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Casarano

Casarano: la “contestata” gestione della “monnezza”

Quando si trattano degli argomenti piuttosto complessi, se non addirittura “spinosi”, il rischio di non essere perfettamente chiari è sempre dietro l’angolo.

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Quando si trattano degli argomenti piuttosto complessi, se non addirittura “spinosi”, il rischio di non essere perfettamente chiari è sempre dietro l’angolo. Quando poi si cerca di mantenere anche un tono piuttosto ironico, per rendere meno pesante la lettura di quel che si dice, allora capita anche che oltre al rischio di cui prima, si incorra anche in qualche piccola imprecisione. L’argomento trattato in un articolo dell’ultimo numero de “il Gallo” del 10 dicembre scorso parlava della “monnezza” e di quanto la pachidermica organizzazione politica, che è l’anima stessa dell’Ato (organizzazione posticcia di Comuni in materia di rifiuti, rivelatasi nel tempo più dannosa che utile), fosse stata in grado di complicare e condurre all’emergenza una situazione di per sè facile facile quanto un banale contratto in scadenza che sarebbe dovuto essere semplicemente rinnovato. Ovviamente l’argomento è stato trattato da più parti e su più organi d’informazione in maniera altrettanto ovviamente differente da testata  a testata. Noi, nella trattazione della problematica, abbiamo in poche parole detto che, dopo i normali 5 anni di durata del contratto di raccolta rifiuti con la Ditta Geotec, l’Ato non sia stato in grado di produrre null’altro se non una comoda proroga di 6 mesi, al termine dei quali, sempre gli indaffarati politici, altro non hanno saputo fare se non un piccolo contratto sgangherato della durata di un solo mese, pieno di imprecisioni e che chiede un servizio nettamente inferiore allo standard del contratto precedente (vedasi la mancata raccolta il sabato, la non trattazione del verde pubblico o la derattizzazione, ecc.). Salvo poi, ricordiamolo, con un deliberato molto controverso, scaricare le attribuzioni ai Comuni quando non si sapeva più che pesci prendere. Specificare questo è importante perché noi, in nessun passaggio del nostro articolo, abbiamo attaccato in alcun modo lo staff tecnico dell’Ato. Questo è importante da sottolineare perché le cosiddette carte, atti pubblici a disposizione di chi abbia la santa pazienza di andarsele a cercare e consultarle nel loro burocratichese modo di essere scritte, dicono chiaramente che i cosiddetti “tecnici” (che adesso vanno tanto di moda anche al Governo) non solo hanno svolto quel che gli veniva chiesto, ma lo hanno fatto anche con una certa celerità. Un esempio è proprio la redazione, nel giro di poche settimane, di tutti i progetti relativi ad un certo numero di Comuni, tra cui Casarano, pronti per la data del 22 novembre (e quindi in tempo utile per esser fatti propri dall’Ato), che sono stati poi presi a riferimento per il contratto successivo e, a voler mettere ancora il carico sui politici sgravandone i tecnici, c’è da ricordare che il tanto contestato deliberato non riporta il previsto parere tecnico, rendendolo quindi oltretutto impugnabile. Ma spulciando tra le carte, c’è anche un’altra cosa che emerge e questa volta con allegate le scuse per l’imprecisione. In un passaggio del nostro articolo, infatti, si imputava anche all’Amministrazione guidata da Ivan De Masi una certa sonnolenza nel non accorgersi di quel che sarebbe successo da lì a poco. Ebbene, questo non corrisponde a realtà perché, non solo c’è una lettera con la quale si sollecita l’Ato a muoversi in vista dell’imminente scadenza del contratto con la Geotec, ma alla sonnolenta risposta ricevuta dall’Ato, altre carte rivelano che De Masi & Co. si stavano organizzando per fare un bando di gara che consentisse di avere un contratto regolare per ulteriori 5 anni, salvo poi buttar via tutto perché notoriamente sfiduciati dalla maggioranza dei Consiglieri. Queste le dovute precisazioni. A Casarano, però, la realtà non è cambiata: servizio di livello inferiore pagato allo stesso prezzo di prima ed incertezza sul futuro. Ancora una volta, quindi, rinnoviamo il nostro appello al Commissario Giovanni D’Onofrio: ci pensi lei, non ci lasci in balia di queste scartoffie e soprattutto di questi politici.


