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Dopo la strage di Milano: “Sicurezza per il Tribunale di Lecce”

Dopo la strage di Milano ci si interroga sul grado di sicurezza dei Tribunali, in particolare quello leccese. Lo sfogo di Giovanni Rizzo segretario regionale Confsal-Unsa

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Dopo l’uccisione di tre persone al Palazzo di Giustizia di Milano da parte di un uomo che doveva essere processato per bancarotta ci si interroga sul grado di sicurezza dei Tribunali, in particolare quello leccese


RUBY: ATTESO INIZIO UDIENZA PER CAMERA DI CONSIGLIOProfondo cordoglio”, scrive Giovanni Rizzo, segretario di Confsal-Unsa, “ma anche sdegno per l’uccisione, presso il Tribunale di Milano, di tante persone, alcune delle quali cadute nell’esercizio del proprio dovere e del proprio mandato. Esse sono state colpite non solo perché presenti in un procedimento come parti, ma anche in quanto protagonisti istituzionali dell’iter giudiziario: magistrato, avvocato. Che sia stata follia o lucida proigrammazione, tale doloroso significato non viene meno


Pur nell’imprevedibilità dei comportamenti e della mente umana”, approfondisce Rizzo, “quanto accaduto oggi a Milano, e pochi anni fa a Reggio Emilia, attesta tuttavia che il pianeta Giustizia è lasciato sempre più a se stesso, alle sue difficoltà, alle sue strutture antiche e carenti anche sotto il profilo di una sicurezza moderna ed efficiente”.


L’attività giudiziaria”, aggiunge il segretario regionale del sindacato, “ha un tipo assai particolare e delicato di utenza e di problemi trattati, con molti casi e soggetti al limite o fuori limite: non può essere considerata alla stregua di un normale procedimento amministrativo. Invece, sotto ogni aspetto questo è stato l’atteggiamento di tutti i governi e i parlamenti degli ultimi vent’anni. Si fa un gran parlare di informatizzazione e automazione, ma sotto il profilo di una sicurezza moderna ed efficiente ciò non viene attuato. Sistemi di protezione degli operatori e di avvistamento dei sospetti, di rilevazione di armi ed esplosivi, di percorsi specifici e sorvegliati di accesso per utenza particolare e per le persone a essa contigue e legate, e tanto altro ancora. Al contrario, per la sicurezza si tagliano fondi e risorse umane e si danno in gestione i servizi a società di sicurezza private, come a Milano: il risultato di oggi non è ammissibile né edificante, ma forse era prevedibile. Il privato, infatti, sorveglia e previene con mezzi, tempi e personale proporzionati al compenso che lo Stato conferisce al suo portafoglio: non è animato dallo spirito delle forze dell’ordine”.

A Lecce”, ricorda Giovanni Rizzo, “dopo ben due bombe fatte esplodere dalla Sacra Corona Unita contro il Palazzo di Giustizia negli anni ’80, la risposta giudiziaria è stata generosa e incalzante, tanto da assumere connotati ormai “storici”. Però la sicurezza (duole rilevarlo) si è fermata alle misure prese allora. Chi accede al Palazzo di viale De Pietro (dove hanno sede gli uffici penali) passa per dei metal detector, ma le falle esistono ed è agevole anche per un profano individuarle.  Pressoché nessuna reale misura di sicurezza, invece, per gli edifici giudiziari dove ha sede la giustizia civile, in via Brenta. Solo dopo insistenze e non poche difficoltà la rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza della Confsal-Unsa ha ottenuto, mesi fa, la sorveglianza presso la Corte d’Appello civile. Eppure proprio nel campo civile è elevata l’esasperazione dei cittadini per la lentezza dei processi, per la forte crisi economica che ne aggrava l’iter, per le sofferenze  patrimoniali e quindi personali e familiari connesse. A Milano il magistrato caduto era un giudice fallimentare, quindi del settore civile: forse era colui che aveva segnalato ai colleghi inquirenti gli estremi di bancarotta fraudolenta nel fallimento dell’assassino”.


