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News & Salento

I nuovi poveri

La storia che oggi vi racconto ha un nome inventato ma purtroppo è vera ed è una fra le tante storie vere di Casarano, che incrociamo per strada ogni mattina, che guardiamo

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La storia che oggi vi racconto ha un nome inventato ma purtroppo è vera ed è una fra le tante storie vere di Casarano, che incrociamo per strada ogni mattina, che guardiamo senza vedere, che sappiamo esistere ma che pensiamo sempre siano altrove. Stefano ha 45 anni, due figli ed è separato. Sposatosi forse troppo presto, quando “u Filantu” era garanzia di stabilità economica, con una ragazza che come lui condivideva la giornata alla manovia, potendo quindi contare su due stipendi e su un futuro roseo, Stefano oggi è disperato. Di lui colpiscono subito gli occhi: bassi. Come se avesse qualche colpa inconfessabile a gravargli sul petto. Educato, vestito con modestia ma dignitosamente, Stefano racconta la sua vita da “nuovo povero” e la sua disperazione composta. Ci racconta di come la sua angoscia sia partita già dai tempi in cui lavorava, quando nell’aria si paventava l’ipotesi di andare in cassa integrazione, di come i vari “direttori” in camice bianco parlassero del suo futuro come se fosse un mobiletto da spostare da una stanza all’altra e di quanto angosciante sia stato il suo primo mese da… “parassita”, pagato per rimanere a casa. “Pensavo che quello fosse il punto più basso della mia autostima”, sussurra triste, “e non avrei mai immaginato che un giorno non molto lontano avrei addirittura rimpianto quello stato d’animo”. Perché quel periodo da “parassita”, come ingiustamente si sentiva Stefano, dopo un po’ finì, così come, provato anche dal bisogno e dalle ristrettezze, finì il suo matrimonio con la ragazza della manovia che nel frattempo gli aveva anche donato la gioia di due figli. Ma anche separarsi, per un povero, non è cosa semplice. Un nuovo povero non può permettersi di divorziare e men che meno di poter contare sull’aiuto di un avvocato, uno qualunque, per tutelare almeno qualcuno dei suoi diritti. Ed allora Stefano rimane anche vittima del rancore di una donna delusa come lui dalla vita ma anche di una suocera che sembra trovare divertimento nel rendergli la vita impossibile. È solo Stefano, la casa comprata con un mutuo non ancora estinto è andata alla moglie, non ha più uno stipendio ed in una città come Casarano, che non ha strutture per accogliere tutti gli Stefano di questa crisi, la sua ancora di salvezza, così come nella sua adolescenza, si chiama ancora mamma, la sua casa ed il suo assegno di 498 euro al mese. Non è una storia nuova quella di Stefano, così come tante volte riascoltate sono per lui le promesse che i politici gli ripetono da anni; non vorrebbe un posto dietro la scrivania Stefano; avrebbe fatto volentieri un qualunque lavoro ma, in una città dove l’impiego per raccogliere la spazzatura è divenuto quasi un miraggio, oggetto di raccomandazioni ripetute, non ci sono molte speranze. Non ha una fine questa storia, non ancora, né tantomeno una morale. Ma Stefano in questo Natale che è appena trascorso ha detto anche una bugia ai suoi due figli, inventandosi un finto viaggio per un lavoro che non ha e solo perché non aveva i soldi per un regalo piccolo piccolo. Non ha una morale questo racconto o forse sì, perché Stefano ha anche resistito ai “facili” guadagni della malavita ed ora ha solo una preghiera da fare: “Essere un ex lavoratore, vittima di questa crisi e di questo sistema così ingiusto, non è una colpa! Ed allora voi che ogni giorno mi incontrate, che lavorate in banca, che sedete alle scrivanie dell’INPS, voi che siete dietro il bancone della farmacia ed a cui confesso di non avere i soldi per il ticket e vi chiedo di pazientare perché mamma domani va alla posta… non guardatemi con quell’aria di scocciata sufficienza; quell’aria la conosco, l’assumevo anch’io quando per strada m’importunavano gli zingari. Ma ho capito solo ora che sbagliavo. Ho capito a mie spese che ci vuol davvero poco, in questa società, a diventare povero e ci vuole tanto coraggio per vivere onestamente questa vita”.

