News & Salento
La Cgil: “Situazione grave in provincia per il recapito postale”
Il nuovo anno si apre con la protesta dei cittadini che non ricevono la posta. E la situazione del Comune di Calimera è soltanto la punta di un iceberg. “Le gravi condizioni
Il nuovo anno si apre con la protesta dei cittadini che non ricevono la posta. E la situazione del Comune di Calimera è soltanto la punta di un iceberg. “Le gravi condizioni in cui versa il recapito postale nella provincia di Lecce, purtroppo, sono conseguenza della colpevole gestione di un’azienda che guarda più a al risparmio dei costi che al servizio pubblico”, dichiara Salvatore Labriola, segretario generale provinciale Slc Cgil di Lecce. “Pare che per Poste Italiane il diritto dei cittadini a ricevere quotidianamente la posta non esista più. Ma ci si dimentica che esiste ancora un diritto che si chiama “servizio Universale”. Che fine ha fatto l’accordo di programma con il Ministero dello Sviluppo? Cosa c’è dietro questa strategia aziendale? Domande che aspettano risposte e che creano incertezza e disorientamento fra i lavoratori. Intanto assistiamo a uno scenario incredibile, moltissima la posta lasciata in giacenza negli uffici postali e non recapitata per mancanza di postini (pensionati, esodati, inidonei ormai da tempo al recapito per motivi di salute, infortuni, maternità, e mai sostituiti), con cittadini esasperati che si recano direttamente agli uffici postali per reclamare giustamente il loro diritto e chiedere direttamente la consegna della posta e delle raccomandate. Il peso di questa situazione ovviamente”, aggiunge Labriola, “grava esclusivamente sui postini presenti, obbligati (nei limiti delle umane capacità) a recapitare la posta dei colleghi assenti. A questo si aggiunga una scellerata gestione della programmazione delle ferie effettuata senza prevedere adeguate e sistematiche sostituzioni. Basti ricordare quello che è successo durante il “ponte dell’immacolata”, quando l’Azienda Poste ha messo in ferie centinaia di postini per raggiungere il budget del monte ferie. Oppure lo scandalo della posta inviata al macero. E il Responsabile del recapito (con sede a Taranto)? In ferie sino all’8 gennaio! Una situazione che si ripercuote esclusivamente sui lavoratori delle Poste (direttori di uffici, sportellisti, postini), diretta interfaccia dell’azienda con i cittadini, costretti quotidianamente a subire affronti, offese, minacce e in qualche caso aggressioni non solo verbali, da parte di cittadini inviperiti. Ma che colpa hanno i lavoratori? Anello debole di un’organizzazione aziendale piramidale che non permette alcuna iniziativa gestionale a livello locale, se non quella di “pressare” i portalettere in servizio affinché effettuino il lavoro dei colleghi assenti e di gestire al meglio il disservizio. Purtroppo spesso si dimentica che il lavoro del portalettere è un lavoro che si svolge sulla strada e che l’eccessivo ricorso a prestazioni aggiuntive può anche comportare un abbassamento dell’attenzione e di conseguenza può provocare (come già avvenuto in passato) incidenti stradali con conseguenze anche gravi. Il portalettere non è un mestiere che si inventa, ma lo si costruisce giorno dopo giorno con la conoscenza diretta della propria zona e delle famiglie che vi abitano. Una presenza costante a cui il cittadino si abitua e lo considera parte della propria quotidianità. Ma tutto questo pare che all’Azienda Poste Italiane non interessi più, al di là delle accattivanti pubblicità televisive. La Slc Cgil, consapevole del proprio ruolo”, conclude Labriola, “chiederà a Poste Italiane di intervenire urgentemente per sanare la situazione, intanto facciamo appello al Prefetto di Lecce, alle istituzioni, alle parti politiche, affinché si facciano portatori di istanze e proteste verso l’Azienda Poste e verso il Governo, affinché questa annosa situazione trovi adeguate soluzioni nel rispetto del diritto dei cittadini e delle tutele dei lavoratori delle Poste”.
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Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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