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Melendugno

Gasdotto a San Foca: esplodono i No-TAP

Ancora una volta le questioni economico-imprenditoriali sembrano aver avuto la meglio sulle proposte e i “no” ambientalisti. Una storia simile a quella della

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Ancora una volta le questioni economico-imprenditoriali sembrano aver avuto la meglio sulle proposte e i “no” ambientalisti. Una storia simile a quella della Val di Susa, in cui la gente non ha esitato a bloccare cantieri e strade, facendosi sentire, contro la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità. I NO-TAV hanno riempito le prime pagine dei giornali. Ben più silenzioso e meno clamoroso risulta invece un analogo dissenso espresso da un movimento salentino negli ultimi tempi. L’organizzazione è similare, cambia appena una consonante, e anche la querela è conforme, se consideriamo che è fatta per lo stesso obiettivo, contro speculazioni a danno dell’ambiente: i NO-TAP, nati su Facebook, vantano ora un corposo numero di seguaci, e in breve tempo, con il loro malcontento, hanno coinvolto anche le istituzioni politiche.  


La burrascosa vicenda ha inizio dall’approvazione del progetto per la costruzione di un gasdotto che conduca il gas naturale dal Mar Caspio, Azerbaijan, via Albania, in Italia (più precisamente e nostro malgrado… dove se non sulle meravigliose coste salentine, punto di raccordo principale nell’Adriatico??), e da qui nel resto d’Europa. Il gasdotto (che avrà il nome di TAP – Trans Adriatic Pipeline), che, come timidamente traspare, apporrà notevoli benefici in chiave economica al nostro Paese, prenderà vita a partire dal 2015, ad opera della ditta svizzera EGL, dei norvegesi della Statoil, e del gruppo tedesco E.ON. Approderà sulle coste di San Foca, Marina di Melendugno, dove già ora sorge una piattaforma (non di certo il miglior spettacolo visivo che il nostro mare abbia mai offerto…), per sondaggi geoispettivi preliminari. Sarà diretto quindi alla volta dell’entroterra salentino, e inizialmente prevedeva un circuito di tubazioni di 22 km (secondo indiscrezioni ridotti a 5, dopo un acceso confronto fra le istituzioni ambientaliste capitanate dai NO-TAP e dal comitato pro-gasdotto). Coinvolgerà i comuni di Melendugno, Vernole, Castrì, Lizzanello, Cavallino e San Donato, prima dell’allacciamento alla rete nazionale tramite Snam Rete Gas.


E farà discutere certamente la scelta di effettuare l’attracco sulle coste melendugnesi e non su quelle brindisine, essendo queste ultime già interessate dalla presenza della centrale ENEL “Federico II” di Cerano: per la serie “quelle sono già inquinate, danneggiamone altre”. Ma dovremmo riflettere su quanto questo gasdotto possa effettivamente rappresentare un pericolo per l’incolumità del paesaggio salentino. Non dimentichiamo che dalle profondità del sottosuolo della nostra Terra rinvengono in continuazione resti archeologici di straordinario valore e sebbene vogliamo credere che al momento della costruzione si tenga conto anche di ciò, non trascuriamo questo fattore di rischio. I NO-TAP lamentano l’influenza che questa realizzazione potrebbe avere negativamente sul turismo, finora fiorentissimo. Il timore che San Foca si trasformi lentamente da località balneare a zona industriale non è affatto scongiurato, nonostante le rassicurazioni del gruppo EGL, già autore di numerosi interventi nelle zone caucasiche. Insomma, le incertezze sono veramente tante e il malcontento degli ambientalisti non si è fatto desiderare, tanto da condurre la questione in parlamento, dove a inizio febbraio la Radicale Elisabetta Zamparutti ha presentato un’interrogazione parlamentare al fine di fare chiarezza sull’apertura di metadonotti sulla costa salentina.

L’obiettivo è salvaguardare, condizioni economiche permettendo (sic!), l’incolumità della natura. Restano anche da ponderare gli effetti che il gasdotto avrà per la “posidonia”, specie vegetale protetta altamente presente nel territorio del Tacco d’Italia: è questo uno dei punti più discussi dagli ambientalisti locali. Mettere a repentaglio una sostanziosa fetta di Macchia Mediterranea, uno dei migliori biglietti da visita del Salento, è una condizione insostenibile, non solamente per i NO-TAP, le cui proteste si faranno sempre più accanite, pur sempre, si auspica, sullo sfondo del dialogo, ma anche per i molti visitatori che abitualmente passano le vacanze a San Foca e nelle marine di Melendugno. È una vicenda molto interessante, perché in ballo c’è il benessere dei nostri siti turistici e del nostro ambiente. Come si evolverà è un rebus; fra NO-TAP e “pro-TAP” per ora c’è molta tensione. Staremo a vedere…


Stefano Verri


Attualità

Bimba devolve regali prima Comunione alla Fondazione di Comunità del Salento per iniziative filantropiche

Visita la Gelateria Sociale “Defriscu” e si innamora del progetto di inclusione. La piccola salentina, 10 anni, chiede che il valore dei suoi regali e il costo delle bomboniere siano devoluti alla Fondazione di Comunità del Salento per iniziative benefiche e solidali

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«E tu che gusto sei? Vieni a sceglierti da noi!».

