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A Specchia il libro su Bessarione
Il Comune di Specchia comunica che domenica 19 Dicembre alle ore 18,30 presso la Sala Conferenze di Palazzo Risolo, si svolgerà la presentazione del volume “BASILIO BESSARIONE – LO SPIRITO GRECO E L’OCCIDENTE” scritto da Giuseppe Luigi Coluccia.
Il Comune di Specchia comunica che domenica 19 Dicembre alle ore 18,30 presso la Sala Conferenze di Palazzo Risolo, si svolgerà la presentazione del volume “BASILIO BESSARIONE – LO SPIRITO GRECO E L’OCCIDENTE” scritto da Giuseppe Luigi Coluccia, pubblicato dalla Casa Editrice Leo S. Olschki di Firenze. L’iniziativa si svolge con il patrocinio del Comune di Specchia, dell’Unione dei Comuni “Terra di Leuca Bis” (Miggiano – Montesano Salentino – Ruffano – Specchia) e della Società di Storia Patria per la Puglia – Sezione di Tricase.
L’evento culturale prevede inizialmente il saluto dell’Ing. Antonio BIASCO, Sindaco di Specchia, per poi proseguire con l’introduzione della Prof.ssa Immacolata TEMPESTA, Docente dell’Università del Salento e con la presentazione del Prof. Hervé CAVALERA, Docente dell’Università del Salento. Nel corso della serata, saranno proposti dei brani musicali curati dalla Prof.ssa Deborah DE BLASI.
Giuseppe Luigi Coluccia è nato a Specchia (Lecce) il 25 settembre 1938. Docente di scienze umanistiche, si dedica alla ricerca storica, letteraria, umanistica prima a Roma poi a Sarzana, dove oggi risiede, studioso di storia medievale e rinascimentale, critico letterario; socio ordinario della Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi (Parma), Accademico d’onore dell’Accademia delle Arti del Disegno, in Firenze. Ha pubblicato opere liriche quali: “La stella del sud” (1973), “Come uccelli come alberi” (1988), “Elegia del vento” (2010); narrative come “Quella prima aurora genovese” (1988), “Sui tetti gialli diecimila sogni” (1989), “L’anello di Freud” (1999); i saggi di critica letteraria “Da un settembre all’altro” (con Egidio Banti e Carla Zanello, 1993), “Il fanciullo insonne” (antologie di poesie e prose per Giovanni Bertolla, 1994), gli studi storici “Spiritualità vincenziana spiritualità dell’azione” (1978) (Pontificia Università Lateranense, Roma 1978, trad. in spagnolo, Espiritualidad vicenciana espirtualidad de l’acciòn, Salamanca 1979); “Potere e società in Val di Magra. Sarzana verso il principato” (1992), “Niccolò V umanista: papa e riformatore” (1998), Parole di Lunigiana in Storia della letteratura spezzina e lunigianese (a cura di Giovanni Bigotti, 2007), “Maria e i fratelli d’Oriente”, Roma 1982. È presente nelle raccolte poetiche: “Arte e poesia in Liguria” (1988), “Arte e poesia in Italia” (1988), “Poeti in Europa” (1987) e “Questa mia terra” (1989).
Basilio Bessarione, greco: filosofo, teologo, umanista. Vive l’intreccio di azione e studio con intensità l’amore verso la Chiesa ortodossa, entra nella cultura occidentale, da patriarca niceno a cardinale della Chiesa romana. L’origine ortodossa gli è d’ostacolo all’elezione papale. Aderisce alla filosofia platonica di Gemisto Pletone. Protagonista nel concilio di Ferrara – Firenze, crede nell’unione tra Chiesa Latina e Chiesa Ortodossa, nonostante le mire prammatiche e politiche del potere. L’unione è sulla carta, non negli animi. Costantinopoli crolla e così tutto l’Impero sotto il fuoco di Maometto II. Bessarione promuove la crociata contro i turchi, abbraccia i nuovi destini culturali, con lo studio nella sua Accademia», preludio vistoso al platonismo di Marsilio Ficino. Giorgio Trapezunzio, aristotelico, è suo tenace avversario ma Bessarione fissa nel trattato “In calumniatoren Platonis” i principi di verità, frutto di concordia, suggello dello spirito greco, anima dell’umanesimo quattrocentesco e luce all’epoca moderna. L’atto estremo del suo amore per la cultura e la dottrina platonica è la donazione alla Biblioteca Marciana del suo patrimonio librario. L’istanza religiosa di Bessarione resta l’eredità storica e speculativa, trasmessa al platonismo italiano del Quattrocento come alimento di una finalità precipua dello spirito greco: lo stupore della cultura classica occidentale in perenne giovinezza.
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Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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