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Siccità: la Cia Puglia chiede stato calamità naturale
La Cia Puglia ha inviato una nota urgente all’assessore alla Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Dario Stèfano per chiedere di intraprendere tutte le iniziative utili a chiedere al Governo la dichiarazione dello stato calamità per la siccità, che tanti danni sta creando al comparto agricolo pugliese, ed in particolare alle coltivazioni di pomodoro da avviare alla trasformazione industriale.
I cambiamenti climatici stanno ulteriormente pregiudicando l’agricoltura pugliese.
La Cia Puglia ha inviato una nota urgente all’assessore alla Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Dario Stèfano per chiedere di intraprendere tutte le iniziative utili a chiedere al Governo la dichiarazione dello stato calamità per la siccità, che tanti danni sta creando al comparto agricolo pugliese, ed in particolare alle coltivazioni di pomodoro da avviare alla trasformazione industriale.
I cambiamenti climatici stanno ulteriormente pregiudicando l’agricoltura pugliese. All’aumento esponenziale dei costi aziendali si aggiungono ora i cali produttivi provocati dalla siccità che in questa estate l’ha fatta da padrone in ogni angolo della Puglia. Nelle campagne pugliesi si sta vivendo una situazione davvero difficile.
Le avverse condizioni climatiche stanno portando a una generalizzata contrazione dei volumi prodotti che supera il 25-30 %, con punte del 50 per cento per alcuni comparti.
Insomma mentre la terra brucia, per l’agricoltura italiana “piove sul bagnato”: senza interventi di sostegno si rischia il crack.
E a complicare ancora di più la vita nei campi ora è il caldo asfissiante di questa estate di fuoco.
Oltre alle riduzioni di produzione di uva e di olive, la forte siccità e il caldo hanno di fatto decretato la fine del pomodoro da industria mettendo in ginocchio la produzione di oro rosso, soprattutto nelle zone del foggiano, dove si registra un calo di produzione rispetto allo scorso anno di oltre il 30 per cento.
Oltre a ciò il rischio per gli agricoltori dauni è quello di pagare salate penalità per il mancato rispetto dei quantitativi contrattati, a causa proprio della scarsa produzione determinata dalla siccità.
Oltre il danno, la beffa, dunque, per i produttori di pomodori foggiani che, senza l’intervento decisivo di Regione e Governo, rischiano ulteriori penalizzazioni.
È assolutamente necessario provvedere, con la massima urgenza, ad attivare le misure finalizzate a dimostrare che, per motivi indipendenti dalla propria volontà, i produttori interessati non potranno rispettare le condizioni contrattuali sottoscritte con le industrie di trasformazione ad inizio stagione.
Pertanto è necessario che le istituzioni competenti, sia a livello nazionale che regionale, attivino con urgenza la procedura volta alla dichiarazione dello stato di calamità naturale e a valutare ed ufficializzare le perdite subite dalle Organizzazioni di Produttori e permettere loro di acquisire gli elementi probanti per evitare situazioni di contenziosi con le industrie di trasformazione che potrebbero determinare situazioni penalizzanti per i produttori agricoli.
La Cia Puglia, inoltre, chiede alla Regione che vengano rilasciati dei supplementi straordinari di assegnazione di carburante agricolo per far fronte alle irrigazioni di soccorso che in tutta la Puglia si stanno effettuando.
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Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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