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News & Salento

Bellanova: “Adelchi è venuto meno alle proprie responsabilità”

Filanto e Adelchi, giusto per citare i complessi o ex complessi industriali più grandi e l’esercito di cassintegrati che popola il Salento. Tante domande, tante questioni irrisolte

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Filanto e Adelchi, giusto per citare i complessi o ex complessi industriali più grandi e l’esercito di cassintegrati che popola il Salento. Tante domande, tante questioni irrisolte. Uno degli operai che vive questa triste situazione ha preso carta e penna e scritto in redazione coinvolgendo anche l’on. Teresa Bellanova, che tante volte si è occupata in prima persona della vicenda. Noi proponiamo uno stralcio della lettera dell’operaio e soprattutto giriamo le tante domande all’on. Bellanova nella speranza di fare un po’ di chiarezza.


La lettera: “I politici se ne vanno, i cassintegrati restano”


Antonio Rizzo, di Specchia, cassintegrato Filanto, ci ha scritto: “Domenica 29 gennaio scorso abbiamo assistito ad un’altra farsa. L’Amministrazione comunale di Specchia ha affisso dei manifesti che annunciavano un’assemblea in cui si doveva discutere del problema cassa integrazione Adelchi. Mi sono chiesto: e la Filanto? I lavoratori della Filanto non sono nella stessa situazione di quelli dell’Adelchi? Sono andato all’Assemblea sperando di ascoltare delle novità! Invece… le solite cose! Delle persone annunciate per il dibattito c’era solo l’on. Bellanova, che, deludendomi, invece di rispondere alle varie domande poste dal Sindaco di Specchia, parlava dei vari incontri senza però concludere nulla. E mi chiedo ancora: cosa ha detto l’on. Bellanova più di quello che tanti altri hanno già detto?  Parlava degli accordi di programma del 2008, sapendo perfettamente che nessuno di questi accordi è stato rispettato. Né la stessa Bellanova ha fatto qualcosa per farli rispettare, perché se qualcuno si fosse impegnato presso la Provincia o la Regione, forse ora noi lavoratori staremmo meglio. La Bellanova ha anche parlato della Manifattura tabacchi in cui vi è stata una riconversione della produzione ed oggi produce pezzi di aerei. A questo punto mi chiedo come mai i sindacati che hanno firmato le stesse convenzioni per la Filanto non hanno poi fatto nulla per far eseguire questi accordi, lasciando centinaia di lavoratori in cassa integrazione. Forse che vi sono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B? […]. L’epilogo è sempre lo stesso: i politici se ne vanno… i cassintegrati restano… ancora per poco, prima di essere definitivamente licenziati!”.


Bellanova: “Adelchi è venuto meno alle sue responsabilità”


Teresa Bellanova, da noi interpellata, non si tira certo indietro: la battaglia dei cassintegrati salentini pare ormai diventata la sua battaglia. “Conosco bene la situazione in cui versano i lavoratori Adelchi”, esordisce l’onorevole salentino, “me ne sono occupata sin dall’inizio, all’epoca come sindacalista, e continuo ad occuparmene oggi, come rappresentate istituzionale di questo territorio. Euna vicenda che allo stato delle cose definisco, purtroppo, amara poiché ancora oggi, nonostante i numerosi atti parlamentari che ho presentato, non trova una proficua risoluzione e continua a mettere in forse il destino lavorativo e di vita di oltre 700 lavoratori salentini con le relative famiglie. Sappiamo bene che la lenta agonia di questa impresa, che inizialmente contava circa duemila dipendenti, non nasce oggi”. E qui la Bellanova, senza esitare, punta l’indice su colui che ritiene uno dei colpevoli, se non il più colpevole: “Non ho mai avuto difficoltà nel corso della mia attività, sia da sindacalista che da parlamentare, a denunciare che la genesi di questa drammatica situazione andasse ricercata nel comportamento di un imprenditore che è, evidentemente, venuto meno a quella responsabilità sociale che la nostra Costituzione individua in capo allimpresa. Adelchi Sergio, dopo aver usufruito ed intascato consistenti fondi pubblici, ha ignorato il dramma dei lavoratori, disertando tutti gli incontri istituzionali convocati per cercare di dare una speranza a quelle famiglie che proprio a causa sua si sono ritrovate senza più un futuro”.


