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News & Salento

L’Agricoltura tiene sempre

Quella di Lecce è la provincia che registra il maggior numero di aziende sul totale regionale (26,1%) e al sud è quella che ha registrato la minor riduzione nel numero di aziende

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La nostra è una provincia in cui il mondo rurale continua a rappresentare una solida base economica e culturale. Rispetto al passato si registrano maggiori sinergie tra il mondo agricolo ed il turismo. La sfida che ci attende per il futuro è di garantire una maggiore produttività e redditività agli operatori agricoli”. Le parole dell’assessore provinciale all’Agricoltura Francesco Pacella commentano i dati emersi dal censimento che fotografa la realtà agricola salentina.


L’argomento è stato approfondito nell’ambito del convegno “Nuovi scenari dell’agricoltura nazionale e salentina: i dati del 6° Censimento dell’Agricoltura. Il progetto MedLS e le opportunità di valorizzazione delle produzioni locali”, organizzato nei gironi scorsi dalla Provincia di Lecce nell’ambito del progetto comunitario MeDLS – Mediterranean Life Style.


Grazie alla collaborazione tra Provincia di Lecce, Istat e Regione Puglia, il convegno ha approfondito le dinamiche in corso nel mondo agricolo ed il quadro che emerge a livello nazionale e locale, alla luce dei dati definitivi acquisiti con il 6° Censimento dell’Agricoltura.


Ecco una sintesi dei principali risultati emersi, curata dall’Ufficio di Statistica della Provincia di Lecce.


Le aziende agricole censite nella provincia di Lecce sono 71.060, corrispondenti al 4,4% del totale nazionale. Lecce è la provincia che registra il maggior numero di aziende sul totale regionale (26,1%). Supera quindi la provincia di Bari che nel 2000 risultava la prima provincia pugliese per numero di aziende. In 10 anni le aziende agricole della provincia sono diminuite del -5,0%, in misura meno marcata rispetto al calo registrato a livello regionale (-19,3%) e nazionale (-32,4%). Lecce è, tra le province del Mezzogiorno, quella che, in proporzione, ha registrato la minor riduzione nel numero di aziende.


Le Aziende agricole


Le aziende scomparse sono quelle di piccole dimensioni e parte dei loro terreni sono stati acquisiti da aziende agricole già esistenti. La conseguenza di ciò è un aumento della dimensione media aziendale che, in termini di superficie agricola utilizzata, passa da 2,0 ettari nel 2000 a 2,3 ettari nel 2010, sebbene oltre la metà (52,6%) delle aziende agricole della provincia coltivi una superficie inferiore ad un ettaro.


La dimensione media aziendale permane decisamente inferiore alla media pugliese e italiana che nello stesso decennio sono aumentate a ritmi decisamente più sostenuti. In Puglia si è passati infatti da una dimensione media di 3,7 ha a 4,7 ha e in Italia da 5,50 ha a 7,93 ha.


Nel complesso la superficie agricola utilizzata (SAU) dalle aziende agricole della provincia di Lecce è pari a 161.130,94 ha, corrispondenti al 54,2% dell’intera superficie territoriale provinciale.  La SAU della provincia aumenta del +6,2% rispetto al 2010, in misura più marcata rispetto all’incremento medio registrato in Puglia (+3,0%) ed in controtendenza rispetto alla riduzione verificatasi a livello nazionale (-2,5%).


Superficie agricola utilizzata


La coltivazione più diffusa è l’olivo che interessa la quasi totalità delle aziende agricole (92,6% del totale). Tra le province italiane, Lecce risulta quella con maggiore superficie investita ad olivo, superando per estensione intere regioni quali Toscana, Abruzzo, Campania. Il primato della provincia permane anche in termini di incidenza della superficie ad olivo sulla SAU totale, pari al 60,4%. Nel complesso la provincia di Lecce concentra l’8,7% dell’intera superficie olivicola nazionale.


