Cronaca
Murene abbandonate lungo la statale: allarme pesca illegale
Il ritrovamento nel weekend sulla Gallipoli-Leuca, l’intervento della Guardia Costiera ed il forte sospetto

Decine e decine di murene abbandonate lungo la statale 274.
E’ il singolare ritrovamento avvenuto nel weekend in una piazzola di sosta della Gallipoli-Santa Maria di Leuca. Un episodio che accende un campanello d’allarme, quello della pesca illegale.
Su segnalazione di alcuni cittadini, è intervenuta sul posto la Guardia Costiera che ha eseguito il sequestro del prodotto ittico, predisponendone lo smaltimento secondo le procedure previste dalla normativa vigente.
Probabile che qualcuno se ne sia sbarazzato per non incappare in controlli e sanzioni. La normativa infatti tutela anche questo tipo di pescato per la conservazione della biodiversità. Le murene, spesso restano intrappolate nelle nasse posate sui fondali dai pescatori di frodo. Il fenomeno della pesca illegale delle oloturie è strettamente collegato alla forte richiesta di questa specie ittica dalla Cina e da altri paesi orientali, dove questa specie è considerata una prelibatezza.
Il sospetto oggi è che anche le murene siano diventate pezzi pregiati del mercato illegale.
Cronaca
Dramma a Depressa: 61enne perde la vita in campagna

Drammatico ritrovamento nel pomeriggio di oggi a Depressa: un uomo di 61 anni, Rocco Esposito, ex militare in pensione, ha perso la vita mentre era impegnato in dei lavori in campagna.
L’uomo si era allontanato da casa nella mattinata di oggi attorno alle ore 10, per raggiungere un proprio appezzamento di terreno nell’agro della frazione tricasina.
Nel pomeriggio, non vedendolo rientrare, i familiari hanno fatto scattare l’allarme.
All’arrivo dei soccorsi sul posto, purtroppo, non c’era più nulla da fare. Il 62enne avrebbe perso la vita mentre conduceva un trattore.
Hanno raggiunto della tragedia i carabinieri della Compagnia di Tricase, i vigili del fuoco del Distaccamento di Tricase, ed un’auto medica del 118, il cui personale non ha potuto che constatare il decesso.
Cronaca
Lavoratori in nero al ristorante, sanzioni salate
Ispezione in due ristoranti della provincia, sospensioni dalle attività imprenditoriali e sanzioni amministrative

I Finanzieri della Sezione Operativa Navale di Otranto hanno avviato una serie di controlli finalizzati al contrasto del lavoro sommerso e alla verifica del rispetto della normativa in materia di salute e sicurezza dei lavoratori.
Un’ispezione durante la giornata dedicata alla Festa delle Donne delle Fiamme Gialle a due ristoranti nella provincia di Lecce ha consentito di identificare venti lavoratori alle dipendenze della società ispezionata, accertando che dieci di loro erano di fatto assunti in nero.
A seguito delle irregolarità riscontrate, è stata avanzata la proposta di sospensione dell’attività imprenditoriale in quanto il personale irregolare superava il 10% della forza lavoro regolarmente assunta.
Il datore di lavoro, inoltre, risulta responsabile di violazioni amministrative che oscillano tra un minimo di 19.500 euro e un massimo di 117.000 euro.
Analoga attività di controllo era stata condotta nella ricorrenza di San Valentino nei confronti di un ristoratore.
Anche in tale occasione, i Finanzieri hanno accertato l’impiego di quattro lavoratori assunti in nero che di fatto costituivano la totalità della forza lavoro presente.
Oltre alla proposta di sospensione dall’attività imprenditoriale, sono state contestate all’imprenditore sanzioni amministrative che oscillano tra un minimo di 7.800 euro e un massimo di 46.800 euro.
L’operazione rientra in un più ampio piano di controlli avviato dalla Guardia di Finanza in quanto il sommerso pregiudica gli equilibri economici e finanziari del Paese, essendo orientato alla riduzione illegale dei costi di “struttura” (fiscali, organizzativi e del lavoro) per massimizzare i profitti e ottenere vantaggi competitivi impropri.
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Cronaca
Nube su Galatina, Colacem: “Fuoriuscita di materiale inerte”
Nella versione dei fatti arrivata in una nota, si sarebbe trattato di un problema tecnico all’impianto; sopralluogo effettuato dai funzionari di ARPA Puglia

Dopo la nube anomala levatasi su Galatina sabato scorso, lo stabilimento della Colacem dà la sua versione dei fatti.
Secondo la società capofila del Gruppo Financo, si sarebbe trattato di un “problema tecnico all’impianto che ha determinato il rilascio di polvere di calcare e argilla”.
Ciò avrebbe creato le condizioni perché si verificasse “un evento anomalo e non prevedibile nello stabilimento di Galatina. Un componente della torre a cicloni si è intasato, provocando la fuoriuscita di una miscela, di calcare e argilla macinati, non ancora sottoposta a processo di cottura. Calcare e argilla sono materiali naturali e inerti provenienti dalle aree estrattive del territorio”.
“L’evento”, si legge ancora nella nota, “è stato tempestivamente risolto dai nostri tecnici e dopo il ripristino della funzionalità del componente la situazione è tornata nella assoluta normalità. Le autorità competenti sono state informate e funzionari di ARPA Puglia – DAP Lecce hanno prontamente effettuato un sopralluogo in impianto, acquisendo tutti i dati necessari!”.
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