 Era stato questo il claim con cui aveva riaperto per la stagione estiva la Gelateria Sociale Defriscu all’interno della quale operano gli speciali aspiranti gelatai dell’Associazione di Promozione Sociale Possiamo, ragazze e ragazzi di Lecce con sindrome di Down, nell’ambito del Progetto ‘V.IN.CO.’ (Violenza e INiziative di COntrasto), finanziato dall’Impresa Sociale Con i Bambini per il Bando “Ricucire i sogni”.

Ed evidentemente ha scelto il gusto della generosità, della condivisione e della sostenibilità sociale Carolina, una bambina salentina di 10 anni che, dopo aver conosciuto ‘Defriscu’ insieme ai suoi genitori, in occasione dell’imminente sua Prima Comunione, ha scelto di rinunciare ai regali che avrebbe ricevuto devolvendo quel gruzzoletto (che include anche le somme che la famiglia avrebbe dovuto spendere per le bomboniere) per sostenere le iniziative filantropiche di Fondazione di Comunità del Salento e della Gelateria Sociale.

Un gesto non soltanto nobile ma che è anche in grado di generare nuova generosità.

Con quella cifra, la Fondazione di Comunità del Salento intende realizzare dei coupon da distribuire con l’ausilio della Caritas di Lecce a quelle famiglie bisognose che spesso non possono permettersi nemmeno il lusso di un gelato nei pomeriggi di primavera.

Un’occasione, insomma, per mettere in circolo generosità nell’ambito di una comunità in cui Fondazione di Comunità del Salento vuole dare il proprio piccolo contributo per seminare i semi della condivisione civica e della sostenibilità.

La Gelateria Sociale Defriscu ha riaperto al pubblico lo scorso 23 marzo, mettendo all’opera nuovi e vecchi “gelatai” che di difficoltà nella vita ne hanno vissute tante e che vogliono creare ogni giorno un gelato nuovo, un gelato al gusto di riscatto sociale e di felicità!

Defriscu è situata a Lecce, in via Palmieri 69.

La Gelateria Sociale Artigianale Defriscu si avvarrà della partnership con Mieleria di Melendugno e Apis Puglia, l’associazione di apicoltori professionisti e amatoriali che promuovono l’apicoltura biosostenibile attraverso la formazione in ambito apistico e apiterapeutico.

Inaugurata a giugno del 2020, Defriscu è la gelateria sociale gemmata dalla Fondazione di Comunità del Salento attraverso il progetto Ripartenze.  

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Andrano

“Bolle di sapone”, 16 condanne e 67 anni di carcere

Era il 2013 quando vennero eseguite una serie di perquisizioni in tutto il Salento, a causa della falsificazione e vendita di noti prodotti per la casa…

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 67 anni di carcere, e 16 condanne, si chiude così il processo sulla maxi inchiesta “Bolle di Sapone”.

Era il 2013 quando vennero eseguite una serie di perquisizioni in tutto il Salento, a causa della falsificazione e vendita di noti prodotti per la casa.

I giudici della seconda sezione collegiale hanno inflitto: 9 anni e 6 mesi di reclusione ad Enrico Serafini, 59enne leccese; 9 anni per Antonio Costantino Vanzanelli, 73enne di Cannole; 6 anni a Maurizio Luciano Marti, 58enne residente a Sannicola; 5 anni e 6 mesi a Claudio Diamante, 43enne di San Cesario; 4 anni a Giorgio Vanzanelli, 47enne e Paride Vanzanelli, 41enne, entrambi di Otranto ed a Fulvio Conte, 56 anni di Surbo; 3 anni e 6 mesi a Claudio Conte, 64enne, Adriano Antonio Dima, 60enne, entrambi di Melendugno e per Francesco Leo, 49enne di Surbo; 3 anni a Mauro De Luca, 62enne leccese e Vittorio Perrone, 59enne di Lizzanello; 2 anni ad Antonio Capone, 44enne di Lecce, Fabio Coluccia, 54enne di Andrano e per Cristina Baraldi, 44enne originaria di Ferrara ed Antonella Fiocchi, 56enne residente a Sannicola (pena sospesa per entrambe).

Secondo l’accusa rappresentata dal pm Guglielmo Cataldi, rispondevano di associazione a delinquere, contraffazione e ricettazione e gli stessi potranno fare ricorso in appello.

