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PUG a Tricase: “Illegittimità sconcertanti e dubbi inquietanti”
Durissimo attacco del consigliere d’opposizione Nunzio Dell’Abate a Sindaco e maggioranza in merito all’affidamento dell’incarico di consulenza per la redazione del documento programmatico preliminare
Durissimo attacco del consigliere d’opposizione Nunzio Dell’Abate a Sindaco e maggioranza in merito all’affidamento dell’incarico di consulenza per la redazione del documento programmatico preliminare (DPP) per il piano urbanistico generale (PUG) dietro il corrispettivo di € 40.000 + IVA. Affidamento con cui la Giunta Comunale di Tricase, con delibera n.174 del 26.07.13, ha “affidato direttamente al DICAR del Politecnico di Bari l’incarico”, specifica Dell’Abate, “per poter procedere in tal modo, la Giunta ha modificato la delibera n.144 del 12.05.11, adottata dalla passata Amministrazione, che conteneva l’indirizzo al dirigente del Settore Assetto del Territorio di individuare ed incaricare, nelle forme di legge e quindi anche nel rispetto dell’evidenza pubblica, “i professionisti esterni altamente specializzati ritenuti indispensabili, cui affidare la consulenza”.
Siffatto incarico, dice il Consigliere d’opposizione “è illegittimo perché conferito in violazione della normativa sugli appalti pubblici. La natura pubblica del soggetto beneficiario, infatti, non esclude l’illegittimità della procedura adottata. Si tratta, in sostanza, dell’affidamento diretto di un rilevante incarico di quasi 50.000 euro, di certo il più importante per l’intuibile portata degli interessi economici in gioco nel procedimento di formazione del Piano Urbanistico di un Comune di quasi ventimila abitanti, conferito da un organo incompetente (la Giunta) in violazione del principio di evidenza pubblica.
Il D.Lgs. n.163 del 2006 (codice dei contratti pubblici) riconosce la deroga al principio dell’evidenza pubblica esclusivamente in caso di lavori di importo inferiore a quarantamila euro (qui trattasi di appalto di servizi e per di giunta non inferiore) e comunque sempre e solo da parte del Responsabile del procedimento (mai dalla Giunta Comunale, come avvenuto a Tricase).
La certa illegittimità di siffatta procedura è stata già più volte censurata, da ultimo anche dal TAR Lecce con sentenza n.1791/10 che, nell’annullare gli atti relativi ad un precedente identico e sovrapponibile riguardante il PUG del Comune di Lecce, ha evidenziato come “sia prevalente, se non esclusiva, l’attività diretta alla prestazione di servizi di consulenza tecnico-scientifica attinenti all’architettura e, in particolare, all’urbanistica -cfr. categoria 12 dell’allegato IIA del decreto legislativo n.163/2006-. Servizi che, ai sensi dell’art. 20 comma 2 del ridetto codice degli appalti, sono espressamente sottoposti alle disposizioni in esso contenute e, in primo luogo, ai principi dell’evidenza pubblica”. Pertanto, anche secondo la giurisprudenza amministrativa, mai la Giunta Comunale avrebbe potuto legalmente attribuire tale incarico non fosse altro perché la materia è di esclusiva competenza dirigenziale, ai sensi dell’art. 107 del Testo Unico degli Enti Locali, cosi come mai l’organo politico avrebbe potuto ingerirsi nella gestione, scegliere direttamente il soggetto contraente e determinarne il corrispettivo, vertendo in materia di appalti pubblici (in tal senso la recente sentenza”. Consiglio di Stato n.1775 del 27.03.13).
“Fa specie”, rincara la dose Dell’Abate, “la circostanza che vede tale revirement promosso (in piena estate!) dall’attuale Giunta Comunale, presieduta da Antonio G. Coppola, che concentra su di sé, ad un tempo, lo status di Sindaco della Città, di ingegnere libero professionista dal 1981, di responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale in aspettativa per mandato elettorale, di consulente, progettista e direttore dei lavori di grossi soggetti economici e imprenditoriali locali”.
“Cosa si nasconde”, conclude, “dietro l’adozione di tale atto illegittimo? È solo una illegittimità casuale? O c’è dell’altro?”.
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Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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