News & Salento
Lavoratori dello spettacolo e bandisti salentini: la Bellanova scrive al ministro Fornero
L’on. Teresa Bellanova, deputato del PD e componente della Commissione Lavoro e della Commissione Parlamentare per le Questioni Regionali: “Ci sono in Italia circa 250mila
L’on. Teresa Bellanova, deputato del PD e componente della Commissione Lavoro e della Commissione Parlamentare per le Questioni Regionali: “Ci sono in Italia circa 250mila lavoratori, in buona parte altamente specializzati, che non hanno diritto all’indennità di disoccupazione e che sono penalizzati, rispetto agli altri, anche ai fini pensionistici. Si tratta dei lavoratori dello spettacolo. Ho chiesto al Ministro Fornero, con una interrogazione, di intervenire, anche attraverso l’abrogazione della norma, su questa paradossale situazione. L’INPS, in base ad un Regio Decreto Legge del 1935, dal 5 agosto 2011 ha definitivamente escluso il personale artistico, teatrale e cinematografico dall’indennità di disoccupazione, sia ordinaria che a requisiti ridotti, ed ha esonerato le imprese dello spettacolo dall’assicurare questi lavoratori. Quella Legge del 1935, praticamente in un’altra era geologica, si fondava su una realtà contestualizzata in quell’epoca, ma oggi quella realtà è radicalmente cambiata. Ciò che in passato era un’attività ascrivibile alla categoria hobbistica, ora si caratterizza, con il dinamismo assunto dal settore dello spettacolo, come una vera e propria tipologia lavorativa che contempla forme contrattuali anche di tipo subordinato. Un esempio su tutti può essere quello dei lavoratori che suonano nelle bande per le manifestazioni nei comuni, un tempo “reclutati” attraverso la disponibilità dei cittadini che esercitavano questo hobby, oggi, invece, si configurano come professionisti del settore, prestatori d’opera, i quali vengono regolarmente assunti per periodi l’anno e da differenti imprese con sottoscrizione di contratti. Va detto che le bande, con i loro lavoratori, specialmente nella realtà meridionale del Paese, rappresentano un vero e proprio patrimonio culturale, riconosciuto a livello nazionale ed internazionale, che rischia in questo modo di andare disperso e rientrare nella dimensione hobbistica di un tempo. La platea dei lavoratori globalmente coinvolti è costituita in modo preponderante da professionisti, molti dei quali hanno intrapreso la propria attività in giovane età e che nel corso degli anni hanno studiato, investendo tempo e risorse, per professionalizzarsi in modo adeguato e competitivo. Sono lavoratori che in tantissimi casi lavorano in Italia ma anche all’estero, esportando la propria creatività e talento in tutto il mondo. Va detto che nonostante questi lavoratori paghino, ai fini dell’assicurazione generale, un’aliquota contributiva elevata ed equiparata a quella dei lavoratori subordinati, non godono di indennità sociali e assistenziali. E, come se non bastasse, gli stessi risultano essere penalizzati anche dal procedimento di calcolo del montante pensionistico, poiché ad oggi, nonostante due disposizioni di legge, continua ad esserci la mancata equiparazione tra massimale retributivo imponibile e massimale retributivo pensionabile. Praticamente, agli occhi del fisco percepiscono di più di quanto percepiscano ai fini del calcolo della pensione. Già dal 2007 il Parlamento europeo ha riconosciuto, con lo Statuto Sociale Europeo dell’Artista, l’esigenza di sostenere la creazione artistica mediante l’adozione o l’attuazione di una serie di misure coerenti e globali. Sottolineando, inoltre, che occorre prendere in considerazione la natura atipica e precaria del lavoro dell’artista e di tutte le professioni sceniche. Sarebbe il caso che l’Italia imboccasse finalmente questa direzione, a maggior ragione trattandosi di uno dei settori storicamente “di punta” del Made in Italy”.
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Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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