News & Salento
Infiltrazione senza consenso: condannato medico di Specchia
Il Tribunale di Tricase (giudice Maria Pia Verderosa) ha condannato, con l’accusa di violenza privata, a 4 mesi di reclusione ed al risarcimento dei danni alla parte civile
Il Tribunale di Tricase (giudice Maria Pia Verderosa) ha condannato, con l’accusa di violenza privata, a 4 mesi di reclusione ed al risarcimento dei danni alla parte civile, oltre ad una provvisionale di 1200 euro, il dr Giuseppe Scupola, medico di Specchia. A denunciarlo era stata una sua ex domestica, Cinzia Greco (difesa dall’avv. Cosimo Casaluci), secondo la quale erano state delle infiltrazioni di Depo Medrol, farmaco a base di cortisone, a farla finire in Rianimazione invece di sanarla. I fatti risalgono al 2007 ed alla donna venne diagnosticato, presso l’ospedale “Card. Giovanni Panico” di Tricase, uno pneumotorace iatrogeno (una lesione polmonare), tanto, come detto, da rendersi necessario il suo ricovero nel reparto di Rianimazione e successivamente nel reparto specialistico, dove rimase un’altra decina di giorni. Stando alla ricostruzione dell’accusa, alla signora Greco, dolorante ad una mano, il dr Scupola praticò il 14 settembre 2007 un’infiltrazione, ma la situazione peggiorò. Il giorno dopo il medico, nonostante il rifiuto che avrebbe espresso la donna e mentre essa era di spalle, le praticò, sembra forzatamente, un’altra infiltrazione, fra collo e spalla. Immediatamente la colf venne colta da un malore e fu lo stesso dr Scupola, insieme alla moglie, a trasportarla in ospedale. Il Pubblico Ministero Maria Consolata Moschettoni aveva dato l’incarico di una consulenza al dr Antonio Carusi di Brindisi, che ha evidenziato la responsabilità del dr Scupola nel praticare l’infiltrazione. Il consulente della difesa, il dr Alberto Tortorella, non avrebbe escluso lo pneumotorace iatrogeno. Alla fine il Tribunale ha condannato il dr Scupola. Entro 60 giorni la deposizione delle motivazioni della sentenza.
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Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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