta maggiormente attrattiva nei confronti di un turismo più responsabile ed attento alle tante eccellenze che il sistema territorio riesce ad esprimere”.
Come ha sottolineato l’assessore regionale ai Beni culturali, Angela Barbanente, alla promozione del territorio attraverso la comunicazione, deve seguire la possibilità concreta di fruizione sostenibile delle risorse presenti: “ Inutile vendere le nostre bellezze se poi chi viene in Puglia trova i musei chiusi. A questo vuol rimediare la Regione”. Per rendere operativi i Sistemi Ambientali e Culturali, la regione Puglia a messo a disposizione 18 milioni di euro , che attraverso un processo negoziale definito, saranno suddivisi tra i 18 interventi ammessi. Il SAC Porta d’Oriente in linea con questa filosofia, mira a mettere a pieno regime in tempi brevi le proprie risorse attraverso operazioni che lo hanno premiato: la sostenibilità della ricettività turistica per premiare gli operatori che sposino la filosofia di un turismo che rispetti l’ambiente; la creazione di un marchio di qualità per i prodotti, le aziende, le strutture ricettive virtuose; una migliore accessibilità del territorio: materiale informativo, percorsi e assistenza che “rendano questo territorio comodo per tutti”, con una attenzione particolare alle “fasce deboli”; e non da ultimo il sostegno delle produzioni e dei consumi alimentari pertinenti alla dieta mediterranea (patrimonio immateriale dell’UNESCO).
Nella prospettiva nuova di una valorizzazione a trecentosessanta gradi, emergenze storico- architettoniche e ambientali, musei, biblioteche e altri contenitori culturali saranno re-immessi nei circuiti della fruibilità e piena accessibilità attraverso processi partecipati con operatori economici, del terzo settore e con gli Enti Locali. Il SAC “Porta d’Oriente” è una grande opportunità per il territorio e un modo per ribadire l’importanza di un modello concreto di crescita del turismo e dell’economia attento all’ambiente e all’identità culturale delle comunità di riferimento.
M.M.B.
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Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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