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Autocertificazione degli impianti termici: Confartigianato chiede una proroga
Una proroga sino alla fine di novembre per la consegna dell’autocertificazione degli impianti termici. E’ quanto chiede la categoria “Impiantisti e manutentori” di Confartigianato
Una proroga sino alla fine di novembre per la consegna dell’autocertificazione degli impianti termici. E’ quanto chiede la categoria “Impiantisti e manutentori” di Confartigianato Imprese Lecce in relazione alle attività di controllo sullo stato di manutenzione, esercizio e rendimento di combustione degli impianti ubicati a Lecce e in provincia per il biennio 2010-2011. In particolare, si chiede al Comune e alla Provincia di Lecce di prorogare i termini di consegna della documentazione, fissandoli al 30 novembre prossimo, ferma restando però la scadenza per il pagamento degli oneri di dichiarazione da parte dei cittadini-utenti (30 ottobre prossimo). “Nei giorni scorsi”, fa sapere il coordinatore dei manutentori, Antonio Mancarella, “si è tenuta un’assemblea di artigiani manutentori ed installatori, indetta dalle associazioni di categoria, dove è emersa la forte preoccupazione di non riuscire a completare entro questo mese le operazioni di consegna degli allegati e delle ricevute di versamento, degli impianti termici gestiti, in quanto molte famiglie non si sono rese reperibili nel periodo estivo. Non è stato quindi possibile effettuare tutte le operazioni di manutenzione e analisi del rendimento di combustione, in meno di due mesi lavorativi”. Inoltre, gli stessi manutentori si sono dovuti sostituire ai doveri del responsabile dell’impianto, relativi alla consegna degli allegati presso le sedi staccate lontane dalla località di residenza. Per non parlare poi della concomitanza del periodo di consegna delle autodichiarazioni sia per i residenti della città sia per quelli della provincia, generando così ulteriori disagi per gli addetti ai lavori. “Gli installatori e i manutentori”, aggiunge Mancarella, “per quanto organizzati, si sono detti impossibilitati a far fronte alla grossa richiesta. Tra l’altro, proprio in questo periodo, molti di loro sono impegnati con l’avviamento degli impianti e gli interventi straordinari per riparare guasti improvvisi”. Pertanto si chiede la proroga sino alla fine di novembre, altrimenti molti cittadini-utenti, per il tramite degli impiantisti, si troveranno “tagliati fuori”, non potendo usufruire dello strumento dell’autocertificazione e rischiando così di essere ingiustamente sanzionati.
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Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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