Appuntamenti

Passeggiata tra la cartapesta e le chiese di Galatina. Oggi

E sarà a questa Galatina che apriremo le porte sabato pomeriggio per una passeggiata gratuita tra i tesori della nostra cartapesta

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Galatina è una città d’arte a tutto tondo. Molte sue chiese custodiscono, come scrigni, opere in cartapesta dei maggiori maestri leccesi dalla fine del settecento ai giorni nostri.
E sarà a questa Galatina che apriremo le porte sabato pomeriggio, a partire dalle 17,30, per circa un’ora di passeggiata gratuita tra i tesori della nostra cartapesta.
La “Passeggiata tra la Cartapesta di Galatina” è una delle prime iniziative pubbliche di “Incartheart”, progetto finanziato dal bando Luoghi Comuni della Regione Puglia, assessorato alle Politiche Giovanili, in coprogettazione con il Comune di Galatina.
Il progetto, oltre alla gestione dell’immobile di corso Porta Luce (ex casa museo del tarantismo), prevede anche attività laboratoriali e culturali di promozione e diffusione dell’arte cartapestaria sul territorio.
E l’iniziativa di sabato 27 rientra proprio in quest’ottica.
Appuntamento, come detto, alle 17,30, presso la sede del progetto per poi visitare le opere che si trovano nella Chiesa di San Luigi, nel Santuario della Madonna della Luce e nella Chiesa di Santa Maria della Grazia (collegio), il tutto per un’ora di immersione nella cartapesta galatinese.
Partecipazione gratuita ma prenotazione obbligatoria al numero 3388126831 (anche whatsapp) oppure messaggio in privato su Instagram o Facebook sulle pagine del progetto.
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Attualità

”FRIENDS 4 AUT”, parte il progetto del centro servizi per l’autismo

Con la realizzazione di percorsi di assistenza alla socializzazione in favore di soggetti di età fino ai 21 anni con disturbi dello spettro autistico, residenti nei 14 Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo…

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E’ partito il progetto: ”FRIENDS 4 AUT” promosso dall’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo e finanziato dall’assessorato al Welfare della Regione Puglia, in collaborazione  con “GLI AMICI DI NICO” -Centro servizi per l’autismo.
Il tutto si mescola delicatamente con la realizzazione di percorsi di assistenza alla socializzazione in favore di soggetti di età fino ai 21 anni con disturbi dello spettro autistico, residenti nei 14 Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo.
In ultimo, l’ingrediente più prezioso, capace di rendere tutto unico e indimenticabile: i bambini ed i ragazzi coinvolti nel progetto, che verranno coadiuvati e supportati da bambini e ragazzi normodotati in un’ottica di integrazione. Senza definizioni, senza diagnosi, senza barriere né etichette, i partecipanti vivranno più giornate loro dedicate all’insegna del divertimento, della sperimentazione, della scoperta, ma soprattutto della vera inclusione.
Tali eventi, programmati, per il momento, nei comuni di Tricase, Ugento e Castrignano del Capo, accoglieranno diversi tipi di laboratori (piantumazione di piante da fiore, ortoterapia, pittura con tempere e acquerelli, sport all’aperto, musicoterapia), ma anche momenti di convivialità con ricchi e gustosi buffet di rinforzo ai quali parteciperanno altresì associazioni del territorio e famiglie.
Obiettivo generale del progetto è valorizzare l’autonomia, le abilità sociali, la capacità di autodeterminazione e promuovere lo scambio di competenze e valore reciproco. È importante sottolineare che ogni bambino è un individuo unico, con le proprie preferenze e stili di comunicazione.
Quindi, sarà fondamentale adattare le strategie di comunicazione alle esigenze specifiche di ognuno. Osservare attentamente il bambino, imparare a conoscerne i segnali non verbali e adattarsi alle sue preferenze per favorire una comunicazione più efficace e significativa.
Ma il sapore più intenso che lascerà questa esperienza è senza dubbio la condivisione, con un retrogusto di gentilezza.
Sì, perché i ragazzi che partecipano al progetto donano più di quanto ricevono. Ancora una volta queste pagine di vita danno a tutti noi la possibilità di comprendere quanto la diversità ci possa arricchire, quanto ancora possiamo e dobbiamo imparare da chi riesce a rendere un punto debole, un chiaro punto di forza!
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Attualità

Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare

Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»

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È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.

Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.

L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.

La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.

Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».

Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.

Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.

Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.

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