Antonio Memmi

Casarano

Him Co, 73 lavoratori salentini col fiato sospeso

Sono quelli dello stabilimento di Casarano. L’azienda, che produce suole anche per grandi marchi, è rimasta senza commesse. Nessun accordo su ammortizzatori sociali e incentivo all’esodo. I sindacati: “Proposte insufficienti e che penalizzano i lavoratori salentini”

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Tutto rinviato al Ministero del Lavoro.

Su incentivo all’esodo e ricorso al contratto di solidarietà, salta al momento l’accordo tra organizzazioni sindacali e Him Co Industry.

Fumata nera dunque dopo l’incontro di ieri, che si è tenuto nella sede principale di Fossò (Venezia) ed in collegamento con lo stabilimento di Casarano.

L’azienda calzaturiera produce suole per grandi marchi e che occupa complessivamente 277 persone,  73 dei quali nel Salento.

Nel periodo compreso tra maggio e luglio ha perso una grossa commessa: da qui la necessità di garantire la sopravvivenza della società, dal punto di vista aziendale, attraverso il ricorso all’incentivo all’esodo ed agli ammortizzatori sociali.

LA CRISI

L’azienda ha avviato la procedura di licenziamento collettivo già da qualche settimana, una procedura che mette a rischio complessivamente 63 posti di lavoro.

Effetto, secondo l’azienda, tanto del contesto economico internazionale quanto dell’affermarsi di nuovi modelli di business.

Nel primo caso è stata la guerra tra Russia e Ucraina a dare un brutto colpo al settore del lusso (segmento all’interno del quale opera l’azienda calzaturiera): 20mila paia di scarpe solo per la perdita di quei due mercati.

Al momento le previsioni, molto aleatorie, prevedono una ripresa del comparto nella seconda metà del 2025.

Le vendite da tre anni seguono un andamento negativo: 50 per cento dei volumi di produzione da 400mila paia di scarpe a 190mila paia nel giro di pochi anni.

Il mutamento del modello di business mette poi in crisi le aziende complete come Him Co (in grado di gestire integralmente il business calzature): oggi è sempre più richiesta una specializzazione industriale, visto che i marchi sempre di più vogliono gestire direttamente la distribuzione e controllare il mercato.

CONTRATTO DI SOLIDARIETÀ

Azienda e sindacati hanno trovato un punto di incontro nella necessità di azzerare le espulsioni di personale, ricorrendo al contratto di solidarietà (per effetto del quale tutti i dipendenti rinunciano a quote di stipendio per evitare i licenziamenti collettivi).

L’accordo proposto dall’azienda prevedeva una perdita oraria mensile pari al 24% a tutti i lavoratori (full-time e part-time) per almeno un anno. Ci sarebbe stato poco o nulla da contestare se non fosse per un dettaglio: il peso maggiore del sacrificio richiesto ai dipendenti dello stabilimento di Casarano, rispetto a quelli di Fassò.

Una solidarietà differenziata” che mal si concilia con lo spirito del contratto collettivo aziendale proposto.

«Inoltre abbiamo chiesto di conoscere prima il piano industriale, per capire dove porterà questa crisi, dichiarata come strutturale e non congiunturale, alla fine del percorso», spiegano  Franco Giancane (Filctem Cgil Lecce), Sergio Calò (Femca Cisl Lecce) e Fabiana Signore (Uiltec Uil Lecce), «abbiamo rilevato, inoltre, che appare quanto mai strano che si rinnovino ai primi di aprile i contratti a tempo determinato (mentre allo stesso tempo si chiudono i contratti con scadenza a dicembre) e poche settimane dopo si arriva addirittura a parlare di esuberi ed ammortizzatori sociali».

La riunione si è perciò conclusa con il mancato accordo e con la richiesta d’incontro al Ministero.

INCENTIVO ALL’ESODO

Him Co ha già avviato la procedura di licenziamento collettivo.

La proposta di accesso all’incentivo all’esodo, inteso come non opposizione al licenziamento, è ritenuta dai sindacati «non soddisfacente e non performante»: appena 4 mensilità a chi accetterà il licenziamento entro il 31 luglio; solo 3 stipendi in caso di firma del licenziamento al 30 settembre; due mensilità a quei dipendenti che dovessero accettare il licenziamento entro novembre; una sola mensilità ai lavoratori che dovessero restare in azienda fino al 31 gennaio.

