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“Salento: Che Fare?”: “Viva i NO TAV”
Da anni, il popolo della Val Susa sta portando avanti una importante e fondamentale battaglia contro la costruzione della linea TAV, treno ad alta velocità. E’ importante
Da anni, il popolo della Val Susa sta portando avanti una importante e fondamentale battaglia contro la costruzione della linea TAV, treno ad alta velocità. E’ importante perché l’opera è dispendiosa, dannosa ed assolutamente inutile. Esiste già una linea ferroviaria Lione Torino, a doppio binario, ristrutturata da pochi anni, che viene utilizzata solo per il 25% delle sue capacità. Se già esiste una linea quasi inutilizzata, perché se ne deve costruire un’altra? Per la costruzione è previsto lo scavo di un tunnel di 54 Km in una montagna piena di amianto che, secondo le previsioni della ASL di Torino, provocherà nel giro di pochi anni circa 20.000 morti di tumore. Per non parlare della devastazione ambientale. Il tratto costerà inizialmente 14 miliardi di euro. Secondo le previsioni, il costo triplicherà come è già successo per la linea TAV Roma Napoli: previsti 2 miliardi di spesa, è costata più di 7 miliardi; 32 milioni di euro al Km. In ogni caso, i 14 miliardi occorrenti saranno prestati allo Stato italiano dalle banche europee ad un tasso di interesse che nel giro di pochi anni diventeranno 45 miliardi di euro. Soldi che aumenteranno il debito pubblico per cui sarà chiamata la gente a pagarlo. Della spesa finale saranno gli speculatori a trarne profitto. Sempre della TAV Roma Napoli, la spesa è stata di oltre 7 miliardi ma il costo effettivo dell’opera è stato di 2 miliardi. Il resto è andato tutto in tangenti. La TAV non apporta riduzione di tempi di percorrenza. Nel caso della Roma Napoli, già nel 1969 le elettromotrici ALe 601 impiegavano 90 minuti sulla linea tradizionale che si trova allo stato di sua realizzazione, del 1929 (con un sistema di blocco con ripetizione dei segnali in cabina a soli 4 codici, che limitano la velocità massima). Insomma, si è realizzata la TAV per ottenere lo stesso risultato che si era raggiunto nel 1969 con materiale rotabile più antiquato ed una linea della prima guerra mondiale. In pratica, basta riqualificare le linee storiche ed i tempi di percorrenza saranno ridotti ugualmente, senza dover spendere tanti soldi con nuove opere costosissime ed invasive. Appare chiaro che la T.A.V. è solo una scusa per impiegare maggior soldi che possono essere accaparrati da speculatori. Tanto grandi sono le opere, tanto più consistenti saranno i profitti delle aziende appaltatrici e le tangenti dei politici. Ecco perché la battaglia dei NO TAV è anche fondamentale per tutti noi. Perché è una battaglia di civiltà e di giustizia, contro lo strapotere dei potenti che utilizzano anche una linea ferroviaria per sporche operazioni finanziarie a scapito della popolazione sempre più chiamata a pagare debiti che hanno contratto altri e di cui non trarrà alcun beneficio. L’opposizione alla TAV è sacrosanta e legittima. In tutti modi deve essere impedita la realizzazione della TAV. La battaglia dei NO TAV è in favore di tutta la collettività. La loro vittoria sarà la vittoria dell’umanità. Per questo va sostenuta e difesa. Incondizionatamente.
Associazione “Salento: Che Fare?”
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Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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