Secondo Rizzo è “deficitaria anche la situazione per il Tribunale e la Procura minorenni, altro settore molto sensibile per le materie trattate. Da quasi un anno”, ricorda ancora “la Confsal-Unsa invita i Capi degli uffici giudiziari di Lecce (che la legge assimila al datore di lavoro) e il sindaco della Città a varare un tavolo comune presso la Corte di Appello, dove affrontare insieme agli altri soggetti interessati la questione della sicurezza, della situazione igienico-sanitaria e logistica, della frequenza dell’utenza e della tutela dei lavoratori. L’invito è giunto anche dal Segretario Generale Massimo Battaglia ed ha ricevuto a onor del vero riscontro positivo solo dal Procuratore Generale della Repubblica. Crediamo che, se è difficile ottenere dallo Stato la protezione e le tecnologie ottimali, i protagonisti locali possano in ogni modo fare il possibile per migliorare le situazioni e per prevenire sgradevoli sviluppi ed eventi. L’impegno in ogni luogo e situazione, crediamo sia anche una delle risposte possibili a eventi come quello di Milano”.


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Tricase Destinazione Autentica 2024, avviso pubblico

Rivolto a soggetti pubblici e o privati, singoli e associati, anche a carattere religioso, ed è finalizzato ad individuare proposte di eventi ed iniziative progettuali di carattere culturale turistico di intrattenimento e spettacolo, da inserire nella programmazione della rassegna. C’è tempo fino al 31 maggio. online anche il bando “Una casa per giovani idee”

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Avviso pubblico per l’individuazione di progetti eventi di iniziativa da inserire nella programmazione culturale e turistica: “Tricase Destinazione Autentica 2024”.

L’amministrazione comunale intende valorizzare i principali attrattori culturali e turistici della città, delle frazioni e delle marine, al fine di promuovere un piano di sviluppo turistico culturale ricco e multidisciplinare.

L’avviso pubblico è rivolto a soggetti pubblici e o privati, singoli e associati, anche a carattere religioso, ed è finalizzato ad individuare proposte di eventi ed iniziative progettuali di carattere culturale turistico di intrattenimento e spettacolo, da inserire nella programmazione della rassegna dal titolo Tricase Destinazione Autentica 2024. Saranno accolte proposte che siano in linea con gli obiettivi prefissati dell’amministrazione comunale, in un’ottica di promozione turistica e riposizionamento competitivo della città. C’è tempo fino al 31 maggio.

Online anche il nuovo bando per “Luoghi Comuni”, “Una casa per giovani idee”. È un’iniziativa delle Politiche giovanili lanciata da Regione Puglia e ARTI Puglia con l’obiettivo di finanziare progetti di innovazione sociale proposti da organizzazioni giovanili, che possono essere accolti e realizzati in spazi pubblici.

C’è tempo fino al 28 maggio 2024 per candidare progetti di innovazione sociale per rivitalizzare la Chiesa della Madonna di Costantinopoli (la “chiesa dei diavoli”) e tutta l’ampia area all’aperto circostante del Comune di Tricase.

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Tricase, Pro Loco: rinnovate le cariche sociali

Nel segno della continuità e del rinnovamento. Paolo Scarascia confermato presidente all’unanimità

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Si è tenuta l’assemblea che ha dato il via al mandato 2024-2028 della Proloco Tricase, l’associazione che si occupa della promozione e valorizzazione turistica, delle potenzialità naturalistiche, ambientali, artistiche, storiche, culturali ed enogastronomiche della Città.

Sarà un Consiglio Direttivo da nove membri ad affiancare Paolo A. Scarascia, riconfermato all’unanimità presidente dell’associazione.

«In questi anni abbiamo lavorato per far sì che Proloco tornasse al centro della vita sociale di Tricase. Lo abbiamo fatto consapevoli dell’importanza e del ruolo istituzionale che gioca la nostra associazione. Dopo iniziative, eventi, collaborazioni e progetti, siamo pronti a fare un altro passo avanti» ha evidenziato Scarascia.

Il consiglio direttivo è composto da Andrea Ciardo, Gabriele Musio, Vito Sabato, Roberta Ferramosca (riconfermata vice presidente), Enzo Tamborrini, Maria Assunta Coppola, Antonia Morciano e Rocco Sparascio.

