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Attualità

La chiesa Matrice di Melissano inserita nei beni di interesse socio-artistico

Potrebbe essere l’inizio di un percorso che possa consentire l’abbattimento di quell’oscenità posta al lato della facciata della chiesa

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La Chiesa Matrice, Chiesa della Beata Vergine del Rosario di Melissano, è stata inserita nell’elenco tra i beni di interesse storico-artistico da parte del Ministero per i Beni culturali; oltre ad essere un’encomiabile  risultato, utile per la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio architettonico, potrebbe essere l’inizio di un percorso (speriamo breve) che possa consentire l’abbattimento di quell’oscenità posta al lato della facciata della chiesa e per la quale il Comune di Melissano è balzato agli “onori” della cronaca nazionale qualche decennio fa.


Stiamo parlando ovviamente della cosiddetta fontana monumentale (che di monumentale ha solo la dimensione) che il Sindaco-podestà che “regnava” in quegli anni a Melissano ha realizzato (in forma del tutto abusiva) abbattendo prima alcune abitazioni del centro storico e costruendo poi quel manufatto che, più che essere una fontana, è stata dall’inizio, e lo è ancora oggi, il luogo di raccolta degli escrementi dei piccioni.


In quegli anni (parliamo degli inizi del nuovo millennio), la Sezione Sud Salento di Italia Nostra gridò allo scandalo, predispose documenti, organizzò dibattiti pubblici e mobilitò gli organi di informazione (anche nazionali, tra cui la trasmissione “Striscia la notizia”), per cercare di fermare quello che definimmo l’Attila di Melissano e che, anche per le rilevanti spese impegnate per la realizzazione di quell’oscenità (da qualcuno definito anche un minareto, da altri un grande fallo)  ha portato al tracollo finanziario  la Città di Melissano.


Fu quello un vero e proprio stupro perpetrato alla Chiesa dedicata alla Vergine del Rosario che la comunità di Melissano (allora nella quasi totalità), inconsapevolmente o per complicità, avallò e che oggi ne paga, economicamente ed eticamente, le conseguenze. La disgrazia ulteriore è che a quel manufatto molti cittadini di Melissano si sono abituati e per cui non si rendono conto dell’assurdità e dell’oltraggio che è stato perpetrato alla storia e ai luoghi del proprio comune e tant’è che oggi nessuno si sente impegnato e motivato (associazioni locali, forse politiche e la stessa comunità parrocchiale) ad intraprendere una qualsiasi iniziativa perché si arrivi, quanto prima, all’abbattimento di quella che su internet è riconosciuta tra le mostruosità più eclatanti d’Italia e che la Soprintendenza in quegli anni, su istanza di Italia Nostra,  ne ordinò la demolizione.


L’appello che la Sezione Sud Salento di Italia Nostra intende lanciare oggi, proprio in occasione di questo importante riconoscimento attribuito all’edificio sacro, è quello che qualcuno (amministratori in primis, associazioni locali o comunità parrocchiale) provveda da subito ad occultare quella schifezza (magari con un’operazione di impacchettamento a mo’ delle opere di Christo) e su cui scrivere una frase emblematica che induca i cittadini, soprattutto le nuove generazioni, a riflettere sull’importanza di rispettare i segni della storia, ma anche di gestire in maniera rigorosa e partecipata la cosa pubblica, modalità per le quali il Sindaco Falconieri e chi lo ha avallato nelle scelte sono stati “maestri di scelleratezza”.

Nel frattempo, tenendo conto delle difficoltà finanziarie dell’Ente locale, si potrebbe pensare ad un bando pubblico per individuare una ditta che, in cambio della pubblicità che ne trarrebbe per cotanta operazione, si renderebbe disponibile ad abbattere cotanta oscenità gratuitamente. Forse un po’ di fantasia nell’amministrare non guasta, soprattutto quando si tratta di perseguire il bene comune!