Altre coltivazioni diffuse sono la vite, che interessa il 12,4% delle aziende ed il 5,3% della SAU provinciale, ed il frumento duro (10,2% delle aziende e 11,3% della SAU provinciale).

L’agricoltura si fonda sempre su aziende agricole di tipo individuale o familiare (99,3%), mentre le aziende gestite da società (di persone, di capitali, cooperative) rappresentano lo 0,7% del totale. Prevale la conduzione diretta (97,8%) rispetto alla conduzione con salariati e alle altre forme di conduzione.


Rispetto al 2000 aumenta notevolmente il ricorso all’affitto e a forme di struttura fondiaria flessibile. Le aziende agricole che ne fanno ricorso sono pressoché triplicate, arrivando ad interessare, nel 2010, il 18,2% delle aziende totali.


Oltre l’82,0% della manodopera aziendale è di tipo familiare, rispetto ad una media pugliese del 68,8% e nazionale del 77,4%. Prevale la manodopera maschile (58,8% della manodopera totale), sebbene in maniera meno marcata rispetto al dato pugliese (64,0%) e nazionale (62,9%). La manodopera non familiare è costituita per il 3,8% da lavoratori stranieri (in Puglia il 12,0% e in Italia il 24,7%).


Rispetto al 2000 il numero di giornate di lavoro è diminuito del -13,6% (nel Mezzogiorno -23% e analogamente in Italia del -23,4%). Si riducono in particolare le giornate di lavoro dei salariati (-21,4%), mentre sia in Puglia che in Italia aumentano rispettivamente del +5,1% e del + 3,6%.


Il rinnovamento dei capi azienda è ancora lento in termini di età e di titolo di studio. Nella provincia di Lecce i capi azienda nel 2010 risultano in media più anziani rispetto al 2000, in controtendenza rispetto a quanto si verifica in ambito nazionale e nel Mezzogiorno in genere. La quota di aziende gestite da persone con 65 anni e oltre di età è infatti del 40,0% rispetto al 34,7% registrato nel 2000.


Dal 2000 al 2010 aumenta la percentuale di capi d’azienda con laurea o diploma universitario che passano dal 4,0% al 7,1%. Si riduce invece la quota di quelli con titolo di studio ad indirizzo agrario dal 3,0% al 2,0%, in controtendenza rispetto al dato nazionale (in Italia dal 3,5% al 6,2%). Rimane alta la quota di capi azienda con nessun titolo di studio o licenza elementare: 44,4%.


Ancora bassa l’informatizzazione: le aziende informatizzate sono appena lo 0,6% del totale, rispetto ad una media pugliese dell’1,0% e italiana del 3,8%.


Le aziende con colture biologiche sono lo 0,9% del totale (in Puglia l’1,9% ed in Italia il 3,0%) per una superficie biologica di 13.646,12 ettari corrispondente all’8,5% della superficie agricola utilizzata provinciale.


Le aziende con coltivazioni di qualità per produzioni DOP/IGP o DOC/DOCG (relativamente alla vite) sono in tutto 3.135, quasi esclusivamente dedite alla coltivazione di vite per la produzione di uva da vino DOC e/o DOCG.


La produzione standard per ettaro è pari in media a 2.747 euro, in linea con il dato regionale (2.784 euro), ma decisamente inferiore alla media nazionale pari a 3.847 euro.


