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Cronaca

Rapinano e minacciano anziano: manette per quattro

SALVE: Gli arrestati sono: Antonio Vantaggio, disoccupato 50enne e suo figlio Daniele, operaio 20enne, di Salve; Denni Alfieri, 30 anni, operaio di Nardò; Vincenzo Coi, operaio 20enne di Ugento.

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I Carabinieri di Tricase hanno stretto le manette intorno ai polsi di quattro uomini accusati di tentata rapina aggravata, lesioni aggravate, violenza privata, tutti reati commessi in concorso tra persone. Gli arrestati sono: Antonio Vantaggio, disoccupato 50enne e suo figlio Daniele, operaio 20enne, di Salve; Denni Alfieri, 30 anni, operaio di Nardò; Vincenzo Coi, operaio 20enne di Ugento.


Le indagini condotte dai militari della Stazione Carabinieri di Salve hanno permesso di ricostruire due episodi di violenza ai danni di un anziano del luogo il quale, il 3 dicembre scorso, fu attirato in luogo appartato con un pretesto da Antonio Vantaggio, subito dopo raggiunto dai suoi complici. I malviventi hanno minacciato l’anziano con un coltello da sub (brandito da Daniele Vamntaggio) e con un piede di porco (impugnato da Vincenzo Coi). Obiettivo dei quattro rapinatori una borsa contenente poche centinaia di euro ed un telefono cellulare. Per convincerla a consegnare il “bottino”, la vittima è stata percossa più volte al volto, ma senza esito.- Così i quattro hanno cercato dapprima di tagliare la cinghia della borsa a tracolla e, successivamente di frugare nelle tasche del giubbotto per trovare il cellulare. Il pensionato a tal punto ha deciso di tentare una disperata difesa: aggrapparsi ad un cancello e cominciare ad urlare per attirare l’attenzione. Fortunatamente l’escamotage dell’uomo ha funzionato e i malfattori si sono dati alla fuga.


Sul posto sono giunti i Carabinieri, ai quali, però, l’uomo dapprima decide di non raccontare niente dell’accaduto. Successivamente, però si reca presso la guardia medica per farsi visitare e i sanitari constatano la presenza di lesioni personali; scatta così la segnalazione alla Stazione Carabinieri di Salve.


Il giorno dopo i militari decidono di convocare immediatamente l’uomo che supportato e confortato dai Carabinieri decide di denunciare tutto nei minimi dettagli. Il 5 dicembre 2013, a soli due giorni dal raid, Antonio Vantaggio e Denni Alfieri costringono la vittima a ripresentarsi in caserma e, alla loro presenza e sotto suggerimento, ritrattare la denuncia (poi non ritirata solo per caso fortuito).  Le indagini però andavano avanti: i militari decidevano di riconvocare, questa volta da sola, la vittima che nello stretto riserbo decideva una volta per tutte di raccontare la verità. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri la tentata rapina era un vero e proprio “raid punitivo ” promosso da Vincenzo Coi e volto a punire la vittima legata in passato da una relazione sentimentale “burrascosa” con una parente. Tenuto conto delle risultanze delle indagini il sost. Proc. Dott. Licci richiedeva  al Giudice per le Indagini Preliminari, dott.sa Panzera, l’emissione di quattro provvedimenti cautelari nei confronti degli indagati.

Nel corso delle perquisizioni è stato anche rinvenuto anche il coltello da sub utilizzato per minacciare l’uomo.


Espletate le formalità di rito, per Antonio Vantaggio e Denni si sono aperte le porte del carcere di Lecce, in virtù anche dei precedenti specifici; mentre per Daniele Vantaggio e Vincenzo Coi sono scattati gli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.


Cronaca

Brucia auto nella notte: incendio sospetto a Matino

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Alle ore 02:00 di questa notte un incendio divampato a Matino ha distrutto una vettura.

Sul posto, una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Gallipoli, appartenente al Corpo dei Vigili del Fuoco di Lecce, precisamente in via Verdi.

L’auto è una Mercedes, modello 180, di proprietà di un 36enne.

Grazie alla rapida risposta e all’efficace azione dei Vigili del Fuoco, è stato possibile contenere l’incendio evitando danni ulteriori a persone e beni.