Marcello Seclì


Presidente Italia Nostra –  Sezione Sud Salento


Attualità

Bollette di gas e luce salate: procedimento istruttorio contro Enel Energia

Dopo i reclami di Adiconsum Lecce, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato vuole accertare l’eventuale pratica commerciale scorretta in merito alle modalità di comunicazione delle variazioni contrattuali

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Tutto aveva avuto inizio nel 2022 quando molti consumatori decisero di passare dal prezzo variabile al prezzo fisso con l’obiettivo di mettersi al riparo da repentine impennate delle tariffe.

I contratti erano a tempo indeterminato ma l’offerta era a tempo determinato e raramente superava i 12 mesi.

Già questa differenza, poco nota ai molti, ha contribuito ad ingenerare confusione e disattenzione.

Alla scadenza dell’offerta concordata, il consumatore doveva ricevere dal proprio gestore, una comunicazione di variazione della tariffa – se meno favorevole – almeno tre mesi prima dell’entrata in vigore della nuova tariffa informandolo della possibilità di poter recedere dal contratto.

Questa comunicazione, separata dalla bolletta, può essere inviata per posta ordinaria o per email qualora l’utente abbia scelto tale modalità in fase contrattuale e non sono previste altre modalità di invio.

La comunicazione è molto importante perché oltre a informare l’utente del cambio tariffario, contiene anche l’informazione che, qualora l’utente non sia d’accordo con la tariffa proposta, potrà recedere dal contratto e cambiare gestore.

Ed è qui che nel mese di gennaio molti utenti si sono visti recapitare bollette del gas esagerate e si sono rivolti ad Adiconsum LecceAssociazione per la difesa dei consumatori per contestare la bolletta, visto che l’unica risposta fornita dagli operatori di Enel energia è stata quella che la tariffa era variata.

L’analisi delle bollette attenzionate ha evidenziato che molte tariffe del gas erano variate a partire da luglio 2023 e che, con l’avvento della stagione estiva, gli utenti non hanno potuto rendersi conto dell’aumento subito.

La sorpresa si è avuta solo quando con l’inverno sono stati accesi i riscaldamenti ma le bollette sono arrivate quando ormai erano trascorsi i periodi per porvi rimedio.

La beffa maggiore è stata poi quella che a fronte delle lamentele avanzate dagli utenti, Enel energia si è dichiarata disponibile a variare il prezzo del gas per il futuro (all’arrivo della bella stagione) ma lasciando invariati i prezzi dell’inverno pregresso.

Moltissimi consumatori lamentano di non aver mai ricevuto una comunicazione di variazione tariffaria per cui si è provveduto a contestarlo a Enel energia.

«Purtroppo», fanno sapere da Adiconsum Lecce, «il codice di condotta commerciale approvato da Arera scarica sui clienti l’onere di dimostrare di non aver mai ricevuto la comunicazione. In pratica l’onere della prova ricade sulle spalle della parte più debole. Questo anche quando la nuova tariffa viene di fatto scoperta solo alla ricezione della bolletta. Inoltre il gestore gode di una presunzione di ricezione della comunicazione, trascorsi 10 giorni dall’invio, anche se il consumatore sostiene di non aver mai ricevuto nulla!».

A fronte delle «inaccettabili risposte fornite da Enel energia» ed ai reclami effettuati da Adiconsum Lecce, l’associazione ha provveduto a inviare le segnalazioni all’Autorità Garante della Concorrente e del Mercato e ad Arera «per i profili di comportamento commerciale che le stesse vorranno rilevare a salvaguardia dei consumatori» e invocando il recesso contrattuale ai sensi dell’art. 52 e 53 del Codice del consumo «non essendogli stato consentito preliminarmente di conoscere le condizioni economiche che sarebbero state applicate, né posto nelle condizioni di poter valutarne gli effetti e le decisioni da assumere consapevolmente e decidere se avvalersi del garantito diritto di recesso».

Ora, grazie alle segnalazioni effettuate anche da Adiconsum Lecce, l’autorità ha formalmente aperto un’istruttoria che potrebbe portare gli utenti a vedersi riconosciute le proprie ragioni ed ottenere qunato contestato da Adconusm Lecce.