Sono stati anche condannati al risarcimento dei danni con una provvisionale di 10mila euro per ciascuna delle parti civili. Disposto il non doversi procedere per prescrizione per 12 persone: Antonio Colluto, 52enne di Tricase; Maria Vittoria Colella, 62enne residente a Bari; Luigi Esposito, 54enne di Collepasso; Flavio Ferreri, 75enne di Recco (Genova); Gianni Junior Ingrosso, 50enne leccese; Cristian Luceri, 37enne leccese; Angela Concepita Mariano, 46enne di Racale; Lucio Mariano, 72enne di Racale; Antonio Mega, 74 anni di Palmariggi; Franco Pappadà, 60 anni di Specchia; Fabrizio Domenico Giuseppe Sobrero, 57enne residente a Verzuolo (Cuneo); Francesco Domenico Ungaro, 51 anni di Corigliano Calabro (Cosenza).

Assoluzione da ogni accusa per 10 imputati. Si tratta di Alfonso Dalia, 57enne di San Giorgio a Cremano (Napoli); Francesco De Padova, 69 anni di San Donaci (Brindisi); Antonio Donno, 40enne di Sogliano Cavour; Fernando Giannoccolo, 59enne di Carpignano Salentino; Santo Leo, 82enne di Cellino San Marco (Brindisi); Antonio Quaranta, 68 anni di Morciano di Leuca; Maurizio Valassina, 69enne originario di Desio (Milano); Vincenzo Casaburi, 63enne di Gallipoli; Cinzia Cipolla, 56 anni di Specchia e Samanta Colluto, 31enne di Andrano.

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Attualità

Dona ora per fare il pieno

Nel decennale della sua nascita IO POSSO lancia in tutta Italia la sua richiesta d’aiuto per garantire la riapertura delle sue spiagge accessibili anche per l’estate 2024. Obiettivo 100mila euro in un mese per evitare di ridurre i servizi o il tempo di apertura delle tre strutture con servizi gratuiti presenti a San Foca dal 2015, a Gallipoli dal 2022 e Porto Cesareo dal 2023

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“Attualmente le nostre casse coprirebbero solo  120mila sui € 220mila necessari a garantire l’apertura per tutta la stagione ad orario pieno di tutte e tre le spiagge. È per questo che chiediamo a tutti i nostri amici e sostenitori di poterci aiutare con una donazione straordinaria”.

È l’appello lanciato in tutta Italia dall’associazione 2HE-IO POSSO che proprio nel decennale della sua nascita rischia di non poter garantire la riapertura completa delle sue spiagge accessibili anche per l’estate 2024.

Ed è per questo che 48 ore fa è partita la campagna Dona ora per “fare il pieno”: obiettivo 100mila euro in un mese, utili ad evitare di ridurre i servizi o il tempo di apertura delle tre strutture con servizi gratuiti presenti a San Foca dal 2015, a Gallipoli dal 2022 e Porto Cesareo dal 2023.

Sono centinaia ogni anno le persone con disabilità motorie, anche gravi, o malattie come la SLA che, insieme ai loro familiari, vengono accolte in completa sicurezza e gratuità, ormai da nove anni, seguendo la traccia lasciata dal Gaetano Fuso (1976-2020).

“Dal 2015 la nostra associazione si impegna a dare a tutti gli ospiti ausili ed assistenza perché il mare sia un diritto di tutti, raccogliendo i fondi necessari all’apertura e alla copertura dei costi. Negli ultimi due anni – dice Giorgia Rollo, presidente di 2HE-IO POSSO – ci siamo ingranditi aprendo anche le strutture di Porto Cesareo e Gallipoli, ma le donazioni che riceviamo non sono aumentate in maniera proporzionale e costante all’aumento del servizio che offriamo.C’è il rischio, pertanto, di dover ridurre i servizi o il tempo di apertura, creando notevoli disagi ai nostri ospiti, togliendo a molti il diritto di vivere l’esperienza rigenerante ed unica di un bagno nel mare del Salento. Se riusciremo a raccogliere la cifra mancante entro il 30 aprile 2024, avremo la certezza di poter riaprire col massimo della qualità nell’accoglienza, come fatto in tutti questi anni. È un obiettivo ambizioso, ma la grande vicinanza che abbiamo sperimentato in tutti questi anni da parte dei nostri amici e donatori, ci fa confidare di poterlo raggiungere… se ciascuno farà la sua parte” conclude Rollo.

Ai 120 mila euro attualmente disponibili si aggiungono i contributi pubblici dei comuni che verranno erogati a rendicontazione ovvero solo dopo aver sostenuto le spese (il Comune di Melendugno partecipa con un contributo pari ad 1/10 dei costi della struttura di San Foca che ammontano a 110mila euro, Porto Cesareo con un contributo pari ad 1/6 e Gallipoli con 1/5 dei costi delle rispettive strutture, di 55mila euro ciascuno; la Asl con 20.000 euro totali).

La raccolta fondi per raggiungere la somma di 220.000, necessaria per gestire a pieno regime le strutture, sarà attiva per tutto il mese di aprile. Ne verrà comunicato lo stato di avanzamento.

Si può donare con carta di creditoPayPalSatispay o con un bonifico sull’ IBAN IT79C0306909606100000134087 (BIC/SWIFT: BCITITMM) intestato ad “Associazione 2HE”, causale: “Progetto IO POSSO”.

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