Al momento e’ in corso l’attività investigativa per determinare la natura dell’incendio.

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Cronaca

Tricase: ferisce la nonna e poi sferra calcio in faccia a carabiniere

Ventinovenne del posto arrestato in flagranza per per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali

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I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Tricase hanno arrestato un uomo di 29 anni, del posto, per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali.

L’arrestato, nel corso della serata, aveva avuto un accesa discussione per futili motivi prima con la nonna usando violenza fisica e causandole addirittura una distorsione al braccio e poi con la madre oggetto di violenza verbale.

I militari dell’Arma che, allertati dalla madre, sono intervenuti mentre l’aggressore era ancora presso l’abitazione.

Vano il tentativo di calmarlo: in evidente stato di agitazione e non tollerando l’intervento dei Carabinieri, si è scagliato contro uno di loro colpendolo con un calcio al volto.

Sul posto a dar manforte ai colleghi anche i carabinieri della Stazione di Gagliano del Capo.

Il 29enne è stato bloccato e arrestato in flagranza di reato.

Come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce, il fermato è stato condotto presso la Casa Circondariale Borgo San Nicola del capoluogo salentino.

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Cronaca

Tricase Porto: Villa Sauli, che succede?

Nonostante una sentenza esecutiva e inappellabile del Consiglio di Stato che a dicembre ne ha ordinato l’abbattimento l’ecomostro è ancora lì a fare ombra all’antico e prezioso porto. E i tempi potrebbero ancora allungarsi causa altro ricorso al Tar. Vi spieghiamo perché e quali potrebbero essere i possibili scenari

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Che succede a Tricase Porto?

Mentre in altri lidi, vedi Sant’Isidoro a Nardò, hanno già inviato le ruspe per abbattere gli ecomostri nel porto rifugio tricasino, autentico gioiello tanto amato ed osannato, continua a tiranneggiare la famigerata “Villa Sauli”.

Eppure su quello che nelle intenzioni dichiarate negli anni Sessanta doveva diventare un albergo diffuso, pende come una mannaia inesorabile la sentenza, esecutiva ed inappellabile, datata 14 dicembre 2023, con la quale il Consiglio di Stato ne ha ordinato l’abbattimento, ponendo definitivamente fine ad una vicenda giudiziaria avviata nel 2017 dall’allora sindaco Carlo Chiuri che intraprese una battaglia personale per la sicurezza ed il decoro del Porto di Tricase.

E quindi? Quindi abbiamo scoperto che i tempi potrebbero ancora allungarsi causa l’ennesimo ricorso.

Ma come, direte, la sentenza non era inappellabile?

Si lo era e tale rimane, ci mancherebbe altro!

Quello che è avvenuto è che, all’atto di procedere all’abbattimento, così come ordinato dal Consiglio di Stato, per un eccesso di correttezza e zelo, dal Comune son partiti gli avvisi agli eredi, proprietari del fabbricato.

Uno di questi, però, non sarebbe andato a buon fine per un mero errore formale, forse un “difetto di notifica”, che ha dato adito ad uno degli eredi di ricorrere nuovamente al Tar.

Difficile, anzi improbabile, secondo il parere di alcuni legali da noi interpellati, mettere mano alla sentenza di abbattimento emessa dal Consiglio di Stato, ma i tempi, come dicevamo, potrebbero allungarsi ed anche di anni.

Il ricorso (iscrizione a ruolo del 22/4/2024 n° 465/2024) è stato già comunicato al Comune di Tricase che, a quanto ci risulta, non si è costituito in giudizio.

I possibili scenari: in caso di richiesta di sospensiva i tempi sarebbero certamente più celeri; se, invece, si entrerà nel merito, lo si farà su input delle parti e, a quel punto, conoscendo le lungaggini di questo tipo di procedure, potrebbero volerci anche 4-5 anni.

Anni durante i quali dovremo continuare a spiegare a chi verrà trovarci, come mai quell’ecomostro domini ancora l’antico porto preso a modello in tutto il Mediterraneo per la sua bellezza e per le pratiche di sviluppo sostenibile di ecosistemi rurali e costieri.

Giuseppe Cerfeda

 

 

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