 

 

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Attualità

«Mi vien da ridere». Rimpasto in Regione, Maraschio amara

L’ex assessora: «Non accetterò l’incarico all’interno dello staff del presidente Emiliano, ipotesi che mi è stata prospettata e per la cui offerta ringrazio.  Tra galleggiare e navigare ho sempre scelto la seconda opzione nella mia vita, con il vento in poppa e libera da condizionamenti»

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«Quindi l’operazione moralità e legalità della giunta regionale pugliese si esaurisce, in sostanza, con la fuoriuscita della sottoscritta. Questo è il segnale di discontinuità che si vuole far passare. Rispondo con un sorriso».

Lo afferma l’ex assessora Anna Grazia Maraschio, riguardo il rimpasto della giunta regionale annunciato ieri sera.

«Ringrazio le centinaia di persone, di amministratori, di cittadini che mi stanno scrivendo attestati di solidarietà, messaggi di indignazione e puro sconcerto», prosegue Maraschio, «non accetterò l’incarico all’interno dello staff del presidente Emiliano, ipotesi che mi è stata prospettata e per la cui offerta ringrazio.  Tra galleggiare e navigare ho sempre scelto la seconda opzione nella mia vita, con il vento in poppa e libera da condizionamenti. Tutto quello che ho ottenuto è stato grazie alla cultura del lavoro, l’unica che mi permea e alla quale rispondo. La stessa cultura che ho portato all’interno dell’assessorato che mi sono onorata di guidare, formato da professioniste e professionisti che sento di ringraziare, insieme al mio staff tecnico sempre al mio fianco e ai dirigenti, ai funzionari che hanno seguito la mia visione politica. Non rinnego nulla e non nascondo che sono stati anni belli, intensi, ricchi di soddisfazioni ma anche duri. Spesso ho dovuto lottare in solitudine, sentendomi come una mosca bianca».

«In tutta questa vicenda, c’è solo un aspetto che mi lascia l’amaro in bocca», aggiunge, «la brusca interruzione di un percorso di programmazione e pianificazione dell’assessorato, che andava dalle misure di tutela dell’ambiente e del clima fino all’impostazione di una nuova politica abitativa che non considerasse solo le case ma anche le persone e il loro benessere. Una mole impressionante di provvedimenti, di politiche rivoluzionarie, che non basterebbero queste righe per essere elencate. Quando si interrompe un percorso così, il rischio è che il beneficio possa essere per pochissimi e il danno per molti, moltissimi cittadini pugliesi».

«Avverto anche un’altra convinzione», conclude Anna Grazia Maraschio, «chi semina bene raccoglie il giusto e i germogli non tarderanno ad arrivare».

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Una salentina tra i giovani leader che scriveranno proposte per il G7

È Margherita Zappatore, 27 anni, di Gallipoli, dottoranda di ricerca in Scienze Giuridiche per la sostenibilità, l’innovazione e la transizione ecologica

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C’è anche una salentina tra i giovani selezionati per partecipare al Global Youth Leaders Program, l’iniziativa della Young Ambassador Society che unisce giovani fino ai 35 anni per contribuire allo sviluppo di proposte politiche che saranno presentate alla presidenza del G7.

Margherita Zappatore, 27 anni, originaria di Gallipoli, è dottoranda di ricerca in Scienze Giuridiche per la sostenibilità, l’innovazione e la transizione ecologica ed è fondatrice e amministratrice di una società di consulenza nel settore della comunicazione politica, del legislativo e della progettazione.

Grazie alle sue esperienze formative e professionali, contribuirà a formulare proposte sul tema dell’innovazione e, in particolare, dell’intelligenza artificiale.

Assieme agli altri giovani provenienti da tutto il mondo, inoltre, prenderà parte ad incontri con esperti di organismi internazionali come l’ILO, l’UNDP, l’OECD, l’UNICEF, la FAO e Microsoft.

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