“Si rilanci il Made in Italy”


L’analisi della Bellanova si allarga e sottolinea come “il comparto del TAC, nel corso di questi ultimi quindici anni, ha subito un forte ridimensionamento, ma negli ultimi tempi sembrerebbe, fortunatamente, aver invertito la tendenza. Ho sempre sostenuto che un settore in crisi abbia certamente bisogno di ricorrere momentaneamente al paracadute degli ammortizzatori sociali, ma non è con le infinite proroghe che si può rilanciare lazione economico-produttiva delle imprese e conseguentemente del settore. Lazienda, e di conseguenza lintero comparto, si possono salvaguardare solo disincentivando le fughe dalla crisi, attuate attraverso la delocalizzazione delle produzioni dei manufatti dove il costo del lavoro è minore. La produttività si rilancia attraverso gli investimenti, la scommessa sulle nuove tecnologie e sulla qualità del manufatto Made in Italy”. La deputata del PD ricorda che “abbiamo fortunatamente imprenditori che nonostante i tempi bui hanno deciso di rimanere al fianco dei lavoratori, soffrire con loro per poi attrezzarsi e rilanciare insieme le proprie aziende”. E poi affonda nuovamente la lama: “Ma abbiamo purtroppo conosciuto imprenditori come Adelchi Sergio, che invece ha fatto razzia di risorse statali per poi abbandonare i propri dipendenti e scappare a produrre in altri Paesi”.

“Lotterò ancora anche per Michele Frascaro”


La Bellanova ci tiene a ricordare la figura di Michele Frascaro, direttore della rivista “L’Impaziente”, prematuramente scomparso all’età di 37 anni nel 2010. “È stato proprio attraverso lattività di monitoraggio costante che io ed il coraggioso Michele”, ricorda la Bellanova, “abbiamo potuto all’epoca disvelare la fitta trama di stabilimenti di produzione all’estero che Adelchi Sergio aveva realizzato. Le scarpe, difatti, venivano prodotte in Bangladesh e poi etichettate come Made in Italy. Il coraggio e la volontà di non distrarsi, di non girarsi dall’altra parte rispetto ai problemi dei lavoratori e di non essere subalterni alla volontà di un imprenditore, ha caratterizzato la lunga battaglia che accanto ai lavoratori abbiamo intrapreso e che oggi, anche per Michele, intendo continuare a perseguire”.


“Ora si volti pagina”


Secondo la deputata salentina, però, è arrivato anche il momento di voltare pagina: “Della storia dell’Adelchi oggi sappiamo quasi tutto. Quello che serve è cominciare al più presto a scriverne capitoli nuovi. Come accennavo prima, i dati recenti indicano un’inversione di tendenza del TAC nazionale e penso si debba fare il possibile per riuscire a cogliere questa occasione. Credo sarebbe indispensabile cominciare con il correggere quello che, a mio avviso, è stato un grave errore. Come ho avuto modo di dire sin dall’inizio, questa è una vertenza che avrebbe meritato di rimanere sui tavoli ministeriali proprio per l’ampia platea che coinvolge e per le enormi ripercussioni economico-occupazionali che avrebbe potuto avere sul territorio salentino già ampiamente martoriato dalla crisi economica. Non dimentichiamo che per la soluzione della crisi del TAC era stato messo a punto uno strumento specifico, l’Accordo di Programma siglato tra Regione Puglia e Governo nazionale, con a capo l’allora Ministro per lo Sviluppo Economico Bersani in data 1° aprile 2008”. Data curiosa che rende fin troppo semplice scatenare il sospetto/ battuta del “pesce d’aprile”. Ma Bellanova spiega: “Dell’estensione di questo strumento se n’è parlato più volte nel corso della vertenza Adelchi ed io stessa ho presentato atti parlamentari nei quali ho chiesto di conoscere quali e quante manifestazioni di interesse, e per quanti lavoratori, siano al vaglio della Commissione Tecnica, istituita a tal proposito, presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Ed è quindi da lì che bisognerebbe ripartire in questa fase, dal Ministero. È in quella sede che le svariate Agenzie deputate all’attrazione degli investimenti e tutte le istituzioni preposte, iniziando dalla Regione Puglia, devono riuscire ad individuare i meccanismi in grado di creare i migliori presupposti affinché la ripresa del settore si possa rivelare veramente incisiva e, soprattutto, in tempi brevi. Ci sono migliaia di lavoratori salentini che da troppo tempo hanno smesso di dormire sonni tranquilli, che da troppo tempo hanno visto la propria dignità sgretolarsi sotto i duri colpi che la realtà gli ha inferto. I tempi delle dinamiche dei mercati pretendono reazioni immediate perché la concorrenza è agguerrita, “affamata”, e non perdonerebbe alcun tentennamento”. La conclusione è un coupe de theatre di Teresa Bellanova, che non vuole certo preludere ad un suo disimpegno, anzi! “In merito a questa vicenda”, chiosa la rappresentante del PD, “non pretendo di essere detentrice della cosiddetta verità rivelata: nel corso degli anni ho lavorato mettendo in campo delle proposte, ma chi ne ha di migliori si faccia avanti. E sarebbe il caso di dire: “Al lavoro!”. Un imperativo per la politica ed un sincero augurio per i lavoratori”.


