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Marito non si lava e pretende sesso: è reato!
Marito non si lava e pretende sesso. E’ reato di stupro. Condannato pastore, moglie voleva che si lavasse prima del rapporto
Secondo la sentenza n° 30364 emessa oggi dalla sezione penale commette violenza sessuale il marito ‘puzzolente’ che impone alla moglie i rapporti sessuali senza rispettare la richiesta della donna di farsi prima una bella doccia. Gli ermellini hanno chiesto il nuovo rinvio a giudizio nei confronti di un pastore siciliano restio all’uso del sapone e solito a fare sesso con la moglie appena rientrato dal pascolo delle pecore, senza provvedere a farsi almeno una rapida toeletta preliminare. In un primo momento nel 2008 Mario C., per tali motivi era stato denunciato, processato e successivamente prosciolto dalla accusa di stupro, dalla Corte di Appello di Catania in quanto “pur essendo la moglie Lucia G. contraria ai rapporti sessuali, perchè l’uomo era solito consumarli al rientro dalla propria attività di pastore, senza praticare alcuna igiene e pulizia del proprio corpo, finiva poi per accettare volontariamente i rapporti”. Alla moglie, restia agli amplessi nauseabondi, il pastore immobilizzava le mani e procedeva nei suoi intenti “senza aderire affatto alle richieste del coniuge di effettuare la necessaria igiene corporale”. Nella motivazione è possibile, infatti, leggere che“La peculiarità dei motivi del dissenso non eliminava il dissenso medesimo, per cui i rapporti sessuali, laddove imposti con la forza dall’uomo, erano e restavano violenti”. Ora i giudici catanesi dovranno rivedere il loro verdetto senza fare sconti perchè la contrarietà all’adempimento del debito coniugale, anche se motivata solo dal mancato utilizzo del sapone, rimane pur sempre un bel ‘no’. In primo grado il pastore era stato condannato a nove anni di reclusione, nel 2007, dal Tribunale di Caltagirone che aveva considerato stupro gli assalti sferrati alla povera moglie per lunghi anni, dal febbraio 1992 all’agosto del 2006. Ma poi la Corte di Appello aveva ridotto la condanna a Mario C. ad appena due anni, ritenendolo colpevole solo di maltrattamenti e comportamenti un po’ violenti, facendo sparire la violenza sessuale. Il caso è approdato in Cassazione su ricorso della Procura della Corte di Appello di Catania.
Giovanni D’AGATA
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Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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