A chi dovesse maturare i requisiti di accesso alla pensione entro marzo 2026, è stato proposto un incentivo di tre mesi se manifesteranno la volontà di essere licenziati entro marzo 2025.

Tutti accordi tombali, ossia che faranno cessare qualsivoglia diritto o pretesa nel rapporto tra azienda e lavoratori all’atto della firma. L’ipotesi di accordo è stata dunque rigettata dai sindacati.

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Attualità

Le offerte di lavoro della settimana

Il 14° Report settimanale di Arpal Puglia, Ambito Territoriale di Lecce. In provincia 569 posti di lavoro disponibili. Ecco come candidarsi

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Nel quattordicesimo Report settimanale delle offerte di lavoro, che precede la celebrazione della festa dei lavoratori del primo maggio, si contano 185 annunci, per un totale di 569 posti disponibili.

In cima il settore turistico con 271 posizioni aperte: in testa vi è la costa ionica (95 posti disponibili), seguita da quella adriatica (75), dal Capo di Leuca (69), dall’entroterra (27) e da Lecce e nord Salento (5).

Nel comparto edile, i posti a disposizione sono 111; tre in quello delle pulizie e multiservizi.

Si trovano 12 posizioni nel settore trasporti e riparazione veicoli; 35 nel commercio; 16 nel settore amministrativo e informatico e 4 in quello pedagogico.
Nella sanità privata e nei servizi alla persona, sono 25 le figure richieste.

Si prosegue con 20 offerte nel settore agricolo, agroalimentare e ambiente; 10 nelle telecomunicazioni; 10 nel settore bellezza e benessere; 32 nel tessile-abbigliamento-calzaturiero; 4 nell’industria del legno e 16 nel metalmeccanico.
Sono numerose anche le opportunità di lavoro diffuse dalla rete europea dei servizi per l’impiego Eures.
Le offerte, parimenti rivolte ad entrambi i sessi, sono pubblicate quotidianamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.it e sono diffuse anche sulla pagina FacebookCentri Impiego Lecce e Provincia“, sul portale Sintesi Lecce e sui profili Google di ogni centro per l’impiego.
Le candidature possono essere trasmesse tramite Spid direttamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.it.

In alternativa, possono essere accolte via mail o allo sportello presso gli uffici, aperti dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 11,30, il martedì anche nel pomeriggio dalle 15 alle 16,30 e il giovedì pomeriggio su appuntamento.

PER LEGGERE IL 14° REPORT ARPAL PER LA PROVINCIA DI LECCE NELLA SUA VERSIONE INTEGRALE CLICCA QUI

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Casarano

Calcio, Casarano: ora si fa dura!

Rossoazzurri sconfitti a Manfredonia e ora sesti in classifica e fuori dai play off. Si decide tutto all’ultima con le Serpi che dovranno battere il Bitonto in lotta per la salvezza e sperare in buone notizie da Altamura – Matera

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MANFREDONIA-CASARANO 2-1

Reti: st 85′ Gjonaj (C), 90′ Babaj (M), 90’+5′ Giacobbe (M)

“In cauda venenum” per il Casarano, sconfitto dal Manfredonia nei minuti di recupero, dopo aver giocato in dieci (Cerutti espulso al 9′ st per doppia ammonizione).

Era addirittura passato in vantaggio con Gjonaj a cinque minuti dal termine, per l’entusiasmo, di lì a poco svanito, del manipolo di tifosi rossoazzurri, giunti dal lontano Salento.

Per due domeniche consecutive gli uomini di mister Laterza escono dal terreno di gioco battuti da imperdonabili distrazioni nella coda dell’incontro, fatale riedizione della zona Cesarini.

Doveva essere il rush finale verso la migliore posizione per i play-off, con partite neanche tanto proibitive, e invece le Serpi si sono intorpidite nonostante i primi tepori.

Domenica è atteso al Capozza il Bitonto che spera nei play-out, mentre il Matera ha inserito la freccia del sorpasso e preso il quinto posto utile in griglia.

Potrà il Casarano riguadagnarlo vincendo nell’ultima giornata?

Stavolta non dipenderà solo dalla propria volontà, ma anche dal risultato di (udite, udite!) Altamura-Matera.

Quest’anno il girone H si è rivelato degno di un film di Hitchcock, ma il Casarano ci ha molto messo del suo come protagonista.

Giuseppe Lagna

*nella foto (Antenna Sud), l’illusoria rete del vantaggio di Gjonaj
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