Giuseppe Cerfeda


Attualità

”FRIENDS 4 AUT”, parte il progetto del centro servizi per l’autismo

Con la realizzazione di percorsi di assistenza alla socializzazione in favore di soggetti di età fino ai 21 anni con disturbi dello spettro autistico, residenti nei 14 Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo…

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E’ partito il progetto: ”FRIENDS 4 AUT” promosso dall’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo e finanziato dall’assessorato al Welfare della Regione Puglia, in collaborazione  con “GLI AMICI DI NICO” -Centro servizi per l’autismo.
Il tutto si mescola delicatamente con la realizzazione di percorsi di assistenza alla socializzazione in favore di soggetti di età fino ai 21 anni con disturbi dello spettro autistico, residenti nei 14 Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo.
In ultimo, l’ingrediente più prezioso, capace di rendere tutto unico e indimenticabile: i bambini ed i ragazzi coinvolti nel progetto, che verranno coadiuvati e supportati da bambini e ragazzi normodotati in un’ottica di integrazione. Senza definizioni, senza diagnosi, senza barriere né etichette, i partecipanti vivranno più giornate loro dedicate all’insegna del divertimento, della sperimentazione, della scoperta, ma soprattutto della vera inclusione.
Tali eventi, programmati, per il momento, nei comuni di Tricase, Ugento e Castrignano del Capo, accoglieranno diversi tipi di laboratori (piantumazione di piante da fiore, ortoterapia, pittura con tempere e acquerelli, sport all’aperto, musicoterapia), ma anche momenti di convivialità con ricchi e gustosi buffet di rinforzo ai quali parteciperanno altresì associazioni del territorio e famiglie.
Obiettivo generale del progetto è valorizzare l’autonomia, le abilità sociali, la capacità di autodeterminazione e promuovere lo scambio di competenze e valore reciproco. È importante sottolineare che ogni bambino è un individuo unico, con le proprie preferenze e stili di comunicazione.
Quindi, sarà fondamentale adattare le strategie di comunicazione alle esigenze specifiche di ognuno. Osservare attentamente il bambino, imparare a conoscerne i segnali non verbali e adattarsi alle sue preferenze per favorire una comunicazione più efficace e significativa.
Ma il sapore più intenso che lascerà questa esperienza è senza dubbio la condivisione, con un retrogusto di gentilezza.
Sì, perché i ragazzi che partecipano al progetto donano più di quanto ricevono. Ancora una volta queste pagine di vita danno a tutti noi la possibilità di comprendere quanto la diversità ci possa arricchire, quanto ancora possiamo e dobbiamo imparare da chi riesce a rendere un punto debole, un chiaro punto di forza!
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Attualità

Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare

Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»

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È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.

Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.

L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.

La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.

Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».

Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.

Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.

Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.

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Lecce, i bambini tornano nelle aule in via Basilicata

A giugno del 2022, infatti, a seguito dell’avvio dei lavori di adeguamento sismico furono riscontrati importanti elementi di instabilità che coinvolgevano i pilastri e le travi,

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Ammirato Falcone, via Basilicata: i bambini tornano nelle aule

Da giovedì 4 aprile i bambini della scuola dell’infanzia dell’istituto di Lecce, Ammirato Falcone, di Via Basilicata, sono tornati nelle loro aule, dopo i lavori urgenti di ristrutturazione e messa in sicurezza del corpo B dell’edificio. 

A giugno del 2022, infatti, a seguito dell’avvio dei lavori di adeguamento sismico furono riscontrati importanti elementi di instabilità che coinvolgevano i pilastri e le travi, tanto da costringere il sindaco, su relazione della direzione dei lavori, ad una ordinanza di chiusura per inabilità dell’edificio e determinare di conseguenza la chiusura anticipata delle lezioni e il conseguente spostamento degli alunni in altro plesso scolastico, nelle more del completamento dei lavori. 

Da giovedì, dunque, i bambini di Via Basilicata sono tornati nell’edificio ristrutturato e messo in sicurezza, adeguato a norme e tecnologie costruttive antisismiche.

Riqualificati anche gli ambienti destinati al servizio di mensa.

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