A loro, si aggiunge il collegio dei probiviri composto da Giovanni Sergi Battocchio, Tommaso Serrano e Francesco Zocco.

«Oltre alle partnership già siglate, il consiglio direttivo e i soci sono già a lavoro per l’organizzazione di iniziative territoriali che coinvolgeranno tutti i rioni, quartieri e frazioni di Tricase», ha concluso il presidente Paolo Scarascia, «vogliamo porre al centro l’importanza della socialità, della partecipazione e della valorizzazione delle peculiarità della Città».

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TeleRama: 35 anni di informazione e libertà

La televisione del Salento è nata il 1° maggio 1989 dalla passione e dall’impegno dell’editore Paolo Pagliaro. Oggi è il secondo gruppo televisivo della Regione per ascolti, così come testimoniano i dati Auditel. Un successo costruito giorno dopo giorno con impegno, fantasia, pazienza e con tenacia, dai validissimi giornalisti che frequentano gli studi o sono inviati tra i tanti centri del Salento e dall’intera squadra

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TeleRama ha festeggiato il suo 35° anniversario.

La televisione del Salento è nata il 1° maggio 1989 dalla passione e dall’impegno di Paolo Pagliaro.
Trentacinque anni di lavoro nel nome dell’informazione e della comunicazione.

Un impegno quotidiano, costante, portato avanti con entusiasmo, rigore e professionalità: radici, cultura, identità, qualità, innovazione, informazione e impegno sono da sempre le linee guida di questo progetto che resiste e si rafforza nel tempo.

«Auguri a tutti noi, auguri e grazie a tutti i collaboratori, i giornalisti, i tecnici, gli amministrativi e i commerciali, a tutti i lavoratori che hanno contribuito alla crescita della nostra meravigliosa realtà», le parole dell’editore Paolo Pagliaro, «il nostro successo è arrivato grazie all’impegno, alla passione, alla qualità delle nostre produzioni, e grazie ad una linea editoriale che è una vera e propria mission e cioè la valorizzazione del territorio».

«Siamo da sempre sentinelle attive», continua l’editore, «la nostra informazione ha percorso sempre un doppio binario: difesa e valorizzazione. Inchieste e informazione da una parte e valorizzazione dei territori dall’altra».

«Un pensiero particolare», conclude senza nascondere la sua commozione, Paolo Pagliaro, «a chi non c’è più ma è sempre nei nostri cuori: alla dolcissima Silvia Famularo, ai grandi Domenico Faivre, Sergio Vantaggiato, Renato Gorgoni, Giuseppe Anglano, Sandro Colaci e Toni Corglianò. Assi del nostro settore che ci hanno lasciato troppo presto».

In 35 anni il Salento è cresciuto insieme a TeleRama che ha dato voce al territorio e ai salentini, da due anni questa mission si è allargata dal Salento a tutta la Puglia e alla Basilicata.

Un’informazione militante al servizio dei cittadini e del territorio così come dimostra la linea editoriale basata sulle 10 battaglie nell’interesse della comunità.

Un percorso di crescita costante: TeleRama è il secondo gruppo televisivo della Regione per ascolti, così come testimoniano i dati Auditel.

Un successo costruito giorno dopo giorno con impegno, fantasia, pazienza e con tenacia, dai validissimi giornalisti che frequentano gli studi o sono inviati tra i tanti centri del Salento e dall’intera squadra composta anche da tecnici, amministrativi, commerciali e collaboratori.

Sforzi e sacrifici che vengono ripagati dall’affetto quotidiano del pubblico che sceglie e segue TeleRama, anche sui social. Dal canale 15 del digitale terrestre TeleRama si affaccia verso il futuro per scrivere nuove importanti pagine di questa lunga storia.

Tra i tantissimi messaggi di auguri anche quelli del ministro Raffaele Fitto, del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, di Monsignor Michele Seccia e poi dell’onorevole Giacinto Urso, del presidente dell’Unione Sportiva Lecce Saverio Sticchi Damiani, del direttore dell’area tecnica dell’Unione Sportiva Lecce Pantaleo Corvino, di Mario Vadrucci presidente della Camera di Commercio di Lecce e del presidente di Confindustria Lecce Valentino Nicolì.

 

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