Appuntamenti

Passeggiata tra la cartapesta e le chiese di Galatina. Oggi

E sarà a questa Galatina che apriremo le porte sabato pomeriggio per una passeggiata gratuita tra i tesori della nostra cartapesta

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Galatina è una città d’arte a tutto tondo. Molte sue chiese custodiscono, come scrigni, opere in cartapesta dei maggiori maestri leccesi dalla fine del settecento ai giorni nostri.
E sarà a questa Galatina che apriremo le porte sabato pomeriggio, a partire dalle 17,30, per circa un’ora di passeggiata gratuita tra i tesori della nostra cartapesta.
La “Passeggiata tra la Cartapesta di Galatina” è una delle prime iniziative pubbliche di “Incartheart”, progetto finanziato dal bando Luoghi Comuni della Regione Puglia, assessorato alle Politiche Giovanili, in coprogettazione con il Comune di Galatina.
Il progetto, oltre alla gestione dell’immobile di corso Porta Luce (ex casa museo del tarantismo), prevede anche attività laboratoriali e culturali di promozione e diffusione dell’arte cartapestaria sul territorio.
E l’iniziativa di sabato 27 rientra proprio in quest’ottica.
Appuntamento, come detto, alle 17,30, presso la sede del progetto per poi visitare le opere che si trovano nella Chiesa di San Luigi, nel Santuario della Madonna della Luce e nella Chiesa di Santa Maria della Grazia (collegio), il tutto per un’ora di immersione nella cartapesta galatinese.
Partecipazione gratuita ma prenotazione obbligatoria al numero 3388126831 (anche whatsapp) oppure messaggio in privato su Instagram o Facebook sulle pagine del progetto.
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Attualità

”FRIENDS 4 AUT”, parte il progetto del centro servizi per l’autismo

Con la realizzazione di percorsi di assistenza alla socializzazione in favore di soggetti di età fino ai 21 anni con disturbi dello spettro autistico, residenti nei 14 Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo…

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E’ partito il progetto: ”FRIENDS 4 AUT” promosso dall’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo e finanziato dall’assessorato al Welfare della Regione Puglia, in collaborazione  con “GLI AMICI DI NICO” -Centro servizi per l’autismo.
Il tutto si mescola delicatamente con la realizzazione di percorsi di assistenza alla socializzazione in favore di soggetti di età fino ai 21 anni con disturbi dello spettro autistico, residenti nei 14 Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo.
In ultimo, l’ingrediente più prezioso, capace di rendere tutto unico e indimenticabile: i bambini ed i ragazzi coinvolti nel progetto, che verranno coadiuvati e supportati da bambini e ragazzi normodotati in un’ottica di integrazione. Senza definizioni, senza diagnosi, senza barriere né etichette, i partecipanti vivranno più giornate loro dedicate all’insegna del divertimento, della sperimentazione, della scoperta, ma soprattutto della vera inclusione.
Tali eventi, programmati, per il momento, nei comuni di Tricase, Ugento e Castrignano del Capo, accoglieranno diversi tipi di laboratori (piantumazione di piante da fiore, ortoterapia, pittura con tempere e acquerelli, sport all’aperto, musicoterapia), ma anche momenti di convivialità con ricchi e gustosi buffet di rinforzo ai quali parteciperanno altresì associazioni del territorio e famiglie.
Obiettivo generale del progetto è valorizzare l’autonomia, le abilità sociali, la capacità di autodeterminazione e promuovere lo scambio di competenze e valore reciproco. È importante sottolineare che ogni bambino è un individuo unico, con le proprie preferenze e stili di comunicazione.
Quindi, sarà fondamentale adattare le strategie di comunicazione alle esigenze specifiche di ognuno. Osservare attentamente il bambino, imparare a conoscerne i segnali non verbali e adattarsi alle sue preferenze per favorire una comunicazione più efficace e significativa.
Ma il sapore più intenso che lascerà questa esperienza è senza dubbio la condivisione, con un retrogusto di gentilezza.
Sì, perché i ragazzi che partecipano al progetto donano più di quanto ricevono. Ancora una volta queste pagine di vita danno a tutti noi la possibilità di comprendere quanto la diversità ci possa arricchire, quanto ancora possiamo e dobbiamo imparare da chi riesce a rendere un punto debole, un chiaro punto di forza!
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Attualità

Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare

Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»

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È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.

Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.

L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.

La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.

Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».

Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.

Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.

Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.

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